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22 gennaio 2013

Albertini Casini & Co. in campagna elettorale per SEL...

A leggere le sparate odierne di Albertini, per cui Vendola sarebbe un pericoloso estremista che firma per il referendum per l'articolo 18 degli anni di piombo, fino a mo' pare proprio che quelli che ci stanno a fare la migliore campagna elettorale per SEL siano proprio gente come lui, Casini o chi per essi, che ci vanno a descrivere come fossimo i cosacchi pronti ad abbeverare i cavalli a San Pietro, pericolosi estremisti pronti a condizionare di bolscevismo il futuro esecutivo...

30 novembre 2012

Vendolismo democratico da ballottaggio

Ganzu scoprire l'inaspettato "vendolismo" peloso di tanti democratici sotto ballottaggio...
[quando che poi tocca riconosce -purtroppo- che con 'sta storia del "profumo" Vendola non è che c'abbia messo proprio tanto a concedersi...]

26 novembre 2012

Tre cose al volo sul primo turno delle primarie

Globalmente, tutto come da previsioni - purtroppo. 
Tre punti al volo sul primo turno delle primarie.
1 il risultato delle primarie in Umbria è un pessimo viatico per le prossime amministrative: è l'ennesimo segnale di sgretolamento del blocco sociale e politico che per anni è stato maggioritario, ed è frutto del tangibile forte rigetto e discredito che, a torto o ragione, si avverte nei confronti della classe dirigente del centrosinistra umbro (che sarà il caso l'affronti questa situazione, finora ci si è salvati per la pochezza degli avversari, ma di questo passo pare difficilmente evitabile un botto clamoroso in primavera);
2 il risultato per Vendola, piantato alle previsioni dei sondaggi della vigilia, è oggettivamente deludente, che non siamo riusciti a costruire consenso attorno a quella che era una proposta politica oggettivamente valida, di reale alternativa di sinistra; non stupisce di certo come dato, era oggettivamente difficile che andasse diversamente e lo si poteva capire da molti mesi, per cui ci sarà molto da ridiscutere, ma rimane comunque un grosso rimpianto per l'occasione che abbiamo perduto;
3 è tutto da vedere che Bersani abbia il mio voto al secondo turno, tanta voglia di portargli l'acqua co' le recchie non ce l'ho di certo.

25 novembre 2012

Un voto per Vendola alle primarie

Nonostante i non pochi dubbi su quella che potrà esserne la reale efficacia (non si sa quale sarà il sistema elettorale col quale si voterà, quali saranno veramente le coalizioni, se sarà possibile evitare un governo di grande coalizione, che possa portare avanti un programma di governo non eterodiretto) e sulla bontà della scelta strategica di fondo di parteciparvi e legarsi in questo modo al PD, già che ormai si fanno, queste sono un'occasione che vale assolutamente la pena di sfruttare queste primarie.
Partecipare, e votare Vendola, per provare a portare avanti una politica che sia di reale -e indispensabile- alternativa a quella portata avanti negli ultimi anni da Monti, da Berlusconi, e spesso anche dallo stesso centrosinistra (e che di fatto, senza vere sostanziali differenze, riproporrebbero Bersani e Renzi). Una politica apertamente di sinistra, che proponga una revisione profonda delle politiche economiche, del rapporto e della funzione dell'UE, che faccia scelte di parte senza ipocrite equidistanze (che finiscono sempre per fare il gioco dei più forti), che scelga un'opzione pacifista netta in politica estera.
Partecipare alle primarie, e votare Vendola. Parafrasando Il Tale, non abbiamo da perdere che le nostre catene...

