27 luglio 2011

Tiburtina railroad blues...

La tesi che le Ferrovie cercano maggiormente di accreditare per giustificare il grande incendio a Tiburtina, il furto di alcuni cavi di rame, francamente pare solo un tentativo di scaricare su altri (magari tanto per cambiare su zingari o similia, come già hanno iniziato a fare Libero e compagnia) le responsabilità di non essere riusciti a evitare che si bloccasse il traffico ferroviario di mezza Italia. E anche nel merito, è una tesi che non convince, per la portata del danno, e presumendo che cabine interrate così importanti non sono un tratto di rotaie dismesso, ma luoghi che dovrebbero essere quantomeno sorvegliati.
E si ripropone, nella gestione dell'emergenza, più forte che mai il solito problema delle scelte strategiche delle Ferrovie italiane. I treni di seconda categoria, i regionali per capirci, che servono tratte fondamentali, come Roma-Ancona, domenica erano stati soppressi in blocco. Ancora oggi, e nei giorni a venire, per viaggiare dall'Umbria a Roma è necessario, arrivati a Orte, trasbordare sui treni locali, a bassa velocità, che si fanno tutto il giro dei paesi, Poggio Mirteto, Fidene, Mentana, con tempi di percorrenza di fatto raddoppiati. Ma benissimo ha fatto un gruppo di qualche centinaio di pendolari lunedì a Orte a bloccare e salire su un treno ad alta velocità che viaggiava per Roma semivuoto. 
Da anni a questa parte, si privilegia esclusivamente, con larghissimo impiego di risorse economiche, lo sviluppo dei treni a percorrenza veloce, Frecciarossa, Frecciargento. Per carità, giusto e utile. Ma non si può fare ciò a spese della stragrande maggioranza dei viaggiatori, pendolari e non, che non possono permettersi di pagare oltre 20 € per farsi Terni-Roma andata e ritorno. Sono queste le esigenze del servizio ferroviario italiano? Privilegiare esclusivamente un servizio d'élite a caro prezzo, utilizzato da pochi passeggeri, e peggiorando contemporaneamente tutto il resto delle linee, allungando i tempi di percorrenza di regionali stracarichi, costretti spesso ad aspettare fermi in stazione il passaggio di qualche Frecciarossa, e incrementando i prezzi? Eh, però abbiamo cambiato i nomi di molti treni da Regionali a Regionali Veloci, poco importa se i tempi di percorrenza sono aumentati del 25%...
Siamo al livello ormai che momenti arriviamo a prendere a modello di efficienza e popolarità la Ferrovia Centrale Umbra (che sulla tratta Terni-Perugia è già, e da anni, più veloce, comoda ed economica della corrispettiva tratta FS).

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