Tra i -pochi- temi che stanno tenendo banco durante questa giornata, tra i più ribattuti pare essere il dibattito sulla cd. utilità del voto. Sinteticamente, si sostiene che l'unico voto utile sarebbe quello da una parte per il Partito Democratico e dall'altra per il Popolo delle Libertà. Al massimo, viene concesso il voto per l'Italia dei Valori.
Sarebbe il caso di farla una riflessione sul concetto di "utilità" del voto. Che è potenzialmente pericoloso. Se per utilità si intende alimentare la oggettivamente remota possibilità di evitare un ritorno di Berlusconi al governo, causa necessità dettata da legge sul premio di maggioranza e rottura della fu Grande Alleanza Democratica, allora oggettivamente è il Partito Democratico a dover essere votato.
Ma "voto utile" è indubbiamente anche quello che permetterebbe a evitare che il pensiero politico di centrosinistra sia egemonizzato dal Veltronismo; elettoralmente meno utile, politicamente altrettanto se non maggiormente utile.
Ripeto, un bipartitismo coatto imposto da tali regole rappresenta una logica pericolosa per la stessa idea di democrazia rappresentativa.
Sarebbe il caso di farla una riflessione sul concetto di "utilità" del voto. Che è potenzialmente pericoloso. Se per utilità si intende alimentare la oggettivamente remota possibilità di evitare un ritorno di Berlusconi al governo, causa necessità dettata da legge sul premio di maggioranza e rottura della fu Grande Alleanza Democratica, allora oggettivamente è il Partito Democratico a dover essere votato.
Ma "voto utile" è indubbiamente anche quello che permetterebbe a evitare che il pensiero politico di centrosinistra sia egemonizzato dal Veltronismo; elettoralmente meno utile, politicamente altrettanto se non maggiormente utile.
Ripeto, un bipartitismo coatto imposto da tali regole rappresenta una logica pericolosa per la stessa idea di democrazia rappresentativa.