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13 maggio 2013

Alfano alla manifestazione di Brescia

A forza di sentirle e vederle ripetute (tipo gli attacchi di Grillo all'informazione), immancabilmente il livello minimo dell'indignazione tende a scendere, certe cose vengono troppo spesso ormai date per "normali" e ci si passa sopra.
Ma un Ministro dell'Interno fresco di nomina, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, che manifesta eversivamente contro un altro potere costituzionale, solo per compiacere il suo vero capo, è veramente troppo. E fa tristezza il silenzio, che finisce per diventare complice, della Presidenza della Repubblica e del Partito Democratico, limitatosi a una blandissima critica, a fronte della gravità assoluta dell'accaduto.

11 maggio 2013

La condanna in appello di Berlusconi e le larghe intese

La conferma della condanna in appello per Berlusconi non cambia certo ulteriormente il giudizio sul personaggio: il problema si pone con chi si è accinto a governarci stabilmente assieme, in un governo in cui lui e la sua destra hanno larga voce in capitolo.
Che c'è un punto fondamentale, ineludibile: avoja a sostenere le larghe intese, dicendo che sono cosa comune in altri paesi in analoghe situazioni di incertezza elettorale, a partire dalla Germania, ma negli altri paesi non hanno una destra del tipo nostro, guidata a uso e consumo personale da un soggetto come Berlusconi.

23 aprile 2013

Il risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia

Premessa la non eccessiva stima politica per la Serracchiani, personaggio balzato agli onori della cronaca in modo alquanto mediatico, e subito immediatamente accodatasi, all'epoca, prima nell'area franceschiniana, quindi continuando a barcamenarsi sempre in vista tra i presunti rinnovatori del PD in nome di non si bene quali qualità e credenziali, soddisfazione comunque per l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, niente affatto scontato dopo i casini degli ultimi giorni.
E soddisfazione in specie per il risultato locale di SEL (a proposito, splendido Svoboda Ekologija Levica!): pur con tutte le peculiarità locali di un voto per le regionali, nel giro di neanche due mesi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio, a fronte di un calo impressionante e disastroso dell'affluenza al voto, che si è tradotto in clamorose perdite di voti reali di lista per tutti i maggiori partiti (PD 70mila voti in meno, PDL -55mila, Lega Nord -15mila, M5S -150mila! - e qualcosa tutto ciò significa), Sinistra Ecologia e Libertà, nel suo piccolo, è riuscita a riconfermare per intero tutti i propri voti, segno che qualcosa di buono in queste settimane è stato fatto, e si è riusciti a trasmetterlo.

11 marzo 2013

Ora di rispolverare il sovversivismo delle classi dirigenti...

Tra l'"occupazione" del Tribunale di Milano da parte del PDL, la quotidiana prassi di Grillo, adesso pure 'ste alzate d'ingegno del Ministero degli Esteri, che si mettono, ora, a creare il caso con l'India (ah i tempi di Attilio Regolo...), è ora di rispolverare, che va di moda, il sovversivismo delle classi dirigenti.

6 dicembre 2012

Crisi di governo, spread e democrazia

Vediamo un po' che succede in Parlamento, parrebbe impossibile che il PDL è arrivato al livello di essere capace ad aprire una crisi di governo su una frase di Passera, o sul voto a febbraio, ma tanto è.
Quello che realmente preoccupa, è che la notizia ha portato a un immediato picco di innalzamento dello spread, cui viene dato ampio risalto.
A un anno di distanza, siamo sempre lì, in Italia non siamo in grado di avere una politica che possa essere autonoma, e rimaniamo sotto il controllo/ricatto dello spread e dei mercati.
E' un problema di democrazia enorme, di assoluta emergenza. Se no, del tutto inutile continuare a giocare con elezioni e parlamenti.

