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24 maggio 2013

Giro "chiuso per neve"...

Bah, non s'era fatto a tempo a scrivere, la settimana scorsa... Prima la mutilazione delle tappe tra Italia e Francia per maltempo, quindi oggi l'annullamento sempre per neve della tappa con Gavia e Stelvio, e probabilmente anche domani la tappa dolomitica, quella che doveva essere probabilmente la più bella, San Pellegrino, Giau, Tre Cime di Lavaredo, che si avvia probabilmente su analoga strada, stante la neve che sta cadendo copiosa, fino a quote basse, su tutte le Dolomiti. Tutto ciò, unitamente alla indubbia supremazia di Nibali, che sta dimostrando grandi cose, immancabilmente ha depresso la seconda parte del Giro, dal quale ci si aspettava indubbiamente parecchio.
Ma mica c'ha da fa' il clima (che la neve è sempre amata e ben accetta) o la tempistica, c'ha da fa' Cremonini e la sua "sigla" del Giro d'Italia 2013, "Mezza Estate"! Ma si può?!?
[Di Luca nuovamente positivo al doping... vabbe', meglio non commentare]

11 maggio 2013

Giro d'Italia 2013 alla (quasi) partenza!

"Non abbiate paura", il Giro d'Italia 2013, pur non essendo troppo ancora entrato in atmosfera, lo si sta seguendo.
E, in fiduciosa attesa di Nibali, tocca rendere merito alla grinta dimostrata, ancora una volta, da Danilo Di Luca.

Velo pietoso invece sugli anglicismi, la cronica sottoesposizione di Sgarbozza, la maglia verde che continua a non essere verde.

1 giugno 2012

Il Giro all'arrivo! - Ed. 2012

Sinceramente, questo del 2012 non è stato "un gran bel Giro". Ha appassionato poco, molti pochi spunti interessanti. E in pratica s'è dovuto arrivare agli ultimi tre giorni per vedere veramente un po' di movimento.
Il percorso in sé non sarebbe stato malaccio, non il migliore dei Giri, salite globalmente non mostruose, ma per chi aveva gambe e voglia di fare la differenza le possibilità ci sarebbero state senza problemi. Ecco, quella che è mancata forse è stata la cronoscalata, che con la corsa di quest'anno avrebbe obbligato i corridori di punta a scoprirsi di più. Era bella la tappa marchigiana, tutta saliscendi, anche se non è stata in alcun modo sfruttata. E, paesaggisticamente parlando, l'attraversamento del Ternano/Amerino. Ma soprattutto però, il maggiore difetto del percorso è stato quello di concentrare eccessivamente le giornate con le salite più impegnative negli ultimissimi giorni, mentre la settimana intermedia è stata globalmente quella più noiosa, praticamente di mero trasferimento. E ciò si  è visto nella gestione della corsa da parte dei corridori di classifica, tutti a controllarsi a vicenda, tutti raccolti fino alla fine nell'arco di nemmeno due minuti, tutti sempre in gruppo fino a 500 m dal traguardo.
I corridori cosiddetti big non si può dire, appunto, abbiano entusiasmato. Hesjedal per carità, complimenti, specie per la tenacia nei momenti chiave, ma ha fatto la differenza nelle cronometro iniziali e finali, all'attacco praticamente mai. Rodriguez forse, per media di gara, poteva meritare maggiormente la vittoria finale, ma anche lui la maglia rosa era riuscita a conquistarsela quasi unicamente con gli abbuoni , con gli scatti all'ultimo km: comunque gli si rende merito, i suoi cambi di ritmo (molto bella la rimonta sullo Stelvio) sono stati praticamente gli unici. E contento che abbia soffiato la maglia della classifica a punti a Cavendish. Ecco invece, De Gendt, scoperto alla penultima tappa, tra il Mortirolo e lo Stelvio, avrebbe dato gusto se fosse riuscito nell'impresa di vincere il Giro. Terzo posto pienamente meritato. La sua azione, di corridore che si reputava fuori classifica, con l'attacco sullo Stelvio, è stata l'unica vera, bella azione, realmente emozionante, di questo Giro d'Italia, dopo giorni passati tra gli altri corridori, anche sui passi più impegnativi, in scattini, test, volate solo sul traguardo.
Gli italiani hanno deluso. Scarponi boh, mai convinto più che tanto, e Cunego non lo si capisce, da anni: volendo ha fatto un discreto Giro, ma il senso della sua corsa è stato abbastanza misteriosa. Dispiace per Ivan Basso: l'impressione è che, purtroppo, ormai l'età cominci a farsi sentire, le gambe non sono più quelle anche di due anni fa. Comunque, estremamente dignitoso, quello che poteva fare l'ha fatto, anche se, col senno del poi, il controllo totale della corsa da parte della Liquigas per tutto il Giro non è stata la migliore delle idee, tenendo bloccata la gara e finendo per avvantaggiare corridori con squadre più deboli. Vediamo che fa al Tour Nibali, e come cresceranno i vari Rabottini, Caruso, Pozzovivo: al momento però, l'Italia non pare proprio in grado di offrire ciclisti ai massimi livelli.
Altre cose sparse: il Processo alla Tappa non è piaciuto, Alessandra De Stefano tira molto poco. Non si capisce il perché dell'esilio dagli orari caldi di Gigi Sgarbozza, così come l'avere eliminato le ricognizioni di Cassani, sostituite in modo molto indegno.
All'anno prossimo.

