Stranezze dei sistemi di ricerca. Per aver scritto uno stringatissimo intervento a sostegno della manifestazione dell'11 ottobre delle Sinistre, mi sono ritrovato linkato addirittura sul sito stesso della manifestazione, in fondo, citato tra i blog di supporto. Perché in effetti sulla ricerca blog di Google sul tema, nell'ordine questo sito è il quarto a essere citato.
Da ciò traggo le mosse per una chiamiamola auto-analisi del come e perché fare questo blog, confrontandolo con alcuni dei punti dello "State of the Blogosphere 2008 report", inchiesta condotta da Technorati, il motore di ricerca specializzato in blog.
Tralascio il "Who are the bloggers", che questo è chiaramente un blog personale, di Nicola Zingarelli ternano, e mai ci si è curati dell'anonimato.
Sul "The what and why of blogging"
Di base qua si parla perlopiù o di temi politici (categorie: Politica - Attualità), o di quotidiane stronzate (categorie: Varie ed eventuali, Stanze di vita quotidiana, Picchia). Queste ultime non poche, e generalmente del tutto superflue.
Andiamo al nodo cruciale: il perché scrivo questo blog. Bella domanda. Iniziato un per caso, c'ho preso gusto. Di fondo è per l'idea della possibilità di diffusione potenzialmente infinita di cose che mi pare valgano la pena di essere comunicate. Molte altre cose qua scritte non le ritengo così degne, ma qui cambia il target: c'è la volontà di avere un luogo destinato ad amici e conoscenti, per stare in qualche modo in contatto. Quindi bardasci sentiateve responsabili, che 'sto blog lo scrivo per voi! [favore non richiesto, ma vabbe']. La cosa strana è che ormai questo sito s'è come dire materializzato: è un qualcosa che tangibilmente fa parte della mia vita, è ontologicamente nicoliano. Prima o poi smetterò di scrivere, ma al momento non riesco a ipotizzarlo. E' troppo radicata l'abitudine a pensare qualcosa che valga la pena di essere scritto, appuntandoselo anche il pensiero per non scordarselo. Boh per certi versi è un bloggare proprio per bloggare. Mo' vabbe' non siamo alla dipendenza comunque chiariamoci. [pare che parecchi blogghino "to make money": beati].
Sullo stile di scrittura: alle volte come notava Luca è parlato puro, si vedano le frasi immediatamente precedenti. Che magari se non si ha troppa dimestichezza col mio modo di parlare dal vivo potrebbe anche essere non troppo comprensibile. Fateci caso. [Ah poi c'è l'impersonale che da queste parti è una mia fissa].
Se una cosa mi dà gusto, è perché il farla mi dà soddisfazioni. Come misurare la soddisfazione su un blog. Tralasciando la qualità (che di voi lettori più fedeli è scontatamente elevata), oggettivamente prevale un aspetto quantitativo. Dal numero di contatti al sito (per la cronaca, ci aggiriamo sulle 8000 pagine visualizzate da esterni in circa 20 mesi di attività), dai commenti aggiunti. Poi le cose un po' più ricercate, come l'aggiunta, i rimandi e le citazioni su altri siti (tipo m'ha fatto molto piacere, e ringrazio, per l'aggiunta sul blogroll di un sito aranciato tendente al viola). Arrivando al tecnico poi, il rating della "autorità" di Technorati. Roba poco chiara, e dove porcaccia la miseria sono sceso da una sudata autorevolezza "2" a un triste "1". Bah!
"Impact of blogging on personal life": mmh... positivo? Ma sì... Sul piano strettamente personale, di sicuro un po' di tempo me lo porta via.
"The how of blogging"
Quantificare il tempo? Boff. Almeno tre ore a a settimana ci giro attorno.
Frequenza: se ho il computer a casa, una media di un post al giorno ci sta tutta. Poi ci sono diverse variabili: in periodi di studio sotto esami ad esempio, magari il numero di interventi sale (specie in "Vari ed eventuali"), che pensare e scrivere certe cose è una forma di evasione.
"Crea' eventi for my readership": eh?!?
"Investi' money in my blog": come sopra, con più punti interrogativi ed esclamativi. Così: ?!?!?
