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13 novembre 2012

Sostegno allo sciopero generale della CGIL del 14 novembre 2012

Pieno sostegno allo sciopero generale indetto per domani dalla CGIL (pur non capendone appieno la tempistica e le motivazioni, il manifestare contro l'austerity, dopo la sostanziale acquiescenza ed inerzia purtroppo manifestata dal sindacato nell'ultimo anno, mentre il governo Monti indisturbato faceva macelleria sociale, abolendo l'articolo 18, aumentando la tassazione indiretta, tagliando i servizi e le pensioni).


Comunque, grazie anche alla segretaria Camusso, per avere scelto di partecipare alla manifestazione di Terni.

27 giugno 2012

Non potrà essere una "parentesi"

E, nel pressoché silenzio totale collettivo (sai, meglio parlare delle ferie dei deputati, o al massimo dell'ennesima dichiarazione della Fornero), oggi alla Camera è stata finita di approvare la cd. "riforma del lavoro", e con essa la sostanziale abrogazione dell'art. 18. In quattro mesi, quello che non era riuscito a fare in 20 anni la destra berlusconiana. ce ne ricorderemo, non si potrà fare passare questo, e tanti altri provvedimenti presentati dal governo Monti, approvati supinamente da tutto il Parlamento, come una "parentesi" dettata dallo stato di necessità, dopodiché tutto come prima. Le responsabilità del Partito Democratico, e purtroppo disgraziatamente di larga parte della CGIL, sono gravissime, e ne dovranno rendere conto.

16 aprile 2012

Prendendo atto del fallimento odierno dell'opposizione all'abrogazione dell'art. 18

Qualche tempo si fa si esprimeva l'auspicio che la battaglia per l'art. 18 potesse essere non solo una trincea irrinunciabile, ma anzi invece un punto di ripartenza, di avanzamento, di opposizione a questo governo e di costruzione di un'alternativa.
Al momento, si deve purtroppo constatare che nulla di tutto ciò sta avvenendo. Col contentino della possibilità del reintegro nel caso di licenziamento privo di giusta causa per motivo economico palesemente insussistente (per dirla secondo la parafrasi dello stesso Monti, "il reintegro è riferito a fattispecie estreme ed improbabili"), il PD ha messo a tacere ogni polemica interna ed esterna, rivendicando anzi la "riforma", e lo stesso dicasi dei sindacati. La stessa CGIL pare inerte, riducendosi a prendere atto di rapporti di forza probabilmente sfavorevoli, cercando al più di salvare il salvabile, e finendo così per dare carta bianca a una riforma dannosa e inaccettabile sotto quasi ogni profilo, non solo l'abrogazione dell'art. 18. 
Purtroppo, è da prendere atto dell'inadeguatezza della CGIL di Susanna Camusso di svolgere un ruolo paragonabile a quello che, provvidenzialmente, ha svolto negli ultimi anni in molte battaglie. Tant'è che gli unici strepiti che si sentono sulla riforma del mercato del lavoro sono quelli della destra e dei falchi delle associazioni imprenditoriali, che vogliono una norma ancora più reazionaria ed estremista.
I media ci mettono del loro, adesso al centro dell'attenzione ci sono solo la polemica antipartitica, gli scandali, l'abolizione del finanziamento pubblico. E Monti e il suo governo continuano imperterriti, insieme a gran parte dell'Europa, a percorrere il loro (nostro) percorso suicida.

29 marzo 2012

Manifestare a "babbo morto"

Per carità, bella l'unità sindacale, importante, ed è buono e giusto e positivo che CGIL, CISL e UIL abbiano deciso di manifestare unitariamente contro la riforma delle pensioni, il 13 aprile prossimo venturo.
Un po' curioso però farle così, a "babbo morto", oltre tre mesi dopo l'entrata in vigore della riforma. Quando, all'epoca, giusto la CGIL fece quattro improbabili ore di scioper(tt)o. 
Mo', di fronte ai gravissimi e disastrosi progetti del Governo sull'art. 18, pare si voglia seguire lo stesso copione, con lo "sciopero generale" fissato genericamente tra un paio di mesi, a fine maggio.
Vabbe'. Poi ci si lamenta che lo sciopero, anche generale, diventa uno strumento abusato, privo di valore e di efficacia. 
Dare uno sguardo alla Spagna non guasterebbe. Scioperi generali, se tocca farli, di 24 ore, bloccando tutto. Lo sciopero generale è un momento di rottura, in cui si deve volere pretendere di volere qualcosa. Dell'attestato di presenza, ormai, il dire semplicemente "ci opponiamo" non interessa e non serve più a nessuno.

