Commemorazione ufficiale del 25 aprile a Terni. Qual è il senso, il bisogno, di una celebrazione di "autorità", gente in divisa nelle prime file, gli immancabili "un ringraziamento e un saluto alle autorità civili, militari, e alle associazioni combattentistiche e d'arma", cui seguono frasi di circostanza e predicozzi su crisi economica e antipolitica? Senza quasi degnare d'una parola ciò per cui si sta lì, la Resistenza? Ma chi è deve stare in prima fila, chi è che festeggia, un qualche cavolo di ufficiale dei Carabinieri e della Finanza, o gli anziani partigiani, gli iscritti dell'ANPI, sparsi ai bordi della sala? Si festeggia e si commemora la Liberazione per 'ste scemenze, per omaggiare le "autorità civili e militari"? E anzi che il Vescovo non s'è fatto vedere, o pure quelle religiose sarebbero state citate all'inizio.
Ma bene, benissimo hanno fatto a Roma, a non inoltrare inviti istituzionali; al di là del caso limite romano, con esponenti post-fascisti al governo, con legami strettissimi ancora oggi coi movimenti di estrema destra, questa è la strada da seguire, tocca ritrovarglielo un senso alla Liberazione, commemorazioni come quella ternana sono la via più veloce per renderla una ricorrenza del tutto sterile.
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