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29 agosto 2013

L'"abolizione" dell'IMU

L'abolizione dell'IMU, effettuata mediante la sua sostituzione con la Service Tax, è l'ennesimo cedimento ai ricatti di Berlusconi e una sostanziale presa per i fondelli per i cittadini, che espone i Comuni a ulteriori gravi difficoltà, ed elimina infine l'unica imposta che, sicuramente e doverosamente molto da migliorare, presentava comunque caratteri di patrimonialità.
Redistribuzione dell'imposizione fiscale in senso progressivo (interrompendo l'abuso iniquo della tassazione indiretta di questi anni), imposta patrimoniale sulle grandi rendite finanziarie e reali, contrasto serio, e non amnistie, nei confronti dell'evasione e dell'elusione fiscale: questi gli interventi necessari, nel segno dell'equità e del rilancio della crescita (e che non pare proprio possano essere nelle corde di questo governo).

20 luglio 2013

Non è "responsabilità"

Non è "responsabilità", come chiacchierava a sproposito qualche tempo fa Epifani, votare la fiducia ad Alfano, non è "responsabilità" partecipare a un governo inconcludente sotto il continuo ricatto della destra berlusconiana, non è "responsabilità" essere proni a ogni volontà di Napolitano, ampiamente fuori dai limiti del suo ruolo di Presidente della Repubblica, non è "responsabilità" rinnegare tutto quanto detto in campagna elettorale e dopo l'esito delle elezioni, non è tantomeno "responsabilità" far sbandare un partito, approfittando dell'elevato spirito di sopportazione (meglio, ingoio) dei propri militanti, rendendolo preda dell'ambizione opportunistica di Renzi.
E' l'ultima occasione per voltare pagina.

29 giugno 2013

Processi berlusconiani...

La condanna in primo grado a 7 anni per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile di Berlusconi tange molto relativamente. Uno perché è una condanna in primo grado. Due perché che sia un delinquente ce lo si sa, ma non è questo certo il maggiore dei problemi che ha rappresentato e rappresenta per l'Italia. Tre perché la questione giudiziaria di Berlusconi è stata ed è tuttora un diversivo rispetto alle questioni politiche.
Semmai, risultano più importanti altri due di processi che lo vedono coinvolto, quello all'ex senatore dell'IDV De Gregorio, materialmente "comprato" da Berlusconi, e determinante nella caduta del governo Prodi, che ha richiesto il patteggiamento della pena, e la condanna per violazione di segreto d'ufficio sul caso Unipol, che tanto fango gettò all'epoca, indebolendoli, sui DS. Processi - e condanne - più gravi, perché non sono reati commessi "per conto proprio", ma di rilevanza politica, pubblica, condotte giudizialmente accertate e di rilevanza penale che hanno fattivamente influito sul quadro politico dell'epoca, sull'espressione del voto degli elettori.

11 maggio 2013

La condanna in appello di Berlusconi e le larghe intese

La conferma della condanna in appello per Berlusconi non cambia certo ulteriormente il giudizio sul personaggio: il problema si pone con chi si è accinto a governarci stabilmente assieme, in un governo in cui lui e la sua destra hanno larga voce in capitolo.
Che c'è un punto fondamentale, ineludibile: avoja a sostenere le larghe intese, dicendo che sono cosa comune in altri paesi in analoghe situazioni di incertezza elettorale, a partire dalla Germania, ma negli altri paesi non hanno una destra del tipo nostro, guidata a uso e consumo personale da un soggetto come Berlusconi.

28 marzo 2013

L'occasione sprecata dal M5S

Avevano la possibilità di giocare, nei mesi da qui alle prossime inevitabili elezioni, da una posizione di assoluta forza, di essere gli aghi della bilancia, tenere materialmente per le palle il governo ed essere i veri domini della situazione. Senza nulla da perdere, che avrebbero avuto buon gioco a rivendicare tutti gli eventuali risultati positivi di un governo varato con il loro appoggio esterno.
Pur di non "sporcarsi" in alcun modo le mani, spalancano ora invece la strada al ritorno di una resuscitata destra berlusconiana, che nelle "larghe intese" trovano oggi l'unica strada per rimettersi in gioco.
Complimenti per il senso politico dimostrato dai parlamentari del M5S. Che questo non sia il gioco di Grillo e Casaleggio lo si era capito, ma dai "portavoce" eletti qualcosina di più ci si aspettava. Poi certo, se le punte di diamante che riescono a esprimere sono personaggi arroganti e incompetenti come Crimi e la Lombardi, buoni solo a ripetere a pappagallo le direttive che gli arrivano dall'alto, non c'è in effetti molto da stupirsi.

