Emilio Lussu, dirigente socialista e azionista, noto ai più per il libro di memorie della Prima Guerra Mondiale "Un anno sull'Altipiano", ha scritto un altro libro molto molto interessante. Trattasi di "Marcia su Roma e dintorni". Per esperienza diretta, racconta assai bene la genesi del Fascismo, la violenza come sua pratica quotidiana, fino alla sua affermazione e all'omicidio Matteotti.
In un episodio poco noto, racconta delle trattative in corso, al fine di evitare la presa del potere da parte di Mussolini, per affidare la guida del governo a Gabriele D'Annunzio.
C'è qualche voce che parla, in questi giorni, di un eventuale disponibilità di Berlusconi a votare il ritorno alla vecchia legge elettorale, scambiandolo con un voto dell'opposizione al "Lodo Alfano costituzionalizzato", affinché ci sia un'approvazione col quorum sufficiente a evitare il referendum costituzionale confermativo.
Fantapolitica per il momento. Ma se fosse. La dico pesa: sarebbe da accettare. Sarebbe uno scandalo, una vergogna. Ma meglio comunque che andare avanti in questo modo. Sono convinto che Berlusconi ce ne abbia non pochi di motivi per essere in galera. Ma personalmente venga condannato e vada in carcere, a me non importa. A me importa che finalmente sciacqui da li cojoni. Che non è possibile che da dieci anni a questa parte al centro del dibattito pubblico, della politica italiana, ci siano i processi di Berlusconi, che non si parla che dei mezzi scandalosi che cercano di architettare per salvarlo da una condanna. L'ultimo è il processo breve per dirne uno. A 'sto punto, e basta, siamo al livello che è meglio sacrificare la giustizia e la legalità pur di salvare l'Italia. Sai mai, magari una volta che è finalmente al sicuro capace pure faccia un passo indietro. Bisogna voltare pagina con Berlusconi.
La legge elettorale. Quella attualmente vigente assegna la maggioranza della Camera dei Deputati alla coalizione col maggior numero di voti, con la maggioranza relativa. Con un quadro politico bipolare, ha funzionato un po' così. In un quadro politico potenzialmente tripolare, come potrebbe prospettarsi in caso di elezioni anticipate in primavera, la maggioranza parlamentare alla Camera rischierebbe di andare a una lista con molto meno del 40 % dei voti. Berlusconi e Lega, per essere precisi.
Tocca farla un po' di aritmetica. Ci si rifà ai dati del sondaggio pubblicato lunedì su Repubblica. Pdl + Lega vengono dati al 40 % e rotti, un ipotetico terzo polo Udc/Fli/Api al 13 % circa, a un'ipotetica coalizione di centrosinistra il resto.
Che stiamo nella merda è abbastanza palese, comunque vada.
Tocca essere realisti quindi. Smettere di perseguire i piccoli interessi di bottega, che non è proprio il momento. Ad esempio, capisco che Vendola c'abbia legittimissime ambizioni personali e politiche, che in buona parte condivido anche, però non è il momento di attaccare a priori il progetto di Nuovo Ulivo e chiedere le primarie come prima cosa: primarie di coalizione per che cosa? Per una coalizione che non esiste ancora e per elezioni che sono nell'aria, ma non certo convocate? Stesso discorso per Chiamparino ('sta storia del Chiampa con Vendola fa anche abbastanza ride, il sindaco di Torino è indubbiamente fra i più "destri" tra i democratici, lo si veda sulla Fiat ad esempio); per Veltroni, Fioroni e compagnia, manco a sprecare parole.
Lo si diceva appena tornati, un paio di settimane fa, che il Nuovo Ulivo è un buon segnale dopo tanto tempo. Asor Rosa sul Manifesto l'ha definita la prima vera iniziativa politica del Pd dopo molto tempo. Vero. E' una proposta ancora vaga, da riempire di contenuti concreti: ma non da cercare di ammazzare in culla. Ripeto, al di là delle dichiarazioni di principio, tocca fare i conti con la realtà, e la realtà è che andare a votare in queste condizioni sarebbe un'assoluta catastrofe.
