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19 luglio 2013

Un mondo diverso è possibile...

Dodici anni dopo, mentre è ancora vivissimo il ricordo e la rabbia della violenza di Stato a Genova nel 2001, come invece, amaramente, sembrano e sono lontane e impensabili le speranze e gli entusiasmi di quei giorni.

UN MONDO DIVERSO E' POSSIBILE

14 giugno 2013

Sentenze su Bolzaneto: introduzione del reato di tortura, subito.

Una bestia come l'assistente capo di Polizia Massimo Luigi Pigozzi, accusato di aver divaricato le dita della mano al manifestante Giuseppe Azzolina fino a strapparne la carne, 3 anni e 2 mesi per lesioni aggravate.
A Bolzaneto, Genova 2001.
Oltre a lui, solo altre 6 condanne, a pene inferiori.
Introduzione del reato di tortura, subito. 

7 giugno 2013

La mistificazione e la criminalizzazione della manifestazione di Terni

La cosa che fa più rabbia, dopo il casino successo a Terni l'altro giorno, fatti già di per loro gravissimi, è il tentativo (molto riuscito peraltro) mistificatorio che stanno portando avanti sulla ridicola storia dell'ombrellata, priva di qualsiasi positivo riscontro, e coralmente smentita dalle testimonianze di tutti i presenti e dagli altri video e foto. Tentativo mistificatorio che si accompagna alla criminalizzazione dei manifestanti e delle loro ragioni, con l'operaio con l'ombrello già designato come capro espiatorio, in attesa di conoscere l'identità dei finora ignoti suoi concorrenti nel reato. Il tutto sostenuto dalla locale Questura, ben supportata a livello nazionale da Alfano stesso, che di fatto hanno avallato in pieno la repressione della manifestazione.
L'unico augurio è che possano essere sbugiardati proprio apertamente, e in tal caso molte sono le teste che dovranno cadere, troppo in là si sono spinti.

5 giugno 2013

La repressione della manifestazione a Terni

A Terni stamattina c'erano operai, cittadini e membri delle istituzioni che stavano manifestando pacificamente per il lavoro, e per il futuro loro, delle Acciaierie e della città intera, in un momento delicatissimo delle trattative e nel disinteresse globale.
E sono stati aggrediti, caricati e manganellati a freddo dalle "forze dell'ordine".
In tutto ciò, il fatto che addirittura il sindaco Di Girolamo sia rimasto ferito a sangue aggiunge un ulteriore carico alla vicenda, senza però spostarne sostanzialmente la gravità, che anche se non fosse stato il sindaco, prima di tutto lui è un cittadino, come tanti altri che oggi si sono presi le manganellate.
Le cose sono due per una gestione così scellerata dell'ordine pubblico, o una palese incapacità e incompetenza, o si è voluto coscientemente giocare, in modo criminale, ad alzare la tensione. In entrambi i casi, dimissioni dovute, immediate, di tutti i responsabili, prefetto, questore, e giù tutta la catena di comando (e se è, anche processo).
Ora, al termine della giornata, non so se facciano più rabbia e schifo il tentativo mistificatorio che, con sprezzo del ridicolo, sta portando avanti la Polizia con dietro il Ministero di scaricare le proprie gravissime colpe di avere aggredito un corteo di lavoratori sui manifestanti stessi, o quei miei presunti "concittadini" che, magari per motivi di rivalità politica, stanno a godere dell'accaduto e ad avallare ogni stronzata che viene propinata.
Spero solo che, dopo oggi, ci sia una reazione forte e compatta di Terni e della sua cittadinanza, a difesa dei propri lavoratori e del suo futuro. Sciopero generale cittadino. 


14 marzo 2013

Due riflessioni sulla strage al Broletto

A commento della tragica sparatoria di Perugia della settimana scorsa, due cose.
La prima, che è anche innegabilmente il frutto del clima che si respira nelle strade di aperto incitamento alla violenza, al farsi giustizia da sé.
La seconda, ci si stupisce tanto e chiacchieriamo della facilità con cui negli Stati Uniti si possa accedere alle armi da fuoco, ma anche qui in Italia è ora che la questione ce la si cominci a porre. Il caso di Perugia, col porto d'armi rinnovato nonostante un quadro clinico di così palese pericolosità sociale è l'estremo, ma basti fare una rapida ricerca di cronaca, ogni due/tre giorni, spesso in casa, avvengono omicidi e atti di violenza con armi da fuoco legalmente detenute.

