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15 dicembre 2010

Gli scontri di Roma

Purtroppo è oggettivamente riduttivo definire gli scontri di ieri come frutto di qualche "black block" o di fantomatici provocatori infilitrati. Da quello che pare emergere a darsi alla violenza è stata anche una fetta non indifferente di coloro, studenti e non, che al mattino manifestavano, ed è stata ed è orgogliosamente rivendicata in molti comunicati sul web (si vedano ad esempio quelli dell'"Onda Perugia").
"Estremismo malattia infantile del Comunismo" diceva il saggio di Lenin. E' giocare pericolosamente a fare gli estremisti, quello che è successo ieri a Roma, di gente col mito della rivolta e dello scontro, anche se fini a sé stessi, e con la convinzione che lo Stato abbia paura di loro. Beate illusioni. Ieri non saranno stati pochi, nei palazzi del potere, coloro che si sono sfregati le mani soddisfatti, perché hanno finalmente avuto il pretesto di criminalizzare l'intero movimento, di giocare con la strategia della tensione. E l'unico rimpianto che c'avranno avuto è solo che gli scontri non siano iniziati un paio d'ore prima, così da poter mandare in onda, come si paventava lunedì, la sceneggiata del "istituzioni sotto assedio difendere la democrazia votare la fiducia".

13 dicembre 2010

Scenario

Frattanto che ci si rode nell'attesa dell'esito della giornata di domani, un appello per i tanti che domani manifesteranno per le vie di Roma contro il governo.
A maggior ragione perché non mancheranno di certo tra i manifestanti le "teste calde", ci si augura che tutti tengano i nervi saldi, senza rispondere ad alcuna provocazione da parte "governativa".
Che probabilmente tra il Ministero degli Interni e la Presidenza del Consiglio non aspettano altro, e cerchiamo quindi di evitare di doversi sorbire una sceneggiata tipo "Roma a ferro e a fuoco assediata dai facinorosi Parlamento riunito in stato di emergenza votare la fiducia per difendere la democrazia".

1 dicembre 2010

Buone ragioni per laurearsi

Una tra le svariate ragioni per cui si può essere soddisfatti di essersi laureati, è il non dover convivere e farsi il sangue amaro col settarismo di parte del movimento studentesco di Perugia.

25 novembre 2010

Università in rivolta?

Università in rivoltà contro le scellerate politiche di "riforma", che la stanno portando rapidamente allo sbando? Che sia la volta buona e che tutti si sia dati una svegliata?
Ce lo si augura fortemente. Due anni fa abbiamo buttato via un'occasione storica con l'Onda. E che non sia un fuoco d'artificio, arrivato all'attenzione dei media grazie a qualche dimostrazione ad effetto, ma senza radici e sostegno.
La rabbia pare che ci sia, ed è una cosa che serve. Di passività troppa ce ne è e ce ne è stata.
La posta in gioco è troppo alta. Non è che stiamo paventando dei pericoli futuri, l'emergenza per la salvezza dell'Università è già in atto in tante "piccole" cose, dalle decine di migliaia di borse di studio tagliate, alle tasse e ai servizi che si impennano, ad atenei che non c'hanno manco più i soldi per tenere aperte le facoltà tutti i giorni.

Due note. Fa un po' molto specie che per fare notizia bisogna mettersi a salire su per i tetti e per i monumenti.
Così come pure, fa specie che siamo arrivati a stupirci se il segretario del maggior partito di opposizione dà segno di appoggiare apertamente le proteste.

8 ottobre 2010

Sostegno alle agitazioni studentesche dell'08/10/10

Pieno sostegno alle agitazioni odierne degli studenti contro le politiche scolastiche del Governo. Sperando che riescano a diventare qualcosa di più di semplici "agitazioni".
Che non è possibile che da due anni a questa parte, grazie alla retorica del grembiulino e della vecchia sana scuola di una volta, si riesca a far passare una serie di tagli pesanti e sconsiderati per una fantomatica grande riforma storica della scuola.

17 novembre 2009

Giornata mondiale per il diritto allo studio, Perugia 2009

Andiamo a fa' i buli con le ragazzette sinistroidi delle Superiori.

29 novembre 2008

Il ritorno del "dialogo"

Dopo che sono un paio di settimane che quello che potremmo chiamare il "conflitto sociale", espressosi essenzialmente in quest'ultimo periodo attraverso mobilitazioni sindacali e studentesche, non riesce più a imporsi all'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, il Governo fiuta l'aria e ritorna dopo parecchio tempo a fare la faccia gentile, a mostrarsi dialogante.
E ricerca di nuovo una copertura bipartisan alle sue politiche, con tutta la retorica del "dialogo". Sapendo anche che in campo economico si ritroverà una Italia dei Valori molto più moderata che su altri temi.
Ma nulla è cambiato nei fatti. Si invita al dialogo e al confronto, e alo contempo proseguono imperterriti a legiferare per decreti e mettendo tutti di fronte al fatto compiuto. Oppure si pensi al caso Vigilanza Rai.
Per questo è importante che il PD e tutte le forze di opposizione non cedano alle chiacchiere consociativistiche, e avanti verso lo sciopero generale del 12 dicembre.