Ora comunque aspettiamo gli sviluppi. Al momento, le soluzioni che si prospettano appaiono inaccettabili e suicide per ciò che rimane della sinistra. Se verranno proposte soluzioni di larghe intese, con un ruolo di primo piano delle destre, siano esse montiane o berlusconiane, che SEL batta un colpo, e si tiri indietro da questo gioo al massacro. E che magari anche la parte migliore del PD, preso atto del fallimento di Bersani, abbia il coraggio di assumere posizione contraria, assumendosi le responsabilità di ciò che, all'interno del PD, ciò inevitabilmente comporterà.

25 marzo 2013

Rabbia nel vedere Cipro

La rabbia nel vedere Cipro, che la durissima lezione sulla pelle del popolo greco ancora non ci è bastata.
E noi qui appresso alle scemenze, appiccati agli umori di Grillo. 
Che poi, se anche fossimo nelle condizioni di potere rimanere a parlare così, solo di tattiche e scenari politici, sarebbe anche il caso di ricordarsi del centrodestra di Berlusconi. Ricordarsi che solo per mezzo punto percentuale non è stato lui ad avere la maggioranza alla Camera; e che l'unico soggetto che può trarre veramente vantaggio da questa situazione, in quanto, tenendosi così ai margini della contesa/trattativa tra il PD bersaniano e Grillo, anzitutto non si sta logorando, quindi, che, nel non improbabile caso in cui rappresenti l'unica sponda per potere creare un governo, si sta coltivando una posizione di forza assolutamente impensabile in tutti questi mesi, in cui pareva lo si potesse considerare archiviato per sempre.

11 marzo 2013

Ora di rispolverare il sovversivismo delle classi dirigenti...

Tra l'"occupazione" del Tribunale di Milano da parte del PDL, la quotidiana prassi di Grillo, adesso pure 'ste alzate d'ingegno del Ministero degli Esteri, che si mettono, ora, a creare il caso con l'India (ah i tempi di Attilio Regolo...), è ora di rispolverare, che va di moda, il sovversivismo delle classi dirigenti.

28 febbraio 2013

Clown e senilità...

Nell'ultimo periodo, anno e mezzo buono, spesso e volentieri non sono stato politicamente d'accordo con le scelte fatte da Napolitano. Ma mo' il sospetto della senilità si insinua tutto, dopo la scenata sulle dichiarazioni del leader socialdemocratico Steinbrueck (uno di noi!).
Al di là della piena condivisibilità nel merito del giudizio, mo' ci appelliamo a una presunta dignità italiana ferita, e definiamo inappropriate e offensive le parole usate da Steinbrueck verso Berlusconi e Grillo? Berlusconi e Grillo? Quello del, tra le tante, "culona inchiavabile", e l'altro che dell'insulto (ripetutamente anche verso Napolitano) ha fatto precisa strategia politica?

