A un anno di distanza da quei due sventurati giorni del 13 e 14 aprile del 2008, ricordiamone pure la cronaca ormai.
Della domenica 13 in realtà c'ho poco da dire: probabile che sia andato in montagna, ma ero immerso nell'angoscia del voto a un'elezione che già si immaginava compromessa. E fino alle 18,40 circa, ora del voto all'Anita Garibaldi, l'angoscia di che votare. Anzi, fino alla cabina elettorale. Partito Democratico, progetto che non condividevo, ancor di più con la segreteria Veltroni, nella speranza di un improbabile vittoria? O un voto per la Sinistra Arcobaleno, formazione di cui riconoscevo tutti i limiti, ma comunque sicuramente più vicina alle mie idee e convinzioni?
Alla fine è stato un voto per la Sinistra Arcobaleno, ormai posso dirlo senza problemi. Voto assolutamente non convinto, ma col senno del poi altrettanto assolutamente non pentito. Che è andato disperso, però almeno c'ho la coscienza a posto che la mia parte per evitare la scomparsa parlamentare l'ho fatta.
Il lunedì poi, il 14 aprile, sveglia all'alba per raggiungere Perugia. Sì perché comunque avevo accettato di fare il rappresentante di lista per il Pd. Ahò una sorta di senso del dovere. A uno dei seggi di Perugia Centro presso la scuola media di via Pinturicchio, seggio disgraziato a maggioranza centrodestra. Lunga giornata al seggio, le piccole polemiche tra gli scrutatori, unico momento di svago il copistiere di qui sotto impanicato dalla visita del finanziere a un forno nei pressi per il pranzo.
Ore 15.00: si chiudono i seggi, e inizia a profilarsi il disastro. La piccola caruccia rappresentante di lista della SA sembra scomparire. Litigata con il rappresentante del Pdl, appoggiato dalla presidente di seggio, per un voto palesemente nullo (sulla casella doppia Lega-Pdl, una croce tracciata su ambo in simboli da parte a parte, cadendo l'incrocio di un 1 mm all'interno di uno dei due simboli la si voleva validare). Ore 21.30, si lascia il seggio, e a casa si vede la portata del disastro. Si sale a quello che era il Partito. Nelle stesse sale dell'ex segretario regionale, dove la notte tra il 10 e l'11 aprile 2006 si aspettò fino alle 3.30 per l'annuncio della fragile vittoria, l'Internazionale e lo spumante, si resta a parlare e commentare. I dati del Pds del '96 stanno appesi al muro, quasi a schernire. Ed ecco l'altro momento di svago della giornata, quando viene tirata fuori una grappa fatta in casa bella raschiante che pare acquaragia per consolare gli animi e Mignini attacca a parlare di vecchi ricordi di "Chateau-le-Plains".
Ore 1.10 del 14 aprile 2008. E' finita. Torniamo a casa. Piove.
Della domenica 13 in realtà c'ho poco da dire: probabile che sia andato in montagna, ma ero immerso nell'angoscia del voto a un'elezione che già si immaginava compromessa. E fino alle 18,40 circa, ora del voto all'Anita Garibaldi, l'angoscia di che votare. Anzi, fino alla cabina elettorale. Partito Democratico, progetto che non condividevo, ancor di più con la segreteria Veltroni, nella speranza di un improbabile vittoria? O un voto per la Sinistra Arcobaleno, formazione di cui riconoscevo tutti i limiti, ma comunque sicuramente più vicina alle mie idee e convinzioni?
Alla fine è stato un voto per la Sinistra Arcobaleno, ormai posso dirlo senza problemi. Voto assolutamente non convinto, ma col senno del poi altrettanto assolutamente non pentito. Che è andato disperso, però almeno c'ho la coscienza a posto che la mia parte per evitare la scomparsa parlamentare l'ho fatta.
Il lunedì poi, il 14 aprile, sveglia all'alba per raggiungere Perugia. Sì perché comunque avevo accettato di fare il rappresentante di lista per il Pd. Ahò una sorta di senso del dovere. A uno dei seggi di Perugia Centro presso la scuola media di via Pinturicchio, seggio disgraziato a maggioranza centrodestra. Lunga giornata al seggio, le piccole polemiche tra gli scrutatori, unico momento di svago il copistiere di qui sotto impanicato dalla visita del finanziere a un forno nei pressi per il pranzo.
Ore 15.00: si chiudono i seggi, e inizia a profilarsi il disastro. La piccola caruccia rappresentante di lista della SA sembra scomparire. Litigata con il rappresentante del Pdl, appoggiato dalla presidente di seggio, per un voto palesemente nullo (sulla casella doppia Lega-Pdl, una croce tracciata su ambo in simboli da parte a parte, cadendo l'incrocio di un 1 mm all'interno di uno dei due simboli la si voleva validare). Ore 21.30, si lascia il seggio, e a casa si vede la portata del disastro. Si sale a quello che era il Partito. Nelle stesse sale dell'ex segretario regionale, dove la notte tra il 10 e l'11 aprile 2006 si aspettò fino alle 3.30 per l'annuncio della fragile vittoria, l'Internazionale e lo spumante, si resta a parlare e commentare. I dati del Pds del '96 stanno appesi al muro, quasi a schernire. Ed ecco l'altro momento di svago della giornata, quando viene tirata fuori una grappa fatta in casa bella raschiante che pare acquaragia per consolare gli animi e Mignini attacca a parlare di vecchi ricordi di "Chateau-le-Plains".
Ore 1.10 del 14 aprile 2008. E' finita. Torniamo a casa. Piove.