12 novembre 2008

Mobilitazione a Perugia - 3 - Primi risultati

Cosa vogliamo? Vogliamo tutto!
Dopo le grandi proteste di questi giorni, il governo ha iniziato a fare delle prime aperture sui tagli e sul blocco del turn-over.
Tutto buono, ma non deve distogliere dall'obiettivo princiapale, l'abrogazione della 133.
E dopodiché, che si proceda a una buona riforma del sistema universitario.
Tutti a Roma venerdì, per info sui pullman da Perugia Noemi 392/4690702.

9 novembre 2008

Distacco dalle masse giovanili

Ieri in corteo con i ragazzi delle superiori, e oggi pomeriggio per Corso Tacito: purtroppo tocca riconoscere che ci si sente un po' a disagio oramai tra le masse giovanili. Che poi anche in ottica salesiana è altrettanto negativo.

1 novembre 2008

Mobilitazione a Perugia - 2 - Considerazioni sparse

E' un nuovo '68? No, la protesta di queste settimane è una cosa alquanto diversa. Quarant'anni fa era una contestazione del sistema universitario, oggi si lotta per mantenerlo in vita, contro provvedimenti che rischiano di distruggere l'università pubblica e aperta a tutti. Manca -quantomeno allo stato attuale delle cose-, una contestazione dell'istituzione università: anzi, quella che è una delle forze della protesta è l'unità di studenti, ricercatori e corpo docente. Certo ciò è, per certi versi, un po' ambiguo: gli interessi e le rivendicazioni di studenti e professori non sono e non possono essere sempre gli stessi, e di sicuro oltre alle politiche sbagliatissime degli ultimi 15 anni parte della responsabilità della crisi attuale dell'università è di buona parte dell'"accademia". Ma di fronte alla gravità della situazione, col decreto Gelmini ormai legge, è idiota mettersi a fare distinguo e particolarismi: è da cercare il più possibile l'unità sugli obiettivi comuni. Dopodiché, se la lotta si concluderà nel migliore dei modi, si può pensare anche ad andare oltre, cambiare e superare una seria di problemi. [la classica impostazione togliattiana che riemerge].
Sui mezzi di lotta. L'esigenza fondamentale è di riuscire a creare consenso. Un consenso diffuso, generalizzato nel Paese, contro la 133, è l'unico modo per sperare di riuscire a ottenere l'abrogazione del provvedimento da parte del governo. Ed è per questo che mezzi di protesta come i blocchi del traffico, di cui s'era visto un assaggio a Perugia il 24 ottobre dopo l'assemblea a Giurisprudenza, sono del tutto antiproducenti. Otterrai pure visibilità, ma -giustamente- ti fai nemica la popolazione. Quando invece tutta Perugia, come le altre città universitarie italiane, deve rendersi conto che una crisi dell'università è anzitutto una crisi della città stessa. [ecco, una cosa che sarebbe davvero bella sarebbe uno sciopero generale cittadino in difesa dell'università, ma faglielo capi' a li cuniji...] La classica occupazione anche ha scarso significato d'essere. E' un mezzo di lotta esclusivamente degli studenti contro l'università, ma appunto qua non si sta lottando contro, ma per l'università.
Infine se c'è una cosa molto bella della mobilitazione in corso a Perugia e nel resto d'Italia, è la capacità che sta avendo di portare in piazza a manifestare per la prima volta in vita loro centinaia e migliaia di giovani, che probabilmente mai prima si erano sognati di farlo.

31 ottobre 2008

La "ricostruzione" degli scontri di Piazza Navona

La ricostruzione "ufficiale" del governo, che ha omesso scientificamente tutta la prima parte degli scontri di mercoledì a Piazza Navona, con l'aggressione dei fascisti del Blocco Studentesco ai ragazzi delle superiori, è assolutamente vergognosa. Il governo ha di fatto dato una piena copertura politica delle violenze squadriste. Porca miseria, già era inaccettabile la (non) condotta della polizia, ma il negare l'evidenza di ciò che è successo in questa maniera è troppo grave.

Sciopero generale della scuola: tutti a Roma!

La manifestazione è stata grande, bella, impressionante. Gli ultimi spezzoni del corteo partivano da Piazza Esedra alle 13.00, mentre il comizio in Piazza del Popolo già era terminato, e altri cortei si muovevano per tutta Roma.

Della Sinistra Universitaria-Udu di Perugia eravamo un buon numero: nonostante la partenza nel buio delle 6 di mattina, siamo riusciti ad arrivare tutti in piazza oltre cinque ore dopo, passate per strada e su un raccordo anulare completamente intasato di pullman che continuavano ad arrivare.