9 maggio 2012

Analisi elettorale amministrative 2012

Non è troppo piacevole, ma tocca farla l'analisi del voto del 2012. Che è stata una tornata elettorale, seppure locale, di primissimo rilievo.
Anche se, sinceramente, a stringere su, non è che ci sia troppo da dire.
O meglio, troppe ce ne sarebbero da dire, per cui ci si limita a fare una sorta di fotografia del post-voto.
In primo luogo, è emerso palese che da un lato c'è l'Italia di gran parte dei mezzi di informazione, dei tecnici, del preteso consenso di massa a Monti e al governo, coi suoi moderati, professori e compagnia, e da un lato c'è l'Italia reale, quella emersa dal voto, completamente differente.
PDL e Lega Nord, un disastro di dimensioni impressionanti. Impressionanti. Dal 2008, era stato, specie per il PDL, un continuo calo, anche consistente, ma hanno pagato rispettivamente la caduta di Berlusconi, e l'assoluta mancanza di progettualità che ne è seguita, e lo scandalo di Bossi e famiglia, in percentuali sorprendenti. Oh, e naturalmente non me ne può dispiacere manco un po'.
Terzo Polo, vale il discorso iniziale, tante chiacchiere in questi mesi sul montismo nuovo destino della Nazione, appunto Partito della Nazione e tante altre storie, poi vai al voto, e si vede quello che conta, cosa rappresentano realmente nel paese. Poco meno che niente. Specie per chi pretendeva di diventare, o di essere culturalmente, egemone.
Il PD globalmente perde un casino di voti, ma in qualche modo tiene, o dà l'impressione di farlo. Lo salva quel po' di organizzazione che riesce a mantenere, e il senso di disciplina di tanti militanti.
L'IDV, nel centrosinistra, chiaramente è quello che ha risentito maggiormente della concorrenza di Grillo e M5S.
SEL e le sinistre. Discretamente, se diciamo che non hanno perso voti, o hanno leggermente incrementato. Male, se siamo oggettivi e concreti. Nel senso che appunto stiamo fermi al palo, e non siamo riusciti a intercettare, indirizzare o rappresentare nulla di un momento storico, sulla carta, potenzialmente largamente favorevole. Se la grave crisi economica in Grecia o in Francia, in modo differente, è riuscita a esprimersi a sinistra, in Italia, per svariate ragioni, non sta avvenendo nulla di tutto ciò.
Grillo e il Movimento 5 Stelle, palese, è l'unico vincitore di queste cavolo di elezioni, indubbiamente grazie anche al clima di questi ultimi mesi, alimentato di fortissima polemica antipartitica, diffuso su tutti i mezzi di informazione, quasi altra faccia del governo tecnico. Per svariate ragioni, la notizia è preoccupante. Molto. E come si diceva sopra, mentre altrove in Europa si cerca di dare una risposta di sinistra alla crisi, in Italia ci si dà al grillismo. Vabbe'.

Le questioni sono tante, e meriterebbero un vero approfondimento.
Nel complesso, una tornata elettorale sconcertante, e da sinistra sicuramente non positiva. E neanche a parlare di Palermo.
Come si evolverà la situazione, non è dato saperlo. Come arriveremo alle elezioni dl 2013, un mistero. Una cosa sola è certa: la crisi economica in Italia è già palesemente diventata crisi politica, su moltissimi livelli. Partitici, istituzionali, di complessivo quadro politico. E i mesi che stiamo vivendo, "l'epoca del governo tecnico", è assai improbabile che si risolveranno in una mera parentesi, dopodiché tutto come prima.

6 agosto 2010

Analisi, possibilità e latinetti... a settembre si balla!

Preso dagli otia, il vir bonus Nicola rischia di trascurare i negotia.
Sia mai!
A parte i latinetti, prima della partenza verso altri orizzonti un paio di parole sull'attuale situazione sono da spendere.

L'altro giorno con la quasi sfiducia a Caliendo si è certificata la crisi totale della maggioranza di governo.
Verosimilmente, si aspetta l'autunno, e abbastanza presto la crisi verrà aperta.
Che fare?
E' indispensabile scongiurare la possibilità di crisi immediata, con elezioni anticipatissime, in autunno. Sarebbe il disastro, l'opposizione versa in uno stato ancora di confusione tale che ci si ritroverebbe una nuova maggioranza Pdl/Lega Nord, solo che senza i finiani, nonostante il totale fallimento di quest'ennesima esperienza berlusconiana.
Governo tecnico, di transizione, quello che ci pare. Ma che dia uno stacco di qualche mese di qui alla primavera, faccia magari una nuova legge elettorale meno incasinata. E che permetta alle opposizioni di organizzarsi, e che lascerebbe bollire un po' Berlusconi. Ripeto, elezioni subito, con le televisioni militarizzate, e dovendo improvvisare tutto, sarebbero il suicidio finale del centro centrosinistra sinistra.
Detto questo, gli scenari. Sull'astensione a Caliendo si è profilato un fronte unico centristi sparsi/finiani. Possibile, probabile. La butto lì: legge elettorale a collegi uninominali maggioritari, e tre poli: Berlusconi/Lega, finiani/Udc/Rutelli e ulteriori spezzoni di Partito Democratico, rimanente PD/Sinistra Ecologia Libertà e boh, spezzoni sparsi. E si balla.
In quanto sopra non compare l'Italia dei Valori. E' una variabile. Di Pietro di per suo è culturalmente di centrodestra, moderato. E' solo per la fesseria fatta da Veltroni, che gli ha aperto praterie a sinistra, che vi si è buttato. Ma se SEL e Vendola saranno capaci di fare concorrenza seria a sinistra, e se avesse la possibilità di un'alternativa non berlusconiana, Di Pietro lo vedo probabile a tornare sui suoi passi, e assai disponibile a buttarsi con Fini. Le sue radici sono quelle.
L'altra grande variabile, Vendola. L'"astro nascente" del centrosinistra. Personalmente, da elettore di SEL, convince poco. Troppo personalista, inutilmente retorico. "Potere alla poesia" finché rimane una canzone dei Folkabbestia è un conto, politicamente un altro. E me lo ricordo, che un anno fa con tutti i casini della sua giunta lo si dava per politicamente finito. Poi, il pasticciaccio brutto con Emiliano, Boccia, i franceschiniani pronti a vendicarsi su D'Alema e Bersani, e tocca dare atto dell'abilità con cui ha ribaltato la frittata, con le primarie "Vendola contro tutti". Ma, oggettivamente, senza la desistenza dell'UDC, frutto delle trattative che c'erano state, ce la scordavamo la sua vittoria in Puglia, le Fabbriche e mo' la sua candidatura. Però. Fatto sta che probabilmente è la personalità con più chance, e toccherà giocarsele bene. Quantomeno, una coalizione verrà ricostruita.
Il PD in mezzo, nel fango. Che non riesca a esprimere, a livello nazionale come spesso locale, una personalità in grado di rappresentare tutto il centrosinistra, è grave. Senza voce in tv. Con Bersani che fa, come da sua formazione, il segretario di partito. Mentre, grazie all'ennesima genialata del fu Veltroni, oggi non serve un segretario di partito, ma un leader del centrosinistra. Bellu casino. Con tanti democratici pronti ad appoggiare Vendola, che è antitetico allo spirito, al progetto del PD. Vedremo un po'.

