Visualizzazione post con etichetta recensioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta recensioni. Mostra tutti i post

6 dicembre 2008

Tutti al cinematografo; ep. 15

"Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di
quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi."
(e perché Andreotti non era una brava
persona!)

Il Divo.
Prima parte sul "potere" democristiano, seconda parte sui rapporti Andreotti/Mafia.
Grazie al cielo ci siamo sbarazzati di 45 anni di governume democristiano.
[poi vabbe', che ce ne siamo
sbarazzati è un parolone, e anche l'alternativa non è che sia stata proprio migliore]

24 novembre 2008

Tutti al cinematografo; ep. 14

Nel vagamente sessantottino Easy Rider, una coppia di motociclisti fattoni e pittoreschi traversano gli Stati Uniti dalla California alla Florida, tra hippy, balordi vari, polizia, rednecks e prostitute.
Belino. L'idea della strada, libertà etc. Un pochetto tanto individualistica come ottica per certi versi. E vabbe' uno dei due bikers si fa chiamare Capitan America che si pretende.
Il viaggio alla fine non finisce bene. E si capisce che forse è meglio portare i capelli corti. Mmh!

3 settembre 2008

Tutti al cinematografo; ep. 13

Dopo l'angolo della poesia e dopo diversi mesi, torna questa importante rubrica, mai abbastanza apprezzata.
Nell'ultimo episodio, s'era analizzato quel capolavoro del cinema americano contemporaneo di "Snakes on a plane", riuscendo a trovarne le più autentiche radici marxiane, che ne fanno una gemma della cinematografia politica e di denuncia sociale.
Siamo andati a ritroso di qualche anno, fino a ritrovare il film che forse è il capostispite di questa Nouvelle Vague sinistroide americana: "Evolution".
In questo appassionante film di fantascienza, un meteorite con primitive forme di vita aliene precipita nella ridente Page, Arizona settentrionale. In seguito al calore successivo all'impatto, nel giro di pochi giorni pochi organismi unicellulari alieni ripercorrono miliardi di anni di evoluzione, con gravi rischi per la sopravvivenza stessa del genere umano. Mentre lo sconsiderato intervento delle autorità militari sta per far precipitare la situazione, l'intervento di un brillante team di coraggiosi scienziati salva la baracca, trovando l'arma che eliminerà le forme di vita aliene dalla Terra nel massiccio utilizzo di shampoo antiforfora al selenio.
E' palese in tutto il film la denuncia dell'immane impatto che lo "sviluppo" capitalista sta avendo sul fragile ecosistema terrestre. Così come l'atto d'accusa contro il militarismo ottuso che permea la società americana (- E come pensate di distruggerli? - Col napalm. Tanto, tanto napalm.), e della diffusione e del facile reperimento delle armi da fuoco (i protagonisti al centro commerciale, che si impadroniscono come ridere di fucili a pompa da caccia al dinosauro). Altro che Michael Moore.
A trovare qualche difetto, il regista Ivan Reitman (produttore di Animal House e regista di Ghostbusters, mica noccioline) pecca forse di un eccessivo positivismo che fa tanto socialismo di fine '800, alla Zola insomma, con tutta la fiducia nelle sorti progressive della scienza. E si nota la sua formazione americana, nel laburismo che permea il finale: da interpretare nella -ingenua!- fiducia delle capacità di auto-rigenerazione e di miglioramento insite nel sistema capitalistico, nel Mercato che trova in sé (lo shampoo, prodotto simbolo della società dei consumi) le forze per uno sviluppo giusto ed equo per tutti. Insomma, manca la maturità politica di alcuni film successivi, ma rimane una pietra miliare della cinematografia impegnata di inizio millennio (mentre Moretti in Italia girava La stanza del figlio).

