Si eviterebbe volentieri di parlare di idiozie simili, ma tanto è, la questione tiene banco, e non pochi concittadini pare ci credano per davvero.
Proposta di referendum per staccare il Comune di Terni dall'Umbria, e aggregarlo al Lazio. Segnatamente alla Provincia di Roma.
Idea del tutto peregrina, provinciale nel senso deteriore, superficiale, demagogica, e nel merito molto molto stupida.
Anzitutto, questioni procedurali. Terni non è un paesello di mille abitanti, è una città, capoluogo di provincia, sede di istituzioni regionali e provinciali, inserita in un sistema organizzativo/istituzionale legato a doppio filo al resto dell'Umbria da decenni. Una "secessione" di Terni dal territorio umbro sarebbe un casino organizzativo colossale (dal quale a noi resterebbero comunque, alla fine, solo le briciole di ciò che abbiamo). Ci si pensi un secondo, prima di chiacchierare. Altro che sede dell'ASL. Altro che sede del Tribunale. Altro che, naturalmente, sede di provincia (e soprattutto, dei servizi territoriali ad essa collegati).
Questioni geografiche. Al momento, l'unica provincia laziale con cui confina Terni è quella di Rieti. Come si possa pensare di fare un referendum per aggregarsi a una provincia, Roma, della quale a oggi saremmo un'enclave, è un bel mistero. Se è, allora aggreghiamoci a una provincia per la quale ne valga veramente la pena, che so io, Alto Adige, sa' che spettacolo Terni sudtirolese.
Nel merito. Per risolvere gli indubbi problemi di rappresentatività e influenza di Terni e provincia in Umbria, col rischio di soppressione della provincia, andare a mettersi sotto Roma? Ma ci siamo completamente rincoglioniti? Già, appunto, contiamo oggettivamente molto - troppo - poco adesso, che esprimiamo un quarto della popolazione e del territorio dell'Umbria. Quale pensiamo che diventeremmo, quale sarebbe il peso di Terni, a diventare ipoteticamente parte della provincia di Roma? Poco contiamo ora, nulla conteremmo in questo vagheggiato domani romano. Che poi neanche si parla di intera provincia, ma solo del Comune di Terni.
Numeri. Comune di Terni 113.444 abitanti; Provincia di Roma 4.233.653 abitanti. Rapporto 1/37. Regione Lazio 5.773.953 abitanti. Rapporto 1/51. Abbiamo meno abitanti di un semplice quartiere romano. In un consiglio provinciale, per capirci massimo ci sarebbe un consigliere eletto a Terni. Terni in provincia di Roma varrebbe meno di niente, come se non esistesse.
'Va, ce li manderebbi volentieri 'ste menti, a Roma per andare alla motorizzazione civile, per le cause in tribunale e in corte di appello. Sa' che divertimento, vedere come funzionerebbero meglio le cose... Che poi sinceramente, per quante che ne vogliamo dire, in Umbria meglio che in Lazio su tante cose stiamo messi meglio, a partire dalla sanità. Bella fine che farebbe il S. Maria, sprofondato nella sanità laziale.
E poi le menate sull'università, gente che veramente crede che tipo la Sapienza avrebbe chissà che interessi ad aprire sedi distaccate a Terni. Discorsi che forse avevano un qualche senso oltre 15 anni fa, ma del tutto irrealistici, campati per aria, oggi, con le università (con la Sapienza che certo non brilla) coi fondi ridotti al lumicino. Le sedi distaccate le chiudono un po' ovunque, grasso che cola se riusciamo a salvare quello che c'è oggi a Terni.
Di fronte a problemi seri e reali - la sottorappresentanza e lo scarso peso di Terni e provincia in regione (di cui la composizione dell'ultima giunta, o le polemiche sulla sede della ASL sono esempi indicativi) -, e al rischio concreto addirittura di cancellazione della provincia di Terni - francamente assurda, ingiustificata e inaccettabile, dannosa non solo per questo territorio, ma per l'Umbria intera, che perderebbe assolutamente senso di esistere - è indispensabile cercare di trovare delle risposte serie, non emerite stronzate come questa, fondate su un misto di demagogia, ignoranza, provincialismo.
Ah sì, da ultimo. E' piuttosto qualificante, del loro livello e delle loro capacità, l'appoggio che una serie di esponenti politici locali, anche noti, di centrodestra ha dato al "referendum". Una volta di più, si dimostra che per quanto possiamo avere, a Terni come in Umbria, un ceto politico di centrosinistra largamente di scarsissimo valore, "l'opposizione" di centrodestra riesce sempre a rimanere due gradini ancora più in basso, e che evidentemente gli sta molto comodo rimanersene all'opposizione.