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24 aprile 2013

I limiti del #OccupyPd

Lo spirito di fondo che anima in questi giorni le varie "occupazioni" in giro per l'Italia delle sedi del PD da parte di giovani militanti (o presunti tali) evidenzia quella che è una delle più serie ipoteche sulla possibilità di una sinistra ampia e rinnovata in Italia: la ricerca esasperata dell'unanimismo e della - presunta - unità interna anche quando diviengono meri feticci, del tutto fini a sé stessi, che, come dice giusto qualcuno, porta a confondere e a sacrificare i contenuti per il contenitore, e che, unitamente a una certa innegabile boria di partito con la P (quasi) maiuscola, impedisce di prendere atto del fallimento del PD, di fare autocritica, sugli errori che fin dalla origine ne hanno determinato - e viziato - la nascita, e di permettere di costruire finalmente qualcosa di nuovo, e di utile, a sinistra.

23 aprile 2013

Il risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia

Premessa la non eccessiva stima politica per la Serracchiani, personaggio balzato agli onori della cronaca in modo alquanto mediatico, e subito immediatamente accodatasi, all'epoca, prima nell'area franceschiniana, quindi continuando a barcamenarsi sempre in vista tra i presunti rinnovatori del PD in nome di non si bene quali qualità e credenziali, soddisfazione comunque per l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, niente affatto scontato dopo i casini degli ultimi giorni.
E soddisfazione in specie per il risultato locale di SEL (a proposito, splendido Svoboda Ekologija Levica!): pur con tutte le peculiarità locali di un voto per le regionali, nel giro di neanche due mesi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, a fronte di un calo impressionante e disastroso dell'affluenza al voto, che si è tradotto in clamorose perdite di voti reali di lista per tutti i maggiori partiti (PD 70mila voti in meno, PDL -55mila, Lega Nord -15mila, M5S -150mila! - e qualcosa tutto ciò significa), Sinistra Ecologia e Libertà, nel suo piccolo, è riuscita a riconfermare per intero tutti i propri voti, segno che qualcosa di buono in queste settimane è stato fatto, e si è riusciti a trasmetterlo.

19 aprile 2013

Dimissioni di Bersani e disastro del centrosinistra, a caldo

A caldo.
Senza parole per commentare i tanti nel PD che in questi due mesi hanno lavorato per meri interessi correntizi, giocando (in larga compagnia, trasversale in molti partiti) con le sorti del Paese e portando allo spettacolo indecente e al disastro di questi giorni.
Ai tanti compagni e amici democratici, di cuore: questa storia è finita. E' ora di voltare pagina, riconoscere gli errori fatti in questi anni (tutti, non mi escludo), e costruire assieme finalmente una Sinistra utile per l'Italia.

18 aprile 2013

La scelta di Marini

Cercando di fare un po' il punto, all'inizio delle votazioni per la Presidenza della Repubblica, sulla scelta annunciata dal PD di candidare Franco Marini, in convergenza con Scelta Civica di Monti e il centrodestra berlusconiano, e la rivolta e le furiose polemiche scatenatesi.
Quello che più lascia allibiti e perplessi, è la dimostrazione data dalla dirigenza del PD dell'assoluta incapacità di cogliere lo spirito del tempo, specie quello che attraversa il bacino elettorale, reale e potenziale, del centrosinistra. In sé, la scelta di Marini, o di altri di cui si è fatto il nome in questi giorni, non è certo sbagliata o irrazionale: persone di esperienza, fuori ormai dal centro del contendere politico, tali da potere pertanto assumere un ruolo di garanti super-partes e di raccogliere, come sarebbe opportuno, una larga maggioranza trasversale (e, by the way, conti alla mano una maggioranza per la presidenza della Repubblica PD+montiani+centrodestra sarebbe largamente più ampia e rappresentativa di PD+SEL+M5S). In un altro contesto storico-politico, fino a pochissimi anni fa, sarebbero stati dei potenziali candidati indubbiamente validi e realistici.
Ma non oggi, in questo contesto politico, anche nel modo in cui oggi si forma l'opinione pubblica. Marini personalmente resta un probabile buon candidato alla Presidenza, ma è una candidatura profondamente sbagliata. Non ci voleva una scienza, specie dopo la presidenziabilità espressa dai grillini su Rodotà, nome su cui tutta la sinistra e il centrosinistra poteva essere ampiamente convergente, per capire che la scelta di Marini sarebbe stata dilaniante, per l'alleanza di centrosinistra, e per lo stesso PD in primis.
In nome probabilmente anche di comprensibili e volendo condivisibili logiche istituzionali, ma la dirigenza democratica ha scientemente imboccato una via suicida.
Vediamo che succede oggi, che tutti gli scenari sembrano aperti. Quello che però ormai pare indubbio, è la totale assenza di prospettive del Partito Democratico. La leadership bersaniana è ormai irreversibilmente finita, delegittimata prima dall'esito del voto, poi dal continuo smarcarsi e le polemiche interne, infine l'oggettivo errore della scelta di Marini; sui territori, la situazione è comatosa; le componenti interne si combattono da posizioni tra loro antitetiche, e per di più viziate spesso da mero politicismo; la dirigenza si è dimostrata largamente inadeguata alla emergenzialità del periodo presente.
Alla luce di tutto ciò, infine, lo si ripete. Se alla fine della fiera, questa comunque fosse la volta buona che zompasse il PD, liberando persone, idee, mezzi, voti utili per costruire finalmente qualcosa di utile a sinistra, beh, lunga vita a Marini.

