30 novembre 2011

NovemberFest 2011, misure anticrisi

Leggi le notizie odierne sulle misure economiche che si vengono preparando per l'Italia, e ti piglia lo sconforto, ma ti ci incazzi anche, che basta fare il titolo che ci dice come è stata innalzata l'età per percepire il vitalizio da parlamentare a 65 anni per coloro che hanno fatto un solo mandato, e 60 anni per i pluri-mandato, e tutti stanno felici e soddisfatti, per fortuna è arrivato il governo Monti il nemico della casta.
Bah.
E dire che si era pure ben disposti in questi giorni, che sabato sera a Perugia s'era organizzata la "NovemberFest", col fine precipuo di puntare a risolvere la questione dello spread, recuperando la credibilità internazionale persa per non avere celebrato l'Oktoberfest nel 2010 e nel 2011. Sempre più perfido e dannato Olli Rehn, che mica s'è degnato di venire.

29 novembre 2011

Addio compagno Magri

Brutto scoprire stamattina che il compagno Lucio Magri ha deciso di lasciarci.
Comunista, intellettuale, dirigente del PCI, componente del gruppo del "Manifesto". Me lo ricordo due anni fa, a Perugia, alla presentazione del "Sarto di Ulm" (libro di cui si era parlato recentemente, da consigliare a chiunque, per ricordare da dove siamo nati, e dove saremmo potuti arrivare), col suo lungo e istruttivo intervento, e il trasparire dell'amarezza che lo ha portato alla sua ultima scelta

28 novembre 2011

Lo "scandalo" De Gregorio-Polverini-Bonino

Due parole sullo "scandalo" odierno nato dopo le dichiarazioni della De Gregorio, che ha affermato come nella primavera del 2010, prima delle Regionali, un esponente di primissimo piano del PD le abbia confessato che volutamente il PD non stava facendo adeguatamente campagna elettorale per Emma Bonino per farla perdere, perché la Polverini, vincendo le elezioni, avrebbe rafforzato Fini, provocando la sua uscita dalla maggioranza e conseguentemente la caduta di Berlusconi.
In primo luogo, la De Gregorio, e soprattutto come ha riferito la storia, paiono un po' poco credibili.
In secondo luogo, se veramente delle menti del PD hanno elaborato un piano così machiavellico, tanto di cappello, che il tempo gli avrebbe dato ragione (che senza la crisi di governo dell'anno scorso provocata dallo strappo di Fini molto ma molto probabilmente Berlusconi era ancora lì stabilmente al governo), e a questo punto toccherebbe ringraziarli, loro e la Polverini.
In terzo luogo, Concita De Gregorio, Emma Bonino, Renata Polverini. Femmine. Bah!

Quota 1500! ed emozionanti fotogallery appresso

Amici e compagni! Se le statistiche di Blogger non mentono, con estrema gioia si comunica che questo è il post numero 1500 di questo blog.
Oltre a ringraziare tutti coloro che da quasi cinque anni a questa parte per una ragione o per l'altra capitano da queste parti, due segnalazioni tratte dalle fotogallery odierne di Repubblica.it (oltre al domandarsi la ratio della misteriosa e assolutamente ingiustificata sovraesposizione, sempre sul sito di Repubblica, di Bonelli Angelo e di ciò che è rimasto Verdi): la commovente storia del lupo che, fedele ai detti sui peli che tirano alla grande, si è fatto 1100 km per accoppiarsi (commuove noi come commuove l'America, e una storia d'amore di tale tenerezza è un ottimo viatico per il futuro di questo post); quindi, l'emozione di vedere il grande bello bravo e simpatico Mario Monti uno di noi calpestare lo stesso suolo che anch'io calpesto ogni settimana a Roma Termini al binario 1, al termine di un viaggio in treno dal verosimile e popolare costo di € 116,00 (sì, uno di quei treni sui quali sono dirottati la grandissima parte degli investimenti pubblici, che viaggiano pressoché vuoti e che hanno la priorità su tutta la linea nazionale, e per i quali il resto della rete ferroviaria nazionale peggiora ogni giorno in termini di prezzi, frequenza e qualità del servizio).