6 novembre 2012

Il punto politico di mezzo autunno

Aspettando che si dice oltre oceano, brevi note sugli ultimi dieci giorni.
Elezioni siciliane. Mah, più che tanto, nel complesso, nessuna particolare sorpresa, vista "da qua" è sempre abbastanza difficile stare appresso alla politica siciliana, e poco ci si aspetta. Il punto centrale, che fa specie, è l'astensione oltre al 50 %. Alla luce di questo dato, della assoluta frammentazione del quadro politico, della delegittimazione popolare di liste e partiti che, al netto, anche i più votati sono ciascuno rappresentativi neanche di un elettore su dieci, anche il risultato (indubbiamente notevole) dei grillini è in realtà, rispetto alle potenzialità, alquanto zoppo. Di certo, del tutto fuori luogo è stato il trionfalismo di Bersani. Andando però al secondo nodo critico, guardandosi un po' in casa, ok che come detto dalla Sicilia non si ha nessuna particolare aspettativa elettorale, però porca miseria, il risultato elettorale del 6 % delle sinistre è disastroso. In voti netti appunto, vuol dire che a stento un siciliano su trenta ha scelto di dare il suo voto a quella che dovrebbe essere realmente una proposta politica alternativa e di rottura. Fattori ostili, leggerezze, ok, svariati, però un risultato come questo non è una tornata elettorale andata male, è indice di un problema politico enorme per la sinistra, il rischio di diventare del tutto superflui è concreto.
Province, legge elettorale etc. Senza stare a entrare nel merito (altamente discutibile) degli ennesimi provvedimenti sui quali si sta pronunciando il governo Monti, si rileva solo che, politicamente, esso non ha la benché minima legittimazione per approvarli, e non è tollerabile l'abuso che sta continuando a fare, complice un Parlamento vergognoso sul quale ha potere di ricatto, della decretazione d'urgenza, antidemocratica e palesemente incostituzionale.
Di Pietro. Senza stare a riscomodare la genialata veltroniana di portarlo in Parlamento come unico proprio alleato, è da anni una delle anomalie negative della sinistra italiana. A quanto pare, finalmente sembrerebbe essere alla frutta, schiacciato fra trasformismi, scandali e Grillo; speriamo sia veramente così, che quantomeno potrebbero rimettersi in circolazione un po' delle energie positive (e non sono poche) che in questi anni hanno appoggiato l'IDV.
L'altro giorno, con una partecipazione di pubblico superiore alle aspettative, comizio a Terni di Nichi Vendola. Mai stato un "fan" sfegatato, e i dubbi sulle scelte politiche, a partire dall'opportunità delle primarie, permangono in larga parte. Che però sia, nell'odierno quadro politico italiano, una personalità nettamente superiore alla media, e altrettanto, che con la scelta di partecipare alle primarie, dopo mesi di isolamento mediatico, finalmente si sia riusciti a tornare a far sentire le proprie idee, e qualcosa di differente dalle magnifiche sorti del governo tecnico, da Grillo e dalla polemica Renzi/Bersani, è innegabile.

4 ottobre 2012

L'annuncio della candidatura vendoliana

Mai stato, e neanche tuttora, particolarmente entusiasta della volontà di Vendola di partecipare alle primarie (e di questo e di altro, dopo parecchio, qui se ne parlerà a breve).
Però tocca riconoscere che, quantomeno, intanto l'annuncio della sua candidatura è, almeno parzialmente, riuscita a riportare al centro del dibattito un minimo di programmi e contenuti, dopo che per settimane s'è visto solo il confronto Renzi-Bersani, su un piano e con tematiche e con toni surreali e privi di concretezza (per dire, va avanti da un mese con la sua campagna, ma ancora sfugge di capire con chi e per fare che, almeno a grandi linee, voglia governare Renzi - se vuole governare).
Purtroppo solo parzialmente però, stante che oggi, e nei giorni a venire, si parlerà e si polemizzerà solo sulle (sacrosante) regole che forse verranno date a queste primarie.

