GP2 non è che l'abbia mai personalmente apprezzato.
Beato o non beato, e la canonizzazione record è stata una manovra politicamente populistica, al di là del mito del "papa dei giovani" (e le stronzate sul comunismo), di base è stato un papato estremamente conservatore, accentratore sempre di più dell'attenzione e dell'autorità su Roma, a scapito dei movimenti riformatori e progressisti, e appoggiandosi con forza a gruppi tendenzialmente reazionari, da Comunione e Liberazione, ai Neocatecumenali all'Opus Dei, che hanno prosperato (e continuano a farlo) e hanno fatto la loro fortuna sotto il suo pontificato.
Ratzinger, sotto tanti aspetti nella sua piena continuità, quantomeno appare meno "spettacolare" e più ragionato.
Il casino è che alle esigenze di rinnovamento e ai problemi della chiesa prima, con Wojtyla, s'è pensato di rispondere con la ipermediaticizzazione, con i grandi raduni, i viaggi e i bagni di folla, le beatificazioni di massa; oggi, con Ratzinger, pensando che la soluzione di ogni problema sia nella sola riaffermazione dell'identità e della tradizione della chiesa europacentrica.