18 luglio 2008

G8

All'incirca in qesti stessi giorni, un luglio di sette anni fa, si svolgeva il vertice del G8 a Genova.
Edizione che verrà ricordata solo per le violenze, in piazza e fuori, che portarono alla morte di un manifestante, e delle atrocità commesse da corpi della polizia italiana nella irruzione alla Scuola Diaz, e soprattutto nella caserma di Bolzaneto, dove centinaia di manifestanti, detenuti illegalmente, subirono ogni sorta di violenza fisica e morale.
Di fronte alla gravità dell'accaduto, non si può che commentare negativamente l'esito del processo, risoltosi con poche condanne, e lievissime, per 15 imputati.
Si comprende la difficoltà di un processo del genere, senza reali possibilità di individuare in maniera equilibrata la responsabilità di atti commessi non da singoli, ma collettivamente, rischiando di creare capri espiatori. Quando poi soprattutto rimarrano impuniti i responsabili politici dell'accaduto, svariati dei quali attualmente di nuovo al governo, a festeggiare l'immunità sancita da questa sentenza. Che certe violenze sistematiche difficilmente qualche ufficiale le avrebbe ordinate, se non era più che sicuro di avere le spalle coperte, nella Polizia di Stato e al Ministero dell'Interno. Violenze, percosse, lesioni gravissime, e invece condanne per abuso di ufficio, che cadranno in prescrizione e non saranno mai scontate.
Si è messo l'ennesimo sigillo a vicende che purtroppo l'Italia non ha mai voluto affrontare fino in fondo, preferendo rimuovere ogni ricordo passati solo pochi mesi.

Detto ciò, una considerazione sulla inutilità stessa di tali vertici.
Gravissimi problemi di legittimazione democratica, con esecutivi di otto stati che pretendono di dare risposte  per tutto il mondo.
Mancanza di rappresentatività, che quasi tutti questi paesi presi singolarmente neanche 30 anni fa erano davvero le otto economie più importanti del mondo. A maggior ragione oggi -l'Italia in primis-.
Iniutlità pratica, per un appuntamento solo rituale, di sfoggio e spreco di risorse, senza che si riescano a prendere decisioni degne di tale nome, e politicamente condivisibili nel nome di un interesse comune globale.

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