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7 ottobre 2011

Bertinottiana 2011

Bertinotti non c'ha tutti i torti a paventare il forte rischio della sinistra, a puntare al governo in questa Italia, di "vendersi l'anima", necessariamente costretta a politiche neoliberiste e a ricercare alleanze e compromessi al ribasso, come ha dichiarato in recenti interviste e interventi.
Ma non se ne può uscire con le soluzioni che propone, fosse per lui è già da due anni e mezzo, da prima delle Europee 2009, che propone di non partecipare neanche alle elezioni, e la storia dei "movimenti", entità nebulosa ed eterogenea, è ormai proprio una sua fissa storica dal 2001.
Vabbe', quantomeno fa sorridere vedere un discreto numerolo di rifondaroli che dopo anni di insulti tutti seri e composti concordano e apprezzano il ritorno del compagno Fausto dalle scelte di SEL.

25 ottobre 2008

Della parola "comunismo"

Quando Bertinotti dichiara che "Comunismo è una parola indicibile. Se fermi qualcuno per strada e gli dici: io sono comunista, quello non ti capisce" purtroppo ha pienamente ragione. Dopo 15 anni di uso improprio, tocca riconoscere che s'è assolutamente svuotata di significato. Io credo di potermi identificare come persona di idealità comuniste, che avrebbe votato molto probabilmente PCI etc. Quello che soleva definirsi un comunista italiano praticamente. Comunismo oggi è invece diventato sinonimo di totalitarismo, estremismi ridicoli, conservatorismo, si usa l'aggettivo comunista come insulto o come autoidentificazione settaria (settaria com'è stata la reazione di Ferrero alla dichiarazione di Bertinotti).
Questo è, non è cosa bella, ma bisogna prenderne atto.

16 aprile 2008

Analisi e autocritica

I dati
Il Partito Democratico è andato molto sotto le attese. Attese che per qualcuno arrivavano persino alla vittoria, e per molti erano di una sconfitta onorevole alla Camera, e il "sabotaggio" del Senato con almeno un quasi pareggio. Invece col 33,2% dei voti vuol dire che si è rimasti piantati al 2006, facendo il pieno come al solito solo nelle regioni rosse in cui si può contare su quella che era la presenza organizzativa diffusa dei Democratici di Sinistra; tutti i sacrifici e i bocconi amari ingoiati invece per cercare voti nell'elettorato moderato (Calearo per fare un nome a caso) sono stati invece piuttosto inutili, o comunque hanno determinato avanzamenti minimi vanificati da uscite verso Italia dei Valori o peggio a destra.
Sinistra Arcobaleno. Veramente un disastro incredibile. Specie nelle regioni come l'Umbria, dove sono arrivati a perdere il 75% dei voti. Sicuramente in parte è una perdita virtuale, però questa virtualità porta a escludere dalla rappresentanza politica forze che avrebbero qualcosa da dire. Dove sono andati i voti? In parte astensionismo, in parte a ingrassare lievemente il Partito Democratico o, per gli irriducibili antiveltroniani, l'Italia dei Valori. Molti sono stati gli errori della dirigenza della SA, a partire dalla candidatura stessa di Bertinotti, non certo il leader più adeguato per questa campagna. Si è pagato poi il non essere riusciti a presentare un vero progetto politico, come per contro tocca rendere atto a Veltroni, ma solo un cartello elettorale a scopo di sopravvivenza. E l'aver impostato la campagna in maniera troppo conflittuale anziché competitiva, specie verso il Pd. Questi i fattori che hanno impedito di guadagnare nuovi voti. E anzi a perderne, specie combinati con il miraggio del voto "utile", alimentato (ad arte o con convinzione, questo è da vedere) dal Partito Democratico, per cui larga parte dell'elettorato della SA ha scelto di votare comunque l'alleanza Pd-Idv nella speranza malriposta di riuscire a competere per il raggiungimento del premio di maggioranza ed evitarsi, se tanto toccava stare all'opposizione, a doverla fare a un gioverno Berlusconi.
[per chi ha un po' di tempo da perdere, vada a vedere un po' di dati sul tracollo dei partiti della SA in Umbria, che c'è roba ai limiti dell'incredibile]
Italia dei Valori. Nel centrosinistra, l'unico partito con un vero risultato positivo, alimentato da una quota di voti antiveltroniani provenienti dalla Sinistra, e soprattutto dal clima "antipolitico" dell'ultimo anno, che hanno fatto guadagnare un credito politico assolutamente immeritato per un partito personale vagamente conservatore senza una vera progettualità politica, che in un paese normale (ossia senza Berlusconi) starebbe senza dubbio saldamente a destra.
Udc. Oggettivamente ha retto bene una situazione sicuramente difficile, riuscendo a resistere alle sirene del voto utile grazie forse anche a una quota di elettorato ex Margherita. Certo eh, se toccava superare lo sbarramento regionale al Senato solo per fare eleggere Cuffaro, potevamo anche tutti risparmiarcelo.
Maggioranza. Tutto nelle aspettative nel complesso, tranne il raddoppio della Lega Nord. Non so e non voglio indagare sulle ragioni di un tale successo, in proporzione anche in regioni come l'Umbria. Però so solo che è veramente preoccupante.
Ho evitato i Socialisti per pietas.

