30 maggio 2009

Sulla proposta di un giorno solo per donne nelle piscine pubbliche

Una caso interessante ieri a Perugia.
La figlia dell'imam, ragazza italiana e di sinistra, e candidata a alle Comunali nelle liste di Sinistra e Libertà, in un'intervista ha dichiarato il suo impegno affinché una piscina comunale perugina assicuri un giorno a settimana l'ingresso riservato alle sole donne, così da permetterne la frequentazione anche a chi per ragioni religiose o di pudore la evita per ragioni di "promiscuità".
Boh che dire.
- certe esigenze, posizioni, sono ormai espressioni a pieno titolo delle variegate istanze della società italiana, non per forza di settori marginali e conservatori di "importazione"
- come deve regolarsi lo Stato in casi come questi? il fine delle organizzazioni pubbliche è appunto di assicurare tutela alle istanze che provengono dalla società, se ritenute degne di tutela: da una parte abbiamo un problema di pari opportunità, di un diritto all'accesso a un servizio pubblico, le cui condizioni di utilizzo però cozzano con le convinzioni morali di una parte della popolazione -sottolineiamo per evitare equivoci, una parte della popolazione italiana-, dall'altra però l'andare a istituire certe restrizioni cozza con aspetti della laicità e una certa idea dell'emancipazione femminile da modelli più "tradizionalisti"

[e alla fine, porettaccia 'sta ragazza, che a 10 giorni dal voto le è scappata per ingenuità questa idea, e adesso si ritrova sotto il tiro incrociaato da destra e da sinistra]

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