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9 maggio 2012

Analisi elettorale amministrative 2012

Non è troppo piacevole, ma tocca farla l'analisi del voto del 2012. Che è stata una tornata elettorale, seppure locale, di primissimo rilievo.
Anche se, sinceramente, a stringere su, non è che ci sia troppo da dire.
O meglio, troppe ce ne sarebbero da dire, per cui ci si limita a fare una sorta di fotografia del post-voto.
In primo luogo, è emerso palese che da un lato c'è l'Italia di gran parte dei mezzi di informazione, dei tecnici, del preteso consenso di massa a Monti e al governo, coi suoi moderati, professori e compagnia, e da un lato c'è l'Italia reale, quella emersa dal voto, completamente differente.
PDL e Lega Nord, un disastro di dimensioni impressionanti. Impressionanti. Dal 2008, era stato, specie per il PDL, un continuo calo, anche consistente, ma hanno pagato rispettivamente la caduta di Berlusconi, e l'assoluta mancanza di progettualità che ne è seguita, e lo scandalo di Bossi e famiglia, in percentuali sorprendenti. Oh, e naturalmente non me ne può dispiacere manco un po'.
Terzo Polo, vale il discorso iniziale, tante chiacchiere in questi mesi sul montismo nuovo destino della Nazione, appunto Partito della Nazione e tante altre storie, poi vai al voto, e si vede quello che conta, cosa rappresentano realmente nel paese. Poco meno che niente. Specie per chi pretendeva di diventare, o di essere culturalmente, egemone.
Il PD globalmente perde un casino di voti, ma in qualche modo tiene, o dà l'impressione di farlo. Lo salva quel po' di organizzazione che riesce a mantenere, e il senso di disciplina di tanti militanti.
L'IDV, nel centrosinistra, chiaramente è quello che ha risentito maggiormente della concorrenza di Grillo e M5S.
SEL e le sinistre. Discretamente, se diciamo che non hanno perso voti, o hanno leggermente incrementato. Male, se siamo oggettivi e concreti. Nel senso che appunto stiamo fermi al palo, e non siamo riusciti a intercettare, indirizzare o rappresentare nulla di un momento storico, sulla carta, potenzialmente largamente favorevole. Se la grave crisi economica in Grecia o in Francia, in modo differente, è riuscita a esprimersi a sinistra, in Italia, per svariate ragioni, non sta avvenendo nulla di tutto ciò.
Grillo e il Movimento 5 Stelle, palese, è l'unico vincitore di queste cavolo di elezioni, indubbiamente grazie anche al clima di questi ultimi mesi, alimentato di fortissima polemica antipartitica, diffuso su tutti i mezzi di informazione, quasi altra faccia del governo tecnico. Per svariate ragioni, la notizia è preoccupante. Molto. E come si diceva sopra, mentre altrove in Europa si cerca di dare una risposta di sinistra alla crisi, in Italia ci si dà al grillismo. Vabbe'.

Le questioni sono tante, e meriterebbero un vero approfondimento.
Nel complesso, una tornata elettorale sconcertante, e da sinistra sicuramente non positiva. E neanche a parlare di Palermo.
Come si evolverà la situazione, non è dato saperlo. Come arriveremo alle elezioni dl 2013, un mistero. Una cosa sola è certa: la crisi economica in Italia è già palesemente diventata crisi politica, su moltissimi livelli. Partitici, istituzionali, di complessivo quadro politico. E i mesi che stiamo vivendo, "l'epoca del governo tecnico", è assai improbabile che si risolveranno in una mera parentesi, dopodiché tutto come prima.

3 giugno 2011

Analisi dei ballottaggi

L'analisi del ballottaggio sarebbe probabilmente anche superflua. Se già con il primo turno già lo si poteva dire, che qualcosa finalmente dopo tanto tempo aveva girato per il verso giusto, con gli strepitosi risultati dei ballottaggi si è vinto alla grande, tutto il centrosinistra, ben oltre quelle che potevano essere le previsioni più ottimistiche. Dopo Bologna e Torino, la grandissima vittoria di Milano, Napoli, Trieste, Cagliari ed altri centri minori. Tutto ciò non potrà non avere effetti sulla politica nazionale.
Che c'è stato? In genere buoni candidati, un po' di fortuna e calo dell'elettorato, che si è astenuto soprattutto a destra, il sentire collettivo che la becera campagna che la destra, si veda a Milano, ha scelto ostinatamente di seguire, era solo una mossa disperata, di chi era stato messo nell'angolo. Poi ok, qualche dato sarebbe da spulciare con attenzione: premesso che per De Magistris non si ha una gran simpatia, a Napoli è stata francamente molto strana, 80mila votanti in meno rispetto al primo turno, Lettieri che ne perde 40mila, De Magistris che più li raddoppia. Boh.
Bersani ne esce rafforzato, a quanto pare la linea di radicamento del PD un po' di frutti ha cominciato a darli, con una credibilità in salita. E se magari i democratici se ne stanno un po' calmini, tutti assieme si può cominciare a pensare a come ricostruire un'alternativa, smettendola di perdere tempo a cazzeggiare appresso al Terzo Polo.