25 novembre 2011

Eventi: Fiera del Cassero e Popoli e Religioni

Due esempi al volo su uno dei maggiori limiti delle politiche "culturali/turistiche" ternani, l'assoluta incapacità di pubblicizzare e valorizzare adeguatamente iniziative ed eventi di un certo interesse che già esistono, senza doversene stare a inventare di nuovi.
La Fiera del Cassero. La maggiore fiera cittadina, caratterizzata da una costante incertezza sulla data (genericamente a novembre), la durata (un giorno, due giorni, a seconda di come gira), la collocazione (dimenticata ormai incomprensibilmente la Passeggiata), e la pressoché totale mancanza di informazione sulle modalità del suo svolgimento. Ok, è una classica fiera, di per sé nulla di particolare, però un suo interesse ce l'ha. E se prendiamo Perugia, la Fiera dei Morti invece, che salvo le dimensioni non è nulla di differente, è praticamente il terzo evento cittadino, 10 giorni di durata, decine di migliaia di visite, manifesti 6x3. Insomma, se la sanno vendere e valorizzare.
Il festival cinematografico Popoli e Religioni. Per quanto uno possa essere eventualmente prevenuto per un'iniziativa strettamente legata alla Diocesi, ci sono oggettivamente belle cose, film, eventi e incontri interessanti. Un'iniziativa anch'essa valida e da valorizzare. Invece sta lì da anni a languire, basso profilo, sempre con un ristrettissimo giro di persone a seguirlo.
Iniziative interessanti, di potenziale ampio riscontro, senza l'assoluta autoreferenzialità dei vari esTerni e Festarch Lab sui quali si insiste con pomposità e ostinazione. Ma torniamo sempre all'annoso tasto dolente della promozione turistica ternana, la capacità di sapersele vendere le cose che si hanno.

24 novembre 2011

Il caso Fassina

L'ultima grana in casa democratica, la richiesta ufficiale di dimissioni avanzata dall'area "liberal" del PD nei confronti del responsabile economico del partito, Stefano Fassina, pone alla luce un problema reale, derivante da contraddizioni oggettive che prima o poi dovevano necessariamente emergere.
Fassina, e l'area a lui vicina, esprimono quantomeno in campo economico posizioni e sensibilità di stampo apertamente socialdemocratico, generalmente alquanto condivisibili, basate in primo luogo sul riconoscimento del grave errore commesso dalla sinistra italiana in questi ultimi 20 anni, nel corso dei quali ha cessato di esprimere un pensiero autonomo, appiattendosi su posizioni e dogmi di ispirazione -generalizzando- neoliberiste: posizioni che hanno portato alla situazione odierna, e politiche che sarebbe suicida continuare a perseguire. Indicativo è stato, recentemente, l'intervento su l'Unità nel quale contestava decisamente nel merito la lettera contenente le misure "proposte" dalla BCE all'Italia. 
In veste di responsabile del settore Economia e Lavoro del PD, in teoria le posizioni di Fassina dovrebbero essere rappresentative delle posizioni in materia economica del Partito Democratico. Ora, tralasciando la questione del quanto tali posizioni siano condivise all'interno dei democratici, come può tutto ciò essere compatibile con la linea del PD di appoggio incondizionato al Governo Monti, che invece è nato proprio per essere interprete ed esecutore di quelle linee e di quelle direttive provenienti dalla BCE così attaccate -giustamente- da Fassina? Le richieste dei "liberal" piddini, come detto, evidenziano una delle tante e dirimenti contraddizioni del PD, e rendono ineludibile la necessità del partito e della sua base di fare scelte chiare, definitive sul cosa pensano e vogliono essere.