17 aprile 2013

Renzi sulle scelte "confessionali"

Tralasciando per ora ogni commento sulla vocazione suicidataria dimostrata dal PD (anche se, se fosse la volta buona che potesse servire a farlo zompare, non tutti i mali verrebbero per nuocere...), un passo indietro.
Mica diceva male Renzi, prendendosela con la scelta "confessionale" del Presidente della Repubblica.
Solo che fa un po' specie sentirlo dire da lui, dopo che è arrivato, al momento di riaprire le ostilità dopo il voto, persino a strumentalizzare le dimissioni di Ratzinger per i propri giochi di potere nel PD.

11 aprile 2013

Trasparenze delle rendicontazioni, tra Renzi e i grillini...

La trasparenza della rendicontazione delle spese della campagna elettorale del M5S, che (sorvolando sui 140mila € su 350mila dichiarati impiegati per la misteriosa "consulenza spese legale/tributaria") fornisce solo le spese sostenute direttamente per lo Tsunami Tour, senza fornire invece alcuna indicazione, provenienza e utilizzo, delle somme spese per la campagna elettorale sui territori, pare tanto quella di Renzi durante la campagna per le primarie, quando pubblicava gli spicci per la "benzina del camper", tralasciando invece le centinaia di migliaia di euro spesi e impiegati dalla sua fondazione...

1 aprile 2013

Revisione integrale del blog

Dopo oltre sei anni dai primi post, e il cambiamento nella continuità del passaggio a Blogger, primo vero restyling dell'impaginazione, e soprattutto revisione integrale di oltre 1750 post, dall'inizio, con omogeneizzazione della veste grafica, qualche censuretta che ci stava, e completo riordino delle etichette.
Un po' straniante ripercorrere in pochi giorni sei anni di vita. E utile a rinfrescarsi un po' idee e ricordi, e vedere il tracollo del sistema politico in questi anni. Che della situazione di merda attuale, nel corso di questi anni, ed è testimoniato nel susseguirsi del post, le basi, i segnali e i sintomi tutte c'erano poco da stupirsi.
Comunque, sperando che le modifiche possano essere apprezzate, buona lettura a tutti.

31 marzo 2013

Governo Monti a oltranza, fuori dalla democrazia e dalla Costituzione

La scelta fatta da Napolitano è una vergogna antidemocratica e fuori dalla Costituzione.
Un governo, quello di Monti, già all'epoca praticamente imposto, e oggi privo completamente, all'esito del voto, di qualsiasi legittimazione democratica, che viene prorogato a oltranza oltre i limiti dell'ordinaria amministrazione senza neanche un voto di fiducia, è fuori da qualsiasi prassi costituzionale. Abbinato al comitato dei "saggi", che praticamente sarebbe una sorta di surrogato del Parlamento, è come se si facesse finta che non ci siano state le elezioni, è un commissariamento a tutti gli effetti della nostra democrazia repubblicana.
E bisogna denunciarlo con forza.
Vergogna ai grillini, che o per malafede, o per stupidità, c'hanno riconsegnato il governo Monti e rimesso in pista la destra berlusconiana.
E non si venisse a dire che era l'unica strada, perché non è vero. Napolitano ha le sue forti responsabilità nel fallimento di Bersani, con richieste in partenza infattibili, e per non avere acconsentito che quantomeno si potesse confrontare in Parlamento, ai voti. O quantomeno, uno sforzo per trovare un nome per questi sei mesi, per indicare una personalità che avrebbe potuto guidare un governo "del presidente" di larghe intese, esattamente come ha fatto appunto a fine 2011 imponendo Monti.