Elezioni 2013: analisi globale del voto

Il pessimo esito generale del voto, purtroppo, non è stato particolarmente sorprendente e inaspettato. Coi numeri che giravano, e il sistema elettorale vigente, si sapeva che sarebbe stato estremamente difficile per il centrosinistra (e a maggior ragione per un altro partito) avere una maggioranza al Senato.
Altrettanto, certo non stupisce il 25% di Grillo e del M5S: senza stare a entrare qui sul perché e le cause, era assolutamente nell'aria, è riuscito a massimizzare i voti raggiungibili al momento, e nelle ultime settimane di campagna elettorale è riuscito ampiamente a concentrare su di sé l'attenzione generale. Era l'unico attorno al quale si respirava tangibilmente entusiasmo, e ciò gli ha permesso di fare il botto, conquistando la larga parte degli incerti e delusi.
Inaspettata invece, senza dubbio, la forte tenuta del centrodestra. Un po' che anch'io l'ho sottovalutato, un po' di riflesso per il mediocre risultato del centrosinistra. Perché, siamo chiari, in termini assoluti il centrodestra e Berlusconi, in specie la diretta emanazione del PDL, hanno avuto un risultato disastroso, ma che accanto al risultato del centrosinistra, che è riuscito a sopravanzarlo solo di qualche decina di migliaia di voti, fa assolutamente figura. Di sicuro pare avere pagato la scelta di presentarsi al voto con una pletora di liste minori, a partire da Fratelli d'Italia, che ha permesso a Berlusconi di recuperare, punticino su punticino, un bel po' di elettori che probabilmente, a lui direttamente e al PDL, non l'avrebbero rivotato.
Il dato di queste elezioni che stupisce di più è però il bassissimo risultato elettorale del Partito Democratico. Cinque punti percentuali, 1 milione e  mezzo di elettori almeno, rispetto a quanto ci si aspettasse. Tanto da permettere di replicare l'incubo del 2006, rendendo realmente contendibile al PDL, di pochissimi voti, la Camera dei Deputati, dove chiunque di sarebbe aspettato che non ci sarebbe stata storia. Perché? Senza stare a scomodare il passato prossimo (che un suo peso comunque immancabilmente ce l'ha), la spesso opaca prestazione del PD nella sua opposizione al Governo Berlusconi, nonché la scelta del pieno sostegno al Governo Monti, il PD ha pagato in pieno l'assoluta pochezza (o l'incapacità nel farla) della sua campagna elettorale. Non è riuscito in alcun modo a imporre l'agenda del dibattito pubblico, a far veicolare le proprie proposte, né, tantomeno, quelle fantomatiche della coalizione; sui mezzi di informazione, gli unici messaggi che riusciva a trasmettere erano, al netto delle battute idiote sui giaguari, o appelli in nome dell'antiberlusconismo, o il traccheggiare autolesionista dell'accordo con Monti sì/accordo con Monti no. E infine. Dopo le primarie, dalle quali aveva tratto indubbia forze e popolarità, il PD si è ampiamente adagiato sugli allori, dando assurdamente per sicura la vittoria. E Bersani una brava persona, buon segretario di partito, e persona seria e competente. Ma probabilmente non adatta al ruolo al quale si era candidato (e mi sa che lui stesso, qualche anno fa, fosse dell'avviso).
Come SEL siamo andati male oggettivamente, un 3,1% significa non contare nulla, o quasi, nella società italiana. Di errori ne abbiamo fatti molti nell'ultimo anno, e il risultato elettorale ne è il frutto; quantomeno, possiamo dire che comunque la nostra parte in campagna elettorale comunque l'abbiamo fatta, e schiacciati com'eravamo in un'alleanza con un PD che sotto molti aspetti ci ha penalizzato, purtroppo difficilmente si poteva fare di meglio.
Ci sarebbe da aprire il capitolo della fortissima crisi generale della sinistra italiana nel suo complesso, le cui idealità rischiano ormai di ritrovarsi del tutto aliene nell'Italia di oggi, ma per oggi lasciamo stare.
Infine, tra chi è andato male, ed era prevedibile, e m'ha francamente dato anche soddisfazione per questo.
Anzitutto Monti, e l'UDC di Casini e lu poro Fini. Che sia la volta buona che si capisca quanto vale, realmente, l'area centrista.
Infine Rivoluzione Civile. Spiace dirlo, ma il risultato irrisorio è il giusto premio per un soggetto politico improbabile e raccogliticcio, e per il tenore della loro vergognosa campagna elettorale, fatta esclusivamente, spesso con meschinerie e falsità, contro SEL e PD.

24 febbraio 2013

Voto per Sinistra Ecologia Libertà. Non so se avremo altre possibilità.