17 novembre 2011

Il Governo Monti (o del ritorno al governo degli optimates)

Tanto ad abundantiam, si sta abbastanza guasti, le linee programmatiche del Governo Monti sono alquanto preoccupanti, e altrettanto preoccupante è la "macchina del consenso" trasversale - Repubblica in testa - che si è messa in moto, tutta tesa a dimostrare la bontà e la necessità del nuovo governo. 
Senza entrare nel merito di ogni ministro, nel complesso tutte personalità di indubbio rilievo, ma legate mani e piedi, meglio, proprio espressione diretta, dei vari potentati, grandi banche, mondo confindustriale, università private, grand commis di stato, chiesa cattolica. Quello in pratica che dovrebbe essere un governo di destra in un paese serio, ma lasciamo stare.
In tutto ciò, pare di essere tornati alle teorie ciceroniane, al governo degli optimates, l'oligarchia alla quale affidare il governo dello Stato, in nome di una sua superiorità etica e tecnica rispetto alla politica parlamentare. E' una deriva pericolosa. Non abbastanza, si sta proprio guasti.

16 novembre 2011

Questione democratrica (e miglioristi malnati)

Tra non molto avremo questa lista di ministri, la fiducia, e forse capiremo di che morte morire.
Intanto altre due note.
Uno, alla faccia di chi per anni ha chiacchierato di un Napolitano presidente fantoccio, dipingendolo come un vecchio incapace e addormentato. Ha gestito la crisi politica con un'autorità che pochi altri presidenti della Repubblica avrebbero avuto, decidendo, se non anche imponendo, i tempi e la sua soluzione (e nel merito della soluzione, migliorista malnato!).
Due, è un dato di fatto oggettivo che alla fine le dimissioni del governo Berlusconi non sono state dovute all'azione dell'opposizione, fuori e dentro il Parlamento, o soprattutto alle profonde spaccature all'interno della ex maggioranza del 2008. Il "quid" scatenante di cui si è ripetutamente parlato è stata la pressione insostenibile della sfiducia nei mercati e delle istituzioni economiche europee, che prima hanno forzato le dimissioni, quindi di fatto imposto l'incarico a Monti, uomo certo più di fiducia, con le elezioni rimandate alla data naturale del 2013. C'è una lesione della sovranità nazionale in tutto ciò? Sì. Il caso italiano è del resto solo uno degli esempi, neanche due settimane fa c'è stata la vicenda di Papandreou, dimessosi dopo aver dovuto ritirare dietro alle pressioni esterne il referendum promosso sulla politica economica. E desta molte preoccupazioni per il futuro. Ok, il governo Berlusconi era un morto che camminava e fa' poco testo, ma bisogna riconoscere come un ipotetico futuro governo di sinistra in Italia, che andasse a promuovere una politica economica di un certo tipo, probabilmente sgradita a livelli superiori, potrebbe essere senza problemi forzato anch'esso alle dimissioni, stretto a tenaglia tra le pressioni degli organismi economici sovranazionali e una possibile crisi delle borse, dello spread, di un mercato tutt'altro che razionale. C'è insomma una vera questione democratica, di portata europea. La politica, la democrazia rappresentativa, non può essere legata mani e piedi da organismi economici privi di legittimità, da agenzie di rating opache, dall'irrazionalità del mercato. Questione democratica da affrontare con decisione e congiuntamente a livello internazionale, che deve diventare una delle parole d'ordine delle sinistre europee, ma che al momento nessuno, ad alti livelli pare porsi come un problema (del resto, siamo i figli di vent'anni di dogma del mercato, dell'unità europea costruita sui feticci liberisti del pareggio di bilancio, della politica discussa tra i capi di governo nei vertici internazionali, e delle politiche economiche imposte dai tecnici del FMI o della BCE).

15 novembre 2011

Appelli, o di Brandon Harris


Come si può dire di no a un uomo come Brandon Harris, quando ti rivolge un accorato appello personale con questa faccia?