29 marzo 2013

L'unica ormai è che "zompi" il PD

Preso atto del prevedibile fallimento dell'incarico affidato a Bersani, in attesa di sapere di che morte morire.
Ormai, l'unica speranza rimasta, alla luce del frondismo e della palese "tiepidità" dimostrata da gran parte del PD nei confronti del tentativo del segretario, e molto ben disposti, al contrario, a ipotesi post-montiane e di larghe intese, è che a questo punto il Partito Democratico salti, facendo finalmente ognuno le proprie scelte. Sarebbe devastante, ma sarebbe l'unica soluzione affinché a sinistra, con SEL (preso atto anche dei fortissimi limiti, sull'orlo del fallimento, anche da noi dimostrati), si rimetta in giro qualcosa, con qualche idea chiara e una massa critica minima adeguata.
Ostano però il non eccessivo coraggio politico dimostrato spesso dai "giovani turchi", il dovere chiaramente rimettere in discussione 15 anni di linea politica, e soprattutto il riflesso condizionato dell'unitarismo forzato che ancora pervade la base, anche di fronte a strade palesemente fallimentari.

28 marzo 2013

L'occasione sprecata dal M5S

Avevano la possibilità di giocare, nei mesi da qui alle prossime inevitabili elezioni, da una posizione di assoluta forza, di essere gli aghi della bilancia, tenere materialmente per le palle il governo ed essere i veri domini della situazione. Senza nulla da perdere, che avrebbero avuto buon gioco a rivendicare tutti gli eventuali risultati positivi di un governo varato con il loro appoggio esterno.
Pur di non "sporcarsi" in alcun modo le mani, spalancano ora invece la strada al ritorno di una resuscitata destra berlusconiana, che nelle "larghe intese" trovano oggi l'unica strada per rimettersi in gioco.
Complimenti per il senso politico dimostrato dai parlamentari del M5S. Che questo non sia il gioco di Grillo e Casaleggio lo si era capito, ma dai "portavoce" eletti qualcosina di più ci si aspettava. Poi certo, se le punte di diamante che riescono a esprimere sono personaggi arroganti e incompetenti come Crimi e la Lombardi, buoni solo a ripetere a pappagallo le direttive che gli arrivano dall'alto, non c'è in effetti molto da stupirsi.

Ora comunque aspettiamo gli sviluppi. Al momento, le soluzioni che si prospettano appaiono inaccettabili e suicide per ciò che rimane della sinistra. Se verranno proposte soluzioni di larghe intese, con un ruolo di primo piano delle destre, siano esse montiane o berlusconiane, che SEL batta un colpo, e si tiri indietro da questo gioo al massacro. E che magari anche la parte migliore del PD, preso atto del fallimento di Bersani, abbia il coraggio di assumere posizione contraria, assumendosi le responsabilità di ciò che, all'interno del PD, ciò inevitabilmente comporterà.

26 marzo 2013

Togliatti a Perugia (omaggio)

Per restare in tema togliattiano, un omaggio, con una foto di un comizio di Togliatti in Piazza IV Novembre a Perugia, finalmente trovata su internet tra gli archivi de l'Unità (una ben nota copia in formato gigante della foto si trova nei locali della federazione PCI/PDS/DS/PD di Piazza della Repubblica, Perugia). Verosimile data 10 Aprile 1963.

19 marzo 2013

Inizio delle consultazioni per il governo; quali prospettive?

