17 dicembre 2008

Rivedendo Fantozzi

Ieri si rivedeva il finale di "Fantozzi", in cui il ragioniere, divenuto militante di sinistra, viene convocato dal Megadirettore Galattico in persona.
Questi, accogliendolo in un ufficio quasi monacale, gli spiega come sarebbe bello che tutti, padroni (anzi, datori di lavoro) e impiegati si mettessero attorno a un tavolo per discutere con calma come migliorare le cose ("Ma così ci vorranno mille anni" "Io posso aspettare"), di come siano fortunati che i datori di lavoro diano loro un impiego etc. Al che Fantozzi, sopraffatto da tante belle parole, chiede: "Ma quindi lei è comunista?". E il Megadirettore Galattico, serafico: "Beh proprio comunista no. Vede, io sono un medio progressista."
Ecco, a oltre trent'anni di distanza, vedendo come quella del Megadirettore sia diventata la vulgata corrente che si sente ripetere ovunque, ci si può rendere conto di come siamo stati inculati.




Fantozzi: Ma… scusi… questa è la sua stanza?
MegaDirettore Galattico: Certo.
Fantozzi: Vabbeh ma… le cento piante di ficus? E le poltrone in pelle umana?! E il grande acquario nel quale nuotano dei dipendenti sorteggiati?!
MDG: Voci, caro Fantozzi. Messe in giro dalla propaganda sovversiva. Prego, si accomodi.
Fantozzi: Sì… sì ma… dove… dove andiamo?
MDG: Si sieda, qui.
Fantozzi: Ma qui, al suo posto?!
MDG: Certo. Un sorso d’acqua? Un tozzo di pane?
Fantozzi: Ma scusi, conte, io mangiare con lei?!
MDG: Ma certo! Che differenza c’è fra me e lei?
Fantozzi: Ma abbia pazienza! Ma come che differenza c’è? Non mi vorrà mica dire, signor duca, che siamo uguali io e lei? Voi siete i padroni, gli sfruttatori, noi invece siamo gli schiavi, i morti di fame!
MDG: Oh, ma caro Fantozzi, è solo questione di intendersi, di terminologia. Lei dice "padroni" e io "datori di lavoro". Lei dice "sfruttatori" e io dico "benestanti". Lei dice "morti di fame" e io "classe meno abbiente". Ma per il resto la penso esattamente come lei!
Fantozzi: Altezza, come?
MDG: Io come lei sono un uomo illuminato e sono convinto che a questo mondo ci sono molte ingiustizie da sanare. La penso come lei e come il nostro caro dipendente Folagra. 
Fantozzi: Ma mi scusi, sire, ma… Ma non mi vorrà dire che lei è… scusi il termine, sa… comunista?!
MDG: Beh… proprio comunista no… Vede, io sono un medio-progressista.
Fantozzi: Ah… Ma in merito a tutte queste rivendicazioni e a tutte le ingiustizie che ci sono lei che cosa consiglierebbe di fare, maestà?
MDG: Ecco… Bisognerebbe che per ogni problema nuovo tutti gli uomini di buona volontà come me e come lei, caro Fantozzi, cominciassero a incontrarsi senza violenze in una serie di civili e democratiche riunioni fino a che non saremo tutti d’accordo.
Fantozzi: Ma mi scusi, santità… Ma in questo modo ci vorranno almeno mille anni!
MDG: Posso aspettare. Io.
Fantozzi: Grazie! Così allora… le mancherebbe solo la poltrona di pelle umana…
MDG: (fa cenno di sì)
Fantozzi: C’è?!
MDG: (gliela indica)
Fantozzi: Pelle umana?
MDG: Esatto.
Fantozzi: E’ il ragionier Porelli della contabilità, lo riconosco! Bello! Però… l’acquario dei dipendenti non ce l’ha mica, eh!
MDG: (gli mostra anche quello, che era camuffato da quadro di San Francesco)
Fantozzi: Esiste! L’acquario! Che meraviglia! Che spettacolo! Oh, ecco la signorina Pessi! E il meccanico Molli! E l’usciere sorteggiato! Vedo, santità, che le manca la triglia. Posso avere l’onore io?
MDG: Va bene. Glielo concedo.
Fantozzi: Oh, grazie!
MDG: Ma mi raccomando, sia sempre rispettoso e fedele.
Fantozzi: Sì, onnipotente!

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