[NdR: verificando un secondo su Wikipedia parrebbe che i banner di Brandon Harris, di Jimmy "Jimbo" Wales e un terzo tale autore stakanovista di cui non ci si ricorda il nome non ci siano più; non è un caso, o perché la pigrizia aveva riposto questo post nel cassetto, è volutamente voluto per evitare di fare aggiottaggio sui finanziamenti di Wikipedia. Mmh.]

14 novembre 2011

Tira' giù li santi

Venerdì sera si voleva fare un omaggio a San Martino da Tours il Beneamato.
Non si è fatto a tempo, e chiaramente è stato un cattivo presagio.
Comunque, facciamo una lista di santosità.
San Giovanni Bosco, perché è Don Bosco.
San Francesco, perché guerreggiava con i malefici perugini e comunque è uno ganzo.
San Valentino, perché è lu santu patrono nostru.
San Martino, perché se beve lu vino, le castagne, e la bella storia del mantello tagliato in due.

13 novembre 2011

Vacatio (finché si può)

E' andata insomma, come tutti sappiamo.
In attesa dell'incerto futuro, cerchiamo di goderci le ultime ore di questa giornata, in cui ci troviamo ancora senza governo.
Finché si può.

12 novembre 2011

Svaghi umbri, tra cani, Carocci e rifondaroli

Svaghiamoci un po' con le simpatiche vicende di casa nostra Umbria, che se si dovesse iniziare a parlare delle misure in via di approvazione contenute nel maxi-emendamento, magari in tema giustizia, prima tra tutte la previsione della sentenza con motivazione breve, con la motivazione estesa rilasciata solo a pagamento, con il versamento preventivo del contributo unificato del giudizio di appello (forse, notazione in progress, norma espunta, speriamo), prende veramente lo sconforto.
Il Carocci è indubbiamente un buzzurro, ma le dichiarazioni che tanto scandalo e vergognIa hanno sollevato francamente le si trova alquanto condivisibili. Quando si parla di animali domestici, in Italia non si riesce a fare un discorso razionale. Non è oggettivamente sostenibile tenere una quantità di cani rinchiusi nei canili, spendendo soldi per mantenerli a tempo indeterminato dentro strutture delle quali è notoria la frequente assoluta inadeguatezza, in condizioni che, queste sì, rappresentano una crudeltà verso l'animale. Certo, si può investire per migliorare i canili, ma francamente dubito che possano esserci i soldi, e soprattutto che questa possa essere considerata una priorità, quando neanche ci sono i fondi nei Comuni per i servizi di base per i cittadini. La possibilità dell'abbattimento è perciò una questione di buonsenso, da prendere quantomeno in considerazione. E invece no, queste righe qua sopra da qualcuno possono essere lette come istigazione a un reato, passibili di denuncia. Beh chiaro, sono i nostri amici a quattro zampe, mica come i brutti cinghiali, per i quali vengono varati piani di abbattimento straordinari, al di fuori delle ordinarie battute di caccia, di migliaia di esemplari in tempi ristretti in territori ristretti come l'Umbria.
Divagando ulteriormente. Grandi tensioni nel PRC umbro, con la richiesta di dimissioni avanzata nei confronti di Orfeo Goracci, uomo forte del partito nell'Eugubino e vicepresidente del Consiglio Regionale, a seguito dell'avviso di garanzia e rinvio a giudizio per concussione. Senza volere difendere nessuno, o intervenire nel merito, che non si ha una conoscenza diretta e approfondita delle vicende. Si nota solo come è abbastanza ricorrente, e piuttosto grottesco, l'atteggiamento del PRC umbro, e soprattutto dei suoi vertici perugini, di rivoltarsi abbandonare e attaccare ben oltre la ragionevolezza compagni, prima esaltati, che per qualche ragione sono entrati in contrasto con la linea dei vertici. Granocchia ad esempio, quando scelse di passare con la vituperata Sinistra Ecologia e Libertà, e con gran classe abbandonò ogni incarico elettivo alla Provincia di Perugia, a febbraio 2011: prima il migliore dei compagni, da candidare in alternativa a Guasticchi e al PD alla presidenza della provincia, poi, un traditore, da attaccare anche con notizie palesemente false. Maurelli, presidente del consiglio provinciale di Terni. Da rifondarolo, ottimo compagno, fulgido esempio col suo sciopero della fame per la Basell. Dopo avere scelto di passare al PD, e di non dimettersi dalla carica, eccolo trasformato anche lui in un viscido traditore, in un ometto dalla dubbia e infima caratura morale. Goracci, l'eroe di Gubbio, anche lui da candidare in solitaria come Presidente della Regione (mmh), etc etc, trasformatosi nel giro di due giorni in un populista berluschino eugubino, attaccato alla poltrona e in arretrato coi versamenti al partito.
Per una documentazione sulle vicende, troppo lungo raccapezzare tutti i link di comunicati e interventi, farsi qualche ricerca sull'organo informale del PRC umbro, www.umbrialeft.it.

