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19 dicembre 2011

Fumo negli occhi bis

Tornando sulla serie "fumo negli occhi". A leggere i titoli degli ultimi giorni, pare che l'unica macchia ascrivibile al prode Monti sarebbe quella delle mancate "liberalizzazioni", vulnus da sanare il prima possibile, che "i consumatori prima di tutto", come ci tweetta fiero e baldanzoso Casini. Perché è evidente, sì, IMU, IVA, tagli ai servizi pensioni etc, ma tutto si risolverà, se aumentiamo il numero dei taxi in circolazione e permettiamo la vendita dei farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie. Aspettando poi di vedere tornare crescita e posti di lavoro, "liberalizzando" biechi ordini  professionali come quello degli avvocati. Che sono noti gli stretti vincoli  medioevali, come possiamo permetterci di avere solo 500mila avvocati in Italia? Un articolo di tre settimane fa, a memento sul furore liberalizzatore.
Quindi; effettivamente abbastanza ridicoli i leghisti che provano a reinventarsi, proponendosi quali strenui avversari di una manovra economica frutto e sulla stessa linea di intervento di tutte quelle degli ultimi anni, di loro governo, ma anche tutti coloro che dopo avere giustamente attaccato e criticato Tremonti, ora si sentono in dovere di difendere la manovra Monti a spada tratta, beh non scherzano mica.

7 novembre 2011

Rivoluzione d'Ottobre, e la fine del regime italiano

7 Novembre 1917-2011: viva la Rivoluzione d'Ottobre!

Se domani, come abbastanza probabile, andrà a cadere il governo, è abbastanza sconfortante che i "Lenin" della situazione saranno Casini, la BCE, transfughi dell'ultima ora, vecchi e nuovi riciclati e reazionari.
Andiamo per ordine, cercando di analizzare brevemente la situazione. Come evidente, Berlusconi e il governo sono ormai agli sgoccioli. E' l'esito ineluttabile della crisi politica apertasi ormai da un anno, con l'uscita di Fini e di FLI, ma sinora quasi occultata, grazie ai vari Responsabili e a un'Italia fondamentalmente assopita. Un mese e mezzo fa si commentava come vivessimo in una situazione di stallo, in attesa di qualcosa che rompesse l'equilibrio. Il "quid", a ripensare agli ultimi avvenimenti, è arrivato con la bocciatura della legge di bilancio, l'ennesimo voto parlamentare sempre più striminzito e lo sfiorato colpaccio del mancato numero legale: di lì, a stretto giro, l'ennesima ondata di speculazione sull'Italia, l'Europa che ha messo alle strette l'Italia, lo strappo palese con Tremonti, la mancata promulgazione del "decreto sviluppo". E quindi, nel volgere di una settimana, il palesarsi del malcontento anche tra storici esponenti forzisti, estremisti berlusconiani come la Bertolini, Stracquadanio, e quindi l'inizio delle defezioni, sempre più numerose, dal PDL verso le sponde centriste, per arrivare infine agli appelli dei vertici stessi di Lega Nord e PDL affinché Berlusconi si dimetta. Stiamo con tutta probabilità alla vigilia di un momento di rilievo storico.
In Italia ci piace spesso richiamare momenti drammatici della storia nazionale, in modo spesso del tutto improbabile. Ma quello che stiamo vivendo in questi giorni, per quanto possa essere scontato, veramente richiama alla mente la fine di altri regimi, il suo repentino disfarsi, le velleità del resistere fino alla fine trascinando tutti con sé, gli intrighi, i fedelissimi che si trasformano in voltagabbana dell'ultima ora, lo squallore e la meschinità di questo epilogo. Se c'è un qualcosa per cui assolutamente il berlusconismo sta palesando una sua natura profonda di regime, è proprio adesso, nella sua fine. Nel fatto per cui  le dimissioni di un presidente del consiglio, e le successive elezioni, diventino un momento palingenetico. L'attaccamento insensato e irresponsabile alla carica, contro tutto e  tutti.
Dimissioni, il prima possibile, speriamo domani. Quindi voltare pagina. Con molte incertezze. Siamo in una situazione economica gravissima, a un passo dal baratro. L'unica strada che ci viene prospettata è quella, drammatica e inaccettabile, propostaci dalle istituzioni neoliberiste europee e internazionali, che rischiano di portarci sempre più a fondo, devastando lo stato sociale, con costi umani insostenibili, senza che si riesca a uscire dalla morsa della speculazione e della crisi. Non vi sono soggetti con la forza di sostenere, da subito, una via, un modello e delle idee differenti (se ve ne sono). La cosa più probabile è un esecutivo di transizione, con il compito precipuo di dare atto alle richieste suicide che ci arrivano da mesi. E sarà un governo con la volontà politica e la forza di poterlo fare. Il futuro appare buio. La sinistra plurale italiana ha perciò la necessità storica di darsi una ragione d'essere.