23 marzo 2012

Che fare? Что делать? dall'art. 18 un punto di partenza

Come in tanti anni ricordato, dieci anni fa, il 23 Marzo 2002, era il giorno della storica manifestazione della CGIL in difesa dell'art. 18. Il culmine di una grandissima mobilitazione, vittoriosa, che ebbe il merito, oltre di bloccare i tentativi di modifica dell'art. 18 proposti all'epoca dal governo Berlusconi, di rappresentare, dopo le elezioni del 2001 e il G8 di Genova, un punto di ripartenza, di riscossa per la sinistra e le opposizioni dell'epoca (che portò ad una ripetuta serie di successi, al termine dei quali, con le elezioni del 2006, si ebbe veramente una grande possibilità di svolta per l'Italia - ma sappiamo com'è andata a finire). Quello che, per inciso, è mancato dopo la sconfitta elettorale del 2008.


L'attacco reazionario portato avanti dal governo Monti, oggi, è più pericoloso, per molti aspetti, di quello che poteva portare avanti Berlusconi. Per ragioni semplici: hanno i voti in Parlamento, il consenso dei mezzi di informazione, l'appoggio di molti poteri forti, e soprattutto la ferma convinzione e la piena volontà politica delle misure che vogliono mettere in atto. Nel caso specifico dell'art. 18, le modifiche proposte all'epoca da Berlusconi, sperimentazione di sospensione per le nuove assunzioni per determinate categorie, erano ben poca cosa all'abolizione de facto che vogliono approvare oggi.
Che fare? Что делать?, come diceva il compagno Lenin.
Tocca cercare anche di essere positivi. Non possiamo continuare sempre a stare sulla difensiva, a giocare in perdita. La "riforma" non deve passare, questo è il primo punto, irrinunciabile, chiaro. Ma la mobilitazione che si deve costruire, soprattutto, dovrà essere, come dieci anni fa, oggi con ancora maggiore urgenza, e soprattutto sarà l'occasione, per creare un punto di partenza, dal quale ricostruire un movimento di opposizione, con l'obiettivo di costruire un'idea, una politica, radicalmente differente.

21 febbraio 2012

Veltroni sull'art. 18... dieci anni

In molti già hanno scritto sulla disgraziata intervista di Veltroni a Repubblica, non sarebbe necessario aggiungere granché, le posizioni espresse si commentano da sole.
"Santuari del no che hanno paralizzato l'Italia per decenni". A parte che lo dice per perifrasi, non ha neanche il coraggio di dirlo esplicitamente che riterrebbe l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, la norma che prevede il reintegro, nelle aziende sopra i 15 dipendenti, del lavoratore licenziato senza giusta, una norma ingiusta che da 40 anni starebbe bloccando e facendo danni all'Italia. E costui proverrebbe dal PCI, è stato segretario del PDS, in tantissimi si sono entusiasmati per lui nel 2008.
Neanche dieci fa, nella primavera del 2002, la CGIL di Cofferati guidava una grandissima mobilitazione, vittoriosa, contro ipotesi di modifica dell'art. 18 molto più blande di quelle che circolano oggi, sulle quali probabilmente il governo interverrà con l'ennesimo decreto. Una mobilitazione, quella del 2002, che segnò l'inizio di una grande riscossa contro il berlusconismo, vittorioso nel 2001, sino al culmine raggiunto con le Regionali del 2005. Anni in cui però, col senno del poi, abbiamo perso a sinistra una grande occasione, visto che nel contempo cominciavano a germinare molti dei problemi con cui ci scontriamo oggi. Dieci anni dopo, ci ritroviamo con un Veltroni che sposa tesi che a stento i falchi di Confindustria, e daje e daje, un martellamento quotidiano dei media su questi temi, e questa è la cosa più preoccupante, che stanno lavorando con successo a creare opinione, snaturando ulteriormente quello che è rimasto, o diventato, la sinistra italiana.

6 settembre 2011

SCIOPERO GENERALE! Fino a che se ne vada questo governo.

