14 maggio 2012

Madre di tutte le preoccupazioni...

Al netto delle stronzate della Cancellieri (che per carità, attenzione tocca farla, e molta, ma dichiarazioni come queste sono, precise, strategia della tensione, volere scientemente generare allarmismo per distogliere l'attenzione dai risultati sempre più insoddisfacenti dell'azione del governo e, sì, imbrigliare il dissenso), se vogliamo parlare di "madre di tutte le preoccupazioni", ci sarebbe da parlare di Israele, e dell'Iran.
Di Israele e della Palestina, di fatto, ce ne siamo scordati tutti. E' sconfortante pensare a come stanno passando anni su anni, senza che si faccia un passo che sia uno verso una qualche forma di risoluzione della questione palestinese. Anzi, anno dopo anno, mese dopo mese, la situazione diventa sempre più grave, con l'espansione senza freni delle colonie israeliane, e la quasi impossibilità ormai di potere anche immaginare uno stato palestinese unito, indipendente, e territorialmente integro. La situazione si può sbloccare solo se gli israeliani lo vogliono, ma con la destra di Netanyahu e degli ortodossi al potere, oggettivamente non pare proprio che ciò potrà avvenire. 
Che soprattutto, l'interesse vero del governo israeliano, dalle non molte notizie che arrivano in Italia, è oggi tutt'altro, è l'Iran. Si stanno rincorrendo con sempre più frequenza le notizie riguardo una probabile azione militare israeliana contro l'Iran a breve/medio termine, da ultimo l'annuncio, inaspettato, della formazione di un governo di unità nazionale, con larghissima maggioranza alla Knesset, tra le destre del Likud e degli ortodossi e Kadima. Pare di ritornare al 2002, quando negli Stati Uniti era ormai certa la guerra contro l'Iraq, e in Europa traccheggiavamo, la faranno, non lo faranno, no sì boh forse. Solo che stavolta, mentre gli israeliani stanno preparando una guerra contro l'Iran, dagli effetti e della ripercussioni potenzialmente disastrosi, probabilmente già per l'autunno, tra 4/5 mesi, e in Europa e negli Stati Uniti non è che semplicemente lo consideriamo improbabile, ma non ce ne stiamo curando e pare non importarci proprio nulla.

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