A domani. Come regalino, se siete arrivati a leggere fin qui, il wallpaper hd (beh!) in 16:9 della vecchia targa della sezione del PCI di Terni "7 Novembre", una delle primissime istituite nel dopoguerra, in via Eugenio Chiesa.

14 luglio 2011

La necessità di un'alternativa economica reale a quella della manovra di Tremonti

Nel silenzio generale (solo ieri si è avuta notizia di un comunicato della CGIL sul tema) già la settimana scorsa nella manovra finanziaria straordinaria sono stati disposti sensibili aumenti generalizzati del contributo unificato, nonché l'eliminazione della sua esenzione per le cause di lavoro e per i procedimenti di separazione e divorzio (più una serie di penali e trabocchetti per la redazione degli atti), ossia è stata innalzata o del tutto introdotta la tassa da versare per potere esercitare il diritto, previsto dall'art. 24 della Costituzione, secondo cui "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi". L'ingiustezza di tale provvedimento è palese, come se si dovesse pagare per sporgere una denuncia, e, con la mediazione civile obbligatoria, nel giro di pochi mesi si è reso sensibilmente più oneroso il diritto del cittadino di agire in giudizio.
Questo è un esempio, tra i tanti, di come si sta muovendo il Governo, nell'elaborare la manovra. Oppure i ticket, l'aumento delle accise sui carburanti.
Adesso tutta la retorica dell'unità nazionale, bisogna essere responsabili, siamo a rischio speculazione etc etc.
Ma come si fa a dare fiducia a Tremonti e a questo governo? Come si può pensare di superare la crisi con l'ennesima manovra recessiva, fatta di tagli e tassazione indiretta, che pagheranno i ceti medio-bassi? Mica si dice, ok, non ci sono soldi, alziamo, con onestà, le aliquote IRPEF in modo progressivo, tipo 0%-0,5%-1%-1,5%-2%, no, a parola le tasse non le alzano, e poi rincarano tutto in maniera indiscriminata (e si chiacchiera di assurde riforme fiscali). 
Una manovra di destra classica, liberista, che non porta da nessuna parte. E da vigilare attentamente, che è stata data carta bianca, e rischiano di metterci dentro di tutto e di più, come le pseudo riforme degli ordini professionali, a unico vantaggio di Confindustria, banche e assicurazioni, o la riforma delle commissioni tributarie, messe in mano a non si sa chi.
Con l'alibi della responsabilità, ci si sta scavando la fossa. Non si può essere complici. Bisogna smettere di rincorrere questi modelli economici, e proporre un modello economico radicalmente alternativo a quello di questi anni.

24 gennaio 2009

Pretesti

Pretestuoso Maroni, che con la scusa della preghiera musulmana in Piazza Duomo, ne approfitta per annunciare restrizioni per qualsiasi tipo di manifestazione, vietando le piazze su cui si affacciano luoghi di culto (una rarità in Italia...).
Pretestuosi il Pd e l'Idv, che per tenersi buoni i rapporti con la Lega Nord in vista di non si sa bene cosa collaborano e avallano con l'astensione l'approvazione del "federalismo fiscale" (riforma che Tremonti ammette candidamente non sapere assolutamente quale impatto economico avrà, e che qualche esponente leghista si compiace di spacciare per riforma istituzionale).
Pretestuosi e antidemocratici Pd e Berlusconi infine, che per racimolare qualche voto in più e imporre un quasi bipartitismo coatto si appellano a governabilità etc per introdurre uno sbarramento al 4% alle Europee.