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6 marzo 2009

Ronde: direttive per l'uso e note tecnico/amministrative

Con riguardo alle ronde, e la possibilità dei privati di sponsorizzarle, ogni onesto amministratore comunale italiano ha non solo da approvarle, ma dovrebbe anche -eh, sono tempi di crisi- puntare su simpatici aspetti folkloristici, in grado di richiamare turisti e capitali. Bisognerà anzitutto aver cura di trovare gli sponsor nelle classiche figure del proprietario agrario (già distintisi in tal senso nei primi anni '20) o del ricco commerciante. Basta poi col proliferare di denominazioni ronde guardie verdi guardie nere squadraccia Ettore Muti Decima Mas: uniformamento invece con il termine "posse" in uso nell'ambiente culturale di riferimento del fenomeno (l'Arizona della metà dell'800). Per quel che riguarda il vestiario, cappelli stetson e gambali non sono necessari: ricordiamoci il forte carattere di italianità che deve caratterizzare le nostre posse. Il classico fez e i pantaloni alla zuava sono gli indumenti più indicati. Più i ray-ban, anche di notte, per dargli quel tocco di classe senza età.
Sugli obiettivi, tutti dovranno farsi una ragione che il linciaggio del negro è ormai passato di moda. Ok, non è da escludere del tutto, ma sarebbe meglio che se proprio è negro sia almeno anche rumeno. Nei confronti della categoria mista comunisti/froci/studenti/variedeventuali, sarà il caso di attenersi a un semplice pestaggio con fratture multipla e/o lesione della milza.
Esaminate le direttive formali e di azione, alcune note di carattere tecnico. Per ottimizzare i risultati delle posse, e massimizzare i profitti derivanti da un loro sfruttamento turistico, sarà buona pratica una fattiva collaborazione e un coordinamento tra i Comuni interessati: può essere un'idea un'organizzazione delle posse in base al calendario dei mercati settimanali, e pensare a qualche spedizione punitiva in grande stile con l'aiuto dei camerati di tutta la provincia in occasione delle sagre paesane e delle manifestazioni sindacali.