Amici, compagni, passanti, buone vacanze.

30 luglio 2010

Grande è la confusione sotto il cielo

E alla fine, la rottura tra Fini e Berlusconi finalmente è arrivata, dopo mesi e mesi di tensioni.
E' stato stilato un documento praticamente equivalente a un'espulsione, e i finiani si sono costituiti gruppo autonomo alle Camere.
E adesso...
Grande è la confusione sotto il cielo.
La crisi che ha travolto il Pdl è politica, grave e profonda. A un livello di conflitto che neanche nei giorni peggiori del centrosinistra. E rappresenta il completo fallimento del progetto del centrodestra italiano, ridotto (se mai se ne poteva dubitare) a una mera combinazione tra interessi personali di Berlusconi e la spalla territoriale della Lega Nord.
Le prospettive che si aprono sono incertissime. In casi come questi, essendo entrata in crisi la maggioranza, sarebbe d'obbligo aprire la crisi di governo, e vedere se esso gode ancora della fiducia delle Camere. Se ciò succederà, è tutto da vedere. Non si sa fino a che punto si spingeranno i finiani, né quanto durerà ancora questo governo. Certo, al 2013 pare improbabile ormai che ci riesca ad arrivare.

Considerazioni sparse:
  • peso dover ancora una volta dover arrivare ad avere stima di Fini; questo è solo un altro segno della gravità della situazione
  • in tutto ciò il centrosinistra che riesce a fare? nulla. siamo nell'angolo, la polemica è tutta interna alla destra, non si riesce minimamente a entrare nel dibattito, a imporre la discussione
  • ancora una volta, la rottura è arrivata per l'incapacità personale di Berlusconi di riuscire a tollerare, concepire e gestire il dissenso; con un minimo di elasticità in più, e veramentesarebbe in grado di rimanere saldo al suo posto vita natural durante
  • tutta 'sta cagnara, e alla fine praticamente neanche ci si è accorti dell'approvazione della manovra finanziaria. nel 2006 Prodi venne crocifisso per mesi per la Finanziaria; questa, di impatto sociale ben più pesante, sono riusciti alla fine a farla passare sotto silenzio, come se non ci fosse...

15 luglio 2010

Il cerchio si stringe

Precisu, lo si diceva appunto ieri, l'empire à la fin de la décadence, che la situazione di certi membri del governo di centrodestra era così indecente, che non si riusciva a comprendere foss'anche solo l'opportunità politica a tenerseli. E infatti, nel pomeriggio sono arrivate le dimissioni di Cosentino da sottosegretario. Si badi bene, ancora rimane coordinatore regionale del Pdl in Campania. Ancora una volta, un membro del governo costretto alle dimissioni prima che si arrivasse alla votazione di sfiducia, segno che la situazione stava sfuggendo di mano. Il prossimo obiettivo deve essere Verdini, seppur che sarà difficile. E pian piano il cerchio si stringe, e più che mai tocca prepararsi.

