Prendo spunto dalle dichiarazioni di Olga D'Antona, parlamentare ds e soprattutto moglie di quel D'Antona ammazzato dalle Brigate Rosse nel 2000. In occasione della presentazione della mozione Fassino, ha avuto modo di criticare come abbia parlato dal palco Adriano Sofri, condannato in via definitiva a una ventina d'anni di carcere per l'omicidio del commissario Calabresi.
Un processo sul quale oggettivamente si possono nutrire molti dubbi sulla correttezza finale della sentenza, e un uomo, Sofri, che al di là di quella che sia stata o meno la sua reale responsabilità nell'accaduto ha sicuramente dimostrato di aver abbandonato il suo passato e oggi come oggi è una delle figure intellettuali più interessanti in Italia.
Però, una verità giudiziaria c'è.
Altro caso, altre motivazioni etc: Rifondazione a Bologna ha deciso di votare contro, per motivazioni se vogliamo anche condivisibili, alla proposta di intitolare un'aula a Biagi e D'Antona, rilanciando che avrebbe votato a favore solo se veniva estesa a tutti i caduti sul lavoro.
Terzo, Oreste Scalzone, ternano, leader di Potere Operaio, nell'area grigia dei "compagni che sbagliano", oltre vent'anni in Francia per sfuggire alla giustizia italiana e adesso ritornato per prescrizione dei reati a lui contestati. E accolto come lo zio d'America.
Alla fine: è possibile che a sinistra stiamo dimenticando ciò che è stato il terrorismo, quantomeno quello "rosso", e siamo troppo portati a sfumare i giudizi? L'indignazione non può esserci solo se tornano a parlare i vari Ciavardini Mambro e altri terroristi neofascisti.
Un processo sul quale oggettivamente si possono nutrire molti dubbi sulla correttezza finale della sentenza, e un uomo, Sofri, che al di là di quella che sia stata o meno la sua reale responsabilità nell'accaduto ha sicuramente dimostrato di aver abbandonato il suo passato e oggi come oggi è una delle figure intellettuali più interessanti in Italia.
Però, una verità giudiziaria c'è.
Altro caso, altre motivazioni etc: Rifondazione a Bologna ha deciso di votare contro, per motivazioni se vogliamo anche condivisibili, alla proposta di intitolare un'aula a Biagi e D'Antona, rilanciando che avrebbe votato a favore solo se veniva estesa a tutti i caduti sul lavoro.
Terzo, Oreste Scalzone, ternano, leader di Potere Operaio, nell'area grigia dei "compagni che sbagliano", oltre vent'anni in Francia per sfuggire alla giustizia italiana e adesso ritornato per prescrizione dei reati a lui contestati. E accolto come lo zio d'America.
Alla fine: è possibile che a sinistra stiamo dimenticando ciò che è stato il terrorismo, quantomeno quello "rosso", e siamo troppo portati a sfumare i giudizi? L'indignazione non può esserci solo se tornano a parlare i vari Ciavardini Mambro e altri terroristi neofascisti.
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