31 marzo 2010

Elezioni regionali 2010: analisi

E' il caso di affrontare la pagina politica, che non pochi sono i temi all'ordine del giorno dopo le Regionali.
Partiamo dall'analisi dei risultati.
Le regioni contendibili erano solo quattro: Basilicata, Marche, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna erano, anche grazie, come qua in Umbria, all'insipienza dell'avversario, sicure per il centrosinistra; Lombardia e Veneto, più Campania e Calabria (e per queste non è forse neanche un male tirarsene fuori dalla gestione) erano sicure al centrodestra; rimanevano quindi, a fare la differenza, Lazio, Puglia, Piemonte e Liguria. Se il centrosinistra fosse stato in grado di vincere in tutte e quattro, sarebbe stata una grande vittoria; vittoria se tre su quattro; risultato moderatamente positivo, se, come è successo, pareggio. Il bicchiere insomma è mezzo pieno. Seppur piccolo, un passo avanti è stato fatto. Insomma, se per 10mila voti il Piemonte non fosse andato a Cota, oggi staremmo a parlare di un'altra situazione. Grossa quindi l'incazzatura verso i voti persi a favore del candidato "grillino", suicidio politico, o tagliarsi le palle da soli, come qualcuno ha sinteticamente definito, per 50mila votanti. Anche per il Lazio peccato, lo si è mancato di poco. Ottime vittorie in Liguria, e soprattutto in Puglia invece. Insomma, nella valutazione complessiva, fermo restando che alla fine il risultato è quello che conta, prima di fare processi bisogna tenerlo a mente che si è sfiorata la grande vittoria.
Dati negativi. La Lega Nord, grande vincitrice di questa elezione. Due presidenti di regione, avanzamento (anche estremamente consistente come in Emilia Romagna) in molti territori non "tradizionali". In Umbria un consigliere regionale porca miseria. E' grave, è la prova del definitivo sdoganamento nazionale da parte dell'elettorato destroide (e non solo). Le istanze della Lega stanno diventando le istanze di gran parte del paese. Pessimo segnale. L'avanzamento dell'Italia dei Valori e del suo opportunismo, e dell'antipolitica in genere. Il cattivo risultato dell'Emilia Romagna. Le Sinistre sostanzialmente al palo in tutta Italia. Di base, si sta affermando una sensibilità comune in cui i valori della Sinistra sono estranei. E non potrà mai essere il Partito Democratico la risposta.
Dati positivi. Pochi assolutamente positivi. La Puglia forse. Ma, di nuovo, ogni minimo passo avanti, specie considerando la situazione di qualche mese fa, è un dato positivo. In più, seppur bilanciato molto negativamente dalla crescita della Lega, il dato del Pdl: estremamente basso, poco sopra il PD, segno che oggettivamente il Berlusconismo è in crisi, e sta facendo il suo corso. Magari trovando soluzioni ed evoluzioni a destra, ma intanto la crisi c'è.
Altre cose sparse.
Nichi Vendola. La diffidenza verso un leader, a sinistra, rimane fortissima. Ma il modo da cui è uscito dalla crisi delle inchieste dell'anno scorso alla Regione Puglia, ha vinto le Primarie, ha gudagnato consenso trasversale e ha rivinto le elezioni lo fanno diventare una speranza per il domani. Una speranza di alternativa, di sinistra, per la leadership di una colazione che a oggi manca.
Partito Democratico. Risultato discreto. Di più difficilmente si poteva ottenere. Bersani deve andare avanti. Cambiare passo di sicuro, lasciar perdere la stronzata del dialogo privilegiato con l'Udc, e proseguire il cammino unitario. Questa è di fondo la differenza con la minoranza del partito, il proporre una prospettiva politica per il futuro. Le polemiche di gran parte di Area Democratica, secondo cui sarebbe stata una disfatta (ingiusto, come anche Chiamparino ha rimarcato) sono ingenerose. Specie alla luce della condotta che dopo il congresso la minoranza francheschiniana ha tenuto. Si veda l'Umbria ad esempio. Con la polemica autodistruttiva fino all'ultimo.