14 luglio 2010

L'empire à la fin de la décadence

Ai vari scandali degli ultimi tempi si fa fatica a stare dietro. Si parla di inchieste per reato di associazione segreta, scandali e ricatti in Campania, il tutto si mischia alle varie indagini sulla "cricca" e la Protezione Civile. Tanta roba, pesante, che continua ad aumentare, e di cui un po' sfugge la portata generale e la gravità.
L'altro dato, oggettivo, è che la maggioranza è completamente allo sbando. Formata solo da due partiti, è lacerata da una tale conflittualità interna e ha un tale immobilismo che neanche ai tempi peggiori dell'ultimo governo Prodi s'erano mai visti. L'empire à la fin de la décadence, diceva cosu.
Ci sono due personaggi riguardo ai quali non si capisce assolutamente la condotta di Berlusconi. Il primo è Denis Verdini, coordinatore del Pdl. Sistematicamente, il suo nome è coinvolto in tutte le inchieste degli ultimi mesi, tutte. Non ultimo, ora è anche indagato per associazione segreta. L'altro è il coordinatore regionale del Pdl in Campania e sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. Su questi pende una richiesta di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica; mancata la designazione a candidato presidente della Regione Campania, insieme alla sua corrente è accusato adesso di orchestrare un giro di ricatti e falsi dossier per screditare il compagno di partito e rivale, nonché presidente della Campania, Stefano Caldoro, accuse che intanto hanno portato alle dimissioni di un assessore regionale vicino a Cosentino.
Cosentino e Verdini. Insomma, due personaggi assolutamente impresentabili, coinvolti in gravi inchieste penali di ogni tipo, e fonte di polemiche e spaccature all'interno dello stesso Pdl. Fosse solo anche per buon senso, per questioni di immagine, sarebbe logico aspettarsi una loro rapida rimozione. E invece no, rimangono al loro posto, difesi ripetutamente da Berlusconi in persona. Poi si dice che uno pensa male...

23 aprile 2010

Analisi della Direzione Nazionale del Pdl

La resa dei conti tra Fini e Berlusconi, scoppiata in modo così virulento dopo le Regionali, e concretizzatasi oggi alla Direzione nazionale del Pdl, un po' lascia sconcertati, per tempi, modi, e radicalità dello scontro. Cose mai viste neanche nella peggiore conflittualità interna al centrosinistra.
Le ragioni di Fini sono pienamente condivisibili. E' chiaro il disagio a permanere in un partito disegnato a immagine di Berlusconi, per il suo utilizzo personale. E sono esatte le valutazioni sulla Lega Nord eccessivamente preponderante nella coalizione.
Però sono problemi che sono insiti si può dire proprio ontologicamente nel Pdl, fin dalla sua nascita. Non era ipotizzabile che, sciogliendo Forza Italia, Berlusconi fosse intenzionato a creare un partito "normale", con i suoi spazi di discussione e democrazia interna.
Valutazione. Fini non ha né le forze (è innegabile che le sue posizioni siano di minoranza, su ogni aspetto, nell'elettorato di destra) né il coraggio politico di andare fino in fondo, e uscire dal Pdl. Restando nel centrodestra, ma fuori dal Pdl. In molte altre occasioni ha avuto la possibilità di fare il grande passo, ma alla fine è sempre tornato nell'ovile. Si veda la nascita stessa del Pdl, all'epoca del "predellino", nel dicembre 2007. La tensione con Berlusconi anche allora era altissima, si era alla crisi della Casa delle Libertà, e Fini salutò con disprezzo l'idea di Berlusconi di un partito unico del centrodestra sotto le sue insegne. Poi, tempo un mese, e la crisi di governo del centrosinistra, ed eccolo tornare con la coda fra le gambe, e aderire al Pdl sciogliendo Alleanza Nazionale.
Ma Fini può essere costretto a tale passo. Berlusconi non ha la capacità di gestire queste forme di dissenso. Che potrebbero rientrare senza problemi nella normale dialettica interna a un partito. Ma a lui manca del tutto la tolleranza e la capacità di mediazione. Nuovamente, è indicativo il 2008, col caso di Casini: fosse stato per lui, sarebbe rimasto senza problemi nella coalizione di centrodestra. Ma Berlusconi si impuntò, pretendendo -come appunto aveva appena fatto Fini, e con la significativa eccezione della Lega Nord- la lista unica del Pdl e lo scioglimento dell'Udc. Così che Casini si ritrovò costretto ad andarsene, e a correre da solo.
Ecco, tale situazione potrebbe oggi ripresentarsi con Fini e i suoi fedelissimi.