30 marzo 2008

Tutti al cinematografo; ep. 12

Al regista di "Snakes on a plane" si deve anzitutto rendere merito di essere riuscito a realizzare un film di 105 minuti sulla seguente complicata trama.
Sull'aereo che deve trasportare un testimone indispensabile per incastrare un pericoloso e palestrato boss della mafia sino-kungfu-californiana, il suddetto boss fa imbarcare centinaia di serpenti velenosi, così che dici se tanto devo ammazza' un solo testimone, già che ce so' famo fuori tutti i passeggeri. Per non lasciare nulla al caso, i serpenti oltre a essere centinaia, tutti diversi e tutti estremamente velenosi, sono anche aggressivi e feroci perché drogati. Per fortuna sull'aereo c'è il sempre ottimo Samuel Jackson, che deve scortare il teste sano e salvo in California, e in effetti alla fine c'è il lieto fine. Uno pensa, mo' che finisce il film vedremo anche lu mamba nero de Jackson, che tra l'altro aveva pure armediato una hostess non male, e invece no, con ennesimo colpo di scena il film si conclude con una incongruente surfata.
Diversi sono i livelli di lettura di tale film. Quello più palese, oltre alla sana ma mai abbastanza ripetuta verità che non tocca fasse mozzica' da li serpenti, è quella sorta di affresco di costume, quella moderna Comédie Humaine realizzata dai vari personaggi: il ragazzetto scemotto che però rimedia, i negroni obesi e rappettari, la coppietta drogata e sessualmente maniaca, la vecchia hostess simpatrica zitella e quella strafica, l'alcolizzata, il finto gay, la ricca scema col chihuahua e l'arrogante business-man, i figlietti patriottici e la madre isterico/religiosa.
Ma scavando più a fondo, sono evidenti anche le radici autenticamente marxiane che alimentano il film: può un Jumbo Jet avere solo sei membri di equipaggio (lo sfruttamento e l'alienazione cui sono sottoposti dalla ricca compagnia aerea)? Si può perpetuare il classismo della differenza tra le classi (beh!) prima, business e economic che affliggono le nostre aviazioni? La lotta dei passeggeri per fuggire dai serpenti e rifugiarsi sul piano superiore, altro non è che un'allegoria della lotta delle masse mondiali per spezzare i vincoli impostici dalla società capitalistica (i serpenti) e raggiungere alfine l'uguaglianza e il sol dell'avvenire (tutti stretti in prima classe e il proletario che salva la baracca riuscendo ad atterrare nella calda luce del sole che sorge a Oriente).

28 febbraio 2008

Tutti al cinematografo; ep. 11

Parleremo oggi di "Scarface", capolavoro di Brian De Palma. Nella Miami degli anni '80, Tony Montana, "rifugiato politico" cubano, entra nel giro del traffico della cocaina, scalando rapidamente le vette del potere in un vortice di dollari, droga, fica e morti ammazzati. Pian piano impacisce, ma per un ultimo briciolo di umanità decreta di fatto la sua rovina, arrivando poi al catartico finale con annesso bagno di sangue. Bella interpretazione di Al Pacino, belle picchiette sia la moglie del capo che la sorella di Montana, solitudine del potere e altre cazzatelle varie.

Di fatto, la verità più importante che emerge dal film è che l'unico cubano buono è il cubano socialista.

28 gennaio 2008

Tutti al cinematografo; ep. 10

Per una volta non recensisco; mi limito a sponsorizzare l'ottima produzione degli ancor più ottimi Altoforno, in merito e in risposta a un film (?) tratto da un libro (?) attualmente nelle sale.

5 dicembre 2007

Tutti al cinematografo; ep. 8

Carissimi, trattiamo oggi di quel capolavoro del cinema drammatico che può essere considerato "Un giorno di ordinaria follia". Noto anche, nel circolo degli esperti cinefili, "Lu paciarellu de Los Angeles". Appunto un poro sfigato comincia a spaciare perché deve arrivare al compleanno della figlietta, e già che c'è e un po' di gente gli sta a rompe si mette a spaccare tutto e ad ammazzare qua e là. Finché un poliziotto geniale lo ferma.

Diversi sono i piani di lettura dell'opera: dai più banali e scontati, come l'alienazione del viso pallido ti stai ingannando e la pazzia e la violenza che albergano in ognuno di noi, a quelli più profondi. In specie, anche qui come in quell'altro capolavoro di "V per Vendetta", alla fine si dimostrano le responsabilità del genere femminile nei mali del mondo: si ha infatti la moglie (caruccia) dello piscopatico criminale che l'ha lasciato, e con la sua stupidità provoca le giuste e inevitabili reazioni dell'ex marito. Altre figure simbolo dell'inferiorità femminile sono la moglie del poliziotto, budellaccio imbecille, e la collega sempre del poliiziotto, incapace di riconoscere lo piscopatico anche se ce l'ha sotto gli occhi.