23 giugno 2009

Elezioni 2009, e s'è finito

E finalmente sono finite queste sofferte elezioni 2009...
Partiamo da ciò che più ci stava a cuore, il ballottaggio a Terni. Alla fine ce l'emo fatta. Sofferta vittoria del centrosinistra, con un secondo turno in cui si è avuto un calo di 14mila votanti, che ha penalizzato soprattutto Di Girolamo, che rispetto al primo turno ha perso la bellezza di 4mila voti. Mente Baldassarre è cresciuto di mille. Ehò, lo si sapeva che al ballottaggio sarebbe stata rischiosa, e che come candidatura quella Di Girolamo non era fortissima. Adesso auguri di buon lavoro, che c'è necessità di fare bene.
Per il resto in Umbria... Le elezioni sono andate male da noi. Bassi risultati del centrosinistra anche alle Europee, e alcune sconfitte pesanti. Due anni fa aveva fatto scalpore la vittoria del centrodestra a Deruta, oggi hanno vinto invece anche a Gualdo Tadino, a Montefalco, a Torgiano, a Bastia Umbra, a Orvieto. E messo in difficoltà anche serie il centrosinistra in molti altri territori. Congiuntura politica difficile, ricambi dopo doppi mandati etc etc, ma rimane il fatto che non ci si può più cullare nella sicurezza della "regione rossa".
A livello nazionale, alla fin fine s'è vinto dove si doveva necessariamente vincere, Bologna, Firenze; a Milano ha detto merda, in qualche altro posto pure si è perso di poco. Nel complesso, complice magari anche l'astensionismo, s'è tenuto piuttosto dignitosamente. Il primo turno era andato peggio in confronto. [o meglio, il centrosinistra ha perso 22 province su 50, ma di questi tempi tocca anche accontentarsi, e un po' di rimbalzo ci stava...]

9 giugno 2009

Europee 2009: Analisi

Che andavano male lo si sapeva, quindi nessuna particolare sorpresa. Anzi per certi versi sono andate discretamente. Vediamo.
Popolo delle Libertà - Il 35,3% è un brutto risultato. Non in termini assoluti, ma in confronto alle aspettative, alla retorica del "il Paese è con me", anche a confronto con le politiche di un anno fa, il dato è oggettivamente basso. Astensione, travasato alla Lega, come ci pare, ma il risultato è quello.
Partito Democratico - Discorso in parte rovesciato. Il 26,1% è un pessimo risultato sicuramente, ma della serie "poteva anche andare peggio" tocca dare merito a Franceschini di essere riuscito a salvare la baracca. Poi vabbe', viene da chiedersi se veramente c'era tutto 'sto bisogno di "una grande forza riformista di stampo europeo" (???), ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Si pensi invece come fare a recuperare i voti finiti all'Italia dei Valori.
Sinistra e Libertà - Mah mah. Così come la "Lista Anticapitalista" con tre decimali in più, risultato discreto, il 3,1%. Nelle aspettative. In Parlamento non ci vai, ma hai una buona base di partenza per continuare il progetto politico. Specie se in alcune zone (il Sud) dimostri un buon radicamento. Per tutti invece, tocca cercare di capire come fare qualcosa al Nord...
Udc - Più che stabile.
Lega Nord e Italia dei Valori - I vincitori di queste elezioni. E per entrambi, seppur per cose differenti, un risultato molto preoccupante. Per la Lega perché si dimostra in sintonia con fasce sempre più ampie di popolazione, dando sfogo spesso a molte delle pulsioni peggiori. Per l'Idv, perché si fa sempre più concreto il rischio che diventi l'alfiere di quello che era il popolo di sinistra. Puntando a ulteriori aumenti di consenso. Bardasci, tra Pd e Idv cento volte meglio Pd. Con tutti i limiti che ha, non è un partito populista e personalistico. Per usare paroloni, la crescita dell'Idv è la cifra della crisi della cultura politica di sinistra, che preferisce indignarsi per il conflitto di interessi piuttosto che per politiche sociali inesistenti.

