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10 novembre 2009

Berliner

Avendo 'sto blog una vena memorialistica abbastanza spiccata (anzi, anticipo che a brevissimo ce ne saranno un paio di anniversari pesi), non si può tralasciare il ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino, evento dalla portata indubbiamente storica.
E tutta la retorica che ne consegue.
Ecco, tocca dire che francamente la vivo con una punta di disagio. E' stato chiaramente un grande avvenimento, la fine della funesta divisione della Germania, un importante passo verso il crollo di un sistema di regimi antidemocratici e burocratici che erano le pretese "democrazie popolari" dell'Europa dell'Est, e finalmente il superamento della Guerra Fredda.
Però tutto un certo tipo di vulgata, la solita storia del "crollo del comunismo" -cosa che in parte di sicuro è avvenuta, che nel pensiero collettivo il collasso dell'Europa orientale ha non poco tagliato le gambe alle prospettive delle sinistre, all'Idea-, la retorica che se ne fa e semplificazioni inaccettabili, che riducono quello che fu anche un grande sogno di riscatto e di liberazione a gulag e dittatura, a me che comunque mi riconosco in un certo tipo di idealità mi mette piuttosto a disagio.

7 novembre 2009

Rivoluzione d'Ottobre

"l'atto dell'insorgenza... quell'evento di liberazione nel suo momento cruciale, direi fisico, che si incarnava nell'attacco al palazzo del Potere: appunto l'attacco al Palazzo d'Inverno" [Ingrao]

7 Novembre 1917 - 7 Novembre 2009.

L'anniversario dell'assalto al Palazzo d'Inverno, della Rivoluzione d'Ottobre, della nascita dell'URSS.
Eventi drammatici, che hanno indubbiamente portato anche poi a enormi tragedie.
Ma ciò non può far dimenticare il sogno di riscatto, l'ambizione concreta di un'utopia, l'Idea che la Rivoluzione è stata per centinaia di milioni di persone.

26 ottobre 2009

Mugello rosso

Girare per il Mugello, tra memorie della Resistenza, paesi gemellati con città dell'Unione Sovietica, viali intitolati ad Hanoi e Case del Popolo... ahhh!

11 giugno 2009

Ciao Enrico

"Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita."

Enrico Berlinguer

12 gennaio 2009

Marx per il canone

La pubblicità del canone Rai con Karl Marx che guarda Porta a Porta è una ridicolizzazione delle idee socialiste anche piuttosto offensiva, per quel che mi riguarda.
Cominciare l'anno con uno degli ideatori e dei simboli di ciò un cui si crede ridotto a macchietta non è proprio il massimo.

25 ottobre 2008

Della parola "comunismo"

Quando Bertinotti dichiara che "Comunismo è una parola indicibile. Se fermi qualcuno per strada e gli dici: io sono comunista, quello non ti capisce" purtroppo ha pienamente ragione. Dopo 15 anni di uso improprio, tocca riconoscere che s'è assolutamente svuotata di significato. Io credo di potermi identificare come persona di idealità comuniste, che avrebbe votato molto probabilmente PCI etc. Quello che soleva definirsi un comunista italiano praticamente. Comunismo oggi è invece diventato sinonimo di totalitarismo, estremismi ridicoli, conservatorismo, si usa l'aggettivo comunista come insulto o come autoidentificazione settaria (settaria com'è stata la reazione di Ferrero alla dichiarazione di Bertinotti).
Questo è, non è cosa bella, ma bisogna prenderne atto.

28 agosto 2008

Al compagno Pietro Farini

[Che sarebbe uno dei primi dirigenti socialisti e comunisti umbri.
Questo è il testo della lapide, a lui dedicata, posta nell'atrio del vecchio palazzo comunale e attuale biblioteca comunale di Terni.
Un piccolo capolavoro del sovietismo anni '50, e la speranza di un mondo migliore a portata di mano.]


PIETRO FARINI

EBBE


DALLA NATIA ROMAGNA


L'AUDACIA E LA FORZA DEL COMBATTENTE STRENUO


L'AMORE PER LA LIBERTA' E LA GIUSTIZIA


LA CERTEZZA DI REDENZIONE DI TUTTI GLI SFRUTTATI


PERSEGUITATO


COSTRETTO ALL'ESILIO DAI NEMICI DELLA CLASSE OPERAIA


SOFFRI' PER IL FORZATO DISTACCO DAI LAVORATORI TERNANI


CHE TANTO AMAVA



I LIBERI POPOLI DELL'U.R.S.S.