[A Renato Brogelli e tutti li paciarelli]

25 ottobre 2007

Tutti al cinematografo; ep. 7

Il cineforum della Sinistra Universitaria-Udu c'ha offerto stasera l'emozionante "V per Vendetta". In estrema sintesi, un'appassionata denuncia, un accaloratissimo pamphlet sull'inferiorità e la naturale idiozia insita nel genere femminile. Illuminante a tal proposito il passaggio in cui la protagonista femminile, dopo aver scoperto di essere stata internata per mesi in condizioni disumane da V senza che ce ne fosse un reale bisogno, per gioco, la prima cosa di cui lo accusa è di averle tagliato i capelli. Purtroppo, e con grave danno per la comprensione dell'economia generale del racconto, nella versione mandata in onda mancava la scena in cui poi la ragazza si riappacificava con V, dopo aver scoperto che però in tal modo col capello rapato ha eliminato il problema delle doppie punte (e infatti continuerà a tenerli rasati, e finisce persino per innamorarsi di V).
In più qualche riflessione sparsa sulla moralità dell'uso della violenza, finanche del terrorismo, per una Causa, e qualche blando richiamo al vizietto di sacrificare la propria libertà sull'altare di ordine e sicurezza.
[ah, vogliamo parlare della cinese scosciata?]

18 ottobre 2007

Tutti al cinematografo; ep. 6

AHU'! AHU'! AHU'!

Grazie ai compagni dell'Udu è ripreso il cineforum; quindi per una volta si parla di un film che non si è visto sul televisore.
Davano "300", il film tratto dall'omonimo fumetto sulla battaglia delle Termopili.
Poiché la picchia non abbondava (anche se tocca dire che l'oracolessa beh!) il critico è costretto a una analisi abbastanza attinente al film.
Due cose: oggettivamente c'è una certa estetica apertamente fascista (e anche omosessualeggiante insomma). Però il complesso è spettacolare.
Ottima miniera di citazioni. "Se non l'hai notato abbiamo condiviso la nostra cultura con voi per tutta la mattina!" (Leonida a Serse).

AHU'! AHU'! AHU'!

22 luglio 2007

Tutti al cinematografo; ep. 5

E stavolta andiamo sui classici: “Qualcuno volò sul nido del
cuculo”. Film di non so chi, con Jack Nicholson che fa lu mattu che però non è
scemo.

Al di là delle considerazioni di rito sulla difficoltà del
trattare un tema come la malattia mentale, a noi qui in primis interessano due
particolari:

  • ma quant’è
    porca l’aiuto infermiera?
  • è vero
    che esiste una scena tagliata della festa in cui il giovane paciarellu
    Billy va in giro balbettante urlando “Me lo scopo io lu callaru (riferito
    all’infermiera di guardia la notte, ndr)! So’ pacio so’ pacio!”, con i
    drammatici effetti che tale comportamento ha generato sia nel film che
    nella realtà, in una fatidica notte in treno di tre anni fa?

21 aprile 2007

Tutti al cinematografo; ep. 4

S'è visto stasera "Il fantastico mondo di Amélie". E' stato apprezzato.

Si aspetta inoltre l'atteso séquel "La fantastica picchia di Amélie" [indiscrezioni dalla produzione: è senza umori di sorta, così nessuno si schifa]

Ammetto che qui sopra si è piuttosto volgari, ma si è influenzati da alcuni discorsi, peraltro da me non condivisi, fatti recentemente in questa casa.

Altra nota: chissà perché le titolari si scandalizzano sempre quando viene loro citato il già citato termine "picchia". Manco fossimo dei maniaci.

1 aprile 2007

Tutti al cinematografo; ep.3

Si è visto "Thelma & Louise". Carellu. A parte un po' di stronzate femministeggianti. Però una lesbicata non ci sarebbe stata male.

[mi scuso se mi dilungo in sciocchezze, ma questi giorni ho poco tempo. E gradirei, appena possibile, commentare alcune cose piuttosto significative.]

Tutti a Todi domani! Sperando che la federazione sia più decente che Perugia.

30 gennaio 2007

Tutti al cinematografo (pagina culturale)

Oggi si affronta un tema altamente culturale, quasi veltroniano. Se parla de cinema, e non cinema così, ma de "Il Laureato", il famoso film di non so chi che ruota attorno alle vicende del giovane protagonista, interprete quillu cazzone de Dustin Hoffman, giovane post-laureato che saltella allegramente tra la giovane studentessa Miss Robinson e sua madre, la matura ma ancor piacente Mrs Robinson.
Dove voglio andare a parare? La tradizione vuole che il film sia stato girato in 16:9 non tanto o non solo appunto perché è un film cinematografico, ma in primis perché se no la famosa nerchia de Dustin non riusciva a entrare per intero nell'immagine.
Studete discipuli!
[Ndr: la tradizione sopra citata mi fu riportata da un brav'uomo con cui ho l'onore di convivere, tale S.V.]
[Ndr bis: no non siamo una coppia gay è una convivenza universitaria]
[Ndr ter: già che siamo in tema di mezze porcate, non si può non citare The Dreamers di Bertolucci, della serie il porno si spaccia da film d'autore!]