14 luglio 2011

La necessità di un'alternativa economica reale a quella della manovra di Tremonti

Nel silenzio generale (solo ieri si è avuta notizia di un comunicato della CGIL sul tema) già la settimana scorsa nella manovra finanziaria straordinaria sono stati disposti sensibili aumenti generalizzati del contributo unificato, nonché l'eliminazione della sua esenzione per le cause di lavoro e per i procedimenti di separazione e divorzio (più una serie di penali e trabocchetti per la redazione degli atti), ossia è stata innalzata o del tutto introdotta la tassa da versare per potere esercitare il diritto, previsto dall'art. 24 della Costituzione, secondo cui "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi". L'ingiustezza di tale provvedimento è palese, come se si dovesse pagare per sporgere una denuncia, e, con la mediazione civile obbligatoria, nel giro di pochi mesi si è reso sensibilmente più oneroso il diritto del cittadino di agire in giudizio.
Questo è un esempio, tra i tanti, di come si sta muovendo il Governo, nell'elaborare la manovra. Oppure i ticket, l'aumento delle accise sui carburanti.
Adesso tutta la retorica dell'unità nazionale, bisogna essere responsabili, siamo a rischio speculazione etc etc.
Ma come si fa a dare fiducia a Tremonti e a questo governo? Come si può pensare di superare la crisi con l'ennesima manovra recessiva, fatta di tagli e tassazione indiretta, che pagheranno i ceti medio-bassi? Mica si dice, ok, non ci sono soldi, alziamo, con onestà, le aliquote IRPEF in modo progressivo, tipo 0%-0,5%-1%-1,5%-2%, no, a parola le tasse non le alzano, e poi rincarano tutto in maniera indiscriminata (e si chiacchiera di assurde riforme fiscali). 
Una manovra di destra classica, liberista, che non porta da nessuna parte. E da vigilare attentamente, che è stata data carta bianca, e rischiano di metterci dentro di tutto e di più, come le pseudo riforme degli ordini professionali, a unico vantaggio di Confindustria, banche e assicurazioni, o la riforma delle commissioni tributarie, messe in mano a non si sa chi.
Con l'alibi della responsabilità, ci si sta scavando la fossa. Non si può essere complici. Bisogna smettere di rincorrere questi modelli economici, e proporre un modello economico radicalmente alternativo a quello di questi anni.

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