L'ennesima crisi degli ultimi giorni, l'aumento dello spread sempre attorno a quota 500, il downgrade da parte delle attività di rating.
Avoja a parlare di "attacco all'Europa" al quale bisogna reagire. Vero. Ma parole già dette tante volte in questi mesi. A ciò che è seguito? Miope e testardo -e suicida- perseguimento esasperato di politiche recessive di abbattimento dei debiti pubblici, a costi sociali insostenibili, e un vertice europeo dal quale è venuta solo la proposta di modifiche dei trattati, con l'introduzione dell'obbligo di pareggio costituzionale e sanzioni automatiche nel caso di sforamento.
Ecco, magari questa è l'(ennesima) occasione per rendersi conto che così non si va da nessuna parte, che possiamo pure se vogliamo eliminare lo stato sociale e la spesa pubblica, ma tutto ciò non risolve per nulla il problema alla radice, ossia che stiamo impoverendo l'Italia e l'Europa per nulla, che continuiamo a essere, e a livello europeo nessuno pare voglia farsene carico, assolutamente in balia dei capricci, spesso anche irrazionali, della speculazione finanziaria, dei mercati azionari, delle agenzie di rating.
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