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14 dicembre 2010

Analisi della sfiducia mancata

Giornata di merda.
1 perché ci speravo fortemente nel potersi liberare di Berlusconi già da oggi
2 perché, dopo aver avuto un Parlamento fermo da mesi, e proprio chiuso nelle ultime settimane, oggi la sfiducia è stata respinta solo grazie al voto di un eterogeneo gruppetto di trasformisti di ogni sorta: fa veramente rabbia sapere le sorti della politica italiana in mano a gentaglia del genere
3 ci mancavano solo scontri di piazza pesanti come da anni non se ne vedevano a una manifestazione politica
Fini ne esce male. Berlusconi ha ottenuto certo una vittoria di Pirro, ma Fini con la sfiducia fallita s'è bruciato per bene.
L'Italia dei Valori, il partito dell'"unica opposizione", bella figura di merda. Con due suoi ex deputati che passano a Berlusconi giusto una settimana prima del voto.
Il PD... mah! Calearo e altri l'ha già persi da un po', e anche qui complimentoni a chi fece le liste nel 2008, ma almeno al voto oggi c'erano tutti e 206. Quello che indubbiamente è mancata è stata l'iniziativa politica, che da mesi è solo al traino di Fini e Casini.
Però insomma.
314 voti contro 311. 314 è sotto la maggioranza assoluta, e non è che qualche voto raccogliticcio possa cambiare la realtà che a Berlusconi manca da mesi la forza politica e numerica per proseguire la sua esperienza di governo. La crisi rimane tutta e inalterata. Capace pure che se l'alternativa fosse stata nuova maggioranza di centrodestra almeno fino al 2012, meglio proseguire così. Che come giustamente da parecchio ripete la Lega Nord, o si allarga la maggioranza, o si torna al voto. E dato che non si vedono soggetti disponibili a sostenere organicamente Lega e Pdl, meglio che tutti, alla svelta, ci si prepari per le elezioni.
Come diceva il buon vecchio Hurin,
"Aurë entuluva! Auta i lómë!", il giorno risorgerà, e la notte sta per finire. Magari non sarà oggi, e un governo di transizione che riformi la legge elettorale non ce l'avremo. Ma al giorno non manca più molto.

11 novembre 2010

Brandivino!

Popolo tolkieniano!
L'amato fiume Brandivino che lambisce la Contea, volgarizzazione del più solenne Baranduin
Il Brandywine (Brandivino nell'originale inglese), fiume della Pennsylvania, con qualche memoria storica alle spalle.
Se ne apprezzi la bucolicità!
sindarin, confine con l'ignoto delle Terre Selvagge (o più nel piccolo, con la Terra di Buck e i suoi bizzarri abitanti), ha un corrispettivo!

4 ottobre 2010

Da cosa nasce cosa. Imladris marchigiana

Come dicevasi un annetto fa, Apecchio è la prova che anche le Marche possono dare qualcosa di buono.
O forse potrebbe essere appunto l'eccezione alla regola.
Ma no daje ad esempio anche Mario Riccardi è marchigiano.
Comunque. Sebbene sperso nelle tenebrose foreste del confine umbro-marchigiano, basta arrivare alle frazioni di Taverna e Osteria Nuova, pochi km dopo il valico di Bocca Serriola, per capire che aria tira.
Che fa anche tanto ultima casa accogliente, Imladris, solo che venendo dall'altro lato delle Montagne Nebbiose, se proprio vogliamo.