29 febbraio 2012

Politiche sparse

Robe varie sparse.
Veltroni pare si sia offeso per qualche dichiarazione di Vendola, che in soldoni gli ha dato del destro, e vorrebbe scuse formali etc etc, e nel PD inevitabilmente gli danno sostegno e solidarietà. Premesso che, nel merito, Vendola c'ha piena ragione (e altrettanta Mussi nella replica), la cosa puzza alquanto, qui si vuole artatamente montare su il caso politico, Fassina stesso, con l'appoggio di Bersani, non è che nella sua lettera di risposta all'intervista di Veltroni settimana scorsa abbia usato toni e termini molto diversi (e neanche Orfini quest'oggi).
Monti annuncia di volere un "graduale spostamento dell'asse del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette", nel silenzio generale. E io che ero rimasto che la tassazione indiretta, IVA e affini, per sua natura, è più iniqua, in quanto non progressiva e slegata dalla capacità contributiva. Mah.
Da ultimo, il fiscal compact, il deleterio accordo capestro siglato da quasi tutti i governi europei, che lega mani e piedi tutti i contraenti a politiche economiche, quantomeno per l'Italia, eterodirette, dannose e insostenibili. In Irlanda l'accordo verrà sottoposto a referendum. In Italia, è oggettivamente difficile trovare qualcuno che sappia vagamente di cosa stiamo parlando. Poi, si scopre anche che perché l'accordo entri in vigore, è sufficiente venga ratificato da solo appena 12 dei 25 firmatari. E che non solo, che la ratifica è di fatto obbligata, pena l'esclusione dalla copertura del fondo salva-stati. Un profondo ripensamento di cosa è o è diventata l'Unione Europea è urgente e prioritario, e appunto, non si può lasciare questi temi alla propaganda di estrema destra.

12 ottobre 2011

Dei vizi e della decadenza di SEL romana dovuti alla mancanza del centralismo democratico

Bene ha fatto Vendola a prendere immediatamente le distanze dal disgraziato e idiota manifesto di SEL di Roma su Jobs.
Prima considerazione, è solo uno dei tanti frutti e la riprova del rincoglionimento generale a sinistra sulla Apple, si ricordava come già qualche anno fa il video del discorso di Stanford utilizzato come apertura del congresso dell'Udu di Perugia, si è visto in questi giorni con quest'isteria generale, Repubblica con i messaggini di cordoglio stile TRL, epitaffi e dediche e memento in ogni dove.
Seconda considerazione, ok, fatta la cazzata, bene la replica di Vendola, ma mo' dimostriamo di essere un partito serio, centralismo democratico, e dirigenza del partito romano commissariata in blocco e mandata a zappa' li campi. Oh.

19 settembre 2011

Pace, progresso e prosperità

Qualcuno giorno fa si stava un po' guasti. 
A leggere la home de l'Unità, con Bersani che annunciava il "Nuovo Ulivo" dava quasi l'impressione che per un bug stessero ripubblicando, tanto erano uguali le parole, notizie di un anno fa. La situazione economica e politica, non serve ripeterselo, è disastrosa, ma l'Italia pare ferma, così, appiccata, bloccata in attesa di non si sa che cosa. Regge con lo sputo la maggioranza parlamentare, anche se tutti sanno, si vedano le dichiarazioni di Pisanu, della Polverini, che basta un qualcosa, una qualche alternativa, e sarebbero in tanti dispostissimi a fare una nuova maggioranza e poi tornare alle urne. 
La situazione è bloccata in questa maniera da un anno praticamente. E non sono poche allora le responsabilità delle opposizioni, PD e Bersani in primis, che dopo aver lanciato, più di un anno fa ormai, il "Nuovo Ulivo", non hanno riempito di una qualche sostanza la proposta, provando a cercare un'ipotesi di accordo con le sinistre, e al contempo pensando di poterla far convivere con l'UDC, ricercata e blandita a oltranza, pur essendo chiaro che Casini, come si suol dire, si limitava a farla annusare. E per carità, non è che gli altri siano stati molto migliori, l'IDV il solito ricercare ondivago il proprio esclusivo tornaconto, PRC e PDCI nel loro splendido isolamento nazionale (e a caccia di poltrone nel locale), SEL e Vendola che ancora non si decidono a imboccare una loro strada chiara... Quello che è emerso netto in questo anno è stata la palese inadeguatezza delle forze e dei leader di opposizione di fronte a una situazione da risolversi ormai col ritorno più rapido possibile a nuove elezioni e all'accantonamento di Berlusconi.
E' inoltre ampiamente cresciuto un diffusissimo e generalizzato sentimento di discredito nei confronti della politica in genere, che accoppiato alle pesantissime manovre economiche e alla mancanza di uno sfogo politico e sindacale che non sia episodico, può veramente portare nel giro di pochissimo tempo a situazioni di forte tensione.
Insomma, fino a qualche giorno fa si stava parecchio guasti, e non a torto.
Ma tutto ciò appartiene ormai al passato. Un passato spazzato via dalle ultime inimmaginabili rivelazioni dalle intercettazioni, da cui fiera, immacolata e prosperosa emerge la figura della compagna Manuela Arcuri, che ben potrà rappresentare quel "quid" in più che blocca la politica italiana, e portare la sinistra e il popolo italiano a una splendida affermazione e a un futuro di pace, progresso e prosperità.

