Eccoce sa, giù l'orticellu mia
le pampene dell'ua so' cascate,
e le cocce già so' menze seccate
perché lo sole mo' non je 'cciarria.
Ecco le strine, ecco le brinate
che fo lu granu e arriccono l'ulia,
ecco le nebbie che non vo' più via
che fonno più noiose 'ste giornate.
Mo' è lu tempu quann'è l'emmaria
d'appiccia' su du zeppe, un fascitillu
e stàssene contenti a casa sia.
Tu senza focu, senza un lumittillu,
sulu, coll'andri morti in compagnia
sa che friddu che senti, purittillu!
['sta poesia è di nientepopodimeno che Furio Miselli]
Ottobre è il mese del ricominciare dell'università per tutti, di Perugia piena di facce nuove e speranzose. E auguri a Matteo e Beatrice che iniziano anche loro il lungo cammino.
Che poi lungo relativamente, e piglia strano l'idea che invece, continuando a rotolare in avanti, lezione dopo lezione, esame dopo esame, sono ormai arrivato a quello che dovrebbe essere il mio ultimo anno di università. Mi pare ieri il ricordo delle prime bevute, delle prime visite al Todis nell'ottobre di quattro anni fa.
Ottobre che dovrebbe essere mese mariano, e di sicuro è mese di cazzeggio, piuttosto alcolico, letture e fisse esterofile (latinoamerica e jugoslava in specie). Boh sarà nell'aria. E con la vendemmia, la campagna che finisce i suoi frutti, m'ha sempre ispirato le maggiori tensioni rurali.
Beh bardasci carissimi, godiamoci tutti quest'ottobre del 2008, festeggiamo il festeggiando, birrifichiamo il birrificabile, fermentiamo finché c'è un po' di caldo e leggiamo per quanto c'è possibile!
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