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29 giugno 2013

Processi berlusconiani...

La condanna in primo grado a 7 anni per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile di Berlusconi tange molto relativamente. Uno perché è una condanna in primo grado. Due perché che sia un delinquente ce lo si sa, ma non è questo certo il maggiore dei problemi che ha rappresentato e rappresenta per l'Italia. Tre perché la questione giudiziaria di Berlusconi è stata ed è tuttora un diversivo rispetto alle questioni politiche.
Semmai, risultano più importanti altri due di processi che lo vedono coinvolto, quello all'ex senatore dell'IDV De Gregorio, materialmente "comprato" da Berlusconi, e determinante nella caduta del governo Prodi, che ha richiesto il patteggiamento della pena, e la condanna per violazione di segreto d'ufficio sul caso Unipol, che tanto fango gettò all'epoca, indebolendoli, sui DS. Processi - e condanne - più gravi, perché non sono reati commessi "per conto proprio", ma di rilevanza politica, pubblica, condotte giudizialmente accertate e di rilevanza penale che hanno fattivamente influito sul quadro politico dell'epoca, sull'espressione del voto degli elettori.

20 marzo 2009

"Correre da soli": retrospettiva

Recentemente Romano Prodi ha dichiarato come l'annuncio orvietano (Orvieto e Pd, assieme, stai sicuro portano merda) di Veltroni del voler "correre da soli" del Partito Democratico sia stato tra gli eventi innescanti la crisi del governo.
Condivido in pieno, ed effettivamente è difficile negare che una scelta strategica del genere, nel contesto politico di una maggioranza composita che si reggeva con pochissimi voti di scarto sia stata dirompente. Con che credibilità pretendi di governare con un determinato progetto politico, quello dell'Unione, e dall'altro lato dichiarare questo stesso progetto politico fallimentare e fallito (e con esso quindi più di dieci anni di storia politica del centrosinistra italiano)? E tale scelta di Veltroni è stata anche il fattore determinante che l'anno scorso mi convinse definitivamente ad abbandonare il Partito Democratico, progetto peraltro fin dall'inizio mai condiviso. Che magari con un altro segretario, e altre scelte, le cose forse sarebbero andate diversamente.

Il "correre da soli" di Veltroni è stato forse l'errore più grave della segreteria di Veltroni (condiviso peraltro dalla larga maggioranza del partito, che in piena euforia walteriana non faceva che lodarne la saggezza e lungimiranza).
Ha anzitutto accelerato drasticamente la fine del Governo Prodi: ok, era pressoché impossibile che riuscisse ad arrivare a fine legislatura, ma le condizioni per non avere elezioni anticipate così anticipate c'erano. E di fretta di riavere questo Governo Berlusconi proprio non ce n'era.
Dal punto di vista politico, ha compromesso probabilmente il cammino unitario del centrosinistra italiano, unica via di una reale possibilità di avanzamento progressista, senza troppo compromettenti sfiancature verso il centro.
Infine, abbinata con tutta la velleitaria campagna sul voto utile, la fine dell'Unione ha dirottato non pochi voti degli altri partiti di sinistra, erodendoli al punto di non far loro raggiungere una rappresentanza parlamentare: per contro, ha artificiosamente pompato i voti dell'Italia dei Valori, il partito più populista e destroide del centrosinistra, con cui unica eccezione era stata stretta una incoerente e insensata alleanza. Col risultato di una sinistra umiliata, avviata verso scelte congressuali quasi suicide, e uno sleale Di Pietro reso protagonista della politica italiana. Coi risultati sotto gli occhi di tutti.

24 novembre 2008

Fatalisti di tutto il mondo, unitevi!

Un annetto fa si considerava come l'eterna (vabbe' eterna per modo di dire) incertezza sulla durata del governo Prodi alimentasse un inevitabile e pernicioso fatalismo. [pernicioso in quanto l'essere fatalisti è in completa antitesi con l'essere di sinistra, che dovrebbe significare quantomeno la non accettazione passiva di ciò che ci propone il presente esistente. beh!].
Scomparso il centrosinistra, scomparsa l'incertezza sulla stabilità istituzionale, rimane il fatalismo. Sull'andamento dei mercati finanziari. Oggi forse le Borse saranno in crescita. O forse invece bruceranno miliardi su miliardi senza ragione. Che tocca fa'...
Oppure il fatalismo è insito nella natura umana, e la crisi finanziaria è nata solo per supplire ai bisogni esistenziali dei militanti di sinistra di tutto il mondo.

