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12 febbraio 2013

Le dimissioni del Papa - 3

Al di là delle cavolate, è banale e stradetto, ma è oggettivo che siamo a un momento storico della Chiesa. 
Diverse posizioni e una certa impostazione di fondo spesso non le ho condivise, ma grandissima stima per Ratzinger per questa decisione. Che riumanizza finalmente, dopo tanti eccessi, il Papato.
Questo è un gesto e un evento che resteranno nella Storia. Un lascito ben maggiore, penso, di quello del lungo pontificato di Wojtyla.

5 maggio 2011

Beati...

GP2 non è che l'abbia mai personalmente apprezzato.
Beato o non beato, e la canonizzazione record è stata una manovra politicamente populistica, al di là del mito del "papa dei giovani" (e le stronzate sul comunismo), di base è stato un papato estremamente conservatore, accentratore sempre di più dell'attenzione e dell'autorità su Roma, a scapito dei movimenti riformatori e progressisti, e appoggiandosi con forza a gruppi tendenzialmente reazionari, da Comunione e Liberazione, ai Neocatecumenali all'Opus Dei, che hanno prosperato (e continuano a farlo) e hanno fatto la loro fortuna sotto il suo pontificato.
Ratzinger, sotto tanti aspetti nella sua piena continuità, quantomeno appare meno "spettacolare" e più ragionato.
Il casino è che alle esigenze di rinnovamento e ai problemi della chiesa prima, con Wojtyla, s'è pensato di rispondere con la ipermediaticizzazione, con i grandi raduni, i viaggi e i bagni di folla, le beatificazioni di massa; oggi, con Ratzinger, pensando che la soluzione di ogni problema sia nella sola riaffermazione dell'identità e della tradizione della chiesa europacentrica.