13 marzo 2012

Muta protesta e Tirreno-Adriatico

Il tasso di assenteismo del blog del sottoscritto nel corrente mese di marzo è da leggersi non come ingiustificabile pigrizia, ma come un atto di tacita accusa contro il pesantissimo periodo siccitoso che stiamo vivendo a Terni (sostanzialmente, dall'inizio di agosto).
Comunque.
Daje Vincenzino Nibali, fresco vincitore della Tirreno-Adriatico! Quest'anno al Giro ci si può puntare veramente su di lui. E daje Tirreno-Adriatico, che pare averci preso gusto a passare per Terni e Ternano, nonostante qui si faccia il possibile per non vederlo.

6 giugno 2011

Lunedì sportivo bis: Giro d'Italia 2011 all'arrivo

Vabbe', proseguiamo il lunedì sportivo con notizie un po' migliori.
Giro d'Italia 2011. Tirando le somme, un giro non malaccio. Sulla carta, poteva essere molto interessante, con un bel tracciato, tappe di montagna e arrivi di tutti i tipi. Alla fine però (anzi, dopo pochissimi giorni) è stato ammazzato dall'eccessivo squilibrio tra il vincitore Alberto Contador, che parrebbe (il condizionale è d'obbligo, visto il suo essere un po' "chiacchierato") avere dimostrato una condizione fisica eccezionale, dominando la corsa in tutti i suoi momenti cruciali, e i diretti avversari, Nibali e Scarponi: con tutto l'impegno che hanno dimostrato, erano oggettivamente un passo indietro. Ecco, fin dall'inizio si vedeva a prima vista che quest'anno, tra pensionamenti, scelte sportive e sospensioni disciplinari, rispetto al passato era un'edizione con pochi grandi nomi, di livello qualitativo più basso del solito tra i partecipanti: lo stesso tracciato in un'altra edizione avrebbe regalato ben altro spettacolo.
Nota finale di merito a Stefano Garzelli, che nonostante gli anni continua a dare il massimo che può, e s'è meritato ampiamente la maglia verde; peccato solamente che non è riuscito a vincere nessuna tappa.
E nota finale di demerito per la Rai, che oltre ad avere ormai praticamente oscurato il grande Gigi Sgarbozza, ha anche eliminato da una fascia oraria di programmazione decente un qualche programma di approfondimento sul Giro, come era il mitico TGiro.