17 febbraio 2011

Tattica e strategia

Tattiche e strategie for dummies.
Chiarezza ci vuole. Lo si dica chiaramente: si vuole fare un progetto di emergenza, andare al voto col solo obiettivo di far saltare Berlusconi? Già detto in altre occasioni, se è lo si faccia, frontismo, tutti alleati, da SEL a FLI, governo breve che risistemi qualche fondamentale di economia e legge elettorale, con l'ottica di tornare al voto in un sistema politico "normalizzato". La situazione attuale è oggettivamente a un livello di emergenza tale da giustificarlo. E l'idea di far guidare questo schieramento dalla Bindi, lanciata ieri da Vendola, non è per niente peregrina. Cattolica, progressista, sincera, stimata trasversalmente. Meglio che un "papa straniero", più digeribile a sinistra.
Si vuol fare un progetto politico, di governo a medio/lungo termine? Alleanza di centrosinistra classica, PD, IDV e SEL, non ci sono le alternative (o meglio, ci sarebbe quella di far fuori l'IDV, che se ne potrebbe andare con Fini, ma è un'altra storia).
Lo si dica chiaramente, e si faccia una scelta tra le due ipotesi, tattica o strategia. Basta perdere tempo in pure fantasie, in cui il PD discute e si divide su improbabili alleanze politiche, magari credendoci davvero di poter fare una vera alleanza politica con al contempo l'UDC e le sinistre.
E che si faccia un'opera costante, decisa, per andare al voto anticipato entro maggio, che non possiamo più permetterci di perdere ulteriore tempo. Che in Egitto 18 giorni di manifestazioni sono riusciti a far cadere Mubarak, da noi neanche uno sciopero generale riusciamo a proclamare. Che non ci si può limitare e non può bastare, come è stato scritto a Todi, un "timido collettivo di autocoscienza femminista".

1 dicembre 2010

Del perfido Latorre

Sempre della serie grande è la confusione sotto il cielo.
Nicola Latorre, notorio fedelissimo del Lider Maximo nostrano, detestato come simbolo del dalemismo deteriore da tanti democratici diciamo ex veltroniani e post franceschiniani (?!?), di quelli che oggi insomma il nuovo simbolo è Vendola, ha l'altro giorno proposto esattamente la stessa cosa che essi vagheggiano, una rifondazione del PD con nuovi soci fondatori, e Vendola appunto tra di essi, immaginando SEL non come un partito autonomo, ma come un semplice movimento di opinione vendoliano, che potrebbe benissimo far parte del Partito Democratico.
Mah!

