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19 settembre 2011

Pace, progresso e prosperità

Qualcuno giorno fa si stava un po' guasti. 
A leggere la home de l'Unità, con Bersani che annunciava il "Nuovo Ulivo" dava quasi l'impressione che per un bug stessero ripubblicando, tanto erano uguali le parole, notizie di un anno fa. La situazione economica e politica, non serve ripeterselo, è disastrosa, ma l'Italia pare ferma, così, appiccata, bloccata in attesa di non si sa che cosa. Regge con lo sputo la maggioranza parlamentare, anche se tutti sanno, si vedano le dichiarazioni di Pisanu, della Polverini, che basta un qualcosa, una qualche alternativa, e sarebbero in tanti dispostissimi a fare una nuova maggioranza e poi tornare alle urne. 
La situazione è bloccata in questa maniera da un anno praticamente. E non sono poche allora le responsabilità delle opposizioni, PD e Bersani in primis, che dopo aver lanciato, più di un anno fa ormai, il "Nuovo Ulivo", non hanno riempito di una qualche sostanza la proposta, provando a cercare un'ipotesi di accordo con le sinistre, e al contempo pensando di poterla far convivere con l'UDC, ricercata e blandita a oltranza, pur essendo chiaro che Casini, come si suol dire, si limitava a farla annusare. E per carità, non è che gli altri siano stati molto migliori, l'IDV il solito ricercare ondivago il proprio esclusivo tornaconto, PRC e PDCI nel loro splendido isolamento nazionale (e a caccia di poltrone nel locale), SEL e Vendola che ancora non si decidono a imboccare una loro strada chiara... Quello che è emerso netto in questo anno è stata la palese inadeguatezza delle forze e dei leader di opposizione di fronte a una situazione da risolversi ormai col ritorno più rapido possibile a nuove elezioni e all'accantonamento di Berlusconi.
E' inoltre ampiamente cresciuto un diffusissimo e generalizzato sentimento di discredito nei confronti della politica in genere, che accoppiato alle pesantissime manovre economiche e alla mancanza di uno sfogo politico e sindacale che non sia episodico, può veramente portare nel giro di pochissimo tempo a situazioni di forte tensione.
Insomma, fino a qualche giorno fa si stava parecchio guasti, e non a torto.
Ma tutto ciò appartiene ormai al passato. Un passato spazzato via dalle ultime inimmaginabili rivelazioni dalle intercettazioni, da cui fiera, immacolata e prosperosa emerge la figura della compagna Manuela Arcuri, che ben potrà rappresentare quel "quid" in più che blocca la politica italiana, e portare la sinistra e il popolo italiano a una splendida affermazione e a un futuro di pace, progresso e prosperità.

19 dicembre 2010

La "svolta" bersaniana, e compatibilità

A essere oggettivi, la svolta di linea di Bersani dell'altro giorno è un po' riduttivo sintetizzarla in una proposta di alleanza con Fini e Casini, scaricando Vendola e Di Pietro.
Bersani ha annunciato che a gennaio il PD farà una sua proposta politica globale (diciamo anche di governo), vedendo quindi chi voglia aderire, senza preclusioni da nessuna parte. In pratica, è la -giusta- risposta a chi critica il PD perché sembra passare il tempo a rincorrere gli altri per alleanze, senza dettare invece esso termini e condizioni.
E, sempre nell'ottica del PD, è giusto e logico che non si precluda la porta a un'alleanza con i centristi, e magari anche con Fini. Certo, se si facesse un'alleanza di questo genere sarebbe una bella vaccata, e capisco pienamente tutti i democratici guasti all'idea, però bardasci molti c'avevano da pensarci per tempo, che il PD ci nasce come partito moderato di centrosinistra, e un'alleanza con il centro è più naturale che con le sinistre di SEL (l'IDV non parliamone, che se, sia PD che SEL, ne potessero fare a meno, molto meglio sarebbe per tutti).
Il progetto di SEL nasce (e dovrebbe essere e si spera che sia) come alternativa di sinistra, poi alla fine pare probabile che si va a finire tutti alleati, ma le ragioni di essere e i progetti fondanti rimangono assolutamente distinti.

15 settembre 2010

Marcia su Roma e dintorni, e un po' di aritmetica

Emilio Lussu, dirigente socialista e azionista, noto ai più per il libro di memorie della Prima Guerra Mondiale "Un anno sull'Altipiano", ha scritto un altro libro molto molto interessante. Trattasi di "Marcia su Roma e dintorni". Per esperienza diretta, racconta assai bene la genesi del Fascismo, la violenza come sua pratica quotidiana, fino alla sua affermazione e all'omicidio Matteotti.
In un episodio poco noto, racconta delle trattative in corso, al fine di evitare la presa del potere da parte di Mussolini, per affidare la guida del governo a Gabriele D'Annunzio.

