19 luglio 2011

Abolizione dell'Umbria, questione delle province, San Valentino e terre irredente

Scopresi che tale Galli, leghista presidente della Provincia di Varese, avrebbe proposto per razionalizzare i costi della politica l'abolizione della Regione Umbria e del Molise.
La presidente Marini interviene subito alquanto giustamente guasta. Ma la cosa pesa è che per rivendicare la legittima aspirazione all'esistenza dell'Umbria, come prima cosa butta là l'avere dato i natali a San Francesco, Santa Chiara, San Benedetto e Santa Rita.
Bah.
Che poi, se proprio non si riesce a elaborare qualcosa di culturalmente più rilevante dei santi (con buona pace della battaglie laiche sul loro inserimento nello Statuto regionale), beh allora c'è da reclamare con forza il buon vecchio San Valentino.

Comunque, sul tema più generale della riduzione dei costi della politica, e la tanto polemizzata abolizione o meno delle province. Eliminarle mi sa una sciocchezza, specie in grandi regioni, ad esempio, sono necessari livelli intermedi tra il piccolo comune di poche decine di abitanti e il livello regionale. Quello che è necessario è 1 verificare e revisionare con attenzione compiti e competenze 2 mettere un freno alla proliferazione di ennesime nuove province e al localismo esasperato 3 procedere a una razionalizzazione, e al necessario accorpamento di un buon numero di province.
Da ultimo, ma non in ordine di importanza, procedere all'inclusione di Spoleto e dintorni, Valnerina, Cascia e Norcia all'interno della Provincia di Terni, che queste terre irredente, soggette al bieco dominio grifo-conigliesco-perugino, sono un'offesa di fronte a Dio, SanFrancesco-SantaChiara-SanBenedetto-SantaRita-SanValentino e agli uomini.

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