4 ottobre 2011

Analisi sulla proposta abrogativa referendaria del "Porcellum", a raccolta firme conclusa

Non ho firmato per il referendum per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale, per il ritorno al Mattarellum.
1 nel merito, il Mattarellum non la reputavo una cattiva legge elettorale, anzi (poi certo, meglio dell'attuale non ci vuole troppo...): 75% a collegi uninominali maggioritari e 25% proporzionale garantiva una discreta governabilità, rappresentatività e legame col territorio. Ma non è certo la migliore delle leggi possibili, anzi. Era semplicemente una legge piuttosto adeguata alla situazione politica a cavallo tra anni '90 e Duemila, con un bipolarismo più o meno indotto, poiché il collegio maggioritario uninominale favoriva naturalmente la concentrazione e le alleanze. Ed appunto, erano gli anni dell'Ulivo e della Casa delle Libertà. Nell'attuale contesto politico, molto mutato negli ultimi anni, non so se questo sistema elettorale sia il più adeguato per garantire rappresentatività, anzi, probabilmente è vero il contrario. Ma di queste preoccupazioni in Italia poco ce ne curiamo, ci divertiamo a discettare di modelli, pretendendo magari che il sistema politico si adegui al sistema elettorale. Che non è proprio il modo migliore per affrontare la questione.
2 la criticità dell'attuale legge elettorale maggiormente rilevata è la questione delle liste bloccate, per cui di fatto, compilando le liste elettorali, già si sa in partenza chi verrà eletto o meno. Sacrosanto. Il collegio uninominale invece inserisce un elemento di alea (a seconda del collegio), e più o meno un maggiore rapporto col collegio elettorale (su base più o meno cittadina, anziché regionale). Ciò detto, non è che in automatico aumenti la democraticità della faccenda, la prassi era sì il poter scegliere tra due/tre candidati, ma questi erano di fatto scelti, così come le attuali liste di "nominati", sempre dagli stessi accordi tra segreterie di partito. Se non si rivoluziona nettamente il sistema alla base, non è che si rivoluziona la democraticità del sistema.
3 altra argomentazione avanzata spesso dai referendari, e ripresa da molti, è la natura di pungolo che il referendum dovrebbe avere sul Parlamento per sollecitare una riforma delle legge elettorale. Questa è la più debole. Già è stata detta qualche anno fa, sul primo referendum celebrato sul tema, che proponeva una modifica del "Porcellum" per cui si sarebbe assegnato il premio di maggioranza non alla coalizione, bensì al primo partito. Se il referendum fosse passato, sarebbe stato un obbrobrio di legge, di una antidemocraticità assoluta. Però firmammo in tanti, io compreso, appunto con la speranza che ciò spingesse il Parlamento a legiferare. Eh parecchiu. Il Parlamento se ne fregò, e andò come doveva andare (e per fortuna), mancato raggiungimento quorum. Stante anche l'incertezza e la fragilità delle sorti della legislatura, è francamente improbabile che il Parlamento sia in grado di elaborare e trovare l'accordo su una legge elettorale prima delle elezioni. Bisogna perciò tenere ben presente, in caso non si vada a elezioni anticipate nella primavera del 2012, la possibilità di successo del referendum, e ritorno al voto nel 2013 col "Mattarellum", valutando quindi le conseguenze.
4 da ultimo, adeguatezza dello strumento referendario. C'è stato molto entusiasmo dopo la vittoria dei referendum del 12 e 13 giugno, col raggiungimento del quorum dopo moltissimi anni. Sarebbero però da frenare un po' gli entusiasmi, tale risultato si è ottenuto in condizioni politiche particolari, non facilmente replicabili, nonostante il diffuso malcontento verso l'attuale legge elettorale. C'è possibilità di successo, ma è opportuno andarci un po' coi piedi di piombo, valutando con attenzione tutti gli aspetti. Che il referendum, in sé, non è la bacchetta magica, la risoluzione di ogni problema politico.

Morale della favola. Se si arriverà a votarlo, probabilmente parteciperò votando sì ai quesiti referendari, che il Mattarellum mi pare comunque migliore della legge elettorale vigenti. Non ho voluto comunque appoggiarlo, non firmando per la presentazione dei quesiti, per tutte le perplessità sopra espresse. Ho espresso solo adesso queste valutazioni, a raccolta firme conclusa, poiché comunque il mio partito di riferimento, Sinistra Ecologia Libertà, pur con decisione non eccessivamente partecipata e condivisa all'interno del partito, ha dichiarato di appoggiare la raccolta firme.

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