27 ottobre 2010

Si riparte da Firenze

Firenze, aprile 2007. Col 4° congresso, i Democratici di Sinistra decidevano, di fatto, di sciogliere il partito. Più di tre anni dopo, nei giorni scorsi, si riparte da lì: sempre a Firenze, il congresso costitutivo di Sinistra Ecologia Libertà.
Se non si perde troppo tempo a divagare su "partita femminile di partito, perché senza donne la sinistra non esiste" e altre amenità varie, può veramente uscire fuori qualsiasi di buono. E si cerchi, per favore, di costruire un partito, una comunità che abbia la volontà di crescere e durare nel tempo, sfuggendo alla tentazione di fare un aggregazione buona solo per le contingenze di un periodo o di un leader. Che, per una volta il Vendola lo cito anch'io, ci credo che "la sinistra è la missione di un paese, il destino di un continente".

11 ottobre 2010

L'iscrizione a Sinistra Ecologia Libertà

Dopo il 2007, con l'ultimo tesseramento della Sinistra Giovanile e dei Democratici di Sinistra, le uniche iscrizioni fatte sono state all'Udu e all'Arci. Beline eh, ma stiamo parlando di un'altra cosa. Ed è cominciato il lungo periodo della fedeltà alla Linea che non c'è, di voti dispersi dalle soglie di sbarramento, di scetticismo in crescita.
L'altra settimana ho rotto gli indugi, e mi sono iscritto a Sinistra Ecologia Libertà. Perché c'è un forte bisogno di un partito di sinistra in Italia, che non sia il settarismo di Prc e Pdci, e che non può essere interpretato dal Pd, nato per rappresentare un altro tipo di istanze. SEL nasce per questo. Finalmente ci si decide di costituirsi in partito, e dopo le grosse difficoltà degli inizi ed essersi sbarazzati di chi -Verdi, socialisti- non credevano nel progetto o lo vedevano solo come una riserva di voti per qualche seggio nei consigli locali, si può veramente iniziare a lavorare. E per questo c'è bisogno dell'impegno di tutti. Iscritto nonostante Vendola direi anche. Che personalmente c'ho delle riserve da sciogliere su di lui, che è da capire ancora se lavori solo per sé o per tutti, per il Partito.
Sabato a Terni s'è svolto il primo congresso provinciale di SEL, in vista del congresso nazionale. Bello, partecipato, il ritrovare i vecchi e familiari "riti" degli ordini del giorno, delle deleghe, delle votazioni su tutto. Giusto l'Internazionale mancava. E la sensazione che forse si è ritrovato un proprio posto, assieme a tanti compagni che raccontavano storie simili.
Speriamo bene. Abbiamo tutti sprecato anni, durante i quali siamo soltanto tornati indietro. Di lavoro da fare ce n'è tanto, e non possiamo assolutamente permetterci di sprecare un'altra occasione.

15 settembre 2010

Marcia su Roma e dintorni, e un po' di aritmetica

Emilio Lussu, dirigente socialista e azionista, noto ai più per il libro di memorie della Prima Guerra Mondiale "Un anno sull'Altipiano", ha scritto un altro libro molto molto interessante. Trattasi di "Marcia su Roma e dintorni". Per esperienza diretta, racconta assai bene la genesi del Fascismo, la violenza come sua pratica quotidiana, fino alla sua affermazione e all'omicidio Matteotti.
In un episodio poco noto, racconta delle trattative in corso, al fine di evitare la presa del potere da parte di Mussolini, per affidare la guida del governo a Gabriele D'Annunzio.