17 ottobre 2011

Dopo gli scontri del 15 ottobre

La reazione a come è andata a finire la manifestazione di sabato 15 ottobre a Roma è una profonda rabbia, per come è stata buttata via una grande piazza, una manifestazione che poteva veramente contribuire a dare una svolta all'attuale situazione di stallo. E invece oggi dobbiamo stare qui zitti a sentire parlare di reazione, di leggi speciali.
Vabbe'.
Che la possibilità di scontri era concreta ce lo si sapeva un po' tutti, la tensione in giro è abbastanza palpabile, e altrettanto si sapeva che l'organizzazione (e la piattaforma della manifestazione) era alquanto caotica, confusa e approssimativa. Ma è andata peggio di come ci si aspettava, come è stato giustamente rilevato da diversi osservatori con la violenza rivolta in primo luogo verso gli stessi manifestanti, sfruttati come carne da macello, o che hanno addirittura pagato pesantemente di persona, come il compagno Enzo Mastrobuoni.
Brutta aria. Anzi che ci si è risparmiati quasi del tutto questa volta una serie di distinguo, i giustificazionismi che hanno accompagnato certi episodi come alcuni degli scontri in Val Susa, e soprattutto sempre a Roma il 16 dicembre scorso. Il retroterra è quello. Stessa prospettiva dello scontro fine a sé stesso, con l'ottica del tanto peggio tanto meglio. Lo Stato... Boh, certo le condizioni "sul campo" non erano agevoli, e di sicuro è facile dare giudizi da dietro una tastiera. Però che ci sia stata quantomeno una inadeguatezza nella prevenzione di scontri annunciati (che se lo capiva il cittadino medio, ci si augura che al Ministero degli Interni certe cose le sappiano).
Che fare. In primo luogo adesso vigilare, anche in campo "amico" (leggesi Di Pietro) per preservare gli spazi di esercizio della democrazia, contro le leggi speciali e quant'altro. Che già, leggo in questo momento, la Questura di Roma ha negato l'autorizzazione alla FIOM per un corteo questo venerdì a Roma. E in piazza... Anzitutto evitare ammucchiate e mancanza di organizzazione, quindi smettere decisamente di ammiccare o giustificare certi movimenti, e isolarli con forza, infine cercare di ricreare un vero servizio d'ordine, non quattro regazzetti che si tengono sottobraccio, ma gente che si assuma rischi e responsabilità, che c'è poco da scherzare. Se no, ce la scordiamo la democrazia.

15 dicembre 2010

Gli scontri di Roma

Purtroppo è oggettivamente riduttivo definire gli scontri di ieri come frutto di qualche "black block" o di fantomatici provocatori infilitrati. Da quello che pare emergere a darsi alla violenza è stata anche una fetta non indifferente di coloro, studenti e non, che al mattino manifestavano, ed è stata ed è orgogliosamente rivendicata in molti comunicati sul web (si vedano ad esempio quelli dell'"Onda Perugia").
"Estremismo malattia infantile del Comunismo" diceva il saggio di Lenin. E' giocare pericolosamente a fare gli estremisti, quello che è successo ieri a Roma, di gente col mito della rivolta e dello scontro, anche se fini a sé stessi, e con la convinzione che lo Stato abbia paura di loro. Beate illusioni. Ieri non saranno stati pochi, nei palazzi del potere, coloro che si sono sfregati le mani soddisfatti, perché hanno finalmente avuto il pretesto di criminalizzare l'intero movimento, di giocare con la strategia della tensione. E l'unico rimpianto che c'avranno avuto è solo che gli scontri non siano iniziati un paio d'ore prima, così da poter mandare in onda, come si paventava lunedì, la sceneggiata del "istituzioni sotto assedio difendere la democrazia votare la fiducia".

13 dicembre 2010

Scenario

Frattanto che ci si rode nell'attesa dell'esito della giornata di domani, un appello per i tanti che domani manifesteranno per le vie di Roma contro il governo.
A maggior ragione perché non mancheranno di certo tra i manifestanti le "teste calde", ci si augura che tutti tengano i nervi saldi, senza rispondere ad alcuna provocazione da parte "governativa".
Che probabilmente tra il Ministero degli Interni e la Presidenza del Consiglio non aspettano altro, e cerchiamo quindi di evitare di doversi sorbire una sceneggiata tipo "Roma a ferro e a fuoco assediata dai facinorosi Parlamento riunito in stato di emergenza votare la fiducia per difendere la democrazia".

14 dicembre 2009

Scoperta della violenza

Una delle cose che fa più rabbia dei fatti di ieri di Milano, è il perbenismo di una certa destra che scopre pare per caso la violenza, e indignata si lancia in filippiche sulla convivenza civile e il confronto delle idee.
Dove sono quando ogni giorno vengono picchiati e anche ammazzati immigrati, zingari, omosessuali, militanti di sinistra?
Qualcuno ha fiatato quando un presidio di lavoratori dell'Eutelia un mese fa sono stati aggrediti di notte da vigilantes guidati da un dirigente aziendale?

La violenza è fin troppo presente in Italia, ed è in genere qualcosa di più di un cretino che tira un pugno a Berlusconi.

13 dicembre 2009

Imbecillità

'Va, lo si era capito che non era aria oggi. Chiacchiere su un nuovo "discorso del predellino", quel cretino di Bonaiuti cui comunque il Tg1 deve dare la parola che diceva come "Berlusconi a Milano dà il meglio di sé, come il Milan a San Siro" [verissimo... 2 a 0 per il Palermo in casa], Tremonti che straparla di come la Costituzione sia importante, ma la Patria di più.
Poi vabbe', il solito discorso esasperato, dai passaggi semi-eversivi. Però pareva che potesse scivolare via senza troppo danni.
Invece no, un imbecille si mette a tirare un pugno a Berlusconi. Il martire, che si rivolge sanguinante alla folla.
Bei casini adesso ci saranno. Via alle prediche sulla sinistra portatrice di un clima d'odio, di fascismo contro il premier, di terrorismo come dice Bossi. Quell'altro coglione di Di Pietro che a meno di un quarto d'ora dal fatto, invece di starsene zitto, o di limitarsi a esprimere la giusta e dovuta solidarietà, si mette a dichiarare "Sono contro la violenza, ma Berlusconi istiga". Prestando così il fianco e alibi a tutte le critiche da parte del centrodestra.
Bah.