CHE LO ACCOLSERO ESULE


SEPPERO LENIRE LE SUE SOFFERENZE


CIRCONDANDOLO DI IMMENSO AFFETTO


E DI


AMOREVOLI CURE


QUIVI


SERENAMENTE SI SPENSE


SALUTANDO PER L'ULTIMA VOLTA


IL SOCIALISMO VITTORIOSO


I LAVORATORI DI TERNI


CHE LO EBBERO COMPAGNO E CAPO AMATISSIMO


CHE LO ELESSERO LORO RAPPRESENTANTE


AL PARLAMENTO E AI CONSIGLI COMUNALE E PROVINCIALE


POSERO


A RICORDO PERENNE DI UNA VITA SPESA INTERAMENTE


PER IL TRIONFO DELLE COMUNI ASPIRAZIONI



RUSSI DI ROMAGNA 1861 - MOSCA 1939

29 ottobre 2007

Orsù costituiamoci!

In festosissimo clima si è svolta sabato la prima riunione dell'Assemblea Costiuente del Partito Democratico.
Vario materiale, interventi, posizioni, acclamazione di Veltroni alla segreteria.
E intervento naturalmente dello stesso Veltroni. Che qualche cosa pratica ha iniziato a dirla. Sulla legge elettorale in primis. Esprimendo la sua predilezione per il sistema francese. Per quanto riguarda il sistema elettorale mi si trova d'accordo, i problemi sorgono sull'assetto istituzionale, che non si condivide affatto l'impostazione di fondo presidenziale della Quinta Repubblica francese. Né le nostre derivazioni di "sindaco d'Italia".
Ma il problema essenziale sorge sulla forma partito. Veltroni ha teorizzato la fine del partito dei tesserati, "superandolo" con il modello del cittadino-elettore attivo. Questo sarebbe il significato del "partito liquido". Ossia il superamento della militanza organizzata (il "vino vecchio"), sostituendola con la possibilità di votare sulle proposte e i nomi di volta in volta avanzati, senza vincoli di appertenenza. Beh, un partito dovrebbe essere qualcosa di più, e l'appartanenza e la militanza politica in un partito significa il farla in prima persona la politica, non legittimare periodicamente con un voto di delega qualcuno. La proposta veltroniana rappresenta la fine dell'idea della politica come dimensione di vita.
Vabbe', sono proposte del segretario, e i lavori costituenti sono appena iniziati. Ma la strada pare molto in salita.

E per contro, si sta leggendo in questi giorni il saggio del compagno Togliatti sull'origine, la vita e le prospettive del Partito Comunista Italiano. Colpisce innanzitutto lo scarto, enorme, della puntualità, precisione e qualità dell'analisi. E una serie di punti varrebbe rileggerseli tutti, come i tre gramsciani elementi fondamentali di un partito: un elemento diffuso di uomini comuni al cui partecipazione organizzata è offerta dalla disciplina e dalla fedeltà, ossia l'adesione di massa, un elemento coesivo centrale principale, e un elemento che derivi dal primo e che metta in articolazione i due elementi.

24 ottobre 2007

Ricorsi

"Si è molto scritto, in Italia, negli ultimi tempi, sulla crisi dei partiti. Si è, anche, alimentata una campagna contro il "sistema dei partiti". Confluiscono, in questa polemica, posizioni e forze assai diverse. Posizioni di chiaro stampo reazionario; forze che tendono a colpire il regime democratico e ad impedire uno sviluppo progressivo della lotta politica e sociale, lungo la strada aperta dalla Resistenza e dalla Costituzione. Ma anche posizioni e forze di ispirazione democratica, che esprimono un travaglio reale e complesso, una ricerca non priva di validi motivi.
Né saremo certo noi a negare fenomeni di degenerazione che si sono prodotti, nel corso di venti e più anni, nella vita interna di determinati partiti e nel loro rapporto col paese. [...]
Tutto questo però non autorizza né a mettere sotto accusa il sistema dei partiti in quanto tale né a confondere i singoli partiti in un unico, complessivo giudizio di condanna. I partiti -disse Togliatti alla Costituente, in polemica coi nostalgici del regime prefascista- sono la democrazia che si organizza. Guai a perdere di vista questo dato essenziale, guai a smarrire questo fondamentale punto di orientamento. La critica deve perciò essere puntuale, investire quelli che sono davvero fenomeni degenerativi, non alimentare l'equivoca ipotesi del superamento dei partiti, ma tradursi in positive, concrete istanze di rinnovamento della direzione politica del paese."

Questo scrive il compagno Giorgio Napolitano nel 1971, in prefazione della ripubblicazione del saggio del 1958 di Palmiro Togliatti "Il Partito Comunista Italiano".
E' strano rileggere oltre 35 anni dopo una puntuale analisi di quella che è anche la realtà italiana di questi ultimi mesi. E il poterla ricollocare nell'ambito di una storia più grande, come l'ennesimo ricorso dello stesso problema, dà nuova convinzione per combattere certe degenerazioni.