In rapida successione, sta per essere varata l'ennesima manovra finanziaria fatta sulla pelle dei lavoratori, iniqua, fatta di ulteriori tagli ai servizi locali e tasse e balzelli indiscriminati. Che non eviterà di mancare, come le precedenti, gli "obiettivi" prefissati, stante l'evidente carattere raffazzonato delle misure, la totale mancanza di credibilità del governo, privo di una qualsiasi visione a medio termine, la contraddittorietà delle misure annunciate, per cui un giorno si parla di condoni e l'altro giorno di misure alla Visco. Non è una manovra fatta male nel merito, è più radicalmente una manovra dannosa, che porta ulteriore impoverimento e aggrava i problemi.
In più, capitolo a parte, l'art. 8, un provvedimento di una portata devastante, con cui si stabilisce che la contrattazione aziendale (quasi sempre effettuata in condizioni di assoluto squilibrio, per cui l'imprenditore è in grado - a tutti i livelli, si veda la Fiat - di imporre qualsiasi "accordo" ai lavoratori) può derogare non solo alla contrattazione nazionale, ridotta ormai a carta straccia, ma anche a normative fondamentali dell'intero diritto del lavoro, a partire dallo Statuto del 1970. Se passa la norma, questo governo fa realmente tornare indietro di 50 anni la condizione e le lotte dei lavoratori.
Questo governo se ne deve andare il prima possibile, frega un cavolo ormai delle leggi ad personam e via dicendo, ma per il bene di tutta l'Italia.
Sostegno pieno quindi allo sciopero generale odierno indetto dalla CGIL. E' un primo passo. Ma ne servono altri, continuativi, uno sciopero di 8 ore è uno strumento da solo del tutto insufficiente. C'è bisogno di un governo che inizi a tenere conto degli interessi dei lavoratori, non che gli vada contro. Manifestazione oggi, cui ne dovranno seguire molte altre, almeno di 24 ore, diffuse sul territorio. E' il momento che tutte le forze di opposizione (bella speranza), politica e sindacale, vadano alla prova di forza, alla pressione costante fino a che questo governo non se ne vada. Non è più possibile aspettare oltre.

6 maggio 2011

Scioperto generale del 6 maggio 2011: impressioni a caldo

Giornata di sciopero generale proclamato dalla CGIL, nell'invidia dello scrivente nel vedere sfilare i manifestanti bandiere al vento per Terni in una splendida giornata di sole.
Sciopero generale sacrosanto, di lotta contro un governo che in questi giorni ha dato l'ennesima pessima prova di sé con i nuovi sottosegretari "responsabili", che tira a campare, senza trovare altra ricetta che continui tagli di bilancio lineari, senza uno straccio di vera misura di sostegno ai redditi, all'occupazione. E contro gli attacchi continui che il padronato reazionario, Marchionne in testa, sta portando contro la dignità dei lavoratori e la democrazia nei luoghi di lavoro. E perché no, anche contro CISL e UIL, che da anni hanno scelto troppo spesso la strada del tentativo della riduzione del danno, ma di fatto rendendosi complici delle peggiori scelte, senza il coraggio e la volontà di opporsi quando era necessario.
Sciopero generale dimezzato, annunciato con 3 mesi di anticipo, dopo che erano mesi e mesi che se ne parlava, e di durata variabile per ogni categoria (e alle volte risibile, 4 ore), non troppo sostenuto, e avvenuto ampiamente nell'ignoranza e nel disinteresse dell'opinione pubblica e dei mezzi di informazione. L'impressione che la CGIL non c'abbia proprio creduto fino in fondo c'è.
Meglio che niente, ma s'è mezza sprecata un'occasione, che è necessario dare un segnale veramente forte.

3 marzo 2011

Pseudo sciopero generale

Sciopero generale, proclamato dalla CGIL.
Di 4 ore, il 6 maggio, fra due mesi.
Meglio che niente. E anche, meglio tardi che mai.
Però porca miseria, un po' più di coraggio. Uno sciopero generale di 4 ore, a due mesi da ora, non serve a niente. E' all'atto pratico quasi come non farlo, logorando uno strumento di lotta che sarebbe indispensabile e utile per cercare di dare una scossa e uscire dall'empasse e dal degrado politico, economico e sociale in cui ci troviamo.