[si ritarda sempre un po' il commento finale sul Giro d'Italia sul blog... sarà un qualcosa di inconscio che spinge a prolungare il più possibile le emozioni, le sensazioni, le gioie che Maggio e il Giro portano ogni anno? qui si pensa proprio di sì]

20 maggio 2011

Il Diavolo sul Grossglockner (e ok, Contador eccezionale)

Ok, Alberto Contador strepitoso sul Grossglockner, vantaggio raddoppiato sui rivali (che salvo cose strane, Nibali e Scarponi non pare proprio siano in grado di poterlo contrastare in alcuna maniera), ma parliamo delle cose realmente serie: è tornato il Diavolo al Giro d'Italia!

7 maggio 2011

Giro d'Italia 2011 - Il Giro alla partenza

A Torino sta partendo l'Evento di Maggio, la Ragione per Vivere, il Programma dalle Molteplici Bellissime Sigle, il beneamato Giro d'Italia, edizione 2011!
L'anno scorso purtroppo lo si è seguito a pezzi e bocconi, ma comunque una splendida edizione, il grande ritorno di Ivan Basso, la bella scoperta di Nibali, emozioni e salite per tutti i gusti, il saluto di Simoni.
A naso, anche quest'anno un bel percorso, duro, impegnativo; forse mancano un po' i grandi nomi, ma la magia del Giro (scusate il tono sgattoso) ci sarà tutta.
Daje Vincenzino Nibali, e che sia un gran bel giro!

13 marzo 2011

Domenica sportiva

Del bello della professione forense.
Al Garden per un convegno sulla non contestazione ex art. 115 c.p.c., incrociare Ivan Basso, ricevere anche un mezzo sorriso da parte sua, e rendersi conto troppo tardi di chi fosse. Godersi però i meccanici della Liquigas e della Cervélo, squadre alloggiate all'albergo ternano per la tappa Narni/Chieti della Tirreno/Adriatico, al lavoro sulle bici.

Sport bis: torniamo dopo tanto tempo, tante delusioni e tante partite non viste, che erano li tempi a casa dell'amica Mari, a fare un cenno di rugby, per la grandissima vittoria 22 a 21 di ieri dell'Italia sulla Francia, al Flaminio!

[in foto, il grande Vincenzino Nibali]

20 maggio 2010

Strepitosa Lucera - L'Aquila!

Strepitosa undicesima tappa del Giro d'Italia!
260 km, da Lucera a L'Aquila, lungo la compagna statale 17, con un tempo da cani, freddo e pioggia lungo tutto il percorso.
Fuga di 56 corridori (un terzo del totale quasi), tra cui diversi forti e con posizioni interessanti in classifica; prendono minuti su minuti, mentre il "gruppo maglia rosa" sconsideratamente lascia fare, svegliandosi e mettendosi a tirare quando è troppo tardi. Risultato: quasi 13 minuti di ritardo dai primi per i "big", e classifica stravolta. Vinokourov da maglia rosa a 12°, con quasi 10 minuti da recuperare, e dietro in fila i vari Evans, Nibali, Basso.
E adesso qualche giorno di riposo, quindi i tapponi di montagna. E sarà spettacolo, che nessuno potrà permettersi di temporeggiare.
E' un gran bel Giro!

[ah, l'altro giorno per Terni lo si è visto: il gruppo di corsa, e non a Marmore, che si sono messi a tirare appunto arrivati a Terni, e si è rimasti bloccati in Viale Trieste, ma lo si è visto!]

11 maggio 2010

Giro 2010 - Alla partenza

Cerchiamo di sollevarci, sempre in tema sportivo, parlando del Giro d'Italia, mentre che, finita la 3 giorni inaugurale in Olanda, stanno tornando in territorio italiano.
Come tracciato finalmente quest'anno pare serio, con belle montagne: Zoncolan, cronoscalata del Plan de Corones, Aprica, Tonale, Gavia e svariate altre. E poi la chicca, domenica, col Giro che dopo tanti anni ripassa per Terni, con Gran Premio della Montagna a Marmore (fa ride!) e arrivo al Terminillo.
Vediamo un po' i corridori, se saranno all'altezza. Tanti nomi o sono vecchi e si sono ritirati (Simoni, Savoldelli), o sono usciti per doping e affini (Riccò, e poi con un certo beneficio del dubbio Di Luca e Pellizzotti), o non partecipano (alcuni stranieri). Rimane piuttosto aperto quindi, con molte incognite, tra cui i due Liquigas Nibali e come al solito Ivan Basso...
Non si piange per la perdita alla cronaca di Auro Bulbarelli, e si attende speranzosi il grande Gigi Sgarbozza.
Dai che è un gran bel Giro!