Quello che fa specie, è l'assoluta irrazionalità con la quale stiamo andando al voto.
Siamo a un momento storico cruciale, tra crisi economica, fiscal compact, l'essere in continuo ostaggio delle oscillazioni dei mercati. Oltre a porre una pesante ipoteca su quelli che potrebbero essere i margini di azione del nuovo governo, rischiamo concretamente di tornare indietro, molto indietro, a partire dall'impoverimento e dello sfascio del sistema sociale.
Le alternative sono due, o un governo con Monti, che non potrà che continuare a perseguire ciecamente la strada che abbiamo imboccato, o un governo di centrosinistra autonomo, che possa essere il più possibile di alternativa. 
Non ci sono altre alternative, che realmente aspirino e possano governare, Berlusconi e Grillo in primis. Semplice semplice.

Ma niente, al contrario, più di metà dell'elettorato 'sto discorso non lo coglierà. Berlusconi. Palesemente e globalmente sputtanato, conclamata incapacità a governare, moralmente indegno, sempre lì da 20 anni e ormai anziano. Ha fatto campagna elettorale solo esclusivamente sulla stronzata della restituzione dell'IMU. Eppure, almeno un 20% di voti ancora li piglierà, a prescindere da tutto. Grillo. Il far passare come causa di ogni male la politica intera, generalizzando senza distinzioni, e una serie di pratiche apertamente totalitarie, dal fanatismo settario, alla pretesa di rappresentare ed essere portatori della verità e del bene comune , cui seguono il rifiuto di ogni confronto e mediazione. Ma niente, farà il botto di voti.
E' scura.
Comunque. Per quanto l'aria sia pesa, si può, anzi si deve, cercare di fare il necessario.

Queste elezioni sono decisive. Serve una decisa svolta rispetto alle politiche portate avanti in questi anni, e per fare ciò serve una sinistra il più possibile forte, in grado di incidere realmente sul futuro governo. Per questo voto convintamente Sinistra Ecologia Libertà. Pienamente consapevole delle grandissime difficoltà cui andremo incontro, ma è una sfida che bisogna necessariamente accettare. Non so se avremo altre possibilità.

4 febbraio 2013

La sopravvalutazione di Berlusconi

E' troppo chiedere, in specie anche all'informazione "progressista", di potere essere un paese in cui se Berlusconi si mette a straparlare e a sparare stronzate come quella ultima dell'IMU, lo si possa dire apertamente appunto che altro non sono che stronzate, e nulla di più, e quindi tirare oltre e lasciarlo cuocere nel suo brodo?
Invece no, subito a dire che con queste dichiarazioni oggi ha fatto salire lo spread e calare la Borsa, oppure a interrogarsi quanti punti di sondaggio può valere l'acquisto di Balotelli o la partecipazione da Santoro, e a paventare il rischio della fantomatica "rimonta".
Oggettivamente, siamo ossessionati ancora Berlusconi. Anche adesso, quando la sua credibilità e consenso sono a minimi dai quali non potrebbe più rialzarsi, e non sarebbe oggettivamente in condizioni per potere vincere queste elezioni. Basterebbe prenderne atto, dirlo esplicitamente, e concentrarsi finalmente sulle reali emergenze e sui veri rivali di queste elezioni. E invece al contrario, lo continuiamo a dipingere come il grande nemico, senza rendersi conto che con questa sua continua sopravvalutazione non si fa altro che il suo gioco, che se riesce a interpretare un ruolo in queste elezioni è solo perché noi glielo stiamo permettendo.

