10 novembre 2009

Berliner

Avendo 'sto blog una vena memorialistica abbastanza spiccata (anzi, anticipo che a brevissimo ce ne saranno un paio di anniversari pesi), non si può tralasciare il ventesimo anniversario dalla caduta del Muro di Berlino, evento dalla portata indubbiamente storica.
E tutta la retorica che ne consegue.
Ecco, tocca dire che francamente la vivo con una punta di disagio. E' stato chiaramente un grande avvenimento, la fine della funesta divisione della Germania, un importante passo verso il crollo di un sistema di regimi antidemocratici e burocratici che erano le pretese "democrazie popolari" dell'Europa dell'Est, e finalmente il superamento della Guerra Fredda.
Però tutto un certo tipo di vulgata, la solita storia del "crollo del comunismo" -cosa che in parte di sicuro è avvenuta, che nel pensiero collettivo il collasso dell'Europa orientale ha non poco tagliato le gambe alle prospettive delle sinistre, all'Idea-, la retorica che se ne fa e semplificazioni inaccettabili, che riducono quello che fu anche un grande sogno di riscatto e di liberazione a gulag e dittatura, a me che comunque mi riconosco in un certo tipo di idealità mi mette piuttosto a disagio.

0 commenti:

Posta un commento