28 luglio 2008

Napolitano

Va da sé, visti i pesanti attacchi che hanno avuto a oggetto il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, che nei suoi confronti si nutre la massima fiducia e stima.
In tutta una serie di difficili passaggi che ha dovuto affrontare nell'ultimo anno, in particolare la crisi del governo Prodi e le tensioni derivate dagli ultimi provvedimenti del governo Berlusconi, è sempre riuscito a svolgere il suo ruolo in maniera egregia, preciso e puntuale.
Sicuramente certi provvedimenti si potrebbe gradire venissero bloccati direttamente da lui, bloccandone la promulgazione, e Napolitano stesso, avesse la possibilità di esercitare piena discrezionalità politica, lo farebbe. Ma non tocca dimenticare anzitutto i principi costituzionali, per cui il Presidente della Repubblica, lungi dal potersi sostituire all'attività del Governo e delle Camere, può rifiutarsi di promulgare un provvedimento solo in caso di palese incostituzionalità. Che poi, il vizio di costituzionalità potrà comunque essere sollevato da qualunque magistrato. E non tocca dimenticare la situazione politica in cui si trova Napolitano, primo presidente della repubblica di storia politica comunista, e quindi a maggior ragione tenuto alla tutela delle forze politiche a lui opposte, e il suo trovarsi ancora agli inizi del mandato, senza la forza politica e il prestigio generalizzato che potrebbero permettergli uno scontro più duro contro certe posizioni del governo Berlusconi. Non si può pretendere che un presidente della repubblica entri fin dall'inizio in guerra aperta per cinque anni contro il governo.
E' per questo che bisogna prendere le distanze dagli attacchi, ingiustificati e spesso volgari, ascoltati nell'ultimo mese, ed è doveroso per ogni progressista e sincero democratico appoggiare pienamente l'operato di Napolitano, che è e probabilmente sarà l'unica figura di garanzia nei cinque lunghi anni che si preparano.

Detto questo amici cari, saluti a tutti, e a sentirsi presto.

27 luglio 2008

Rifondazione Comunista, e adesso?

Qui si appoggiava la mozione Vendola, lo si è detto. Invece il congresso di Rifondazione Comunista, grazie al coalizzarsi delle varie mozioni di minoranza, ha visto alla fine la vittoria della mozione facente capo a Ferrero. In sintesi, no a costituenti a sinistra, no a qualsiasi dialogo col Partito Democratico, abiura dell'esperienza dell'Unione e della partecipazione al governo Prodi. In pratica, una rifondazione di Rifondazione, in chiave ontologicamente minoritaristica e contraria a qualsiasi compromesso.
Ok, il dibattito lo vedo da esterno. Ma francamente (al di là delle analisi politiche del documento approvato, che in buona parte reputo largamente sbagliate) non riesco assolutamente a capire quali possano essere, adesso le prospettive politiche del Prc. Se tutto va bene, possono ambire massimo al tornare a un 6, 7 % dei voti. Magari a livello locale nelle trattative  per le amministrazioni avranno maggiore "forza contrattuale". E poi?
Non è questo che serviva alla sinistra italiana, in questo contesto attuale di mancanza di rappresentanza e rappresentatività. Occorre lavorare alla creazione di un soggetto con le idee, i numeri e le persone per poter tornare a contare. Un soggetto unitario e plurale, senza aggettivazioni che ormai significano ben poco. Non si può pensare dopo 20 anni di far rientrare i buoi nella stalla del Partito Comunista, come pensa qualcuno. Ormai quella stalla non esiste più.
Per creare un tale forza, Rifondazione sarebbe stata molto utile. E invece ha prevalso una scelta di egoismo, e la strada per una grande sinistra in Italia è ancora più complicata.

[ah. al di là poi della strana cosa che il capofila di certe proposte opposizionistiche sia proprio quel Ferrero Paolo, unico ministro di Rifondazione Comunista nel governo Prodi, chissà se dopo aver fatto i casini che sappiamo sul protocollo del welfare dello scorso anno, qualche anima candida dura e pura si è resa conto a cosa hanno aperto la strada, con una finanziaria che si sta riempiendo di una miriade di emendamenti pesantemente lesivi dei diritti dei lavoratori, ultimo ieri quello che va a sanare a favore dei datori di lavoro i conflitti per irregolarità nell'utilizzo di contratti a tempo determinato...]