27 febbraio 2008

Lo spirito in lui ardeva come fiamma

...fiere e impetuose erano le sue parole, ridondanti di collera e orgoglio...
"Bella sarà la meta, per dura e lunga che sia la strada! Dite addio alla schiavitù! Ma dite addio anche agli agi! Dite addio alla debolezza! Dite addio ai vostri tesori! Altri ne produrremo. Procedete leggeri: ma portate con voi le vostre spade! Perché andremo più lungi di Oromë, sopporterremo più di Tulkas: non faremo ritorno dall'inseguimento. Alla caccia di Morgoth fino ai confini della Terra! Avremo guerra e odio senza fine. Ma quando avremo conquistato e riguadagnato i Silmaril, allora noi, e soltanto noi, saremo i signori della Luce immacolata, padroni della felicità e della bellezza di Arda! Nessun'altra razza ci soppianterà!"
Quindi Fëanor pronunciò un terribile giuramento. I suoi sette figli balzarono pronti al suo fianco, e insieme fecero identica promessa, e rosse come sangue balenarono le loro spade sguainate al lume delle torce. [...]
Fëanor però rise e parlò, non già all'araldo, bensì ai Noldor, con queste parole: " Così, dunque! Quindi, questo valente popolo dovrebbe mandare in esilio null'altri che l'erede del loro Re con i suoi soli figli, ed esso tornare alla sua schiavitù? Se qualcuno vuol venire con me, io gli dico: vi si preannuncia dolore? Ma in Aman l'abbiamo conosciuto. In Aman, dalla beatitudine siamo passati al dolore. Vogliamo dunque tentare l'altra strada: di giungere dal dolore alla gioia; o alla libertà quanto meno."
Quindi, rivolto all'araldo, gridò: "Dì questo, a Manwë Súlimo, Re Supremo di Arda: se Fëanor non può abbattere Morgoth, per lo meno non esita nell'assalirlo, e non se ne sta in preda ad oziose recriminazioni. E può essere che Eru abbia messo in me fuoco maggiore di quanto tu creda. Tanto danno farò quanto meno all'Avversario dei Valar, che persino i possenti che stanno nell'Anello della Sorte resteranno a bocca aperta nell'udirlo. Proprio così, e alla fine essi mi seguiranno. Addio!". In quel momento la voce di Fëanor risuonò così vasta e potente, che persino l'araldo dei Valar si inchinò di fronte a lui come chi sia pienamente soddisfatto della risposta avuta, e se ne andò; e i Noldor ne furono soggiogati. [...]
Fëanor corazzò però il proprio cuore e disse: "Abbiamo fatto un giuramento, e non è poco. Quel giuramento noi lo manterremo. Ci si minacciano molti mali, non da ultimo il tradimento; una cosa però, non ci vien detta: che soffriremo per codardia, per via di codardi o per paura di codardi. Pertanto io dico che proseguiremo, e questo parere soggiungo: le imprese che compiremo saranno materia di canto fino agli ultimi giorni di Arda". [...] ... e rideva forte agitando la spada, rallegrandosi al pensiero di aver sfidato la collera dei Valar e i perigli del cammino, e che era vicina l'ora della sua vendetta. Nulla sapeva di Angband né delle formidabili difese che Morgoth vi aveva in gran fretta apparecchiate; ma, anche se le avesse conosciute, non lo avrebbero distolto, essendo egli forsennato, consumato com'era dalla fiamma della propria ira. [...] E sarebbe perito, non fossero proprio in quella giunti al soccorso con altre forze i suoi figli; e i Balrog lo lasciarono, e rientrarono in Angband. [...] ... Fëanor ordinò loro di fare alto, ché le sue ferite erano mortali ed egli sapeva essere giunta la sua ora. [...] Quindi spirò, ma non ebbe né tomba né sepolcro perché così focoso era il suo spirito che, come se ne staccò, il corpo cadde in cenere e fu spazzato via come fumo; e il suo sembiante non è più riapparso in Arda, né il suo spirito ha lasciato le aule di Mandos. Così finì il più possente dei Noldor, dalle cui gesta vennero sia la loro massima nomea, sia le loro più triste sventure.

John Ronald Ruel Tolkien, Il Silmarillion

A Fëanor Curufinwë, figlio di Finwë Re dei Noldor!

11 ottobre 2007

Bah (Tolkien chi credi di convincere!)

Qua sotto s'era posta l'idea di portare l'Anello nell'Ovest immortale, dove indubbiamente causa la curvatura del Grande Mare sarebbe stato al sicuro da Sauron o chi per lui. Insomma, una falla notevole nell'universo tolkieniano.

Invece guardando con più attenzione si è trovata la risposta al dubbio: dichiara infatti in Imladris Elrond Mezzelfo, durante il Consiglio: "Eppure coloro che vivono al di là del Mare non lo accetterebbero mai: per il bene o per il male esso appartiene quindi alla Terra di Mezzo; tocca a noi che abitiamo ancora in queste contrade decidere della sua sorte."

Vabbe', se lo dice Elrond il parere è senza dubbio autorevole, però insomma, la spiegazione è abbastanza semplicistica, è più un "perché no" che altro.

Tolkien ti tengo d'occhio!

5 ottobre 2007

Spiegando il titolo di cui sotto

La Via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte
Ora la Via è fuggita avanti
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin dall'incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? Nessuno lo sa.

da J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli

[oh vabbe' se certe cose cominci ad ascoltarle da quando hai quattro anni è logico che ti entrino in mente. Il Dunedan]

3 ottobre 2007

Questioni letterarie

L'azione del Signore degli Anelli si diparte dall'esigenza di distruggere l'unico Anello nell'Orodruin, dato che altre maniere di fonderlo e/o eliminarlo non sussistono, e di nasconderlo nella Terra di Mezzo non se ne parla nemmeno.
Ma sorge questo dubbio atroce: se l'Anello fosse stato portato al di là del mare curvo, a Ovest, nelle terre immortali di Valinor? Lì la niquizia di Sauron  non sarebbe stato in grado di raggiungerlo.
Toccherà sottoporre la questione al Cristopher Tolkien temo.

26 marzo 2007

Senilità

Sto rapidamente invecchiando. Il vecchio insensibile Nicola che qualcuno di voi avrà conosciuto non esiste più ormai. Anche oggi rivedendo la carica dei Rohirrim dal Trombatorrione quasi mi commuovevo.
"Il Corno di Helm Mandimartello, suonerà nel Fosso... un'ultima volta! Fa' che questa sia l'ora in cui sguainiamo le spade insieme. Feroci atti, sveglia! Non per collera, non per rovina o la rossa aurora! Forza, Eorlingas!"