10 novembre 2011

Nel merito?

Maxi-emendamento da approvare entro la settimana. Cosa c'è dentro? Non se ne parla, è da approvare e basta.
Quindi, governo con Mario Monti, tutti d'accordo, c'è l'emergenza non si può fare la campagna elettorale (se la legislatura terminava nel 2012 che facevamo, sospendevamo la Repubblica?), se c'hai da dire qualcosa sei un populista traditore anti-italiano.
Governo "tecnico" fino a quando? 2013? Con quali programmi oltre alla lettera della BCE (che siamo così convinti sia in grado di risolvere i nostri problemi?)?

9 novembre 2011

Il partito del governo tecnico sine die

Annotazioni in progress con riguardo all'ampio partito del governo tecnico, e del voto solo nel 2013.
Per non pochi, specie nel PD, è una questione essenzialmente strumentale, con diverse sfumature di buona o malafede, semplicemente per prendere tempo, che non sono pronti a fare le ormai improrogabili scelte strategiche per il futuro, quale alleanza e con che linea politica e programmi presentarsi. Leggesi anche: serve ancora tempo per finalizzare l'alleanza esclusiva con UDC e moderati sparsi, o a costruire la leadership di Renzi.
Poi ci sono i fans del "tecnico", con la storia della personalità onesta capace e superpartes etc etc. Se pensiamo che basti questo a risolvere ogni nostro problema, smettiamo direttamente di fare politica, a che servono più elezioni e altre perdite di tempo, troviamo un buon amministratore di condominio, e chiusa lì.
Infine, sul "con questa gravissima crisi serve immediata stabilità, un governo forte, e non ci si può permettere le incertezze di una campagna elettorale". Per carità, non è tutto sbagliato. Ma se tutto questo avveniva tra un anno, o comunque la legislatura terminava di diritto nella primavera 2012, che facevamo? Sospendevamo la Costituzione, e prorogavamo questo Parlamento a data da destinarsi? Ancora non siamo una democrazia in grado di gestirsi nelle forme ordinarie? Sarebbe quasi curioso sapere cosa si sarebbe proposto se fossimo stati facciamo conto in stato di guerra. Non ricordo che gli USA ad esempio abbiano mai sospeso le campagne elettorali nel corso della Seconda Guerra Mondiale. O alcuna altra democrazia in momenti di crisi economica globale, come nel 1929. A maggior ragione nei momenti critici serve chiarezza, e serve che vengano fatte scelte politiche chiare.