C'è qualche voce che parla, in questi giorni, di un eventuale disponibilità di Berlusconi a votare il ritorno alla vecchia legge elettorale, scambiandolo con un voto dell'opposizione al "Lodo Alfano costituzionalizzato", affinché ci sia un'approvazione col quorum sufficiente a evitare il referendum costituzionale confermativo.
Fantapolitica per il momento. Ma se fosse. La dico pesa: sarebbe da accettare. Sarebbe uno scandalo, una vergogna. Ma meglio comunque che andare avanti in questo modo. Sono convinto che Berlusconi ce ne abbia non pochi di motivi per essere in galera. Ma personalmente venga condannato e vada in carcere, a me non importa. A me importa che finalmente sciacqui da li cojoni. Che non è possibile che da dieci anni a questa parte al centro del dibattito pubblico, della politica italiana, ci siano i processi di Berlusconi, che non si parla che dei mezzi scandalosi che cercano di architettare per salvarlo da una condanna. L'ultimo è il processo breve per dirne uno. A 'sto punto, e basta, siamo al livello che è meglio sacrificare la giustizia e la legalità pur di salvare l'Italia. Sai mai, magari una volta che è finalmente al sicuro capace pure faccia un passo indietro. Bisogna voltare pagina con Berlusconi.

La legge elettorale. Quella attualmente vigente assegna la maggioranza della Camera dei Deputati alla coalizione col maggior numero di voti, con la maggioranza relativa. Con un quadro politico bipolare, ha funzionato un po' così. In un quadro politico potenzialmente tripolare, come potrebbe prospettarsi in caso di elezioni anticipate in primavera, la maggioranza parlamentare alla Camera rischierebbe di andare a una lista con molto meno del 40 % dei voti. Berlusconi e Lega, per essere precisi.
Tocca farla un po' di aritmetica. Ci si rifà ai dati del sondaggio pubblicato lunedì su Repubblica. Pdl + Lega vengono dati al 40 % e rotti, un ipotetico terzo polo Udc/Fli/Api al 13 % circa, a un'ipotetica coalizione di centrosinistra il resto.
Che stiamo nella merda è abbastanza palese, comunque vada.
Tocca essere realisti quindi. Smettere di perseguire i piccoli interessi di bottega, che non è proprio il momento. Ad esempio, capisco che Vendola c'abbia legittimissime ambizioni personali e politiche, che in buona parte condivido anche, però non è il momento di attaccare a priori il progetto di Nuovo Ulivo e chiedere le primarie come prima cosa: primarie di coalizione per che cosa? Per una coalizione che non esiste ancora e per elezioni che sono nell'aria, ma non certo convocate? Stesso discorso per Chiamparino ('sta storia del Chiampa con Vendola fa anche abbastanza ride, il sindaco di Torino è indubbiamente fra i più "destri" tra i democratici, lo si veda sulla Fiat ad esempio); per Veltroni, Fioroni e compagnia, manco a sprecare parole.
Lo si diceva appena tornati, un paio di settimane fa, che il Nuovo Ulivo è un buon segnale dopo tanto tempo. Asor Rosa sul Manifesto l'ha definita la prima vera iniziativa politica del Pd dopo molto tempo. Vero. E' una proposta ancora vaga, da riempire di contenuti concreti: ma non da cercare di ammazzare in culla. Ripeto, al di là delle dichiarazioni di principio, tocca fare i conti con la realtà, e la realtà è che andare a votare in queste condizioni sarebbe un'assoluta catastrofe.

21 luglio 2010

Paroleparoleparole... il seminario di Democratica

Si legge su un banner sul sito de l'Unità di una tre giorni organizzata da Democratica, la scuola di formazione politica di area veltroniana, sul tema "Democrazia, religioni, identità". Ospiti annunciati, lu Walter Veltroni, Nichi Vendola, quel giovane sindaco di Firenze tale Matteo Renzi, il filosoficheggiante Massimo Cacciari, lu vescovo Paglia, un imam, un rabbino e "tanti altri". Parolai. Poracci gli iscritti, quante chiacchiere dovranno sorbirsi.