Prospettive
Per la Sinistra italiana sono nere. E' il punto peggiore raggiunto nella storia repubblicana. Si tratta di ricostruire da capo una cultura di sinistra in Italia, ricercare l'egemonia, tornare a rappresentare i ceti popolari, ricostruire soggetti politici di massa. Se vogliono farlo i partiti della Sinistra Arcobaleno, devono cambiare radicalmente, che sono tutto tranne che di massa, e troppo spesso scadono nel massimalismo senza dare rappresentanza degli interessi di cui si ritengono portatori. Il Partito Democratico allo stesso modo è a un bivio, e deve ridiscutere molte delle scelte fatte fin ora dal gruppo dirigente veltroniano, a meno che non voglia essere un partito tendenzialmente moderato sostenuto dal voto dell'elettorato post comunista.

Insomma il lavoro da fare è tanto e di portata storica, le premesse scarseggiano e i leader anche.
Parafrasando Mao, tutto va bene.

16 dicembre 2007

Cambi prospettici

L'altro giorno si stava sfogliando un vecchio numero di Linus, del settembre 1995. E teneva banco la polemica se Rifondazione e Bertinotti dovessero o meno cercare l'alleanza col Pds e i gruppi del centro che avrebbero poi dato vita all'esperienza prodiana dell'Ulivo.
Ciò che -disgraziatamente- balza agli occhi, è come si sia radicalmente rovesciata la prospettiva politica dell'area progressista. Allora, pareva che fosse giunto il momento storico delle Sinistre di arrivare al controllo politico del Paese, con la necessità di un'alleanza e di accordi con l'area più progressista delle forze centriste/popolari. Viviamo invece, a poco più di dieci anni di distanza, alla scomparsa della prospettiva strategica di una sinistra di governo, con l'appoggio del centro. Quella che poteva essere una necessità storica s'è ribaltata. E qui probabilmente sarà la responsabilità storica dei Democratici di Sinistra, che hanno rinunciato al progetto di una grande forza di sinistra di governo, condannando le idee progressiste al ruolo di appendice, di complementarietà.

6 dicembre 2007

Aggiornamento in tempo reale

Toh, e adesso che Micheli ha cazziato Bertinotti Rifondazione riscopre la dignità delle cariche istituzionali...

Esternazioni

In specie, del presidente della Camera Fausto Bertinotti. Nonché segretario ombra di Rifondazione Comunista.

Anzitutto, si continua a non capire la ragione per cui tanto brigò l'anno scorso per ottenere la presidenza, se poi è un continuo di interventi da militante politico e distinguo "se non fossi farei parteciperei etc" (Vicenza e svariate altre manifestazioni). Già le dichiarazioni di morte dell'Unione sarebbero difficilmente accettabili da un qualsiasi segretario della stessa, peggio ancora se costui ricopre una carica istituzionale.

Nel merito però tocca riconoscere che la diagnosi è corretta, ed è la proiezione di una situazione che si trascina ormai da mesi. Già lo si è detto, in nome degli interessi particolari si è persa di vista la ragione sociale dello stare insieme, la visione strategica di un centrosinistra largo. E si continua a vivere con la possibilità incombente che qualcuno svegliatosi di traverso ne tragga le conseguenze.

Che poi quale sarebbe il futuro? Il bipartitismo vagheggiato da Veltroni e Berlusconi? La completa fluidità politica con svolte centriste?

La strada dell'Unione rimane la sola percorribile in maniera accettabile.

Faglielo capire...

Qui si sa solo che una prospettiva di sinistra si allontana sempre più.

26 marzo 2007

La maledizione del Baffo d'Acciaio

Bertinotti contestato alla Sapienza grido di assassino e guerrafondaio da autonomi di estrema sinistra. Beh un po' se l'è cercata. Quasi quasi ci godo.