All'inizio delle consultazioni per la formazione del governo, la situazione pare oggettivamente alquanto scura.
Una maggioranza al Senato non esiste, poco da dire o da fare. Un ritorno rapido al voto pare ineluttabile.
Le apparenti aperture del M5S a un governo di minoranza di centrosinistra, per applicare il millantato "modello Sicilia" della valutazione in sede parlamentare di provvedimento per provvedimento, sono durate lo spazio del primo giorno dopo il voto, dopodiché i grillini si sono trincerati sulla linea del nessun dialogo/nessuna fiducia, giocando apertamente allo sfascio.
Il tentativo di Bersani e del centrosinistra, di chiedere un voto di fiducia iniziale per un governo a termine, per potersi poi confrontare in Parlamento su alcuni potenziali e condivisibili punti, sui quali sarebbe in teoria possibile cercare convergenze, sarebbe l'unica soluzione logica, utile e non suicida, ma pare appunto -purtroppo- destinata a fallire.
Come se ne esce?
Fino a qualche giorno fa, avrei detto che quasi quasi si poteva fare il discorso inverso, che il M5S si assumesse le proprie responsabilità, presentasse un governo, al quale il centrosinistra avrebbe garantito la fiducia iniziale: dopodiché, se tanto il confronto sui provvedimenti deve avvenire in Parlamento, poco cambiava. Ma l'arroganza, l'incompetenza, la presunzione, l'antidemocraticità, il settarismo di cui hanno dato sfoggio i grillini nei soli primi cinque giorni di apertura del Parlamento è stata sufficiente per cambiare idea. Se possibile, sono riusciti ad abbassare ulteriormente l'opinione che già ne avevo, già bassissima. Grillo e il suo movimento sono eccessivamente pericolosi, e le possibilità di dialogo in qualche modo costruttivo sembrano completamente assenti.
Quindi boh. Il timore, e parrebbe verosimilmente l'unica ipotesi allora praticabile, è che Napolitano alla fine costringa al "senso di responsabilità", imponendo nuovamente un esecutivo con appoggio congiunto bipartisan. La prospettiva in tal caso, coi grillini che possono restarsene a non sporcarsi le mani e a gridare all'inciucio, sarebbe devastante per il centrosinistra.
Infine, nel medio periodo, il ritorno alle urne. Ma anche allora, nuovamente, non se ne esce, pare improbabile ipotizzare un esito elettorale globalmente differente dall'attuale. Avoja a chiacchierare di riforma della legge elettorale. Il problema, quando l'elettorato è diviso in tre (quasi quattro) grandi minoranze, delle quali nessuna è in grado di raggiungere il 30%, di rappresentare neanche un elettore su tre, è di crisi globale e profonda del nostro sistema politico.
E prospettive non se ne vedono.

16 marzo 2013

Auguri alla compagna Boldrini! Sull'elezione dei presidenti delle Camere

"Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l'obbligo di fare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri: dobbiamo garantirli uno a uno. Quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne uccise da violenza travestita da amore. Dovremo stare accanto ai detenuti che vicono in condizioni disumane e degradanti. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di perdere la Cig, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce gli effetti della scarsa cura del nostro territorio [...] Un saluto anche alle istituzioni internazionali e - permettetemi - anche un pensiero per i molti, troppi volti senza nome che il nostro Mediterraneo custodisce."
Grande soddisfazione per l'elezione della compagna Laura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati. Quantomeno questo, e per quel che potrà durare.

Nel complesso dell'elezione dei presidenti delle Camere, indubbiamente la scelta di presentare la Boldrini e Grasso anziché Franceschini e la Finocchiaro, personaggi che anche personalmente digerisco assai male, è stata saggia. Poi i numeri al Senato li conosciamo tutti, vediamo quello uscirà fuori. Certo, se in nome del presunto "sono tutti uguali", i grillini finiranno per favorire un'eventuale rielezione di Schifani, si qualificano da soli.
Sarebbe opportuno o condivisibile in linea di principio che il centrosinistra non abbia entrambe le presidenze? Alla luce del risicatissimo risultato elettorale, indubbiamente sì. Solo che su ciò si potrebbe ragionare se si avesse un Parlamento normale, in cui fosse possibile il dialogo. Mentre diventa impossibile quando il M5S rifiuta aprioristicamente ogni confronto politico, sul merito appunto dei candidati, e per contro sbrodolerebbe se il dialogo avvenisse tra centrosinistra e centrodestra (poi, perché se lo diceva D'Alema due settimane fa, tutti a gridare all'inciucio, mentre magari gli stessi oggi la pretendono la condivisione delle cariche istituzionali...).