3 novembre 2010

Buon lavoro alla compagna Camusso

Un grazie al compagno Guglielmo Epifani.
Sono stati otto difficili anni, iniziati nel 2002, con l'art.18 sotto attacco, per arrivare ad oggi, 2010, in cui è l'intero sistema del mondo del lavoro, coi suoi diritti, le sue relazioni, la sua unitarietà, a essere sottoposto a continui smantellamenti e ricatti. Priva di una controparte politica, isolata dagli altri sindacati, che hanno scelto troppo spesso di abdicare alle loro funzioni, la CGIL è riuscita a restare un punto di riferimento per chiunque voglia cercare di cambiare in meglio questo paese.
La compagna Susanna Camusso, da oggi segretaria generale, ha di fronte a sé un lavoro difficile ma indispensabile. I più grandi auguri di buon lavoro.

16 ottobre 2010

SI' AI DIRITTI NO AI RICATTI. IL LAVORO E' UN BENE COMUNE. Con la FIOM, 16 ottobre 2010.

Pieno sostegno alla manifestazione indetta oggi dalla FIOM-CGIL a Roma.
Per manifestare con forza contro i gravi attacchi portati ai lavoratori, col ricatto tra il lavoro e i propri diritti, con Pomigliano come paradigma, con lo smantellamento della contrattazione nazionale, il tutto con l'inerzia se non anche l'appoggio di CISL e UIL.
In reazione ai tentativi di criminalizzazione del movimento di questi giorni, i titoli in prima pagina per qualche scritta sui muri, gli annunci del ministro degli Interni Maroni finalizzati solo a innalzare la tensione.
E perché, infine, la manifestazione odierna è un tassello fondamentale nel lungo processo di opposizione e di difesa della democrazia, attraverso il quale cercare di ricostruire una cultura di sinistra in Italia, e riuscire a voltare pagina a questi anni.



SI' AI DIRITTI NO AI RICATTI.
IL LAVORO E' UN BENE COMUNE.
Con la FIOM, 16 ottobre 2010.

12 ottobre 2010

Scritte a Terni

"Cisl e Uil servi", una falce e martello, una confezione di uova con l'invito sarcastico a tirarsele da soli.
Fatto stanotte presso la sede della Cisl di Terni.

Questo sarebbe l'attentato alla democrazia, l'atto fascista, il "clima teso, cupo e violento" che si sarebbe creato, foriero di aggressioni terrorismo e chissà che altro.

Due cose.
Non sono certo cose belle episodi come questo e altri negli ultimi giorni. Ma tocca chiamare le cose col loro nome. Ritenere Cisl e Uil sulla base della loro condotta degli ultimi mesi come asservite al G
overno e agli imprenditori è un'opinione pienamente legittima, e anche piuttosto condivisibile. Già è un altro discorso quando si impedisce magari a un sindacalista di esprimersi, ma scriverlo su un muro non è certo chissà che cosa. Se si vuole dargli una chiusa a questa storia, smettiamola di starla a drammatizzare. Scritte sui muri, vandalismi, ci sono sempre stati. Risparmiamoci l'indignazione democratica per le occasioni che lo meritano, non per fare del vittimismo ipocrita. E a maggior ragione, solidarietà con la Cgil, la Fiom, e a tutti coloro che vengono sfruttati e ricattati ogni giorno sul posto di lavoro.
E tutti a Roma il 16.

25 giugno 2010

25 Giugno, sciopero generale!

Pieno sostegno allo sciopero generale proclamato dalla CGIL.
In sciopero contro la manovra finanziaria, senza sostegno all'occupazione, recessiva, di tagli che andranno a pesare soprattutto sulle classi già pesantemente colpite.
In sciopero contro gli attacchi ai diritti e alla dignità del lavoro, a Pomigliano, e con il cavallo di Troia delle proposte di modifica dell'art. 41 della Costituzione.

23 giugno 2010

Due conti a Pomigliano

Due conti sul risultato del referendum/ricatto di Pomigliano: il no di chi ha avuto il coraggio di opporsi, e di sfidare le minacce della Fiat, è stato del 36 % degli operai. Approssimando, 1700 voti, a fronte dei soli 600 iscritti della Fiom (quarta sigla a Pomigliano, al 17 %, su un 63 % di sindacalizzati.
Una riflessione dovrebbero farsela gli altri sindacati, che dopo averlo approvato si sono sperticati le mani sulla bontà dell'accordo.
Marchionne e la Fiat? Continuano a minacciare, "lavoreremo solo con chi ha firmato". Vedremo.
La lotta sarà dura.