31 marzo 2010

Elezioni regionali 2010: analisi

E' il caso di affrontare la pagina politica, che non pochi sono i temi all'ordine del giorno dopo le Regionali.
Partiamo dall'analisi dei risultati.
Le regioni contendibili erano solo quattro: Basilicata, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna erano, anche grazie, come qua in Umbria, all'insipienza dell'avversario, sicure per il centrosinistra; Lombardia e Veneto, più Campania e Calabria (e per queste non è forse neanche un male tirarsene fuori dalla gestione) erano sicure al centrodestra; rimanevano quindi, a fare la differenza, Lazio, Puglia, Piemonte e Liguria. Se il centrosinistra fosse stato in grado di vincere in tutte e quattro, sarebbe stata una grande vittoria; vittoria se tre su quattro; risultato moderatamente positivo, se, come è successo, pareggio. Il bicchiere insomma è mezzo pieno. Seppur piccolo, un passo avanti è stato fatto. Insomma, se per 10mila voti il Piemonte non fosse andato a Cota, oggi staremmo a parlare di un'altra situazione. Grossa quindi l'incazzatura verso i voti persi a favore del candidato "grillino", suicidio politico, o tagliarsi le palle da soli, come qualcuno ha sinteticamente definito, per 50mila votanti. Anche per il Lazio peccato, lo si è mancato di poco. Ottime vittorie in Liguria, e soprattutto in Puglia invece. Insomma, nella valutazione complessiva, fermo restando che alla fine il risultato è quello che conta, prima di fare processi bisogna tenerlo a mente che si è sfiorata la grande vittoria.
Dati negativi. La Lega Nord, grande vincitrice di questa elezione. Due presidenti di regione, avanzamento (anche estremamente consistente come in Emilia Romagna) in molti territori non "tradizionali". In Umbria un consigliere regionale porca miseria. E' grave, è la prova del definitivo sdoganamento nazionale da parte dell'elettorato destroide (e non solo). Le istanze della Lega stanno diventando le istanze di gran parte del paese. Pessimo segnale. L'avanzamento dell'Italia dei Valori e del suo opportunismo, e dell'antipolitica in genere. Il cattivo risultato dell'Emilia Romagna. Le Sinistre sostanzialmente al palo in tutta Italia. Di base, si sta affermando una sensibilità comune in cui i valori della Sinistra sono estranei. E non potrà mai essere il Partito Democratico la risposta.
Dati positivi. Pochi assolutamente positivi. La Puglia forse. Ma, di nuovo, ogni minimo passo avanti, specie considerando la situazione di qualche mese fa, è un dato positivo. In più, seppur bilanciato molto negativamente dalla crescita della Lega, il dato del Pdl: estremamente basso, poco sopra il PD, segno che oggettivamente il Berlusconismo è in crisi, e sta facendo il suo corso. Magari trovando soluzioni ed evoluzioni a destra, ma intanto la crisi c'è.
Altre cose sparse.
Nichi Vendola. La diffidenza verso un leader, a sinistra, rimane fortissima. Ma il modo da cui è uscito dalla crisi delle inchieste dell'anno scorso alla Regione Puglia, ha vinto le Primarie, ha gudagnato consenso trasversale e ha rivinto le elezioni lo fanno diventare una speranza per il domani. Una speranza di alternativa, di sinistra, per la leadership di una colazione che a oggi manca.
Partito Democratico. Risultato discreto. Di più difficilmente si poteva ottenere. Bersani deve andare avanti. Cambiare passo di sicuro, lasciar perdere la stronzata del dialogo privilegiato con l'Udc, e proseguire il cammino unitario. Questa è di fondo la differenza con la minoranza del partito, il proporre una prospettiva politica per il futuro. Le polemiche di gran parte di Area Democratica, secondo cui sarebbe stata una disfatta (ingiusto, come anche Chiamparino ha rimarcato) sono ingenerose. Specie alla luce della condotta che dopo il congresso la minoranza francheschiniana ha tenuto. Si veda l'Umbria ad esempio. Con la polemica autodistruttiva fino all'ultimo.

9 giugno 2009

Europee 2009: Analisi

Che andavano male lo si sapeva, quindi nessuna particolare sorpresa. Anzi per certi versi sono andate discretamente. Vediamo.
Popolo delle Libertà - Il 35,3% è un brutto risultato. Non in termini assoluti, ma in confronto alle aspettative, alla retorica del "il Paese è con me", anche a confronto con le politiche di un anno fa, il dato è oggettivamente basso. Astensione, travasato alla Lega, come ci pare, ma il risultato è quello.
Partito Democratico - Discorso in parte rovesciato. Il 26,1% è un pessimo risultato sicuramente, ma della serie "poteva anche andare peggio" tocca dare merito a Franceschini di essere riuscito a salvare la baracca. Poi vabbe', viene da chiedersi se veramente c'era tutto 'sto bisogno di "una grande forza riformista di stampo europeo" (???), ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Si pensi invece come fare a recuperare i voti finiti all'Italia dei Valori.
Sinistra e Libertà - Mah mah. Così come la "Lista Anticapitalista" con tre decimali in più, risultato discreto, il 3,1%. Nelle aspettative. In Parlamento non ci vai, ma hai una buona base di partenza per continuare il progetto politico. Specie se in alcune zone (il Sud) dimostri un buon radicamento. Per tutti invece, tocca cercare di capire come fare qualcosa al Nord...
Udc - Più che stabile.
Lega Nord e Italia dei Valori - I vincitori di queste elezioni. E per entrambi, seppur per cose differenti, un risultato molto preoccupante. Per la Lega perché si dimostra in sintonia con fasce sempre più ampie di popolazione, dando sfogo spesso a molte delle pulsioni peggiori. Per l'Idv, perché si fa sempre più concreto il rischio che diventi l'alfiere di quello che era il popolo di sinistra. Puntando a ulteriori aumenti di consenso. Bardasci, tra Pd e Idv cento volte meglio Pd. Con tutti i limiti che ha, non è un partito populista e personalistico. Per usare paroloni, la crescita dell'Idv è la cifra della crisi della cultura politica di sinistra, che preferisce indignarsi per il conflitto di interessi piuttosto che per politiche sociali inesistenti.