16 dicembre 2012

Che fare per il PD di fronte a Monti

Al netto di Berlusconi e altre scemenze varie, il netto segno politico della settimana è la pressione a tutti i livelli, interni, esterni, dei media, al fine di riproporre, anche dopo le elezioni, Monti e le sue politiche come unica scelta praticabile, per l'Italia e per i mercati.
Chi ha tutto da perderci, in questo quadro, è l'alleanza di centrosinistra PD-SEL che si sta prefigurando, e Bersani e il PD in particolare, che fanno oggettivamente la parte del leone. Che allo stato attuale, c'è l'incertezza del Senato, al solito, ma parrebbe improbabile che ci siano altri soggetti in grado di competere per la vittoria elettorale: l'unica appunto che può letteralmente soffiarla via è la variante Monti, sia lui di persona, o con il forzare la mano in un'ottica di grande coalizione.
A questo punto, è quando si richiederebbe da parte di Bersani uno scatto di personalità, se ne è capace. Dirlo a chiare lettere che un'altra politica è possibile (e indispensabile), che non c'è solo la strada del austerity cieca di Monti e delle istituzioni europee; competere contro queste idee, anche apertamente se necessario, che questa, sul piano dei contenuti, è la vera sfida, non certo quella con le giravolte berlusconiane (più concretamente casomai c'è il problema Grillo, ma è su un altro ordine di contenuti); dirlo, se si vuole, che s'è sostenuto per senso di responsabilità Monti in questi mesi, ma che adesso è il momento di farsi da parte, che si ha un'altra idea del "che fare".
Insomma, a stringere su, è il momento per il PD bersaniano di presentarsi agli elettori, con una proposta politica chiara, decisa, alternativa a quella che finora ha soltanto aggravato la crisi sotto molti aspetti. Se lo si ha, è il momento di avere coraggio e prendersi le proprie responsabilità di governo, dopo averle declinate l'anno scorso, non richiedendo elezioni nella primavera appena trascorsa. Purtroppo per contro, le mosse di Bersani di questa settimana sembrano essere tutte al contrario, col riproporre l'alleanza al centro, e il continuo proclamarsi "più montiani di Monti".

17 settembre 2012

Indice della cupezza del tempo presente...

Ecco, può rendere conto della cupezza dei tempi presenti, che siamo al livello di dovere riconoscere (a meno che non si voglia fare il "Merlo" della situazione) che Berlusconi, pur parlando spudoratamente "con lingua bifortcuta", l'altro giorno mica ha detto cazzate, sulla destrorsità di Renzi, sulla dannosità del fiscal compact, su Grillo.

9 novembre 2011

Il punto sulla crisi (io devo bere un po' di questo amaro calice io devo berne molto fino a toccare il fondo)

Proviamo a fare il punto della situazione.
Ieri dopo il voto alla Camera s'è probabilmente consumato il passo decisivo, l'inedito annuncio delle dimissioni. Qualcuno lo legge come un capolavoro tattico, capace di permettere a Berlusconi di rimanere ancora a lungo al comando, o di risorgere per l'ennesima volta. Francamente mi pare estremamente improbabile. Si è andati troppo in là, e soprattutto bisogna tenere presente come la causa principale scatenante la crisi non è tanto nei giochi politici, ma nella pressione dei mercati, dell'economia e dell'Europa. Il crollo in corso della Borsa di Milano e l'impennarsi di 'sto spread maledetto, seguito al dilatarsi del periodo prima delle dimissioni, oltre ad affossarci ulteriormente verso un punto dal quale sarà difficilissimo ed estremamente doloroso ripartire, non può rimanere privo di conseguenze. Salvo eventi al momento non prevedibili, o un disprezzo e una noncuranza della situazione italiana a un livello francamente non ipotizzabile. Insomma, Berlusconi non potrà bello bello approvare come e quando gli pare la legge di stabilità, cercando frattanto di riconquistarsi una decina di parlamentari. Ci sono fattori esterni che non è in grado di influenzare.
A questo punto, le prospettive sono però incerte, e preoccupanti. Napolitano ieri non aveva certo intenzione di costringerlo alle dimissioni, sciogliere le Camere e indire le elezioni, anche se probabilmente era nella posizione politica di poterlo fare. L'idea sua, condivisa da larghissimi settori dell'opposizione, specie nel PD, e l'UDC in toto, è che sia nell'interesse nazionale rimandare le elezioni alla loro data naturale, nel 2013, con un governo tecnico il prima possibile che metta mano e dia risposte alle indicazioni provenienti dall'Europa. Senza stare a ripeterlo troppo, io non lo condivido. Elezioni in tempi rapidi, con un modello economico alternativo da proporre. Indispensabile.


Restiamo in attesa.
Io devo bere un po' di questo amaro calice
Io devo berne molto fino a toccare il fondo...

8 novembre 2011

Auspici democristiani

Stamattina in centro per Roma si è incrociato Lorenzo Cesa, segretario dell'UDC. 
Dovevo rendermi conto che iniziare la giornata con un democristiano avrebbe portato sfiga, trarre gli auspici, e capire con certezza fin da stamattina che finiva che Berlusconi non si dimetteva, ma che la strascica e ce la fa pagare fino in fondo.

