1 giugno 2009

Giro all'arrivo! - 2009

Traiamo le somme del Giro d'Italia 2009.
In partenza, si era rimasti colpiti piuttosto favorevolmente anzitutto dal tracciato innovativo del Giro, che inseriva subito le Alpi e qualche montagna abbastanza impegnativa alla prima settimana, per poi dedicarsi una volta tanto a qualche bella salita appenninica nella seconda parte della corsa.
E si sperava in un maggiore coraggio da parte dei corridori rispetto ad esempio all'edizione dell'anno scorso.
Gli auspici si sono avverati a metà. Da un lato, la nuova versione della corsa è stata interessante, come itinerari e con un finale in bilico fino all'ultimo, e i corridori di classifica si sono spesso spesi generosamente con azioni e tappe sicuramente da ricordare. Per contro, sebbene le tappe, specie quelle di montagna, fossero in genere ideate piuttosto bene, con parecchie salite ripartite nel corso di tutto il Giro, sono mancate salvo poche eccezioni quelle veramente impegnative. Insomma, l'unico vero tappone peso è stato quello di Monte Nerone-Catria-Petrano, le altre tappe di montagna erano complessivamente pedalabili, e senza dislivelli pendenze e quote di particolare rilievo. E quelle poche che c'erano, molto spalmate nei 20 giorni. Il risultato è stato un Giro d'Italia che fondamentalmente si è deciso alla Cronometro delle Cinque Terre, e una gara individuale che diventa punto cruciale di una corsa a tappe, boh per certi versi è un po' in contrasto con la natura stessa di un Giro. Che poi non è solo un discorso di crono, al di là di quella fin troppa importanza hanno rivestito gli abbuoni. In più, ci si mettano i problemi organizzativi che hanno comportato un notevole ridimensionamento di tappe altrimenti di ben altro spessore, come la Cuneo-Pinerolo versione tagliata 2009. Ed effettivamente di attacchi coraggiosi anche da parte dei corridori di classifica se ne sono visti, anche se poi per una ragione o per l'altra le azioni più interessanti sono state tutte riassorbite ed il Giro è andato avanti senza grosse scosse fino alla fine.
I corridori.
A Denis Menchov vanno indubbiamente i complimenti, è più che giusto che si vinca il Giro se si dimostra di essere il corridore più in forma in qualsiasi specialità. Poi vabbe', alla fine si corre per vincere e si usano le tattiche più oculate, però certo se ogni tanto avesse attaccato in prima persona, invece di limitarsi per dieci giorni a rimanere incollato alla ruota di Di Luca non sarebbe stato certo brutto...
Di Luca peccato, poteva effettivamente essere lui il vincitore, e gli va riconosciuta grandissima determinazione e di non essersi mai tirato indietro. Poco comprensibile alle volte la strategia adottata, andando ad attaccare in modo solo muscolare, e ritrovandosi di fatto a fare il gregario a Menchov su tutte le montagne più impegnative. Specie quando pareva lo facesse solo per ripicca, come nei confronti di Basso nella Forlì-Faenza.
Ivan Basso oggettivamente si sperava qualcosa di più, però insomma, ci si metta che rientrava dopo due anni di squalifica, e comunque non si è mai tirato indietro, ha attaccato e c'ha provato sempre. Buono.
Garzelli dopo questo giro l'ho abbondantemente rivalutato, meritatissima la maglia verde, e anche una tappa avrebbe dovuto vincere.
Pellizzotti non male affatto, e gran tappa alla Majelletta.
Sastre interessante.

Niente, e adesso appuntamento al Giro d'Italia 2010!



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