4 febbraio 2008

Veniamo da lontano, e andremo (?) lontano...

Franco Marini nonostante l'appoggio di una Camera e delle forze sociali tutte ha dovuto rinunciare all'incarico di formare un governo per varare una nuova legge elettorale, lo scioglimento delle Camere è imminente e le elezioni dovrebbero andare a inizio di aprile.
Di ciò toccherà chiedere conto a Silvio Berlusconi e dei due smidollati Fini e Casini, che si sono scientemente assunti la responsabilità di non aspettare i due mesi che avrebbero permesso di avere una nuova legge elettorale che quantomeno avrebbe sottratto le coalizioni ai ricatti e ai capricci di partiti che neanche sono partiti, ma meri gruppi di potere.
Toccherà chiedere conto di questo, e purtroppo probabilmente di tante altre cose. E andrebbe bene forse se si avrà la possibilità di presentarlo questo conto.
L'unica cosa positiva di una campagna elettorale fisicamente difficile e del voto a inizio aprile è che si combina bene con gli esami...
E bisogna continuare ad aspettare, sperando che si chiariscano in tempi brevi idee identità e alleanze, e sperare con tutto il cuore che non alligni la malaugurata idea di Costituenti che vadano a riscrivere la Costituzione.


31 gennaio 2008

Rosa rosae rosae

Si è arrivati al punto che tocca essere felici che nasca una nuova formazione di centro. La "Rosa bianca" di Tabacci e Baccini appunto, transfughi dell'Udc, su cui si giocano la maggior parte delle possibilità di Franco Marini di ottenere la fiducia al Senato. Sperando che riescano a dimostrare un po' più di spina dorsale dell'ormai loro ex presidente, il bel Casini.

29 gennaio 2008

Die elektoralenlegen reload

Si è costretti a tornare sulle precedenti posizioni con riguardo a un tema già trattato altre volte, quello della legge elettorale proporzionale. Sempre avversata per convinzioni di stampo bipolare e maggioritario, per il timore che una legge proporzionale potesse riaprire la strada a ipotesi di tipo centriste e al superamento dell'ottica dei due schieramenti contrapposti. Ora che la fine dell'Unione pare cosa assai probabile, e di fronte al problema delle elezioni anticipate, bisogna fare marcia indietro.
L'esigenza immediata di tutti è poter andare a elezioni in maniera serena, con una nuova legge elettorale che riesca a escludere presenze distruttive di partitini-gruppi di potere come quelli che hanno affossato questa legislatura. Dato che alternative percorribili non ci sono, almeno nel breve termine, una proporzionale con uno sbarramento al  5% è l'unica proposta su cui in tempi rapidi tutti i partiti medio-grandi di entrambi gli schieramenti possono trovare un accordo.
Il pallino però disgraziatamente pare essere nelle mani di Berlusconi, tornato a essere da un giorno all'altro il padrone incontrastato della rinata Casa delle Libertà. E fargli un discorso di richiamo alla responsabilità e al bene comune pare essere cosa del tutto inutile. Anzi, tocca sorbirsi i vari capetti di Forza Italia che blaterano di responsabilità del centrosinistra che non ha fatto la legge, quando le ripetute (ed eccessive) offerte di dialogo per settimane venivano nel giro della stessa giornata accettate, respinte, e infine rilanciate con posizioni e proposte di volta in volta nuove.
Per fare un governo istituzionale bisogna trovarli questi voti in Parlamento, nel peggiore dei casi anche solo dell'Udc che quantomeno mostra di aver capito la gravità della situazione e della necessità di agire di conseguenza. però si capisce la difficoltà politica di Casini di prendersi la responsabilità di porre il partito in rotta di collisione con Forza Italia. L'unica cosa positiva è che per una volta la posizione è la medesima dei cd. poteri forti, con Cei e Confindustria che spingono anch'esse per la riforma elettorale prima del voto.
Plauso particolare per l'incredibile coerenza di Alleanza Nazionale, dove il sempre sorprendente Gianfranco "Skinner" Fini è riuscito a passare nel giro di un mese dagli insulti agli abbracci con Berlusconi, e può al contempo sostenere la causa del referendum contro il Porcellum e definire la necessità di una legge elettorale che la modifichi "un'inutile perdita di tempo".

