14 gennaio 2009

La necessità della scissione

C'è nell'attuale situazione politica italiana un'urgenza improrogabile di costruire un partito (non "soggetti", "associazioni" e "movimenti", ma un partito) di sinistra per la sinistra. Per tutti coloro che non si rassegnano a confluire e non condividono la scelta strategica del Partito Democratico, e ancora hanno ben presente che Di Pietro e l'Italia dei Valori con la sinistra hanno poco a che fare.
In quest'ottica, la linea politica emersa dal congresso del Prc di luglio, settaria e autoreferenziale, è del tutto inutile. La prospettiva più ampia che si riescono a porre è un cammino unitario col Pdci, come se il riferimento all'identità comunista abbia ancora un qualche significato reale.
Bene quindi fa la componente "vendoliana" a prepararsi alla scissione. La modalità è sicuramente traumatica, e capisco le difficoltà anche emotive di un militante ad abbandonare il proprio partito, ma allo stato attuale di cose purtroppo la scissione è l'unica strada per poter provare a costruire insieme ai compagni di Sinistra Democratica un partito che, riprendendo le parole di Claudio Fava, riesca a superare la concezione della sinistra come un qualcosa da declinare con aggettivi come riformista, ambientalista, comunista.
I tempi sono più che maturi. Facciamolo.

1 commenti:

laura ha detto...

Nei dirigenti del PdCI c\'è la fregola di giungere ad un\'accordo con il PRC come processo che affianchi l\'eventuale riunificazione dei due partiti.Per me, la possibilità che si presentino alle prossime elezioni europee con l\'ambizione di "svolta" la vedo fasulla.I comunisti sono chiamati a formulare risposte dentro lo scenario politico e i conflitti sociali nel nostro paese,ormai il conflitto di classe è politicamente più avanzato del conflitto direttamente politico. Il comunismo resta comunque un patrimonio storico e umano che non deve essere disperso , spero che Vendola sia lungimirante...ciao laura

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