Il punto sulla crisi (io devo bere un po' di questo amaro calice io devo berne molto fino a toccare il fondo)

Proviamo a fare il punto della situazione.
Ieri dopo il voto alla Camera s'è probabilmente consumato il passo decisivo, l'inedito annuncio delle dimissioni. Qualcuno lo legge come un capolavoro tattico, capace di permettere a Berlusconi di rimanere ancora a lungo al comando, o di risorgere per l'ennesima volta. Francamente mi pare estremamente improbabile. Si è andati troppo in là, e soprattutto bisogna tenere presente come la causa principale scatenante la crisi non è tanto nei giochi politici, ma nella pressione dei mercati, dell'economia e dell'Europa. Il crollo in corso della Borsa di Milano e l'impennarsi di 'sto spread maledetto, seguito al dilatarsi del periodo prima delle dimissioni, oltre ad affossarci ulteriormente verso un punto dal quale sarà difficilissimo ed estremamente doloroso ripartire, non può rimanere privo di conseguenze. Salvo eventi al momento non prevedibili, o un disprezzo e una noncuranza della situazione italiana a un livello francamente non ipotizzabile. Insomma, Berlusconi non potrà bello bello approvare come e quando gli pare la legge di stabilità, cercando frattanto di riconquistarsi una decina di parlamentari. Ci sono fattori esterni che non è in grado di influenzare.
A questo punto, le prospettive sono però incerte, e preoccupanti. Napolitano ieri non aveva certo intenzione di costringerlo alle dimissioni, sciogliere le Camere e indire le elezioni, anche se probabilmente era nella posizione politica di poterlo fare. L'idea sua, condivisa da larghissimi settori dell'opposizione, specie nel PD, e l'UDC in toto, è che sia nell'interesse nazionale rimandare le elezioni alla loro data naturale, nel 2013, con un governo tecnico il prima possibile che metta mano e dia risposte alle indicazioni provenienti dall'Europa. Senza stare a ripeterlo troppo, io non lo condivido. Elezioni in tempi rapidi, con un modello economico alternativo da proporre. Indispensabile.


Restiamo in attesa.
Io devo bere un po' di questo amaro calice
Io devo berne molto fino a toccare il fondo...

8 novembre 2011

Auspici democristiani

Stamattina in centro per Roma si è incrociato Lorenzo Cesa, segretario dell'UDC. 
Dovevo rendermi conto che iniziare la giornata con un democristiano avrebbe portato sfiga, trarre gli auspici, e capire con certezza fin da stamattina che finiva che Berlusconi non si dimetteva, ma che la strascica e ce la fa pagare fino in fondo.

