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29 gennaio 2009

Provocatori

Il punto politico fondamentale di gente come Di Pietro, Travaglio e compagnia strillante è che sono dei provocatori. Stop.
Disposti a dire di tutto e a insinuare, pur di far parlare di sé. E a valutare tutto nell'ottica settaria del "con noi o contro di noi". Incuranti del progetto politico, con l'obiettivo solo del proprio tornaconto d'immagine immediato. Attacchi sconclusionati, offensivi e politicamente ridicoli come quelli di ieri a Napolitano (omertà mafiosa il comportamento ineccepibile di un presidente della Repubblica che si attiene scrupolosamente alla Costituzione, e riesce a svolgere egregiamente la sua funzione in una situazione politica tanto difficile?) sono solo pretesti per attirare l'attenzione mediatica su una giornata piuttosto irrilevante, per spaccare l'opinione pubblica. Questo metodo si chiama Berlusconismo. L'uno, Di Pietro, il cavaliere senza macchia contro la Casta, l'altro, il modello, contro il Comunismo. Che importa se i referendum ben che vada si terranno fra un anno e mezzo, e non hanno speranza di raggiungere il quorum. L'importante è potersi presentare come i portatori della Morale, e farsi vedere per settimane su tutte le piazze con i banchetti. Anzi, già che ci siamo, proponiamo la mobilitazione permanente, e annunciamo un'altra decina di raccolte firme.

Di Pietro avrebbe dichiarato che le proprie liste per le Europee saranno al 70-75 % composte dalla cosiddetta "società civile" (io naturalmente pur essendo sin bandera non rientro nella categoria, e sono un orgoglioso rappresentante della società incivile): evidentemente si ritrova un po' a corto dei soliti trasformisti e politicanti (De Gregorio, per fare un nome) con cui lui, il magistrato del popolo, è solito riempire liste e organismi dirigenti dell'Idv...