Andando a guardare un quadro più locale, è pesante, molto pesante il crollo del Pd qui in Umbria, quasi ovunque sorpassato dal Pdl. Certi sistemi politici e culturali, che fanno di noi una "regione rossa" non durano in eterno. Dopodiché, particolarmente preoccupante il 3,59% a livello regionale della Lega Nord. Con punte del 10% in certi territori. Rega', in Umbria c'è più gente che ha votato per la Lega che per Sinistra e Libertà (3,55%). Questo è grave, è segno che la Lega ha smesso i panni di un movimento solamente localistico, ed è in grado di rappresentare le istanze, fondamentalmente egoistiche e xenofobe, di fasce della popolazione che magari fino a oggi se ne sarebbe ciecata di votarla.

Per le Amministrative, che pure ci riguardano da vicino, aspettiamo domani.

30 aprile 2009

Maschio tradizionalista

La riprova che il soggetto è irrecuperabile, è che manco stavolta farà in 'sta maniera (esortazioni alla preparazione di condimenti per paste e rivendicazione del ruolo di paterfamilias sintetizzando).
Comunque una lancia per 'ste pore candidate del Pdl alle Europee la voglio spezzare, a favore delle letteronze. A me le letteronze sono sempre state molto simpatiche, m'è dispiaciuto che quest'anno non fossero presenti a "Mai dire..." (eh capirai saranno state a fa' la scuola quadri di partito...), e ce n'era una moretta una volta che me faceva 'mpaci'. Eh sì.

25 marzo 2009

Dare atto

Tocca dare atto che questo "Popolo delle Libertà" lo costituiscono veramente. Quando un anno fa si presentarono con questa lista alle elezioni, l'avevo considerata una mera trovata elettoralistica per conquistare il premio di maggioranza. E non vedevo ragioni politiche che giustificassero lo scioglimento di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Adesso però An s'è sciolta, e questo weekend verrà fatto il congresso costitutivo. Le ragioni politiche di ciò continuano a non essere pervenute, specialmente per Alleanza Nazionale. L'unico per cui il Popolo delle Libertà rappresenta oggettivamente un vero successo, è Silvio Berlusconi, che con una base politica stabilmente sopra un terzo dell'elettorato si è assicurato politicamente per tutti gli anni che ancora toccherà sorbirselo nella vita pubblica.

Tocca dare atto che Dario Franceschini come segretario del Partito Democratico se la sta cavicchiando. Sarà che alcuni nodi vengono al pettine, ma c'è comunque bisogno di qualcuno che li faccia presente all'opinione pubblica. E Franceschini lo sta facendo. Nel Pd continua a mancare la strategia di lungo periodo (vabbe' anche del medio), ma comunque in certi periodi un po' meno Kennedy e un po' più ribattere ogni giorno punto per punto è utile.

Tocca dare atto che nei Giovani Democratici da ciò che posso vedere c'è in atto un vero ricambio generazionale negli organismi dirigenti. Almeno qua in Umbria, in tal senso ne vedo molti di compagni delle classi tra il 1984 e il 1988. C'è anche da dire che se non ora, quando, e l'incisività dell'organizzazione è ancora tutta da dimostrare. Ma intanto è positivo.

17 marzo 2009

All'erta

Compagni all'erta.
Nuova aggressione da parte della destra ai danni di studenti di sinistra, ieri, all'università Roma3.
La cosa estremamente preoccupante, è che non si trattava di giovani di quella che dovrebbe essere già di per suo considerata estrema destra, ma ragazzi di Azione Universitaria, associazione universitaria di riferimento della stessa Alleanza Nazionale.
Che si sono resi colpevoli di una violenta aggressione, e che, come è emerso dalla perquisizione della loro sede, non hanno mai preso le distanze dal Fascismo.
Questi sono i giovani che si preparano a confluire nel "Popolo della libertà".

