2 febbraio 2010

Lo schifo del Pd umbro per le Regionali

Parliamo della farsa grottesca in cui si è cacciato il Partito Democratico umbro per la scelta del candidato alle Regionali.
Settimana scorsa si diceva come, eliminata dai giochi per questioni essenzialmente correntizie, il Pd si fosse ritrovato a corto di candidati autorevoli, e si stesse dibattendo nella ricerca di un "candidato condiviso". Il tutto, con la spada di Damocle delle primarie sulla testa, a causa della candidatura del veltroniano Agostini, che pur non godendo risaputamente del consenso di gran parte dei suoi compagni di corrente, i franceschiniani di Area Democratica, col loro silenzio-assenso s'è candidato, andando così a bloccare una soluzione politica del terzo mandato alla Lorenzetti (indubbiamente il minore dei mali, nell'attuale situazione politica).
E' così che sono state indette le primarie, all'interno del Pd, per il 7 febbraio, una settimana a ridosso della presentazione delle liste per le regionali, e ad Agostini si sono aggiunti l'ex sindaco di Todi Catiuscia Marini, e Gianpiero Bocci. La prima, di area bersaniana, è notoriamente in un filo di continuità con la Lorenzetti, , e dopo la sua seconda sindacatura Todi è stata conquistata dalla destra; il secondo, proveniente dal mondo clientelare delle comunità montane e dal consiglio regionale, era uno dei capibastone della Margherita umbra; oltre all'appoggio di quasi tutti i franceschiniani, dovrebbe poter trovare appoggi anche in altri settori del partito.
Tempo due giorni, e ieri Agostini ha annunciato con comunicati di fuoco il ritiro della sua candidatura, accusando Area Democratica di averlo strumentalizzato e illuso per poi scaricarlo a favore di Boccia. Mah! La cosa puzza, che se veramente un politico di lungo scorso come Agostini è stato così ingenuo da ignorare una situazione di fatto (ossia che era inviso a larghissima parte del partito, e alle primarie non avrebbe certo avuto il sostegno neanche della sua area) c'è veramente da preoccuparsi. Comunque. A conti fatti, quella che è evidente è la manovra politica spregiudicata che è stata fatta per portare avanti Bocci. Appoggiare chi si è impuntato per primarie ridicole, al solo scopo di mettere fuori gioco quello che era il candidato più autorevole e sostenuto da tutto il resto del centrosinistra. Poi, ottenuto l'obiettivo, sacrificarlo pure Agostini, e concentrarsi su Bocci contro una brutta replica della Lorenzetti. Queste sarebbero le primarie umbre, il preteso esercizio di democrazia in cui un partito incapace di trovare un buon candidato condiviso, dopo mesi di manovre e lotte di potere pretende di chiamare elettori e simpatizzanti a scegliere tra due candidati mediocri.
Ciò poi tutto in sprezzo al resto della coalizione di centrosinistra, che ha a lungo riconosciuto quella che era la logica pretesa del Pd di esprimere il candidato alla presidenza della Regione. Vedendo il pantano in cui si è invece cacciato e la manifesta incapacità politica, bene ha fatto Rifondazione Comunista a candidare il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, e a chiedere le primarie di coalizione. Queste avrebbero un senso. Ma saranno parole al vento.
E non resta che vedere che succederà domenica, e sperare che lo schifo che è avvenuto in questi mesi non trapeli troppo e nei dettagli nell'elettorato.

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