25 gennaio 2008

Il giorno dopo

Che si può dire in una mattinata come questa? Tocca dire che manca la rabbia, c'è rassegnazione per quello che è successo, il tradimento era comunque ormai annunciato. Ma rimane una profonda amarezza.
Amarezza anzitutto per tutto ciò che non si potrà fare, e rimpianto per ciò che colpevolmente non s'è fatto subito. Sul da farsi innanzitutto le politiche attive di sostegno del potere d'acquisto e dei redditi dei ceti popolari. La ricerca dell'equità sociale che sarebbe dovuta essere la priorità della legislatura. E la normazione rimasta nel limbo dei diritti civili e dei temi etici. Rimpianto per non avere immediatamente provveduto a regolamentare i temi del conflitto d'interessi e di rottura degli interessi monopolistici dell'Italia.
Amarezza poi, e soprattutto, per quella che probabilmente rappresenta la fine del progetto del centrosinistra inteso come Unione, l'alleanza larga della parte progressista del popolo italiano. La ricerca di quell'Unità che pareva potesse rappresentare una svolta culturale e morale per l'Italia. Tutti hanno contribuito ad affossarla: la sinistra cd. radicale con una serie di velleità e di antagonismi a prescindere, i Ds e la Margherita con la costituzione di un nuovo partito che ha spesso solo aumentato la conflittualità con le ali e giocato, quantomeno in apparenza, un dualismo di interessi dannoso per quelli del governo, e soprattutto una pattuglia di squallidi trasformisti centristi, peggiore espressione del potere per il potere, che ha materialmente affossato il Governo in Senato.
Ciò che poi è più scandaloso di questa crisi è che, oltre ad andare completamente contro gli interessi generali, è che non è nata da un problema politico. Se si fosse aperta sulla politica estera, o su quella economica della finanziaria, già era più accettabile. Non condivisibile ma comprensibile. Questo è stato puro e semplice tradimento.
L'avvenire. La speranza è che si riesca a rimandare le elezioni quantomeno fino a giugno. Ci si accordi per una proporzionale con sbarramento al 5%, i numeri volendo ci sono, non è certo la migliore legge possibile ma è l'unica strada percorribile e utile al momento. Il voto in aprile con questa stessa legge sarebbe ancor più disastroso come esito elettorale per il centrosinistra, e riproporrebbe ancora gli stessi problemi di ricatti e ingovernabilità, riportando sempre la stessa gente in Parlamento.
Comunque è buia a prescindere, l'Unione è probabilmente sgretolata e senza possibilità realistiche di vittoria, che andrebbe a un centrodestra comunque privo del tutto di un progetto che non siano i soldi di Berlusconi, in preda a contraddizioni spaventose. Poi vabbe', la caratura di gente come Fini che per due mesi non ha fatto altro che insultarsi reciprocamente con Berlusconi, e adesso è di nuovo là a tirare l'acqua al pozzo la conosciamo.
Onore al coraggio e all'impegno di Prodi, che ha voluto andare fino in fondo.
E ignominia imperitura per Turigliatto, Mastella, Barbato, De Gregorio, Dini, Fisichella, Scalera.

21 gennaio 2008

Capolinea

Quantomeno finalmente si è liberi di mandare liberamente affanculo Mastella.
Non è ancora troppo facile prendere atto precisamente dell'accaduto. A essere positivi c'era almeno un 50% di probabilità che il Governo non finisse la settimana. Ancora ancora domani la relazione sulla giustizia, ma mercoledì la strumentale mozione contro Pecoraro Scanio sarebbe stato difficilissimo approvarla mantenendo la maggioranza politica compatta. E vabbe', nell'aria c'era da mesi.
E' probabilmente il punto di non ritorno per l'Unione come progetto politico. Per Prodi, salvo improbabili miracoli, come esperienza di governo è sicuramente la fine.
Prospettive:
1 Nuova maggioranza indicativamente facente capo ancora all'attuale coalizione, con sostituzione di Prodi. Unica idea politicamente accettabile. Assai improbabile.
2 Governo di transizione con alleanza centrista. Possibile. Guai al Pd se si sporcasse le mani.
3 Elezioni anticipate. Politicamente disastroso. Possibile.

Hoka hey.

