Visualizzazione post con etichetta corte costituzionale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta corte costituzionale. Mostra tutti i post

3 luglio 2013

Serviva l'intervento della Corte Costituzionale per riaffermare la democrazia sui luoghi di lavoro?

Ben venga la sentenza della Corte Costituzionale che, accogliendo i ricorsi della FIOM, ha dichiarato incostituzionale il permettere la rappresentanza aziendale solo ai sindacati che hanno firmato i contratti aziendali.
Ma serviva l'intervento della Corte Costituzionale per riaffermare i principi democratici sui luoghi di lavoro?

12 giugno 2011

Referendum vota 4 sì! (Scììì?!? Scììì!!!)

L'appello, in colpevole ritardo, è chiaramente di votare, e di votare SI' a tutti e quattro i referendum.
Non è che francamente i quesiti referendari siano argomenti che appassionino il sottoscritto in maniera esagerata (sul nucleare non sono a prescindere contrario, e dopo la porcata fatta col tentativo di cancellazione della norma fatta dal Governo, il quesito su cui si vota è un po' balordo, e tocca riconoscere che già la Corte Costituzionale ha ampiamente sterilizzato, rendendola nei fatti accettabile, la norma sul legittimo impedimento), però a votare stamattina ci si è andati convinti, che al di là del merito dei quesiti, questo referendum porta con sé una grande importanza politica, e rappresenta un'occasione da non perdere. A naso, l'aria è abbastanza positiva (e parrebbe confermata dai primi dati sull'affluenza), c'è un entusiasmo popolare per questo referendum e una trasversalità che non avevo mai avvertito in precedenti occasioni; certo è che, se anche questa volta non si riuscirà a raggiungere il quorum, una riforma costituzionale dell'istituzione referendaria si rende indispensabile.
Vabbe', insomma bardasci, tutti a votare, e chiudiamo con una esemplare sintesi politica (Scalfari impara!):


Scììì?!? Scììì!!!

14 aprile 2011

La media conciliazione alla Corte Costituzionale

Buona notizia l'altro giorno dal TAR del Lazio, che con ordinanza ha sollevato questione di costituzionalità presso la Corte della legge che ha introdotto la conciliazione obbligatoria, in vigore da qualche settimana.
La legge, approvata in sordina, c'avrebbe in effetti profili di incostituzionalità piuttosto evidenti, specie sull'obbligatorietà, che non è ammissibile che io sia costretto, prima di poter esercitare il mio diritto a ottenere giustizia dallo stato, a dovermi rivolgere a degli organismi privati, a pagamento, che ci lucrano sopra.
Senza starci a fare tanti discorsi sopra, che altri ne hanno fatti e ne farebbero di migliori e più argomentati, ma i dati di fatto sono due: in primo luogo, è un regalo fatto a banche, assicurazioni, industrie, e tutti i soggetti con soldi e spalle coperte, che hanno tutto l'interesse a evitare di andare da un giudice, e in contemporanea a crearsi un indotto, di corsi agenzie sensali vari; in secondo luogo, questa privatizzazione di fatto della giustizia è solo l'ennesimo esempio di uno Stato che, di fronte a dei problemi e a delle necessità, non li affronta (leggesi, anzitutto, ci caccia i soldi), ma abdica, rinuncia e dà in appalto a dei privati, che naturalmente, da privati guarderanno in primis e soprattutto al profitto: oggi è la giustizia, ieri era sull'università, o sulle scuole d'infanzia, e via dicendo.

16 gennaio 2011

Che duciiii Berlusconi innamorato!

Volevasi scrivere qualche commento da vetero-comunista rancoroso, su come è stata una brutta sconfitta quelle di Mirafiori, perché non si può cedere ogni volta ai ricatti, che se no l'asticella dei diritti verrà posta ancora più in basso nell'occasione successiva.
Oppure da pseudo giurista-giustizialista, sull'equilibrio della sentenza della Corte Costituzionale dell'altro giorno (o meglio, tipica sentenza cerchiobottista della Suprema Corte).
Ma niente da fare, non si può pensare a queste cose, mentre l'animo è pieno solo della letizia di sapere che il Presidente del Consiglio ha una relazione stabile con una persona da che si è separato.
Che duciiiii Berlusconi innamorato!

