17 aprile 2007

Appunti di un viaggiatore nelle terre del socialismo reale

Più prosaicamente, "Picchia settentrionale". Vabbe' anche un po' più vasto.


Berlino città interessante. In quella che era la parte centrale, oltre a risentire -città già giovane, settecentesca- dei danni della guerra, c'è ancora il peso del muro che la traversava. Adesso è in pieno fervore architettonico, e roba fatta come di deve, ma ancora al Mitte gli manca un po' l'anima. Musei impressionanti, e cultura a livello popolare, non da conto corrente come da noi (per capirsi, il biglietto da tre giorni valido per una cinquantina di musei, con l'esclusione solo di uno di quelli importanti, ridotto al 50% come studento universitario a 7,5 €). Nella Berlino Est, cavolo stanno a fare piazza pulita delle rimanenze appunto realsocialiste. A parte un mosaicone in Alexanderplatz e una statua di Marx ed Engels (per di più sorridenti invece che burberi) non c'è quasi un cavolo. Anche al monumento ai caduti del Soviet, notevole, con due T-34, non c'è nessuno.


Dal punto di vista alimentare a Berlino è oggettivamente difficile mangiare tedesco, quindi allegramente ripiegati sul turco. Tedesco nel resto della Germania. Come sopra, più a buon mercato che da noi. Gran classe specie al sud, in Baviera, le Weissebier! Trovata pure una hefeweisse scura. De tutto de più, e noi che andamo avanti co' le lager.


Picchia: da tenere in considerazione. Spesso alta. Poi c'ha quel fascino esotico nordico. Il top però da 'sto punto di vista Bolzano. Sempre detto che toccherebbe campa' in Alto Adige, coi monti sopra di te! Che comunque sono mezze tedesche, e appena gli ha fatto un po' di caldo tutte scosciate mezze nude! Il top il top. A Milano pure gran concentrazione, di quella un po' de classe.


Porettella la Germania che s'è sputtanata a morte dal '33 al '45. E comunque era il paese di Marx, della Spd, di Rosa Luxemburg, poi di Brandt etc. In bocca al lupo.


[cmq a gira' su, tra autostrade a 4 corsie gratuite e città linde e pinte e gradevoli ti dà l'impressione che campiamo nel terzo mondo!]

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