11 marzo 2013

Ora di rispolverare il sovversivismo delle classi dirigenti...

Tra l'"occupazione" del Tribunale di Milano da parte del PDL, la quotidiana prassi di Grillo, adesso pure 'ste alzate d'ingegno del Ministero degli Esteri, che si mettono, ora, a creare il caso con l'India (ah i tempi di Attilio Regolo...), è ora di rispolverare, che va di moda, il sovversivismo delle classi dirigenti.

6 marzo 2013

Gli otto punti di Bersani

Gli otto punti proposti da Bersani stamane come programma di un governo di scopo, sui quali ricercare in Parlamento i voti del M5S, sono perlopiù largamente condivisibili, ed erano l'unica cosa da fare (a partire ad esempio dal primo, che si ripropone la rinegoziazione del patto di stabilità a livello europeo; poi, a vedere un attimo, ci si ricorda che sul punto il PD in campagna elettorale diceva praticamente il contrario...). Ed è anche un peccato che il tentativo cadrà probabilmente nel vuoto, e probabilmente nulla di tutto ciò sarà realizzabile.
Ecco, se magari fossero stati proposti in campagna elettorale, come assi portanti del programma della coalizione di centrosinistra...

2 marzo 2013

Se ci fosse stato Renzi?

Tra le cose più irritanti del post-voto, come se non stessimo abbastanza nella merda dal dovere perdere tempo con 'ste sciocchezze, c'è quella, ampiamente ripetuta, del "se ci fosse stato Renzi era un'altra storia".
Il problema non si pone.
In primo luogo, è sciocco e aleatorio un esercizio di ricostruzione ex post, specie alla luce dai diversi elementi che, avvenuti dopo la fine delle primarie, hanno cambiato sensibilmente il contesto politico nel quale siamo andati al voto.
In secondo luogo, poco da recriminare: il candidato premier del centrosinistra è stato scelto democraticamente attraverso le primarie, e Renzi le primarie le ha ampiamente perse (pur potendo contare sull'aiuto esterno di un'ampia fascia di elettori non di centrosinistra).
In terzo luogo, se anche ci fosse stato Renzi, e in ipotesi avesse vinto le elezioni, poco mi sarebbe cambiato. Non lo avrei mai votato, e oggi starei senza dubbio alla sua opposizione. E pace.

1 marzo 2013

Tocca farsi forza! 3 motivi

In momenti politicamente duri come questi, ci si solleva con tre cose: il gustarsi le esternazioni e le giravolte di Marione Adinolfi, la lettura del blog Una Birra Al Giorno (che entra ormai di diritto nella classifica dei top blog), e lo sperare che, almeno per un po', quelli di Casa Pound se ne staranno un po' più zitti, dopo un risultato elettorale insulso che li ha visti, tra neofascisti, surclassati anche da Forza Nuova.

Grillini dell'ultima ora

Sempre e convintamente avuto profonda distanza politica e idiosincrasia personale per il M5S e Grillo come persona, dai tempi non sospetti del V Day.
Ma ancora più urto mi danno i tanti, secondo il deteriore costume italiano, grillini dell'ultima ora, accodatisi -per carità, anche in buona fede- sul carro che si profilava vincitore, e la loro prosopopea e fanatismo dei neofiti.

28 febbraio 2013

Clown e senilità...

Nell'ultimo periodo, anno e mezzo buono, spesso e volentieri non sono stato politicamente d'accordo con le scelte fatte da Napolitano. Ma mo' il sospetto della senilità si insinua tutto, dopo la scenata sulle dichiarazioni del leader socialdemocratico Steinbrueck (uno di noi!).
Al di là della piena condivisibilità nel merito del giudizio, mo' ci appelliamo a una presunta dignità italiana ferita, e definiamo inappropriate e offensive le parole usate da Steinbrueck verso Berlusconi e Grillo? Berlusconi e Grillo? Quello del, tra le tante, "culona inchiavabile", e l'altro che dell'insulto (ripetutamente anche verso Napolitano) ha fatto precisa strategia politica?

