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26 novembre 2010

Godi lettore! (nuovi/vecchi splendidi contenuti multimediali anche su Blogger)

Caro lettore (amico compagno e passante, naturalmente), in data 25 novembre si è reimportato daccapo tutto il vecchio blog prima su WordPress, quindi qui su Blogger.
Perché pare che lo strumento di conversione del file XML WordPress2Blogger l'abbiano migliorato, così che tutti i commenti, video e immagini che c'erano sull'indirizzo storico del blog, e che a giugno non si erano riusciti a trasferire, mo' si possono godere anche su questa piattaforma.
Perciò caro lettore, Google mo' ha perso tutta l'indicizzazione e difficilmente arriverai a questo sito (a parte che dai computer della sede romana di Forza Italia!).
 

23 aprile 2010

Analisi della Direzione Nazionale del Pdl

La resa dei conti tra Fini e Berlusconi, scoppiata in modo così virulento dopo le Regionali, e concretizzatasi oggi alla Direzione nazionale del Pdl, un po' lascia sconcertati, per tempi, modi, e radicalità dello scontro. Cose mai viste neanche nella peggiore conflittualità interna al centrosinistra.
Le ragioni di Fini sono pienamente condivisibili. E' chiaro il disagio a permanere in un partito disegnato a immagine di Berlusconi, per il suo utilizzo personale. E sono esatte le valutazioni sulla Lega Nord eccessivamente preponderante nella coalizione.
Però sono problemi che sono insiti si può dire proprio ontologicamente nel Pdl, fin dalla sua nascita. Non era ipotizzabile che, sciogliendo Forza Italia, Berlusconi fosse intenzionato a creare un partito "normale", con i suoi spazi di discussione e democrazia interna.
Valutazione. Fini non ha né le forze (è innegabile che le sue posizioni siano di minoranza, su ogni aspetto, nell'elettorato di destra) né il coraggio politico di andare fino in fondo, e uscire dal Pdl. Restando nel centrodestra, ma fuori dal Pdl. In molte altre occasioni ha avuto la possibilità di fare il grande passo, ma alla fine è sempre tornato nell'ovile. Si veda la nascita stessa del Pdl, all'epoca del "predellino", nel dicembre 2007. La tensione con Berlusconi anche allora era altissima, si era alla crisi della Casa delle Libertà, e Fini salutò con disprezzo l'idea di Berlusconi di un partito unico del centrodestra sotto le sue insegne. Poi, tempo un mese, e la crisi di governo del centrosinistra, ed eccolo tornare con la coda fra le gambe, e aderire al Pdl sciogliendo Alleanza Nazionale.
Ma Fini può essere costretto a tale passo. Berlusconi non ha la capacità di gestire queste forme di dissenso. Che potrebbero rientrare senza problemi nella normale dialettica interna a un partito. Ma a lui manca del tutto la tolleranza e la capacità di mediazione. Nuovamente, è indicativo il 2008, col caso di Casini: fosse stato per lui, sarebbe rimasto senza problemi nella coalizione di centrodestra. Ma Berlusconi si impuntò, pretendendo -come appunto aveva appena fatto Fini, e con la significativa eccezione della Lega Nord- la lista unica del Pdl e lo scioglimento dell'Udc. Così che Casini si ritrovò costretto ad andarsene, e a correre da solo.
Ecco, tale situazione potrebbe oggi ripresentarsi con Fini e i suoi fedelissimi.

25 marzo 2009

Dare atto

Tocca dare atto che questo "Popolo delle Libertà" lo costituiscono veramente. Quando un anno fa si presentarono con questa lista alle elezioni, l'avevo considerata una mera trovata elettoralistica per conquistare il premio di maggioranza. E non vedevo ragioni politiche che giustificassero lo scioglimento di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Adesso però An s'è sciolta, e questo weekend verrà fatto il congresso costitutivo. Le ragioni politiche di ciò continuano a non essere pervenute, specialmente per Alleanza Nazionale. L'unico per cui il Popolo delle Libertà rappresenta oggettivamente un vero successo, è Silvio Berlusconi, che con una base politica stabilmente sopra un terzo dell'elettorato si è assicurato politicamente per tutti gli anni che ancora toccherà sorbirselo nella vita pubblica.

Tocca dare atto che Dario Franceschini come segretario del Partito Democratico se la sta cavicchiando. Sarà che alcuni nodi vengono al pettine, ma c'è comunque bisogno di qualcuno che li faccia presente all'opinione pubblica. E Franceschini lo sta facendo. Nel Pd continua a mancare la strategia di lungo periodo (vabbe' anche del medio), ma comunque in certi periodi un po' meno Kennedy e un po' più ribattere ogni giorno punto per punto è utile.

Tocca dare atto che nei Giovani Democratici da ciò che posso vedere c'è in atto un vero ricambio generazionale negli organismi dirigenti. Almeno qua in Umbria, in tal senso ne vedo molti di compagni delle classi tra il 1984 e il 1988. C'è anche da dire che se non ora, quando, e l'incisività dell'organizzazione è ancora tutta da dimostrare. Ma intanto è positivo.

22 novembre 2008

Addio a Forza Italia

[che ieri si sarebbe sciolta]
La rimpiangeremo.
Mmh parecchiu.