16 aprile 2008

Analisi e autocritica

I dati
Il Partito Democratico è andato molto sotto le attese. Attese che per qualcuno arrivavano persino alla vittoria, e per molti erano di una sconfitta onorevole alla Camera, e il "sabotaggio" del Senato con almeno un quasi pareggio. Invece col 33,2% dei voti vuol dire che si è rimasti piantati al 2006, facendo il pieno come al solito solo nelle regioni rosse in cui si può contare su quella che era la presenza organizzativa diffusa dei Democratici di Sinistra; tutti i sacrifici e i bocconi amari ingoiati invece per cercare voti nell'elettorato moderato (Calearo per fare un nome a caso) sono stati invece piuttosto inutili, o comunque hanno determinato avanzamenti minimi vanificati da uscite verso Italia dei Valori o peggio a destra.
Sinistra Arcobaleno. Veramente un disastro incredibile. Specie nelle regioni come l'Umbria, dove sono arrivati a perdere il 75% dei voti. Sicuramente in parte è una perdita virtuale, però questa virtualità porta a escludere dalla rappresentanza politica forze che avrebbero qualcosa da dire. Dove sono andati i voti? In parte astensionismo, in parte a ingrassare lievemente il Partito Democratico o, per gli irriducibili antiveltroniani, l'Italia dei Valori. Molti sono stati gli errori della dirigenza della SA, a partire dalla candidatura stessa di Bertinotti, non certo il leader più adeguato per questa campagna. Si è pagato poi il non essere riusciti a presentare un vero progetto politico, come per contro tocca rendere atto a Veltroni, ma solo un cartello elettorale a scopo di sopravvivenza. E l'aver impostato la campagna in maniera troppo conflittuale anziché competitiva, specie verso il Pd. Questi i fattori che hanno impedito di guadagnare nuovi voti. E anzi a perderne, specie combinati con il miraggio del voto "utile", alimentato (ad arte o con convinzione, questo è da vedere) dal Partito Democratico, per cui larga parte dell'elettorato della SA ha scelto di votare comunque l'alleanza Pd-Idv nella speranza malriposta di riuscire a competere per il raggiungimento del premio di maggioranza ed evitarsi, se tanto toccava stare all'opposizione, a doverla fare a un gioverno Berlusconi.
[per chi ha un po' di tempo da perdere, vada a vedere un po' di dati sul tracollo dei partiti della SA in Umbria, che c'è roba ai limiti dell'incredibile]
Italia dei Valori. Nel centrosinistra, l'unico partito con un vero risultato positivo, alimentato da una quota di voti antiveltroniani provenienti dalla Sinistra, e soprattutto dal clima "antipolitico" dell'ultimo anno, che hanno fatto guadagnare un credito politico assolutamente immeritato per un partito personale vagamente conservatore senza una vera progettualità politica, che in un paese normale (ossia senza Berlusconi) starebbe senza dubbio saldamente a destra.
Udc. Oggettivamente ha retto bene una situazione sicuramente difficile, riuscendo a resistere alle sirene del voto utile grazie forse anche a una quota di elettorato ex Margherita. Certo eh, se toccava superare lo sbarramento regionale al Senato solo per fare eleggere Cuffaro, potevamo anche tutti risparmiarcelo.
Maggioranza. Tutto nelle aspettative nel complesso, tranne il raddoppio della Lega Nord. Non so e non voglio indagare sulle ragioni di un tale successo, in proporzione anche in regioni come l'Umbria. Però so solo che è veramente preoccupante.
Ho evitato i Socialisti per pietas.

Prospettive
Per la Sinistra italiana sono nere. E' il punto peggiore raggiunto nella storia repubblicana. Si tratta di ricostruire da capo una cultura di sinistra in Italia, ricercare l'egemonia, tornare a rappresentare i ceti popolari, ricostruire soggetti politici di massa. Se vogliono farlo i partiti della Sinistra Arcobaleno, devono cambiare radicalmente, che sono tutto tranne che di massa, e troppo spesso scadono nel massimalismo senza dare rappresentanza degli interessi di cui si ritengono portatori. Il Partito Democratico allo stesso modo è a un bivio, e deve ridiscutere molte delle scelte fatte fin ora dal gruppo dirigente veltroniano, a meno che non voglia essere un partito tendenzialmente moderato sostenuto dal voto dell'elettorato post comunista.

Insomma il lavoro da fare è tanto e di portata storica, le premesse scarseggiano e i leader anche.
Parafrasando Mao, tutto va bene.