1 giugno 2008

Ma che splendida bicicletta - Giro all'arrivo

Non è stato un "gran bel Giro".
Al di là della delusione "nazionale" di non aver visto un italiano vincere la Maglia Rosa, è stata tutta una corsa un po' sottotono. Pochi sono stati i momenti notevoli di questo Giro, specialmente da parte dei cd. "grandi". E infatti alla fine ha vinto un Alberto Contador, sicuramente ottimo corridore, e che con la prestazione di oggi alla crono si è meritato la vittoria, ma che non è mai spiccato in modo particolare nel corso del Giro, e si è limitato a controllare regolare avversari mai troppo temibili.
E infatti quelli che hanno deluso maggiormente sono stati gli uomini da classifica italiani, Riccò soprattutto, e poi Di Luca, Pellizzotti, Nibali, Simoni, Savoldelli; gente che annunciava grandi cose, e rivelatisi poi molto sotto le aspettative.
Detta così è fin troppo dura forse, non gli si può fare certo una colpa se probabilmente nessuno di loro era nel pieno della condizione fisica, e nessuna prestazione è stata certo da buttare via; quello che si può rimproverare è stata però la mancanza di determinazione e di coraggio in molte, troppe occasioni, in cui si è preferito lasciar scorrere via per inerzia le settimane di gara. Carpegna, Dolomiti, Mortirolo.
Da aggiungere una nota sul percorso stesso del Giro d'Italia. La scansione delle tappe di montagna non è stata troppo felice. Prima della pesantissima tre giorni dolomitica non stop alla fine della seconda settimana, si è avuta una sola tappa di montagna di un certo impegno, quella di Cesena con la scalata al Carpegna. Che però, oltre a essere in sé una tappa piuttosto avulsa dal contesto, è stata ideata sì con una bella salita impegnativa, ma a metà gara, quando probabilmente anche altri corridori più in forma e determinati di quelli di quest'anno avrebbero esitato a tentare attacchi.
Dopodiché, il concentrato tuttodolomititregiornidifila, senza spalmarle minimamente, e nuovamente montagna, ancora molto impegnativa ma ancora concentrata, alla fine. Finale appunto col Gavia e Mortirolo, ma nuovamente come nel Cesenate a una certa distanza dall'arrivo.
Una scansione delle tappe di montagna che per percorsi e scansione ha quindi scoraggiato la lotta in salita tra gli uomini di classifica, accentuando i caratteri attendisti di questo Giro.
E infine la chiusura stessa, che al di là della supremazia nella disciplina di Contador, è rischioso e non troppo giusto chiudere un Giro con una prova individuale che potrebbe ribaltare tre settimane di corse.
Da salvare. Anzitutto i tre grandi successi in solitaria di Emanuele Sella. Poi la grande determinazione contro le difficoltà fisiche di due grandi corridori, Simoni e Di Luca, e nello specifico di Di Luca la grande prova sulla Presolana(grazie anche a un generosissimo Savoldelli), l'unico vero attacco condotto da un uomo di classifica nel corso di tutto il Giro, e tappa più entusiasmante della corsa. Di Riccò francamente da ricordare ci metto solo l'agilità dimostrata nello scatto finale sempre sul Monte Pora, e in misura minore sul Fedaia. Però appunto il ragazzo "è giovane e si farà". Il terzo posto conquistato da Marzio Bruseghin, per la simpatia del personaggio. La flemma di Bettini, e infine Cavendish, quando ha lasciato la tappa al gregario a Locarno.
E a questo punto, congratulazioni a Contador, e via, in fiduciosa attesa del 2009, di un altro Giro d'Italia e del ritorno di Ivan Basso!