7 novembre 2011

Rivoluzione d'Ottobre, e la fine del regime italiano

7 Novembre 1917-2011: viva la Rivoluzione d'Ottobre!

Se domani, come abbastanza probabile, andrà a cadere il governo, è abbastanza sconfortante che i "Lenin" della situazione saranno Casini, la BCE, transfughi dell'ultima ora, vecchi e nuovi riciclati e reazionari.
Andiamo per ordine, cercando di analizzare brevemente la situazione. Come evidente, Berlusconi e il governo sono ormai agli sgoccioli. E' l'esito ineluttabile della crisi politica apertasi ormai da un anno, con l'uscita di Fini e di FLI, ma sinora quasi occultata, grazie ai vari Responsabili e a un'Italia fondamentalmente assopita. Un mese e mezzo fa si commentava come vivessimo in una situazione di stallo, in attesa di qualcosa che rompesse l'equilibrio. Il "quid", a ripensare agli ultimi avvenimenti, è arrivato con la bocciatura della legge di bilancio, l'ennesimo voto parlamentare sempre più striminzito e lo sfiorato colpaccio del mancato numero legale: di lì, a stretto giro, l'ennesima ondata di speculazione sull'Italia, l'Europa che ha messo alle strette l'Italia, lo strappo palese con Tremonti, la mancata promulgazione del "decreto sviluppo". E quindi, nel volgere di una settimana, il palesarsi del malcontento anche tra storici esponenti forzisti, estremisti berlusconiani come la Bertolini, Stracquadanio, e quindi l'inizio delle defezioni, sempre più numerose, dal PDL verso le sponde centriste, per arrivare infine agli appelli dei vertici stessi di Lega Nord e PDL affinché Berlusconi si dimetta. Stiamo con tutta probabilità alla vigilia di un momento di rilievo storico.
In Italia ci piace spesso richiamare momenti drammatici della storia nazionale, in modo spesso del tutto improbabile. Ma quello che stiamo vivendo in questi giorni, per quanto possa essere scontato, veramente richiama alla mente la fine di altri regimi, il suo repentino disfarsi, le velleità del resistere fino alla fine trascinando tutti con sé, gli intrighi, i fedelissimi che si trasformano in voltagabbana dell'ultima ora, lo squallore e la meschinità di questo epilogo. Se c'è un qualcosa per cui assolutamente il berlusconismo sta palesando una sua natura profonda di regime, è proprio adesso, nella sua fine. Nel fatto per cui  le dimissioni di un presidente del consiglio, e le successive elezioni, diventino un momento palingenetico. L'attaccamento insensato e irresponsabile alla carica, contro tutto e  tutti.
Dimissioni, il prima possibile, speriamo domani. Quindi voltare pagina. Con molte incertezze. Siamo in una situazione economica gravissima, a un passo dal baratro. L'unica strada che ci viene prospettata è quella, drammatica e inaccettabile, propostaci dalle istituzioni neoliberiste europee e internazionali, che rischiano di portarci sempre più a fondo, devastando lo stato sociale, con costi umani insostenibili, senza che si riesca a uscire dalla morsa della speculazione e della crisi. Non vi sono soggetti con la forza di sostenere, da subito, una via, un modello e delle idee differenti (se ve ne sono). La cosa più probabile è un esecutivo di transizione, con il compito precipuo di dare atto alle richieste suicide che ci arrivano da mesi. E sarà un governo con la volontà politica e la forza di poterlo fare. Il futuro appare buio. La sinistra plurale italiana ha perciò la necessità storica di darsi una ragione d'essere.

A domani. Come regalino, se siete arrivati a leggere fin qui, il wallpaper hd (beh!) in 16:9 della vecchia targa della sezione del PCI di Terni "7 Novembre", una delle primissime istituite nel dopoguerra, in via Eugenio Chiesa.

4 novembre 2011

Ippoopotamo!

Appena scoperto che a trecento metri da studio c'è l'ippopotamo più grande d'Europa. 
Si svolta!
Grazie trattore del circo!

[sarebbe questo (?)]

Ciò detto, si è in partenza per Roma. Non dispiace per niente cambiare un po' d'aria. Nonostante il dispiacere di allontanarmi per qualche ora dall'ippopotamo, beninteso.

3 novembre 2011

Le gioie del focolare

Le gioie del focolare.
Ovvero, il tornare a casa la sera, dopo una giornata di lavoro, e sapere che ti aspetta un fermentatore gorgogliante, pieno di un venti litri di bitter.

2 novembre 2011

Duri e Puri: il PDCI a congresso

Sempre interessanti i congressi del PDCI. Una volta per il palchetto in perfetto stile avanguardia costruttivista russa, un'altra, quest'ultima, in cui non si è avuto modo di ammirare la scenografia, ma in cui per contro è emersa una curiosa linea politica, già anticipata settimana scorsa in un'intervista del Fatto Quotidiano a Diliberto, che propone, in cambio di un apparentamento elettorale col PD, valutabile in una decina di deputati, una fiducia a scatola chiusa in un futuribile governo di centrosinistra. Così, appoggio incondizionato senza neanche una discussione preventiva nel merito di quelle che dovrebbero essere linee guida e programmi di governo. Se l'avesse detta SEL, una cosa del genere, sa' il casino che scappava fuori. Eh, ma questi sono i compagni veri, quelli della Federazione della Sinistra. 
Duri e Puri.
[per carità, nessuna eccessiva sorpresa in realtà, il PDCI è spesso stato anche in passato più realista del re, come quando, neanche un paio d'anni fa, in Umbria era schierato in prima linea a sostegno di un'ipotetica candidatura della Lorenzetti a un terzo mandato... poro Cossutta, non gli hanno dato grandi frutti politici questi ultimi 20 anni]