Elezioni 2013: analisi globale del voto

Il pessimo esito generale del voto, purtroppo, non è stato particolarmente sorprendente e inaspettato. Coi numeri che giravano, e il sistema elettorale vigente, si sapeva che sarebbe stato estremamente difficile per il centrosinistra (e a maggior ragione per un altro partito) avere una maggioranza al Senato.
Altrettanto, certo non stupisce il 25% di Grillo e del M5S: senza stare a entrare qui sul perché e le cause, era assolutamente nell'aria, è riuscito a massimizzare i voti raggiungibili al momento, e nelle ultime settimane di campagna elettorale è riuscito ampiamente a concentrare su di sé l'attenzione generale. Era l'unico attorno al quale si respirava tangibilmente entusiasmo, e ciò gli ha permesso di fare il botto, conquistando la larga parte degli incerti e delusi.
Inaspettata invece, senza dubbio, la forte tenuta del centrodestra. Un po' che anch'io l'ho sottovalutato, un po' di riflesso per il mediocre risultato del centrosinistra. Perché, siamo chiari, in termini assoluti il centrodestra e Berlusconi, in specie la diretta emanazione del PDL, hanno avuto un risultato disastroso, ma che accanto al risultato del centrosinistra, che è riuscito a sopravanzarlo solo di qualche decina di migliaia di voti, fa assolutamente figura. Di sicuro pare avere pagato la scelta di presentarsi al voto con una pletora di liste minori, a partire da Fratelli d'Italia, che ha permesso a Berlusconi di recuperare, punticino su punticino, un bel po' di elettori che probabilmente, a lui direttamente e al PDL, non l'avrebbero rivotato.
Il dato di queste elezioni che stupisce di più è però il bassissimo risultato elettorale del Partito Democratico. Cinque punti percentuali, 1 milione e  mezzo di elettori almeno, rispetto a quanto ci si aspettasse. Tanto da permettere di replicare l'incubo del 2006, rendendo realmente contendibile al PDL, di pochissimi voti, la Camera dei Deputati, dove chiunque di sarebbe aspettato che non ci sarebbe stata storia. Perché? Senza stare a scomodare il passato prossimo (che un suo peso comunque immancabilmente ce l'ha), la spesso opaca prestazione del PD nella sua opposizione al Governo Berlusconi, nonché la scelta del pieno sostegno al Governo Monti, il PD ha pagato in pieno l'assoluta pochezza (o l'incapacità nel farla) della sua campagna elettorale. Non è riuscito in alcun modo a imporre l'agenda del dibattito pubblico, a far veicolare le proprie proposte, né, tantomeno, quelle fantomatiche della coalizione; sui mezzi di informazione, gli unici messaggi che riusciva a trasmettere erano, al netto delle battute idiote sui giaguari, o appelli in nome dell'antiberlusconismo, o il traccheggiare autolesionista dell'accordo con Monti sì/accordo con Monti no. E infine. Dopo le primarie, dalle quali aveva tratto indubbia forze e popolarità, il PD si è ampiamente adagiato sugli allori, dando assurdamente per sicura la vittoria. E Bersani una brava persona, buon segretario di partito, e persona seria e competente. Ma probabilmente non adatta al ruolo al quale si era candidato (e mi sa che lui stesso, qualche anno fa, fosse dell'avviso).
Come SEL siamo andati male oggettivamente, un 3,1% significa non contare nulla, o quasi, nella società italiana. Di errori ne abbiamo fatti molti nell'ultimo anno, e il risultato elettorale ne è il frutto; quantomeno, possiamo dire che comunque la nostra parte in campagna elettorale comunque l'abbiamo fatta, e schiacciati com'eravamo in un'alleanza con un PD che sotto molti aspetti ci ha penalizzato, purtroppo difficilmente si poteva fare di meglio.
Ci sarebbe da aprire il capitolo della fortissima crisi generale della sinistra italiana nel suo complesso, le cui idealità rischiano ormai di ritrovarsi del tutto aliene nell'Italia di oggi, ma per oggi lasciamo stare.
Infine, tra chi è andato male, ed era prevedibile, e m'ha francamente dato anche soddisfazione per questo.
Anzitutto Monti, e l'UDC di Casini e lu poro Fini. Che sia la volta buona che si capisca quanto vale, realmente, l'area centrista.
Infine Rivoluzione Civile. Spiace dirlo, ma il risultato irrisorio è il giusto premio per un soggetto politico improbabile e raccogliticcio, e per il tenore della loro vergognosa campagna elettorale, fatta esclusivamente, spesso con meschinerie e falsità, contro SEL e PD.