8 ottobre 2009

Nervosismi...

Dirò, francamente non mi aspettavo il giudizio di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale. O quantomeno così, completo. Meglio così.


Dal punto di vista politico tale giudizio non avrebbe ragione di creare grosse conseguenze, s'è soltanto ristabilita una situazione che già si era presentata negli anni scorsi, con Berlusconi sotto processo mentre è presidente del consiglio. Non è certo una ragione per dimettersi, e per una sentenza definitiva ancora mancano anni.


E' per questo che a maggior ragione lascia piuttosto perplessi il nervosismo eccessivo che Berlusconi sta dimostrando in queste settimane, con esternazioni pesantissime, e una continua ricerca dello scontro politico frontale. Boh. Quasi ce comincio a crede anch'io che anche questa legislatura si concluderà anticipatamente.

29 settembre 2008

Al lavoro e alla lotta

Alle accuse di autoritarismo e di scadimento della vita democratica italiana, Berlusconi significativamente risponde minacciando una "riflessione sulla giustizia" nel caso la Corte Costituzionale, cui è stata sollevata incidentalmente la questione, giudichi incostituzionale il "Lodo Alfano", provvedimento che garantisce l'immunità per le maggiori cariche dello Stato. Nel caso ossia che la Corte Costituzionale, nell'esercizio delle sue funzioni di tutela dell'ordinamento giuridico italiano, ritenesse un provvedimento contrastante con la Costituzione della Repubblica Italiana, si va a eliminare direttamente o il controllo di costituzionalità, o a cambiare la Costituzione stessa, come se fosse una qualsiasi leggina.
Questa è la situazione.
A questo governo, con maggioranze inattaccabili al servizio degli interessi di pochi, sta facendo da contrappunto un'Italia che si è palesata profondamente di destra. Provvedimenti che richiederebbero approfondito dibattito -anzi, a essere sinceri, provvedimenti inaccettabili che neanche sarebbero da prendere in considerazione-, quali federalismo fiscale, reato di clandestinità, immunità, riforma scolastica, vengono approvati grazie all'appoggio istintivo di un'opinione pubblica indifferente, disinformata, ignava, qualunquista. Di fronte a tale disastro, l'opposizione è del tutto impotente, in crisi di identità profonda, senza idee, numeri e alle volte volontà di combattere tutto ciò.
Ieri è stata giornata di mobilitazione nazionale della Cgil. E anche qua si sono visti i segni nefasti di questo rapido decadimento del sentire democratico e progressista. La Cisl e la Uil infatti non hanno aderito alla mobilitazione, scegliendo di fatto, come s'è visto nella trattativa per Alitalia, un ruolo rinunciatario, di mera rimessa, succube del potere e delle posizioni di forza delle controparti. Almeno qua a Terni poi la manifestazione non è andata bene. Vabbe' che non è certo una genialata farla di sabato pomeriggio, ma duecento persone in piazza, in un momento simile sono troppo poche.
Ma questa è l'unica strada percorribile. Di fronte a una crisi di tale gravità della sinistra, mantenere una linea difensiva è suicida. E' la condanna definitiva alla residualità. Dobbiamo prendere l'iniziativa, opporci, andare in piazza giorno dopo giorno con testardaggine, per quanto possa sembrare inutile, per anni se sarà necessario - e lo sarà necessario. Se l'Italia e gli italiani sono di destra, beh, toccherà cambiarla quest'Italia e questi italiani. Senza questa volontà, non ha senso essere di sinistra.
Quindi compagni, al lavoro e alla lotta, che vogliamo e dobbiamo continuare a esistere e contare.