Sarebbero (guarda un po' che novità) le "riforme". "Il 2008 l'anno delle riforme" promette Prodi (ben consapevole d'altronde che il primo dei suoi -e dei nostri- problemi è che riesca a durare).
Essenzialmente il discorso si circostanzia nella riforma elettorale, approvata la quale si possono affrontare le elezioni con qualche patema organizzativo in meno.
Solo che sfugge il problema fondamentale: avoja a parlare di buona politica, anzitutto tocca farla, creare il consenso ricominciando a parlare e ad affrontare i problemi dei ceti popolari, la crisi dei redditi, le politiche del lavoro e della casa.
Si potrebbe sintetizzare in agire di sinistra. Però capiamo che certe parole non è corretto usarle, e ci si adegua.
Parecchiu.
Essenzialmente il discorso si circostanzia nella riforma elettorale, approvata la quale si possono affrontare le elezioni con qualche patema organizzativo in meno.
Solo che sfugge il problema fondamentale: avoja a parlare di buona politica, anzitutto tocca farla, creare il consenso ricominciando a parlare e ad affrontare i problemi dei ceti popolari, la crisi dei redditi, le politiche del lavoro e della casa.
Si potrebbe sintetizzare in agire di sinistra. Però capiamo che certe parole non è corretto usarle, e ci si adegua.
Parecchiu.
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