Si scopre che la bandiera rossa della Penna dei Cocchi, in Valnerina, viene issata, quasi ogni anno, da militanti del circolo del Partito Democratico "Berlinguer" di Torre Orsina e Collestatte.
Cosa più che ottima, ti apre il cuore vedere sventolare il Primo Maggio la bandiera rossa sulla Valnerina Ternana.
Solo che. Lascia alquanto sconcertati che a farlo siano militanti democratici, che l'hanno rivendicato anche sul volantino della festa de l'Unità da loro organizzata settimana scorsa, riportando ampi stralci di un articolo in cui si parla della bandiera, e concludendolo con "La valle della cultura operaia, dove è riapparsa l'ultima bandiera rossa, si ferma, com'è noto, all'altezza del varco stretto di Ferentillo. Dopo c'è un'altra Valnerina, quella dei coltivatori diretti e del moderatismo cattolico. Il Pd doveva ricucire questa frattura simbolica e subito dopo andare oltre, camminare verso sentieri nuovi e verdi, com'è in questa stagione la valle del fiume.". Premesso che, mo', Valnerina ternana operaia e oltre Ferentillo piccoli coltivatori diretti moderati e partito che deve andare oltre è un'impostazione e un'analisi alquanto anni '50 (nei dintorni del partito nuovo di Togliatti), questo è uno dei tanti sintomi della contraddizione, già latente nel PDS/DS, esplosa con il Partito Democratico. "Vino buono in botte cattiva". Un'enorme quantità di militanti ed elettori, una vera massa, che è transitata senza verbo proferire in vent'anni dal Partito Comunista al Partito Democratico. Lasciando di fondo invariate le proprie idee, in totale contraddizione con quello che è diventato il "Partito" e la sua linea. Che pare non si rendano - o non vogliano rendersi - conto che il PD non è un andare oltre le divisioni, prima riportate, delle masse popolari degli anni '50, ma un andare oltre, e rinnegare ampiamente, quella che è l'identità e la storia della sinistra italiana. Che la bandiera rossa è una cosa, il PD un'altra.