31 marzo 2010

Elezioni regionali 2010: analisi

E' il caso di affrontare la pagina politica, che non pochi sono i temi all'ordine del giorno dopo le Regionali.
Partiamo dall'analisi dei risultati.
Le regioni contendibili erano solo quattro: Basilicata, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna erano, anche grazie, come qua in Umbria, all'insipienza dell'avversario, sicure per il centrosinistra; Lombardia e Veneto, più Campania e Calabria (e per queste non è forse neanche un male tirarsene fuori dalla gestione) erano sicure al centrodestra; rimanevano quindi, a fare la differenza, Lazio, Puglia, Piemonte e Liguria. Se il centrosinistra fosse stato in grado di vincere in tutte e quattro, sarebbe stata una grande vittoria; vittoria se tre su quattro; risultato moderatamente positivo, se, come è successo, pareggio. Il bicchiere insomma è mezzo pieno. Seppur piccolo, un passo avanti è stato fatto. Insomma, se per 10mila voti il Piemonte non fosse andato a Cota, oggi staremmo a parlare di un'altra situazione. Grossa quindi l'incazzatura verso i voti persi a favore del candidato "grillino", suicidio politico, o tagliarsi le palle da soli, come qualcuno ha sinteticamente definito, per 50mila votanti. Anche per il Lazio peccato, lo si è mancato di poco. Ottime vittorie in Liguria, e soprattutto in Puglia invece. Insomma, nella valutazione complessiva, fermo restando che alla fine il risultato è quello che conta, prima di fare processi bisogna tenerlo a mente che si è sfiorata la grande vittoria.
Dati negativi. La Lega Nord, grande vincitrice di questa elezione. Due presidenti di regione, avanzamento (anche estremamente consistente come in Emilia Romagna) in molti territori non "tradizionali". In Umbria un consigliere regionale porca miseria. E' grave, è la prova del definitivo sdoganamento nazionale da parte dell'elettorato destroide (e non solo). Le istanze della Lega stanno diventando le istanze di gran parte del paese. Pessimo segnale. L'avanzamento dell'Italia dei Valori e del suo opportunismo, e dell'antipolitica in genere. Il cattivo risultato dell'Emilia Romagna. Le Sinistre sostanzialmente al palo in tutta Italia. Di base, si sta affermando una sensibilità comune in cui i valori della Sinistra sono estranei. E non potrà mai essere il Partito Democratico la risposta.
Dati positivi. Pochi assolutamente positivi. La Puglia forse. Ma, di nuovo, ogni minimo passo avanti, specie considerando la situazione di qualche mese fa, è un dato positivo. In più, seppur bilanciato molto negativamente dalla crescita della Lega, il dato del Pdl: estremamente basso, poco sopra il PD, segno che oggettivamente il Berlusconismo è in crisi, e sta facendo il suo corso. Magari trovando soluzioni ed evoluzioni a destra, ma intanto la crisi c'è.
Altre cose sparse.
Nichi Vendola. La diffidenza verso un leader, a sinistra, rimane fortissima. Ma il modo da cui è uscito dalla crisi delle inchieste dell'anno scorso alla Regione Puglia, ha vinto le Primarie, ha gudagnato consenso trasversale e ha rivinto le elezioni lo fanno diventare una speranza per il domani. Una speranza di alternativa, di sinistra, per la leadership di una colazione che a oggi manca.
Partito Democratico. Risultato discreto. Di più difficilmente si poteva ottenere. Bersani deve andare avanti. Cambiare passo di sicuro, lasciar perdere la stronzata del dialogo privilegiato con l'Udc, e proseguire il cammino unitario. Questa è di fondo la differenza con la minoranza del partito, il proporre una prospettiva politica per il futuro. Le polemiche di gran parte di Area Democratica, secondo cui sarebbe stata una disfatta (ingiusto, come anche Chiamparino ha rimarcato) sono ingenerose. Specie alla luce della condotta che dopo il congresso la minoranza francheschiniana ha tenuto. Si veda l'Umbria ad esempio. Con la polemica autodistruttiva fino all'ultimo.