16 giugno 2010

Beneficenza a Pomigliano

La cosa scandalosa su questa vicenda di Pomigliano è che a sentire tutti pare quasi che la Fiat stia  facendo beneficenza ai lavoratori, e ingrata è la  Fiom che si oppone.
Beneficenza derogare al contratto nazionale, beneficenza imporre gli straordinari e aumentare i ritmi di lavoro, beneficenza sanzionare il diritto di sciopero, beneficenza ricattare i lavoratori, minacciando lo spostamento in Polonia e la chiusura dello stabilimento.
E' grave ciò che la Fiat ha proposto (e otterrà, in virtù appunto del ricatto fatto ai lavoratori e ai sindacati), soprattutto per il metodo che rischia di inaugurare. Per questo bene ha fatto la Fiom a opporsi, e a fare quello che qualsiasi altro sindacato avrebbe dovuto fare.
Gli altri sindacati appunto. Anche loro hanno avuto molti dubbi. Magari poi ha prevalso la rassegnazione, e forse il realismo. Legittimo. Evitassero però almeno l'esaltazione delle magnifiche sorti e progressive di tale accordo.
E grave è anche l'atteggiamento ondivago di gran parte dell'opposizione, e anche della stampa di area, che nel complesso si sta salomonicamente tenendo fuori della faccenda. Tanto tocca discutere di massoneria e Opus Dei, intercettazioni al massimo, e poi iniziano i Mondiali... Scherzi a parte, non è una novità la vicinanza di larghi settori del centrosinistra a Marchionne...

3 aprile 2009

FUTURO SI - INDIETRO NO!

Un appello, a chiunque possa, affinché partecipi domani alla grande manifestazione nazionale organizzata a Roma dalla Cgil.
Dovrà essere una di quelle manifestazioni di cui si parlerà a lungo nei prossimi anni.
Molte sono le ragioni domani per manifestare. Per reclamare politiche efficaci contro una crisi economica che sta falciando centinaia di migliaia di posti di posti di lavoro, per sostenere anzitutto i disoccupati. Per gli studenti, contro i tagli che stanno compromettendo pericolosamente scuole e università. Contro lo sciagurato accordo separato sulla contrattazione collettiva. Contro le politiche di un governo che, con la scusa della crisi, taglia le sanzioni e i controlli per la sicurezza sul lavoro, non esita a fare condoni preventivi su una nuova ondata di cementificazione del Paese, attacca un sistema previdenziale attualmente perfettamente in ordine, vuole rimuovere l'idea stessa di contrattazione collettiva.
E grandissima è l'importanza politica della manifestazione. Deve riuscire bene, essere una prova di forza, per dimostrare che in Italia, dopo neanche un anno dalle elezioni, ancora ci sono settori importanti della società che resistono e non si rassegnano al pensiero unico della destra berlusconiana.
Contrariamente a Cisl e Uil, che invece pare credano ancora di riuscire a ottenere qualcosa piegandosi a ogni richiesta del governo, alla Cgil va riconosciuto il merito di aver avuto fin dall'inizio una posizione e un'analisi chiara e appropriata della situazione. Da sei mesi sono ormai in mobilitazione permanente in difesa del mondo del lavoro: pieno sostegno quindi anche domani ai compagni del Sindacato, per una grande giornata di mobilitazione.

Tutti a Roma! Futuro sì, indietro no!

12 dicembre 2008

Sciopero generale

Sempre bello uno sciopero generale.
Anche se si prende tanta di quell'acqua, c'hai il gusto di vedere due esaltate del LabAut (sospette infiltrate provocatrici della Cisl!) che cercano di rovinare la manifestazione, e il sindacato che reagisce.
Se poi qualcuno spiega perché Bonanni era pronto allo sciopero generale a febbraio, e adesso invece, con una situazione ancora più aggravatasi e un governo certamente più ostile, lo reputa dannoso, sarebbe benvenuto.

31 ottobre 2008

Sciopero generale della scuola: tutti a Roma!

La manifestazione è stata grande, bella, impressionante. Gli ultimi spezzoni del corteo partivano da Piazza Esedra alle 13.00, mentre il comizio in Piazza del Popolo già era terminato, e altri cortei si muovevano per tutta Roma.