13 aprile 2008

A sette ore dall'inizio del voto

Giunti ormai all'ora triste dell'apertura dei seggi elettorali per le elezioni politiche 2008, considerazioni sulla campagna elettorale conclusasi venerdì sera a mezzanotte.
E' stata atipica rispetto alle altre vissute fino ad ora. Rispetto al 2001 e al 2006, molto più breve. Causa elezioni anticipate, si è svolta in due mesi scarsi, mentre le altre volte di fatto era partita ancora in autunno. Estremamente polarizzata poi su Partito Democratico e Popolo della Libertà, con gli altri soggetti politici oggettivamente penalizzati ed emarginati, con una tendenza (perniciosa) all'instaurazione di un bipartitismo coatto.
E' stata una campagna anomala però soprattutto per i temi trattati, anzi, non trattati. Gli unici argomenti di dibattito sono stati prima il discorso sulla "utilità" del voto, quindi l'Alitalia, oggetto di indebite speculazioni elettoralistiche, infine la presunta incapacità dell'elettore medio italiano di capire che tocca mettere la croce su un solo simbolo... Solo negli ultimi 10 giorni si è alzato un po' il clima, con qualche sparata nel complesso trascurabile. I partiti maggiori stavolta neanche si sono presi la briga di riportare promesse, più o meno fasulle, sui manifesti elettorali.
Veltroni è oggettivamente riuscito a condurre una buona campagna, ha ottenuto visibilità, è riuscito a dettare l'"agenda". Ma impostandola in fondo tutta sull'adesione ideologica al progetto del Partito Democratico, più che su programmi più o meno caratterizzanti.
La campagna di Berlusconi è stata incredibilmente sottotono, o per la sicurezza data dai sondaggi, o per una stanchezza dell'uomo.
Personalmente, l'ho trovata una campagna triste.
E fastidiosa per l'uso massiccio dei banner su internet da parte dei vari schieramenti.
Prospettive: dalle parti del Pd di ottimismo se ne è visto tanto, reale, e a tutti i livelli. E' anche vero che qualunque sia l'esito finale alla Camera, quasi ogni risultato sarà comunque spendibile positivamente se considerate le condizioni di inizio febbraio. Oggettivamente una vittoria alla Camera pare molto improbabile, mentre al Senato il risultato è facilmente in bilico. Quali potrebbero essere gli sviluppi con una doppia maggioranza parlamentare, è impossibile dirlo. Ed è meglio forse neanche pensarci.
Per la Sinistra Arcobaleno la situazione pare difficile. L'argomento-ricatto del voto utile solo al Pd contro Berlusconi è forte, e molte sono le incertezze per una formazione costruita in due settimane per la necessità elettorale di evitare l'estinzione parlamentare di una serie di distinte tradizioni. E c'è il rischio di ulteriori emorragie a sinistra, verso i settari frazionisti (fatemi usare questa terminologia per una volta!) delle ex minoranze di Rifondazione Comunista.
A destra, c'è l'incognita dei voti di Alleanza Nazionale. La concorrenza de La Destra è forte, nei confronti della classe dirigente finiana praticamente scomparsa nel corso delle elezioni.
Grossi spazi per l'Udc non credo ci siano, l'elettorato centrista puro ormai è ridotto a poca cosa, il grosso s'è polarizzato ormai da anni (a destra...)
Lasciamo stare per pietà il Partito Socialista...

Il sottoscritto... come va, va male. Certo, può andare male o può andare peggio, e naturalmente mi auguro che se è che vinca Veltroni. Fatto sta che però mi ritrovo a neanche otto ore dall'inizio delle votazioni ancora indeciso, e con una serie di buone ragioni per non votare né Partito Democratico né Sinistra Arcobaleno. Però qualcosa toccherà scegliere.

Buon voto a tutti.

12 marzo 2008

De Utilitate

Tra i -pochi- temi che stanno tenendo banco durante questa giornata, tra i più ribattuti pare essere il dibattito sulla cd. utilità del voto. Sinteticamente, si sostiene che l'unico voto utile sarebbe quello da una parte per il Partito Democratico e dall'altra per il Popolo delle Libertà. Al massimo, viene concesso il voto per l'Italia dei Valori.
Sarebbe il caso di farla una riflessione sul concetto di "utilità" del voto. Che è potenzialmente pericoloso. Se per utilità si intende alimentare la oggettivamente remota possibilità di evitare un ritorno di Berlusconi al governo, causa necessità dettata da legge sul premio di maggioranza e rottura della fu Grande Alleanza Democratica, allora oggettivamente è il Partito Democratico a dover essere votato.
Ma "voto utile" è indubbiamente anche quello che permetterebbe a evitare che il pensiero politico di centrosinistra sia egemonizzato dal Veltronismo; elettoralmente meno utile, politicamente altrettanto se non maggiormente utile.
Ripeto, un bipartitismo coatto imposto da tali regole rappresenta una logica pericolosa per la stessa idea di democrazia rappresentativa.

10 marzo 2008

Premio citazione del giorno

Fabrizio Cicchitto (ex socialista di sinistra, piduista, craxiano, infine forzista e vicecoordinatore di Forza Italia - carriera che è già tutto un programma): "Forza Italia e il PdL hanno un chiaro connotato liberale ed antifascista", con riguardo al caso del fascista Ciarrapico.