Ed è arrivato il giorno delle elezioni, e finalmente è finita questa campagna elettorale.
Pesante, strana, sottotono. Strozzata nei tempi, ma fin troppo lunga.
Sottotono appunto, senza grossi entusiasmi, visibile da molti piccoli aspetti, la pochezza delle iniziative politiche, i molti spazi vuoti sugli spazi dei manifesti elettorali.
Sarà l'inverno... (per la cronaca, 'va, je ce sta bene a Monti e compagnia li casini mo' co' la neve, je ce sta bene!)
Comunque, in sintesi, la cosa meglio e la cosa peggio di questa campagna elettorale.
Il meglio, senza dubbio la prova dei miracoli che Photoshop è riuscito a fare con Giorgia Meloni.
Il peggio, la delusione della scarsa attenzione dedicata globalmente al buon Mario Adinolfi, indimenticato candidato alle primarie del PD veltroniano del 2007, quindi in tempi più recenti renziano convinto (e assertore della certezza dei brogli nel corso del ballottaggio del 2 dicembre), candidato al comune di Roma, e ancora invece montiano agli inizi di gennaio (quasi candidato), che ha concluso la campagna elettorale con l'annuncio del suo voto disgiunto, Monti alla Camera, e Grillo al Senato.
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