Stante l'attale situazione politica, venne il momento -per ora in sogno, poi vedremo!- di salire in montagna, e di darsi alla clandestinità.
Presa la risoluzione, si va subito al Conad, dal compagno Alessandro, che mi dà le chiavi di un lucchetto di una bicicletta abbandonata da un paio di settimane. Già l'avevo usata per qualche commissione, adesso mi servirà per lasciare la città. Man mano che procedo poi, la bicicletta diviene un vecchio furgoncino Ducato. Beh ancora meglio.
Arrivo però a una stradina che porta a un ponticello che devo attraversare: la via è in forte pendenza, e avanzo col Ducato che sbuffa e arranca. Sbuffa e arranca, e si mette a far strani rumori e a emettere scintille. Capisco che non è aria, salto giù dal mezzo e, tragedia! Attacca a perdere olio e vapori di benzina, finché il mezzo prende fuoco sul lungofiume.
La fuga è rimandata.
La fuga è rimandata.
[sognato la notte del 19/10/08]
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