7 novembre 2011

Rivoluzione d'Ottobre, e la fine del regime italiano

7 Novembre 1917-2011: viva la Rivoluzione d'Ottobre!

Se domani, come abbastanza probabile, andrà a cadere il governo, è abbastanza sconfortante che i "Lenin" della situazione saranno Casini, la BCE, transfughi dell'ultima ora, vecchi e nuovi riciclati e reazionari.
Andiamo per ordine, cercando di analizzare brevemente la situazione. Come evidente, Berlusconi e il governo sono ormai agli sgoccioli. E' l'esito ineluttabile della crisi politica apertasi ormai da un anno, con l'uscita di Fini e di FLI, ma sinora quasi occultata, grazie ai vari Responsabili e a un'Italia fondamentalmente assopita. Un mese e mezzo fa si commentava come vivessimo in una situazione di stallo, in attesa di qualcosa che rompesse l'equilibrio. Il "quid", a ripensare agli ultimi avvenimenti, è arrivato con la bocciatura della legge di bilancio, l'ennesimo voto parlamentare sempre più striminzito e lo sfiorato colpaccio del mancato numero legale: di lì, a stretto giro, l'ennesima ondata di speculazione sull'Italia, l'Europa che ha messo alle strette l'Italia, lo strappo palese con Tremonti, la mancata promulgazione del "decreto sviluppo". E quindi, nel volgere di una settimana, il palesarsi del malcontento anche tra storici esponenti forzisti, estremisti berlusconiani come la Bertolini, Stracquadanio, e quindi l'inizio delle defezioni, sempre più numerose, dal PDL verso le sponde centriste, per arrivare infine agli appelli dei vertici stessi di Lega Nord e PDL affinché Berlusconi si dimetta. Stiamo con tutta probabilità alla vigilia di un momento di rilievo storico.
In Italia ci piace spesso richiamare momenti drammatici della storia nazionale, in modo spesso del tutto improbabile. Ma quello che stiamo vivendo in questi giorni, per quanto possa essere scontato, veramente richiama alla mente la fine di altri regimi, il suo repentino disfarsi, le velleità del resistere fino alla fine trascinando tutti con sé, gli intrighi, i fedelissimi che si trasformano in voltagabbana dell'ultima ora, lo squallore e la meschinità di questo epilogo. Se c'è un qualcosa per cui assolutamente il berlusconismo sta palesando una sua natura profonda di regime, è proprio adesso, nella sua fine. Nel fatto per cui  le dimissioni di un presidente del consiglio, e le successive elezioni, diventino un momento palingenetico. L'attaccamento insensato e irresponsabile alla carica, contro tutto e  tutti.
Dimissioni, il prima possibile, speriamo domani. Quindi voltare pagina. Con molte incertezze. Siamo in una situazione economica gravissima, a un passo dal baratro. L'unica strada che ci viene prospettata è quella, drammatica e inaccettabile, propostaci dalle istituzioni neoliberiste europee e internazionali, che rischiano di portarci sempre più a fondo, devastando lo stato sociale, con costi umani insostenibili, senza che si riesca a uscire dalla morsa della speculazione e della crisi. Non vi sono soggetti con la forza di sostenere, da subito, una via, un modello e delle idee differenti (se ve ne sono). La cosa più probabile è un esecutivo di transizione, con il compito precipuo di dare atto alle richieste suicide che ci arrivano da mesi. E sarà un governo con la volontà politica e la forza di poterlo fare. Il futuro appare buio. La sinistra plurale italiana ha perciò la necessità storica di darsi una ragione d'essere.

A domani. Come regalino, se siete arrivati a leggere fin qui, il wallpaper hd (beh!) in 16:9 della vecchia targa della sezione del PCI di Terni "7 Novembre", una delle primissime istituite nel dopoguerra, in via Eugenio Chiesa.

20 ottobre 2011

Della comprensione e degli ombrelli

Berlusconi sulla morte di Gheddafi, ore 14.08: "Sic transit gloria mundi".
Bravu, hai capitu?