Della Sinistra Universitaria-Udu di Perugia eravamo un buon numero: nonostante la partenza nel buio delle 6 di mattina, siamo riusciti ad arrivare tutti in piazza oltre cinque ore dopo, passate per strada e su un raccordo anulare completamente intasato di pullman che continuavano ad arrivare.

Nuovi nemici politici (sì, perché saremo pure stati popolo gioioso festoso colorato etc etc, ma molti di noi eravamo pur sempre figli di quella sinistra dell'odio e anche un po' stalinista!): l'autogrill prima di Orte, sul raccordo da Terni, che 25 minuti per riuscire a pagare una copia de l'Unità è di fatto un'istigazione a delinquere; le uscite dalla 18 alla 22 (Casilina-Anagnina) del Grande Raccordo Anulare, altra mezz'ora netta di coda, e la rotonda al parcheggio dell'Anagnina, un'ora e un quarto per trecenti metri di strada.

Miti, emblemi, simboli: il pullman e la fiat che travalicarono l'aiola, costruendo muretti e arando il terreno.

Firma separata del contratto degli statali

Capisco che Cisl e Uil non muoiano dalla voglia di dover fare opposizione costante e permanente, ma devono prendere atto che se vogliono svolgere veramente la loro funzione di sindacato purtroppo con le attuali posizioni di Governo e Confindustria questa è l'unica strada. Così come ha fatto la Cgil su Alitalia, e unitariamente ieri con lo splendido sciopero generale della scuola.

29 settembre 2008

Al lavoro e alla lotta

Alle accuse di autoritarismo e di scadimento della vita democratica italiana, Berlusconi significativamente risponde minacciando una "riflessione sulla giustizia" nel caso la Corte Costituzionale, cui è stata sollevata incidentalmente la questione, giudichi incostituzionale il "Lodo Alfano", provvedimento che garantisce l'immunità per le maggiori cariche dello Stato. Nel caso ossia che la Corte Costituzionale, nell'esercizio delle sue funzioni di tutela dell'ordinamento giuridico italiano, ritenesse un provvedimento contrastante con la Costituzione della Repubblica Italiana, si va a eliminare direttamente o il controllo di costituzionalità, o a cambiare la Costituzione stessa, come se fosse una qualsiasi leggina.
Questa è la situazione.
A questo governo, con maggioranze inattaccabili al servizio degli interessi di pochi, sta facendo da contrappunto un'Italia che si è palesata profondamente di destra. Provvedimenti che richiederebbero approfondito dibattito -anzi, a essere sinceri, provvedimenti inaccettabili che neanche sarebbero da prendere in considerazione-, quali federalismo fiscale, reato di clandestinità, immunità, riforma scolastica, vengono approvati grazie all'appoggio istintivo di un'opinione pubblica indifferente, disinformata, ignava, qualunquista. Di fronte a tale disastro, l'opposizione è del tutto impotente, in crisi di identità profonda, senza idee, numeri e alle volte volontà di combattere tutto ciò.
Ieri è stata giornata di mobilitazione nazionale della Cgil. E anche qua si sono visti i segni nefasti di questo rapido decadimento del sentire democratico e progressista. La Cisl e la Uil infatti non hanno aderito alla mobilitazione, scegliendo di fatto, come s'è visto nella trattativa per Alitalia, un ruolo rinunciatario, di mera rimessa, succube del potere e delle posizioni di forza delle controparti. Almeno qua a Terni poi la manifestazione non è andata bene. Vabbe' che non è certo una genialata farla di sabato pomeriggio, ma duecento persone in piazza, in un momento simile sono troppo poche.
Ma questa è l'unica strada percorribile. Di fronte a una crisi di tale gravità della sinistra, mantenere una linea difensiva è suicida. E' la condanna definitiva alla residualità. Dobbiamo prendere l'iniziativa, opporci, andare in piazza giorno dopo giorno con testardaggine, per quanto possa sembrare inutile, per anni se sarà necessario - e lo sarà necessario. Se l'Italia e gli italiani sono di destra, beh, toccherà cambiarla quest'Italia e questi italiani. Senza questa volontà, non ha senso essere di sinistra.
Quindi compagni, al lavoro e alla lotta, che vogliamo e dobbiamo continuare a esistere e contare.