C'è qualche voce che parla, in questi giorni, di un eventuale disponibilità di Berlusconi a votare il ritorno alla vecchia legge elettorale, scambiandolo con un voto dell'opposizione al "Lodo Alfano costituzionalizzato", affinché ci sia un'approvazione col quorum sufficiente a evitare il referendum costituzionale confermativo.
Fantapolitica per il momento. Ma se fosse. La dico pesa: sarebbe da accettare. Sarebbe uno scandalo, una vergogna. Ma meglio comunque che andare avanti in questo modo. Sono convinto che Berlusconi ce ne abbia non pochi di motivi per essere in galera. Ma personalmente venga condannato e vada in carcere, a me non importa. A me importa che finalmente sciacqui da li cojoni. Che non è possibile che da dieci anni a questa parte al centro del dibattito pubblico, della politica italiana, ci siano i processi di Berlusconi, che non si parla che dei mezzi scandalosi che cercano di architettare per salvarlo da una condanna. L'ultimo è il processo breve per dirne uno. A 'sto punto, e basta, siamo al livello che è meglio sacrificare la giustizia e la legalità pur di salvare l'Italia. Sai mai, magari una volta che è finalmente al sicuro capace pure faccia un passo indietro. Bisogna voltare pagina con Berlusconi.

La legge elettorale. Quella attualmente vigente assegna la maggioranza della Camera dei Deputati alla coalizione col maggior numero di voti, con la maggioranza relativa. Con un quadro politico bipolare, ha funzionato un po' così. In un quadro politico potenzialmente tripolare, come potrebbe prospettarsi in caso di elezioni anticipate in primavera, la maggioranza parlamentare alla Camera rischierebbe di andare a una lista con molto meno del 40 % dei voti. Berlusconi e Lega, per essere precisi.
Tocca farla un po' di aritmetica. Ci si rifà ai dati del sondaggio pubblicato lunedì su Repubblica. Pdl + Lega vengono dati al 40 % e rotti, un ipotetico terzo polo Udc/Fli/Api al 13 % circa, a un'ipotetica coalizione di centrosinistra il resto.
Che stiamo nella merda è abbastanza palese, comunque vada.
Tocca essere realisti quindi. Smettere di perseguire i piccoli interessi di bottega, che non è proprio il momento. Ad esempio, capisco che Vendola c'abbia legittimissime ambizioni personali e politiche, che in buona parte condivido anche, però non è il momento di attaccare a priori il progetto di Nuovo Ulivo e chiedere le primarie come prima cosa: primarie di coalizione per che cosa? Per una coalizione che non esiste ancora e per elezioni che sono nell'aria, ma non certo convocate? Stesso discorso per Chiamparino ('sta storia del Chiampa con Vendola fa anche abbastanza ride, il sindaco di Torino è indubbiamente fra i più "destri" tra i democratici, lo si veda sulla Fiat ad esempio); per Veltroni, Fioroni e compagnia, manco a sprecare parole.
Lo si diceva appena tornati, un paio di settimane fa, che il Nuovo Ulivo è un buon segnale dopo tanto tempo. Asor Rosa sul Manifesto l'ha definita la prima vera iniziativa politica del Pd dopo molto tempo. Vero. E' una proposta ancora vaga, da riempire di contenuti concreti: ma non da cercare di ammazzare in culla. Ripeto, al di là delle dichiarazioni di principio, tocca fare i conti con la realtà, e la realtà è che andare a votare in queste condizioni sarebbe un'assoluta catastrofe.

30 agosto 2010

Staccare

Ben ritrovati.
Fa sempre bene staccare un po', che magari al ritorno capace pure che si senta qualcosa di ragionevole. Tipo la presa d'atto sempre più generalizzata a sinistra della necessità di ricostruire un soggetto unitario, Nuovo Ulivo o quel che ci pare, e il seppellire le teorie della pretesa autosufficienza del Pd, che tanti danni hanno portato. E che, visti i casini che ci sono stati, serve urgente una riorganizzazione, che qualche mese comunque richiederà. E, magari, una nuova legge elettorale.

Se n'è jitu quillu soggettone de Cossiga. Kordoglio, come ha scritto qualcuno. Mmh!

Per fortuna che pronto è tornato Gheddafi, sempre pronto a piglia' per il culo, e noi che gli si dà retta e lo si prende sul serio.