25 gennaio 2010

Esultanze democratiche

Un tantino sconcertato dall'esultanza di tanti democratici per la vittoria di Vendola, rappresentante delle sinistre, alle primarie di coalizione in Puglia.
Quegli stessi democratici giubilanti, che non dissero mai nulla quando le sinistre venivano emarginate, e si approvavano leggi che impedivano di riuscire a ottenere una rappresentanza ai parlamenti nazionale ed europeo...
Lo spirito unitario e di partito all'interno del Pd riserva sempre sorprese.

[fuori dalle righe, il consenso dato a Vendola da larghi settori del Pd in esclusiva ottica anti-dalemiana e quindi anti-bersaniana beh, è abbastanza preoccupante per loro]

31 dicembre 2009

Per salutarci

Bere birra da un boccale da un litro è un'esperienza a parte, un piacere di livello superiore.
Ma per non dare l'impressione di essere troppo positivi e ottimisti, e di voler chiudere questo 2009 in modo eccessivamente positivo, registriamo come dopo tutta la sceneggiata che è in corso tra Emiliano e Vendola, due personalità che con le loro vittorie in Puglia hanno rappresentato bei momenti di speranza politica, sarà piuttosto difficile che fra un anno la Regione sia amministrata dal centrosinistra.
Amici e compagni, auguri di buon anno a tutti.

24 maggio 2009

Alternative

C'era una discussione secondo cui il Governo avrebbe i mesi contati, causa la disaffezione dell'elettorato cattolico. Mah. La valutazione pare improbabile (estremamente improbabile purtroppo), e già ci sarebbe molto da ridire sull'idea stessa di poter definire un "elettorato cattolico" come corpo sociale distinguibile.
Comunque.
Bella la storiella sull'affossamento prima ancora che nascesse di un Coordinamento straordinario delle Opposizioni. Il novello Fronte Popolare, che avrebbe la sua ragione di essere effettivamente a seguito delle ennesime derive plebiscitarie del Premier, che ripete come le Camere siano un inutile orpello e teorizzando l'appello al Popolo per un disegno di riforma (deriva plebiscitaria nel vero senso del termine) era stato teorizzato l'altro giorno da Vendola, di Sinistra&Libertà. Franceschini rilancia, limitandolo alle forze parlamentari, Pd Udc e Idv, persistendo quindi con l'idea suicida di marginalizzazione delle Sinistre. Di Pietro risponde che non è interessato (a che pro mischiarsi in un'iniziativa in cui non possa risaltare come unico protagonista?), l'Udc a questo punto chiaramente declina, che non vede la convenienza di diventare subito unico interlocutore del Pd. Bah!
Questo è il punto. Se anche veramente Berlusconi andasse in crisi, non c'è al momento nessun progetto alternativo che possa ambire a soppiantarlo.

14 gennaio 2009

La necessità della scissione

C'è nell'attuale situazione politica italiana un'urgenza improrogabile di costruire un partito (non "soggetti", "associazioni" e "movimenti", ma un partito) di sinistra per la sinistra. Per tutti coloro che non si rassegnano a confluire e non condividono la scelta strategica del Partito Democratico, e ancora hanno ben presente che Di Pietro e l'Italia dei Valori con la sinistra hanno poco a che fare.
In quest'ottica, la linea politica emersa dal congresso del Prc di luglio, settaria e autoreferenziale, è del tutto inutile. La prospettiva più ampia che si riescono a porre è un cammino unitario col Pdci, come se il riferimento all'identità comunista abbia ancora un qualche significato reale.
Bene quindi fa la componente "vendoliana" a prepararsi alla scissione. La modalità è sicuramente traumatica, e capisco le difficoltà anche emotive di un militante ad abbandonare il proprio partito, ma allo stato attuale di cose purtroppo la scissione è l'unica strada per poter provare a costruire insieme ai compagni di Sinistra Democratica un partito che, riprendendo le parole di Claudio Fava, riesca a superare la concezione della sinistra come un qualcosa da declinare con aggettivi come riformista, ambientalista, comunista.
I tempi sono più che maturi. Facciamolo.