Nuovi nemici politici (sì, perché saremo pure stati popolo gioioso festoso colorato etc etc, ma molti di noi eravamo pur sempre figli di quella sinistra dell'odio e anche un po' stalinista!): l'autogrill prima di Orte, sul raccordo da Terni, che 25 minuti per riuscire a pagare una copia de l'Unità è di fatto un'istigazione a delinquere; le uscite dalla 18 alla 22 (Casilina-Anagnina) del Grande Raccordo Anulare, altra mezz'ora netta di coda, e la rotonda al parcheggio dell'Anagnina, un'ora e un quarto per trecenti metri di strada.

Miti, emblemi, simboli: il pullman e la fiat che travalicarono l'aiola, costruendo muretti e arando il terreno.

29 ottobre 2008

Mobilitazione a Perugia - 1 - Cronaca

Breve resoconto sulla mobilitazione universitaria che sta attraversando anche Perugia.

La lotta, di studenti, professori, ricercatori e università tutta, è contro gli ennesimi, pesantissimi tagli all'università italiana, che spalmati nei prossimi anni rischiano di portarla al collasso finanziario, e a sicuri incrementi di tassazione, riduzione di servizi per il diritto allo studio, tagli alle strutture e ai finanziamenti per la ricerca (nota da tempo poi, la ricerca italiana, per i ricchissimi fondi di cui dispone e le miriadi di ricercatori dai lauti stipendi...). La lotta è contro il blocco del turn-over del personale, perché non è possibile bloccare ulteriormente le assunzioni di personale che necessita di ricambio, e che è caratterizzato da specializzazioni professionali che non sono compatibili con il blocco al 20 %. La lotta è infine contro la possibilità prevista di trasformazione delle università in fondazioni: una privatizzazione di fatto, che nei rari casi in cui in Italia si trovassero capitali privati disposti a investire nell'università, significherebbe legare la formazione e la ricerca agli interessi di privati, in totale contrasto con quella che è la funzione -pubblica- dell'università.

Dopo alcune settimane di preparazione, si sono susseguite per tutta la scorsa settimana una serie di assemblee informative (martedì 21 ingegneria, mercoledì 22 scienze politiche, giovedì 23 consiglio di facoltà aperto a lettere, venerdì 24 giurisprudenza), in cui si è riscontrata una partecipazione degli studenti superiore alle aspettattive, con aule gremite  da centinaia di persone. A Fisica e a Lettere sono state prese due aule per assemblee permanenti.

Dopo una prima lezione in piazza in concomitanza con Eurochocolate e altre due assemblee, ieri 28 ottobre grande manifestazione di piazza degli studenti dell'Università di Perugia. Un circa 3mila studenti, tra i quali una folta delegazione proveniente da Terni, hanno percorso le vie della città dalle 10 di mattina fino alle 18 di sera, tra lezioni in piazza, cortei e assemblee.

Mentre leggo che pochi minuti fa il Senato ha appena approvato il Decreto Gelmini, la mobilitazione va avanti, con altre lezioni in piazza, e domattina la partecipazione -speriamo massiva- allo sciopero generale della scuola, con pullman per Roma in partenza anche da Perugia.

15 ottobre 2007

Attivismo studentesco

(post proditoriamente cancellatomi da Windows venerdì pomeriggio)

 Tenutesi in tutta Italia manifestazioni studentesche, indette dalle maggiori associazioni, in protesta contro una serie di aspetti della politica scolastica del ministro Fioroni. In specie, sotto accusa l'idea di introdurre la bocciatura immediata nel caso in cui a inizio anno non si recuperi ogni eventuale debito formativo dell'anno precedente.

Ora, tale idea è nella sua logica totalmente condivisibile. Qualche perplessità forse solo nella tempistica, e si vedrebbe meglio magari prevedere la bocciatura d'ufficio alla fine dell'anno, se nel corso dello stesso non si siano recuperati i debiti pregressi. Ma a parte questo, non si può assolutamente teorizzare come si è fatto un diritto dello studente a essere promosso a prescindere dal raggiungimento di certi obiettivi. Se dati alla mano un 40% degli studenti è stato ammesso all'anno passato con almeno un'insufficienza, e di questi il 75% (un terzo quindi della popolazione studentesca) non lo recupera, ci si trova di fronte a una situazione cui è indispensabile mettere mano.

Il diritto dovere all'istruzione passa dalla necessità che chiunque chiuda la sua carriera scolastica (date le bassissime percentuali di istruzione universitaria in Italia) con uno standard di preparazione, che deve essere assicurato a chiunque. E se non bastano 5 anni, va bene, ce ne vorranno 6. Ma quell'istruzione deve esserci.

Che il diritto allo studio passa innanzitutto da qua.


[nota: anche a Perugia manifestazione di Altra Scuola, con freghine corteanti per Corso Vannucci. E anche se non si condivide il merito, si apprezza comunque questa volontà di partecipazione. Notevole il fuoriprogramma con manifestazione non autorizzata e denuncia scampata dal compagno Santopaolo.]