20 dicembre 2007

Fatalismo

I quotidiani incerti del mestiere di vivere del governo Prodi alla fine sviluppano un forte senso di fatalismo. Tipo: tanto per cambiare oggi il Senato vota una fiducia, alla Finanziaria 2008 precisamente. Stamane Dini rilascia un'intervista in cui anche se alla fine fa il bravo e non fa saltare il governo la cacchetta te la procura. E così giorno dopo giorno, sempre con quelle maggioranze sul filo sempre pronte a saltare. Ormai neanche ha più senso stare lì a preoccuparsi, a elaborare chissà che strategie. Via, il cuore oltre l'ostacolo, ragionando come se il centrosinistra non si giochi la sua esistenza politica quasi ogni giorno. Noi intanto tocca andare avanti; poi, chi vivrà vedrà...
Ora solo perché tirare in ballo le divinità pare eccessivo, però un bell'arabeggiante Insha'Allah descriverebbe alla perfezione lo stato d'animo con cui si seguono le vicende governative.
E in più aggiungiamoci che il fatalismo nell'affrontare le questioni politiche (e della vita) è uno dei peggiori mali che possano affliggere i popoli, e il quadro è completo!

16 dicembre 2007

Cilici

Sotto congresso, tra i temi ricorrenti fu il famoso cilicio di Paola Binetti, zitellona capofila del fronte astensionista all'epoca del referendum sulla fecondazione assistita e miracolosamente catapultata al Senato tra le file dei teo-dem margheritiani.
Quando si polemizzava sulla laicità del Pd, inevitabilmente scappava la battuta sul cilicio, rendendolo alla fine quasi folkloristico, a voler forse esorcizzare il pericolo di certe derive di estremismo religioso.
E poi ci si ritrova con la Binetti che vota contro la fiducia al governo, perché riterebbe lesa la sua coscienza a votare un provvedimento che tutela le discriminazioni a danno di omosessuali e transessuali per le loro identità sessuali.
Anzitutto, già sarebbe indecente il fatto stesso che qualcuno possa ritenersi contrario a una tale misura. Dopodiché, e qui si rivela tutta la pericolosità potenziale di certe impostazioni ideologiche che altro non sono che puro estremismo di ispirazione religiosa, non è accettabile che possa essere in Parlamento che anteponga simili ubbie personali al vincolo politico di rappresentanza popolare cui dovrebbero essere tenuti per il solo fatto di essere stati eletti.
Già i Rossi e i Turigliatto sono accettabili come comportamento: pur non condividendone le analisi, nei fatti si sono trovati e si reputano al di fuori della maggioranza di governo, e si regolano di conseguenza. Nella Binetti invece, che non è certo uscita dall'Unione, manca assolutamente la visione concettuale della democrazia rappresentativa, è lì per mera rappresentanza di sé stessa.
E alla fine, il centrosinistra che ha fatto l'errore di candidare gente così nei posti in bilico, rischia di terminare la sua esistenza politica per i fantasmi mentali di qualcuno.

16 novembre 2007

Vittoria!

Il Senato approva la Finanziaria.
Qualche sfizio ancora ci si riesce a levarselo...


E fanculo a gufi e traditori!

1 novembre 2007

Il G8 secondo Di Pietro

Riguardo a quanto si diceva sotto, l'ennesimo caso. Che da una parte è vero che difficilmente una commissione d'inchiesta, sei anni dopo, avrebbe portato a dei risultati apprezzabili. Però come dato politico sarebbe stato importante che quantomeno si costituisse.
Il faut le dire, che tutto questo attivismo Di Pietro-Dini-Mastella etc quantomeno ha avuto l'effetto positivo di rinsaldare la disciplina della sinistra massimalista, riconducendo tra l'altro su più miti binari anche la manifestazione passata del 20 ottobre. Sarà che magari si sono accorti che il lavoro sporco glielo possono fare benissimo altri soggetti, però pare che gli sia passata la voglia di mettersi apertamente al livello di certi soggetti.

26 ottobre 2007

I due compari

I degni ministri Clemente Mastella e Antonio Di Pietro, tra i più attivi in questi giorni nei tentativi di far cadere il governo, sono assai simpatici. Passano la giornata a insultarsi a vicenda, per poi essere fianco a fianco nel condurre una politica meschina e di bassa lega.E come loro, anche i rispettivi "partiti" hanno notevoli analogie.
In sintesi, politicamente uno uno squallido opportunista, e l'altro un idiota.


25 ottobre 2007

Stillicidio

Non je la se fa. Il governo non può durare a lungo con attorno tutti a gufare, a creare un problema al giorno. Il clima è pessimo. Non può durare a lungo, e ormai temo anch'io che non durerà.