In un episodio poco noto, racconta delle trattative in corso, al fine di evitare la presa del potere da parte di Mussolini, per affidare la guida del governo a Gabriele D'Annunzio.
C'è qualche voce che parla, in questi giorni, di un eventuale disponibilità di Berlusconi a votare il ritorno alla vecchia legge elettorale, scambiandolo con un voto dell'opposizione al "Lodo Alfano costituzionalizzato", affinché ci sia un'approvazione col quorum sufficiente a evitare il referendum costituzionale confermativo.
Fantapolitica per il momento. Ma se fosse. La dico pesa: sarebbe da accettare. Sarebbe uno scandalo, una vergogna. Ma meglio comunque che andare avanti in questo modo. Sono convinto che Berlusconi ce ne abbia non pochi di motivi per essere in galera. Ma personalmente venga condannato e vada in carcere, a me non importa. A me importa che finalmente sciacqui da li cojoni. Che non è possibile che da dieci anni a questa parte al centro del dibattito pubblico, della politica italiana, ci siano i processi di Berlusconi, che non si parla che dei mezzi scandalosi che cercano di architettare per salvarlo da una condanna. L'ultimo è il processo breve per dirne uno. A 'sto punto, e basta, siamo al livello che è meglio sacrificare la giustizia e la legalità pur di salvare l'Italia. Sai mai, magari una volta che è finalmente al sicuro capace pure faccia un passo indietro. Bisogna voltare pagina con Berlusconi.
La legge elettorale. Quella attualmente vigente assegna la maggioranza della Camera dei Deputati alla coalizione col maggior numero di voti, con la maggioranza relativa. Con un quadro politico bipolare, ha funzionato un po' così. In un quadro politico potenzialmente tripolare, come potrebbe prospettarsi in caso di elezioni anticipate in primavera, la maggioranza parlamentare alla Camera rischierebbe di andare a una lista con molto meno del 40 % dei voti. Berlusconi e Lega, per essere precisi.
Tocca farla un po' di aritmetica. Ci si rifà ai dati del sondaggio pubblicato lunedì su Repubblica. Pdl + Lega vengono dati al 40 % e rotti, un ipotetico terzo polo Udc/Fli/Api al 13 % circa, a un'ipotetica coalizione di centrosinistra il resto.
Che stiamo nella merda è abbastanza palese, comunque vada.
Tocca essere realisti quindi. Smettere di perseguire i piccoli interessi di bottega, che non è proprio il momento. Ad esempio, capisco che Vendola c'abbia legittimissime ambizioni personali e politiche, che in buona parte condivido anche, però non è il momento di attaccare a priori il progetto di Nuovo Ulivo e chiedere le primarie come prima cosa: primarie di coalizione per che cosa? Per una coalizione che non esiste ancora e per elezioni che sono nell'aria, ma non certo convocate? Stesso discorso per Chiamparino ('sta storia del Chiampa con Vendola fa anche abbastanza ride, il sindaco di Torino è indubbiamente fra i più "destri" tra i democratici, lo si veda sulla Fiat ad esempio); per Veltroni, Fioroni e compagnia, manco a sprecare parole.
Lo si diceva appena tornati, un paio di settimane fa, che il Nuovo Ulivo è un buon segnale dopo tanto tempo. Asor Rosa sul Manifesto l'ha definita la prima vera iniziativa politica del Pd dopo molto tempo. Vero. E' una proposta ancora vaga, da riempire di contenuti concreti: ma non da cercare di ammazzare in culla. Ripeto, al di là delle dichiarazioni di principio, tocca fare i conti con la realtà, e la realtà è che andare a votare in queste condizioni sarebbe un'assoluta catastrofe.
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