28 luglio 2009

Polemiche e tessere

Due cose politiche appena passate.
La pretesa di Beppe Grillo di iscriversi al Partito Democratico, dopo che ha passato buona parte degli ultimi anni, tra altre cose magari meritevoli, a gettare merda sull'intero centrosinistra italiano. L'iniziativa non c'è bisogno di commentarla, è anche una questione di dignità personale l'asternersi dal far politica in certi modi. Sul discorso invece secondo cui il Pd -o un altro partito- sia tenuto a tesserare chiunque ne faccia richiesta. Un partito politico ha anche la possibilità di derogare le norme lavoristiche che impediscono le discriminazioni sulle opinioni politiche dei dipendenti: figuriamoci quindi se non si può applicare discrezionalità su una richiesta di iscrizione. 'Va, l'unica cosa per cui magari valeva la pena dargliela la tessera a Grillo, era per levarsi il gusto di poterlo espellerlo il giorno dopo. Ma il centralismo democratico non va più troppo di moda...
La stupidità della polemica dipietrista: dopo i pesanti rilievi critici mossi da Napolitano al pacchetto "sicurezza" del Governo, è riuscito a farli passare in secondo piano, per lanciarsi invece in attacchi alla Presidenza del Consiglio. Dato che non è così cretino dal non capire che così riusciva nell'impresa del togliere dall'imbarazzo il Governo dirottando l'attenzione, l'unica motivazione politica della polemica è la continua ricerca di visibilità, senza un briciolo di progettualità che non sia la ricerca di qualche spazietto in più conquistato ai danni di tutti coloro che se non alleati sono almeno compagni di opposizione.

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