3 ottobre 2007

Considerazioni generali

Vista l'allegria con cui è iniziata la giornata, facciamo qualche considerazione sulla situazione politica di questi tempi.
Se avesse ragione il vecchio Mao, andrebbe tutto bene. Però parrebbe che il vecchio Mao troppa ragione non ce l'abbia avuta.
Nell'area massimalista (non radicale prego, che Rc e Pdci certi aggettivi manco se li meritano) pare che siano venute meno tutte le motivazioni a collaborare all'interno dell'Unione. Continuano a
ventilare minacce sul protocollo del welfare con scarso esercizio di onestà intellettuale. L'area del futuro Pd continua a farsi le sue belle masturbazioni intellettuali sul nulla. L'area centrista dell'Unione vuole svoltare giustamente al centro, lasciando le ali. Qui tale ragionamento si sa lascia il tempo che trova.
Di base, è venuto del tutto a mancare lo spirito, la voglia del governare assieme. Nessuno più ragiona con prospettive più lunghe della prossima primavera, quando difendere l'operato passato presente e futuro, oltre che essere da difendere nel merito, diventa una necessità per le sorti politiche del centrosinistra tutto, oltre che quelle nazionali.
A destra la capacità progettuale è in realtà ancora più breve (del tutto nulla a essere sinceri). Tutte le speranze di un anno fa su uno sbandamento della Casa delle Libertà purtroppo sono tutte miseramente  fallite. O meglio, sbandati lo sono, ma paghiamo la scarsa statura di pretesi statisti quali Fini e Casini, che sono riusciti nell'impervia impresa di riuscire a rimettere saldamente in sella Berlusconi.
Ci si aggiunga che, chissà perché, c'è una certa insoddisfazione nel paese, cavalcata da personaggi di ogni genere dalle proposte splendide et progressive.
Andiamo a farci la pasta 'va.

21 settembre 2007

Cari compagni...

... la situazione è tragica. Mentre il governo rischia di cadere senza che neanche stavolta si capisca la ragione, e non ci si riesce a togliersi di dosso dal centro della scena politica italiana Grillo e grillismo, qui ci si impicca con le liste regionali del Pd. Liste di cui poi ci si domanda il senso, che queste assemblee "costituenti" continuano a parere entità discretamente misteriose. Ah, frattanto si raccolgono i moduli con le firme per le candidature (ancora inesistenti), mentre nelle sezioni e nelle varie assemblee l'"entusiasmo", che già mai c'era stato, adesso non si sa nemmeno cosa voglia dire come vocabolo.
Si è preso atto fino in fondo tutti che qui stiamo giocando con la sopravvivenza dell'intera sinistra italiana (anzi che ce ne si è accorti); la voglia di sciacquarsene le mani c'è eccome, non condividendosi né il progetto né le candidature alla sua guida. Ma per spirito di responsabilità, sperando che ci sia ancora qualcosa da salvare, qui si crede che alla fine si voterà "A Sinistra per Veltroni".
Quantomeno a livello nazionale. A livello regionale veramente non c'è uno stimolo uno.

28 febbraio 2007

Fiducia

E' andata grazie al cielo...

24 febbraio 2007

Famo follinie...

E s'è risolta la crisi di governo (pare). Come s'è risolta? Probabilmente nell'unica ipotesi transitabile possibile, che elezioni anticipate non ce ne erano i presupposti, e una nuova maggioranza istituzionale (leggi: centrista) non era possibile.
Ciò per cui rimane la profonda incazzatura, è che grazie alle gesta di due cavalieri senza macchia si è dimostrato che la sinistra italiana non è assolutamente in grado di essere lei la forza di governo. L'allargamento a Follini e a questo punto mi auguro a qualche altro amico suo è la pietra tombale (o per essere positivi la bara) alla prospettiva di un sinistracentro.
Vale la pena leggersi tutte le dichiarazioni del nuovo arrivato: il suo centrosinistra è il centrosinistra degli anni '60, con la Dc egemone sul Psi (il Pci naturalmente fuori), magari brava gente e un governo decente, ma tutto qui.
Mo' comandano loro. E' un colpo durissimo a tutta la sinistra italiana, da Rc allo Sdi.

Come qualche anno fa si diceva con una cara amica, ma bandiera rossa prima o poi dovrà pur trionfare. Che arrivi sto benedetto poi.