Andando a guardare un quadro più locale, è pesante, molto pesante il crollo del Pd qui in Umbria, quasi ovunque sorpassato dal Pdl. Certi sistemi politici e culturali, che fanno di noi una "regione rossa" non durano in eterno. Dopodiché, particolarmente preoccupante il 3,59% a livello regionale della Lega Nord. Con punte del 10% in certi territori. Rega', in Umbria c'è più gente che ha votato per la Lega che per Sinistra e Libertà (3,55%). Questo è grave, è segno che la Lega ha smesso i panni di un movimento solamente localistico, ed è in grado di rappresentare le istanze, fondamentalmente egoistiche e xenofobe, di fasce della popolazione che magari fino a oggi se ne sarebbe ciecata di votarla.

Per le Amministrative, che pure ci riguardano da vicino, aspettiamo domani.

16 aprile 2008

Analisi e autocritica

I dati
Il Partito Democratico è andato molto sotto le attese. Attese che per qualcuno arrivavano persino alla vittoria, e per molti erano di una sconfitta onorevole alla Camera, e il "sabotaggio" del Senato con almeno un quasi pareggio. Invece col 33,2% dei voti vuol dire che si è rimasti piantati al 2006, facendo il pieno come al solito solo nelle regioni rosse in cui si può contare su quella che era la presenza organizzativa diffusa dei Democratici di Sinistra; tutti i sacrifici e i bocconi amari ingoiati invece per cercare voti nell'elettorato moderato (Calearo per fare un nome a caso) sono stati invece piuttosto inutili, o comunque hanno determinato avanzamenti minimi vanificati da uscite verso Italia dei Valori o peggio a destra.
Sinistra Arcobaleno. Veramente un disastro incredibile. Specie nelle regioni come l'Umbria, dove sono arrivati a perdere il 75% dei voti. Sicuramente in parte è una perdita virtuale, però questa virtualità porta a escludere dalla rappresentanza politica forze che avrebbero qualcosa da dire. Dove sono andati i voti? In parte astensionismo, in parte a ingrassare lievemente il Partito Democratico o, per gli irriducibili antiveltroniani, l'Italia dei Valori. Molti sono stati gli errori della dirigenza della SA, a partire dalla candidatura stessa di Bertinotti, non certo il leader più adeguato per questa campagna. Si è pagato poi il non essere riusciti a presentare un vero progetto politico, come per contro tocca rendere atto a Veltroni, ma solo un cartello elettorale a scopo di sopravvivenza. E l'aver impostato la campagna in maniera troppo conflittuale anziché competitiva, specie verso il Pd. Questi i fattori che hanno impedito di guadagnare nuovi voti. E anzi a perderne, specie combinati con il miraggio del voto "utile", alimentato (ad arte o con convinzione, questo è da vedere) dal Partito Democratico, per cui larga parte dell'elettorato della SA ha scelto di votare comunque l'alleanza Pd-Idv nella speranza malriposta di riuscire a competere per il raggiungimento del premio di maggioranza ed evitarsi, se tanto toccava stare all'opposizione, a doverla fare a un gioverno Berlusconi.
[per chi ha un po' di tempo da perdere, vada a vedere un po' di dati sul tracollo dei partiti della SA in Umbria, che c'è roba ai limiti dell'incredibile]
Italia dei Valori. Nel centrosinistra, l'unico partito con un vero risultato positivo, alimentato da una quota di voti antiveltroniani provenienti dalla Sinistra, e soprattutto dal clima "antipolitico" dell'ultimo anno, che hanno fatto guadagnare un credito politico assolutamente immeritato per un partito personale vagamente conservatore senza una vera progettualità politica, che in un paese normale (ossia senza Berlusconi) starebbe senza dubbio saldamente a destra.
Udc. Oggettivamente ha retto bene una situazione sicuramente difficile, riuscendo a resistere alle sirene del voto utile grazie forse anche a una quota di elettorato ex Margherita. Certo eh, se toccava superare lo sbarramento regionale al Senato solo per fare eleggere Cuffaro, potevamo anche tutti risparmiarcelo.
Maggioranza. Tutto nelle aspettative nel complesso, tranne il raddoppio della Lega Nord. Non so e non voglio indagare sulle ragioni di un tale successo, in proporzione anche in regioni come l'Umbria. Però so solo che è veramente preoccupante.
Ho evitato i Socialisti per pietas.