Salto gli ultimi due punti dell'indagine, che non mi riguardano.
Buona lettura bardasci.
Da ciò traggo le mosse per una chiamiamola auto-analisi del come e perché fare questo blog, confrontandolo con alcuni dei punti dello "State of the Blogosphere 2008 report", inchiesta condotta da Technorati, il motore di ricerca specializzato in blog.
Tralascio il "Who are the bloggers", che questo è chiaramente un blog personale, di Nicola Zingarelli ternano, e mai ci si è curati dell'anonimato.
Sul "The what and why of blogging"
Di base qua si parla perlopiù o di temi politici (categorie: Politica - Attualità), o di quotidiane stronzate (categorie: Varie ed eventuali, Stanze di vita quotidiana, Picchia). Queste ultime non poche, e generalmente del tutto superflue.
Andiamo al nodo cruciale: il perché scrivo questo blog. Bella domanda. Iniziato un per caso, c'ho preso gusto. Di fondo è per l'idea della possibilità di diffusione potenzialmente infinita di cose che mi pare valgano la pena di essere comunicate. Molte altre cose qua scritte non le ritengo così degne, ma qui cambia il target: c'è la volontà di avere un luogo destinato ad amici e conoscenti, per stare in qualche modo in contatto. Quindi bardasci sentiateve responsabili, che 'sto blog lo scrivo per voi! [favore non richiesto, ma vabbe']. La cosa strana è che ormai questo sito s'è come dire materializzato: è un qualcosa che tangibilmente fa parte della mia vita, è ontologicamente nicoliano. Prima o poi smetterò di scrivere, ma al momento non riesco a ipotizzarlo. E' troppo radicata l'abitudine a pensare qualcosa che valga la pena di essere scritto, appuntandoselo anche il pensiero per non scordarselo. Boh per certi versi è un bloggare proprio per bloggare. Mo' vabbe' non siamo alla dipendenza comunque chiariamoci. [pare che parecchi blogghino "to make money": beati].
Sullo stile di scrittura: alle volte come notava Luca è parlato puro, si vedano le frasi immediatamente precedenti. Che magari se non si ha troppa dimestichezza col mio modo di parlare dal vivo potrebbe anche essere non troppo comprensibile. Fateci caso. [Ah poi c'è l'impersonale che da queste parti è una mia fissa].
Se una cosa mi dà gusto, è perché il farla mi dà soddisfazioni. Come misurare la soddisfazione su un blog. Tralasciando la qualità (che di voi lettori più fedeli è scontatamente elevata), oggettivamente prevale un aspetto quantitativo. Dal numero di contatti al sito (per la cronaca, ci aggiriamo sulle 8000 pagine visualizzate da esterni in circa 20 mesi di attività), dai commenti aggiunti. Poi le cose un po' più ricercate, come l'aggiunta, i rimandi e le citazioni su altri siti (tipo m'ha fatto molto piacere, e ringrazio, per l'aggiunta sul blogroll di un sito aranciato tendente al viola). Arrivando al tecnico poi, il rating della "autorità" di Technorati. Roba poco chiara, e dove porcaccia la miseria sono sceso da una sudata autorevolezza "2" a un triste "1". Bah!
"Impact of blogging on personal life": mmh... positivo? Ma sì... Sul piano strettamente personale, di sicuro un po' di tempo me lo porta via.
"The how of blogging"
Quantificare il tempo? Boff. Almeno tre ore a a settimana ci giro attorno.
Frequenza: se ho il computer a casa, una media di un post al giorno ci sta tutta. Poi ci sono diverse variabili: in periodi di studio sotto esami ad esempio, magari il numero di interventi sale (specie in "Vari ed eventuali"), che pensare e scrivere certe cose è una forma di evasione.
"Crea' eventi for my readership": eh?!?
"Investi' money in my blog": come sopra, con più punti interrogativi ed esclamativi. Così: ?!?!?
Salto gli ultimi due punti dell'indagine, che non mi riguardano.
Buona lettura bardasci.
1 commenti:
Oh Maestro, infondimi un po\' di costanza! Voglio anche io un blog ricco come il tuo!!
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