Comunque, cosa probabilmente ben più importante, tutto ciò è un complotto della NATO affinché Steve Jobs non stravinca il Morto del Mese di Ottobre? In tal caso, al netto dell'ingerenza delle potenze straniere nel concorso, grazie NATO! Mo' capisco il senso di quell'intervista là di Berlinguer e degli ombrelli. Del resto è il compagno Berlinguer, ce la sapeva.

14 giugno 2011

Il voto referendario

Il risultato dei referendum di ieri è stato storico. E se a Berlusconi e compagnia rimanesse un briciolo di decenza e dignità, si sarebbero dovuti immediatamente dimettere.
E' stato un voto in cui si sono mescolati molti fattori, l'onda lunga delle elezioni amministrative, l'"effetto Fukushima", la stanchezza, il rigetto di larga parte del Paese nei confronti di Berlusconi e del Governo. In Italia ha votato il 57% dell'elettorato, di esso il 95% ha scelto di abrogare quattro provvedimenti approvati dall'attuale maggioranza parlamentare. Ossia, il 54% effettivo dell'elettorato, la maggioranza assoluta degli italiani, ha votato per l'abrogazione. Questo è un dato politicamente di estremo rilievo, si ricordi che in genere chi "vince" un'elezione è in realtà solo una maggioranza relativa, ma minoranza effettiva della popolazione (per capirci, centrodestra e centrosinistra, che possiamo accreditare approssimativamente a un 40% ciascuno attualmente, rappresentano, tenuto conto dell'astensionismo, non più che un elettore su tre): al referendum invece ha votato per l'abrogazione delle leggi non la maggiore delle minoranze, ma una maggioranza reale, assoluta. E' evidente che questo voto non potrà non avere pesanti ripercussioni politiche sulla "maggioranza" di centrodestra, contro cui di fatto ha votato una larga parte del proprio stesso elettorato. Per questo non si può ridurre il referendum a un semplice voto d'opinione, ma si è trattato di un voto storico, a seguito del quale, e alla luce anche delle clamorose sconfitte delle amministrative, il governo non dovrebbe prendere altra strada che quella delle dimissioni e delle elezioni anticipate. E' palese l'assoluta carenza di legittimazione popolare del centrodestra e di Berlusconi.
Onore a tutti i movimenti e le associazioni che fin dall'inizio, quando pareva una battaglia persa in partenza, hanno creduto e lottato per i referendum. Nota di merito va riconosciuta all'Italia dei Valori, che grazie al referendum sul legittimo impedimento, su cui personalmente non avrei puntato nulla, è riuscita a dare un particolare peso politico alla consultazione, altrimenti molto tecnica. Nota di merito anche a Bersani: gli è stato rinfacciato come la linea, sua e di buona parte della dirigenza democratica, su nucleare e acqua pubblica non fosse quella che poi hanno sostenuto al referendum, e che è stato alquanto disinvolto nel cambiare idea. Vero, ma bene ha fatto, è stato politicamente accorto a cambiare posizione (così come a Milano, e poi a Napoli), capendo quale fosse l'aria che tirava, in Italia e nella base, appoggiando apertamente il sì, e con lui - quasi - tutto il partito, contribuendo infine in modo determinante a questi straordinari risultati.

16 gennaio 2011

Che duciiii Berlusconi innamorato!

Volevasi scrivere qualche commento da vetero-comunista rancoroso, su come è stata una brutta sconfitta quelle di Mirafiori, perché non si può cedere ogni volta ai ricatti, che se no l'asticella dei diritti verrà posta ancora più in basso nell'occasione successiva.
Oppure da pseudo giurista-giustizialista, sull'equilibrio della sentenza della Corte Costituzionale dell'altro giorno (o meglio, tipica sentenza cerchiobottista della Suprema Corte).
Ma niente da fare, non si può pensare a queste cose, mentre l'animo è pieno solo della letizia di sapere che il Presidente del Consiglio ha una relazione stabile con una persona da che si è separato.
Che duciiiii Berlusconi innamorato!

11 ottobre 2010

Di mancina

L'amato Presidente del Consiglio è stato operato per una tendinite alla mano sinistra.
Evidentemente, tempi duri questi, autarchia, altro che escort!