Prospettive
Per la Sinistra italiana sono nere. E' il punto peggiore raggiunto nella storia repubblicana. Si tratta di ricostruire da capo una cultura di sinistra in Italia, ricercare l'egemonia, tornare a rappresentare i ceti popolari, ricostruire soggetti politici di massa. Se vogliono farlo i partiti della Sinistra Arcobaleno, devono cambiare radicalmente, che sono tutto tranne che di massa, e troppo spesso scadono nel massimalismo senza dare rappresentanza degli interessi di cui si ritengono portatori. Il Partito Democratico allo stesso modo è a un bivio, e deve ridiscutere molte delle scelte fatte fin ora dal gruppo dirigente veltroniano, a meno che non voglia essere un partito tendenzialmente moderato sostenuto dal voto dell'elettorato post comunista.

Insomma il lavoro da fare è tanto e di portata storica, le premesse scarseggiano e i leader anche.
Parafrasando Mao, tutto va bene.

15 aprile 2008

Il disastro

Un primo commento? Solo nel 1948 forse si andò peggio; solo che allora forse fu anche un bene che andarono così, e almeno si aveva la speranza concreta in un mondo diverso, migliore. Oggi neanche più quello.

16 ottobre 2007

Fine analisi politica (a freddo)

Mi sa tanto che a incidere in materia determinante sull'affluenza alle Primarie sia stato il manifesto di cui qui sotto.
Che beh daje la picchietta lasciva con la pesca sicuramente traina.
[uh poi pare che si chiami Lucrezia allora veramente!]

15 ottobre 2007

Ci si è cavato il dente (le Primarie)

Il commento lo faccio a caldo.

Premetto che il voto l'ho dato (causa assenza della lista A Sinistra per Veltroni, alla lista Bindi per il nazionale; scheda bianca al regionale). E per la prima volta m'ha messo di cattivo umore il votare. Berlinguer tra l'altro nella sezione in cui votavo scuoteva la testa pensieroso su di noi. Veramente, è stato come cavarsi il dente, l'ho fatto solo perché ogni voto che sarebbe mancato sarebbe stato un passo di più verso la rovina totale.

A parte il caso umano personale, l'affuenza è stata oggettivamente imprevista. Personalmente credevo massimo 1 milione di votanti. Oltre 3 milioni sono indubbiamente un grande risultato, positivo a prescindere. E qualche analisi dovrò rivederla. A quanto pare, nonostante tutti gli errori commessi, il Pd ha delle potenzialità. E sarà che la gente partecipare alle Primarie è preso gusto. E un tale risultato rafforza il morale e la salute dell'intero centrosinistra e del governo, dopo i tempi non certo sereni che corrono. E permette di rimettere la politica al centro, e di ridare il peso che effettivamente meritano certi avvenimenti e movimenti degli ultimi mesi.

Ripeto, le potenzialità ci sono. E serve farle fruttare. Quali siano di preciso è da vedere ancora, s'è fatto il primo passo.

Certo però che l'idea di avere Veltroni come segretario non mi ispira certamente, e purtroppo non cambio l'idea che vedo difficimente una tradizione di continuità e di avvenire per la Sinistra in questo processo. E che forse sono io fuori sintonia con la larga parte dei 3 milioni al voto ieri, e che le nostre prospettive sono ormai differenti.

Grigliata

Molta carne sul fuoco. Perciò procediamo con ordine.

11 giugno 2007

Ballottaggi

Questi veramente direi che nel complesso sono andati male. Che il cambio di affluenza non c'ha cambiato niente, e un po' ci speravo.
E a Todi il risultato è tremendo. (circa 60% contro il 40%, con Servoli che tipo non ha manco conservato i suoi voti, ma ne ha persi 500... -j'emo portato fortuna dice!-)

[ah, sempre in tema di disastri la palma però oggi spetta alla Francia porca miseria. lì si va sul tragico proprio.]

30 maggio 2007

Amministrative 2007

Dal punto di vista meramente aritmetico, non è 'sto gran danno, anzi; perdite piuttosto contenute, e controbilanciate complessivamente da qualche soddisfazione al centro-sud.

Dal punto di vista politico però indubbiamente grave. Il Nord è un bordello. Non saprei dire quali siano i voleri, le idee di questa parte d'Italia, però è oggettivamente indispensabile che ci si metta una pezza. Verona è un disastro assoluto. L'Ulivo sceso in un anno dal 27% al 17%. E molte altre percentuali tremende.

L'Unione paga caro che non riesce a parlare, che delude i suoi stessi elettori, che hanno pensato bene di restarsene a casa (sperando che al ballottaggio si rendano conto della situazione e si riequilibri la situazione)

Come Ds paghiamo che abbiamo passato tutto questo tempo a farci le seghe mentali sul nostro scioglimento, come se non esistesse il mondo attorno a noi.